Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 20.08.2008
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Vecchina
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di Bidescu
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Giovanni Vecchina era nato a Venezia il 19 agosto 1902. Da ragazzo aveva militato nelle squadre minori del Venezia, distinguendosi non solo per le spiccate attitudini di realizzatore, ma anche per una visione corale del gioco. Nel 1924 passò al Padova, la squadra veneta che in quel periodo si trovava all’apice del suo rendimento. Tra i biancorossi militavano atleti di straordinarie doti tecniche e fisiche, dal portiere Paglianti, ai terzini Danieli e Barzan; dalla famosa mediana Girani-Fagioli-Fayenz, alla strepitosa linea attaccante composta dai due Busini (il “Duca” e “Toni”), i due Monti (Bisa e Cice), e poi lui, “Nane” Vecchina, nel ruolo di centrattacco. Questa formazione aveva concluso il campionato in seconda posizione alle spalle del Genoa; poi nel 1925 il Padova si era classificato al quarto posto, dietro a Bologna, Pro Vercelli e Juventus. Il gioco dei patavini era veloce, duro, spigoloso, all’inglese, come il suo allenatore, l’indimenticabile Burgess il quale aveva di Vecchina una grande stima; stima meritata, perché “Nane” fu un grande centrattacco in un’epoca nella quale giocavano autentici fuoriclasse del ruolo, come “Peppino” Meazza, Angelo Schiavio e Giulio Libonatti. Nel campionato 1924-25 il Padova vinse entrambe le partite con la Juventus: 2 a 1 a Padova e 2 a 0 a Torino; Vecchina fu sempre tra i migliori ed una delle reti incassate da Combi a Torino portava la sua firma, un goal di strepitosa potenza. Nella stagione successiva, Vecchina realizzo ancora un goal alla Juventus nella gara giocata a Padova e continuò, praticamente, a dare dei dispiaceri a Combi ogni volta che i biancoscudati si trovavano di fronte ai bianconeri. L’ultima prodezza del centrattacco patavino porta la data del 26 gennaio 1930, giorno in cui il Padova sconfisse la Juventus e “Nane” mise a segno la rete del successo. Un simile centrattacco era molto meglio averlo in squadra come compagno che come avversario; fu così che il giocatore venne acquistato dalla Juventus per l’enorme cifra di centomila Llire nella stagione 1930-31. La partita inaugurale del campionato era Juventus-Pro Patria: i bianconeri vinsero per 4 a 1, con tre reti di Vecchina ed una di Cesarini. In quella stagione, “Nane” segnò contro la Pro Vercelli e contro il Genoa. In quella sua prima stagione bianconera, Vecchina realizzò 16 goals, senza mai tirare un calcio di rigore, e cucì sulla maglia il primo dei suoi tre scudetti. Nella stagione successiva le reti realizzate furono 15 (sempre senza l’aiuto dei rigori), mentre nel 1932-33 poté giocare solo nove partite a causa di un infortunio al ginocchio destro e mise a segno solamente due reti. La carriera di Giovanni Vecchina può considerarsi conclusa alla fine del 1933. Giocò ancora con alterna fortuna un paio di stagioni nelle file del Torino, poi emigrò in Svizzera e disputò due campionati nel Servette; quindi decise di appendere le scarpe al chiodo. In tempi in cui, come abbiamo ricordato, giostravano in Italia grandi condottieri d’attacco come Meazza, Schiavio e Libonatti, Vecchina venne convocato una decina di volte in Nazionale. In maglia azzurra disputò due partite in A ed una in B. L’esordio avvenne a “San Siro” contro l’Olanda: giocò nel ruolo di mezzala sinistra, facendo coppia can Baloncieri ed avendo a fianco il piccolo e guizzante Libonatti. Come allenatore non ebbe mai fortuna; la sua migliore stagione rimane quella del 1946-47, alla guida del Lanerossi Vicenza. Scompare a Vicenza, ai primi di aprile del 1973. Era stato un ottimo calciatore, ma tutti lo avevano sempre stimato per le sue straordinarie dati umane. Il racconto di Caminiti: «Vecchina, un veneziano tosto dalle ginocchia un po’ delicate, arriva alla Juventus anche lui in età atletica avanzata, ventotto anni, la Juventus lo iscrive ai ruoli, ed il falso conte Mazzonis non se ne pentirà mai. Va bene che all’apparire dell’astro Borel, Vecchina invecchierà precocemente, e verrà rifilato al cugino di casa, il Torino, col quale i rapporti, nonostante tante chiacchiere, sono sempre stati storicamente più che buoni. Su tre campionati nella Juventus, il veneziano ha fatto valere la discreta classe, con 33 goals in 68 partite, e vinto i primi tre scudetti dell’inobliabile serie. Il campionato a diciotto 1930-31 è forse il migliore che Vecchina disputa dei tre. Carlo Carcano è un allenatore psicologo ed un buon preparatore atletico (se ne avvantaggerà anche Vittorio Pozzo in Nazionale). Vecchina è all’apice del rendimento e il suo apporto è sempre positivo. In un campionato lungo e massacrante, la Juventus traversa periodi difficili, ma risale ogni volta con la classe delle sue individualità superiori; non è ancora squadra completa in difesa, Carcano deve spesso cambiare, ma il registro tattico è superbo dalla metà campo in poi con Ferrari regista, nonché goleador implacabile: segna sedici goals, quanti il nostro veneziano. L’asso pigliatutto è “Mumo” Orsi, venti goals che ne fanno brillare tutto il talento. Talento che possiede anche Vecchina, le cui giocate sono meno appariscenti, ma il cui senso del goal è provvidenziale in parecchie partite. La classifica finale vedrà i bianconeri primi con 55 punti, a quattro lunghezze la Roma che il 15 marzo 1931, al “Testaccio”, infliggerà ai bianconeri un umiliante 5 a 0. In effetti, Vecchina fu tra i pochi a salvarsi; la difesa uscì umiliata, a partire dal trio Combi, Rosetta, Caligaris; Varglien I, schierato centromediano, lottò inutilmente come un leone. Fulvio Bernardini gran regista segnò due goals, Volk centrattacco di autentica classe, Lombardo e Fasanelli completarono l’opera disgregatrice. La Juventus uscì a testa bassa, e tra i fischi dei romanisti estasiati da quello stadio in legno. Saprà subito rifarsi a Torino, nel campo in cemento di corso Marsiglia sette giorni dopo, rifilando quattro reti al Genova 1893 e proprio Giovanni Vecchina sarà l’uomo della riscossa: irresistibilmente trascinerà l’attacco, segnando tre bellissimi goals».
http://ilpalloneracconta.blogspot.com/
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