Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
|
9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 05.09.2008
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Hess
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di Bidescu
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Bino Hess era uno dei tanti svizzeri che, nel momento in cui la Juventus venne al mondo, stava studiando a Torino. Studiava e giocava a calcio ed era anche un ragazzo di provatissima fede juventina, tanto è vero che risulta come sia stato uno dei più irriducibili nell’auspicare la “defenestrazione” del connazionale Alfredo Dick, l’uomo che voleva imporre, in seno al consiglio direttivo bianconero ed alla stessa squadra, dirigenti ed atleti di nazionalità elvetica. Proprio nell’anno della scissione (1906), il lungo Hess (era alto 1,81) giocava in un ruolo atipico per la sua statura: non difensore, ma ala sinistra. Solo un paio di anni più tardi Hess prese stabilmente il ruolo di mediano sinistro. Sui vecchi libri si trovano un paio di formazioni della stagione 1909-10 nelle quali figura in forma stabile il nome dì Hess. Ad esempio, quella del 14 novembre 1909, quando la Juventus batté a Torino i nerazzurri dell’Internazionale, con due reti del centrattacco Borel, il padre di Felice. I bianconeri giocarono quella gara con: Pennano, Goccione, Mastrella, Ferrarìs, Frey, Hess, Mazzonis, Balbìani, Borel, Barberis, Moschino. Si era ai tempi del più puro dilettantismo; i giocatori si preparavano per le partite di campionato, anche se erano solo una decina per stagione, quando avevano tempo e voglia. Tutti avevano un impiego, una professione, un lavoro; anche gli studenti universitari, che conquistarono il titolo nel 1905, avevano già avuto il loro splendido 110 e lode con la pubblicazione della tesi. Malvano era ingegnere, Donna ed Hess avvocati; li si potevano trovare a tirare quattro calci in "Piazza d’Armi" la sera, quasi buio, ed a praticare sia la ginnastica che l’atletica. Ma Bino Hess non fu solo un buon giocatore, dotato di tecnica sobria e di una intelligente visione di gioco; fu anche un magnifico dirigente, talmente bravo da far convergere sulla sua persona i voti necessari alla presidenza. Proprio all’indomani della crisi che colpì la società all’inizio della stagione 1913-14, Hess prese le redini ella Juventus e la guidò con mano esperta e sicura. Provvide anche a mantenere fraternamente uniti i giocatori che disputarono quel campionato nel girone lombardo; ricordiamo Montano, Cappello, Arioni, Omodei, i fratelli Boglietti, Payer, Collino, Dalmazzo, Varalda e, soprattutto, Valerio Bona e Giriodi. Ancora oggi, Bino Hess viene ricordato come il presidente della rinascita.
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