Il silenzio degli insensibili
Gli scorsi anni il pre-partita di Inter – Juventus era segnato dalla puntuale intervista a Gigi Simoni, al ricordo di quel contatto che era rigore per loro, ma non ad esempio quando Consigli esce su Cristiano Ronaldo (per dire l’ultimo episodio), e al contorno preparatorio per la direzione di gara. Mancando Simoni, quest’anno il prepartita è stato accompagnato dalle nuove rivelazioni di intercettazioni sulla non vicenda Suarez, che avrete ben capito serve solo per essere mediaticamente pompata, anche grazie a scientifiche fughe di notizie che di per sé costituirebbero esse reato, ma nessuno denuncia. La cosa “grave” (sic!) sarebbe la scoperta del cosiddetto pre-contratto tra la Juventus e Suarez, che starebbe a base di non si sa quale reato, dato che ancora non è dato capire il reato che sarebbe stato commesso, anzi, per usare le parole del tifoso napoletano e casualmente pure Procuratore della Repubblica a Perugia, ormai l’indagine è sulla fuga di notizie, ovvero sul perché un eventuale supposto reato non sarebbe stato commesso. Ed ancora una volta assistiamo al silenzio in società. Che si unisce ad altri silenzi, divenuti anche troppo assordanti. Aggiungo pure che se è fastidioso che certe intercettazioni, tra persone non indagate (dunque neppure intercettabili per legge), vengano pubblicate sui giornali, lo è ancor di più quando uno dei quotidiani che lo fa è La Repubblica, oggi di proprietà della famiglia, che ha rilevato la GE.DI. di De Benedetti. Non dico che l’editore di famiglia dovrebbe censurare o storpiare le notizie, anzi, ma potrebbe tuttavia pretende dalle sue testate imparzialità ed obiettività, cosa che non c’è stata. Quindi mi riformulo la stessa domanda, vale la pena difendere ad oltranza chi non sembra volere difendersi pur avendone l’obbligo?
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Il non commento del derby d’Italia.
Secondo voi, come avrei dovuto commentare, la partita di ieri sera? Probabilmente non ci sarei riuscito, per quanto orrenda è stata la prestazione, che va oltre la sconfitta, c’è modo e modo di perdere. O forse, ricordandomi come anni addietro commentai una Juventus – Napoli persa vergognosamente in casa, commentando una partita del passato, persa ma con la squadra che aveva davvero speso fino all’ultima goccia di sudore per recuperarla. Ecco, facciamo così, rinfrescandoci la memoria quando incontravamo i cartonati nel loro quinquennio magico, e noi invece eravamo la Juventus simpatica.
Stagione 2007 - 08, Inter - Juventus 1 - 2: già all'andata in casa avevamo pareggiato con molte recriminazioni, un netto placcaggio di Cordoba su Del Piero in area a gridare vendetta con Rocchi cieco, al ritorno toccammo davvero il cielo, con l'uno - due Camoranesi - Trezeguet e gol della bandiera dei cartonati nel finale. Loro erano la squadra di Ibrahimovic, Vieira, Maicon, Cambiasso e c.; noi avevamo la triade tennista - liquidatore - fotocopiatore, che ci aveva preso Thiago, Almiron, Andrade, mandando in prestito Marchisio e Giovinco.
Stagione 2008 - 09, Inter - Juventus 1 - 0: sempre Inter con i fuoriclasse, con The Special …One in panchina, noi che avevamo fatto in estate il colpo Knezevic, Amauri attaccante principale, avevamo preferito Poulsen a Xabi Alonso e operazioni del genere, degne di quella triade. Al Meazza ci andammo senza Buffon, con Manninger in porta, prendemmo una rete sull'unico errore difensivo, altro episodio in area nerazzurra non visto da Rizzoli, come dire, ci fregarono la partita; al ritorno la pareggiammo, con un gol nel finale di Grygera (così vi rinfresco la memoria di chi avevamo in organico quegli anni).
Stagione 2009 - 10, Inter - Juventus 2 - 0: l'annata peggiore della nostra storia, Ferrara esonerato, anche se all'andata aveva battuto nettamente i futuri triplettari di cartone (chi se lo ricorda il gran gol di Marchisio?), subentrò Zaccheroni, avevamo ... Felipe Melo, Diego, una difesa con Cannavaro ormai pensionato e Fabio Grosso che non ne beccava una. Perdemmo però solo nel finale, e pesò l'espulsione di Sissokò, il raddoppio lo subimmo a tempo scaduto. Dimenticavo, arbitrava Damato, di Barletta, quello beccato con la sciarpa nerazzurra, che peraltro neppure nascondeva il suo essere interista.
Stagione 2010 - 11, Inter - Juventus 0 - 0: primo anno di Andrea Agnelli alla presidenza, squadra rinnovata, allenatore Delneri, avevamo il primo Bonucci in campo, che all'epoca era abbonato alle cappellate, Storari in porta, il solito Grygera in difesa (e tutto sommato molto dignitoso), il fuoriclasse era Krasic, Del Piero quella sera in panchina. Dall'altra parte l'Inter appena triplettata con Benitez in panchina, se qualcuno se la ricorda, rischiammo davvero di vincere, ed in effetti al ritorno, con una squadra che arrivò nuovamente settima, li battemmo, con un gol di Matri, neo acquisto a gennaio.
