Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
|
9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 26.08.2008
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Meazza
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di Bidescu
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Nasce a Milano il 23 agosto 1910. Centravanti e mezzala. Raggiunge l’Ambrosiana quattordicenne ed appena tre anni più tardi è lanciato in prima squadra dall’ungherese Weisz. Con i nerazzurri si aggiudica il primo campionato a girone unico del nostro calcio (1930), bissa il successo nel 1938 e nel 1939 lega il suo nome alla Coppa Italia. Nel 1940, dopo quasi un anno di lontananza dai campi di gioco per un intervento chirurgico (causato da una insufficiente circolazione sanguigna verso gli arti inferiori), approda al Milan dal quale si separa dopo un paio di stagioni per accasarsi alla Juventus. Milita in bianconero per il solo campionato 1942-43 (27 presenze e 10 goals), disputa con il Varese il campionato di Guerra 1944, nell’Atalanta il primo campionata postbellico e poi torna all’Inter con la quale vive la drammatica stagione 1946-47 nella quale la squadra nerazzurra rischia addirittura la retrocessione. Cannoniere di purissima razza, molto dotato tecnicamente, è uno dei giocatori più completi della ricca storia del nostro calcio. Soprannominato “Balilla”, è l’inventore del famoso goal “ad invito”: tarda il tiro, lascia la prima mossa al portiere e lo infila freddamente sull’uscita. Meazza, è tre volte capocannoniere del campionato (nel 1930 con 31 goals, nel 1936 con 25 e nel 1938 can 20) ed al termine dell’attività i suoi bersagli sono 267 che lo collocano sul secondo gradino assoluto, meglio di lui in serie A ha fatto il solo Piola con 290 bersagli. Proprio a Meazza è legato il periodo più aureo della storia della Nazionale della quale è a lungo l’autentico fiore all’occhiello. Dal 1930 al 1939 in azzurro gioca 53 partite (17 volte con i gradi di capitano) e realizza 33 reti che fino all’avvento di “Gigi” Riva ne fanno il bomber assoluto. Con la Nazionale si assicura la Coppa Internazionale nel 1930, il titolo mondiale nel 1934, nuovamente la Coppa Internazionale nel 1935 ed ancora il Mondiale francese del 1938. Nelle vesti di allenatore, carriera che intraprende al termine dell’attività agonistica, guida per un paio d’anni l’Inter, poi si trasferisce alla Pro Patria e per una stagione, con Beretta nelle vesti di commissario tecnico, allena la Nazionale azzurra. Così lo ricorda Caminiti: «Musica maestro, ed era musica. Voglio dire il calcio del fabuloso “Balilla” detto dagli amici, un esercito di amici, un mare di amici e di ammiratori, “Pepp”, vincitore della classifica marcatori nel campionato a girone unico (il primo) 1929-30, con 31 goals, nella sua Ambrosiana tricolore, ed in onore del quale i milanesi alla vecchia “Arena” intonavano una canzone apprezzatissima dall’interessato, cui le ragazze piacevano: “Una ragazza per Meazza”. Giorni di onirica semplicità, se vogliamo, quelli di Meazza. Due scudetti, due campionati del mondo, un asso assoluto e conclusivo, anche da mezzala, un asso unico, forse il più magno centrattacco dell’intera storia della pedata italica. Esordio in Nazionale a 19 anni, Italia-Svizzera 4 a 2 (un goal), la sua prima impresa storica data tre mesi dopo, Budapest, Italia 5 Ungheria 0 (l’Ungheria di Larcos, Hirzer e Tiktos), di Meazza i primi tre travolgenti goals. La Juventus lo ebbe nei giorni dolorosi ed affranti della guerra, ormai si cibava del suo mito, senza per questo rinunziare a prodezze tipiche del suo impareggiabile repertorio di finisseur e goleador. Il goal alla Meazza, con l’invito al portiere, scartato per depositare la palla a destinazione, mentre la folla plaudiva estasiata. Il fascismo volle farne l’araldo di tutta la sua politica, gli fu appioppato quel “Balilla” guerresco. In realtà, “Pepp” amava poco allenarsi, si allenava beatamente tra le donne, era un ragazzo semplice e modesto, che in campo si sublimava delle sue doti naturali di attaccante universale. Io lo rivedo a Rapallo, nel 1978, ridotto ad un seggiolone, abbandonato da tutti nel delirio della città dei cementi. Non riuscì a spiccicare parola. Mi toccò raccontare l’amaro crepuscolo di un fuoriclasse dimenticato».
http://ilpalloneracconta.blogspot.com/
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