Come dire, negli anni peggiori dei bianconeri, della loro storia recente, non ricordo una prestazione così penosa, squallida, da vergognarsi, di una squadra che però in questo caso è è campione in carica, vince da 9 anni, ha il cinque volte pallone d'oro, ma non ha identità di squadra, non ha un centrocampo serio, va al Meazza convocando quattro portieri e due soli attaccanti.
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Sul ponte sventola bandiera bianca?
Il non commentare le partite, non mi esime dal dire la mia sulla situazione della squadra in questo momento. Per trovare una posizione di classifica peggiore di quella attuale, in passato, occorre risalire alla stagione 2010 – 11, 31 punti a fine girone d’andata, molto pesò però l’infortunio nel suo momento migliore di Quagliarella, un solo punto nelle ultime tre gare, e fu questo il momento nel quale la squadra ebbe il crollo psicologico che decise sostanzialmente l’andamento della stagione e l’esclusione dalle coppe per il secondo anno di fila. Ma appunto era una Juventus in ricostruzione, dopo anni non brillantissimi, ci poteva stare. Adesso siamo noi i campioni in carica, e con un andamento del genere, non dico che la Juventus è già fuori dalla lotta scudetto, ma certamente non ci sono i presupposti per poter ambire davvero al decimo di fila. Emerge pure il limite di due annate con scelte difficilmente comprensibili, abbiamo giocatori che non riusciamo a piazzare, altri andati via per ragioni davvero discutibili, Mandzukic, Emre Can, Spinazzola, Kean, come detto ieri sera due soli attaccanti convocati, e a corto di esterni di difesa, elementi che evidenziano come non ci sia stata una vera programmazione da due anni a questa parte. Io sono convinto che aveva ragione il compianto avvocato Agnelli, quando sosteneva che "quando si vince i meriti sono prima dei giocatori, poi dell'allenatore, infine della società; quando si perde le responsabilità sono inverse, prima della società, poi dell'allenatore, infine dei giocatori", per cui spero che fin da oggi, i nostri Andrea Agnelli, Fabio Paratici e Pavel Nedved dovranno chiudersi in una stanza e guardarsi in faccia, sempre se ci riescono. Perché le sconfitte non sono mai frutto del caso, la squadra è questa, se ha limiti, il problema è chi l’ha mal assortita.
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Si aprono le danze
Cosa ci aveva anticipato il nostro “Gola Profonda 2”? Che si era chiuso un forte accordo a sostegno della candidatura di Cosimo Sibilia, attuale presidente LND, per la presidenza della FIGC. Si diceva anche che vi era una trasversalità politica a sostegno di detta candidatura, con strane ed impreviste convergenze. Proprio a fine settimana scorsa ci sono state due conferme: - il ritorno di Clemente Mastella, ex DC, ex CCD poi UDEUR, poi Unione con Prodi, quindi Forza Italia, adesso “costruttore” a sostegno di Conte (non l’allenatore della squadra di cartone), e a suo tempo anche tutore politico dell’attuale ministro dello Sport, Spadafora; - l’annuncio ufficiale della candidatura di Cosimo Sibilia, attuale senatore di Forza Italia, oltre che dirigente calcistico. Quindi le truppe cammellate di questo nuovo fronte d’assalto al Palazzo del calcio sono partite. In Lega Serie C, il presidente Ghirelli, intervistato a Radio Sportiva, ha confermato il suo sostegno a Gravina, aggiungendo che quest’ultimo ha le deleghe del 58% delle società di categoria, cosa che conferma pure quanto detto dal mio informatore, la Lega Serie C è divisa al suo interno, per cui non può ritenersi sostegno determinante, praticamente i due fronti si pareggiano o quasi. Semmai ci sono strani movimenti altrove, a dimostrazione che quando si avvicina il momento elettorale, gli appetiti aumentano, specie quando si può essere determinanti nella elezione dell’uno o dell’altro contendente. Ad esempio, emergono malumori nella Lega Serie B, l’attuale vice presidente della Salernitana, Mezzaroma, cognato di Lotito, nonché vice presidente di lega non riconfermato, in quanto sostituito da Galliani, ha contestato l’elezione di Balata, avvenuta non con elezione di presenza, ma per audio video conferenza. Come dire, non è che Lotito se ne stia tranquillo e sereno in questo momento, evidentemente qualcosa che ha chiesto non gli viene ancora assicurata. Inoltre, pare certo il ritorno di Carlo Tavecchio, che, in ritorsione al suo ex delfino Sibilia, si starebbe candidando per la presidenza della Lega Dilettanti della regione Lombardia, una delle più influenti, il tutto per restituire all’ex delfino lo sgarbo del ritiro fiducia nel 2018, cosa che portò alle dimissioni di Tavecchio da presidente federale. La guerra è iniziata, possono esserci ancora colpi di scena, novità (la crisi di governo può avere conseguenze, ove non venisse riconfermato Spadafora, grande tessitore degli accordi pro Sibilia), vi terrò informati. Certo, sapere che nel 2021, il calcio nostrano, che un tempo ebbe i Franchi, i Pasquale, gli Umberto Agnelli, è ridotto ad avere come contendenti personaggi quali Gravina, Sibilia, con Tavecchio ancora in pista, è sintomatico di quanto sia caduto in basso.
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