Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 28.01.2008
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Buffon
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di Bidescu
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Gianluigi Buffon nasce a Carrara, il 28 gennaio 1978 da una famiglia di sportivi: la madre Maria Stella Marocco è stata campionessa di lancio del peso e del disco, il padre Adriano è stato campione di lancio del peso e le sorelle, Guendalina e Veronica, sono pallavoliste affermate. È parente di Lorenzo Buffon, portiere di Milan, Inter, Fiorentina e della Nazionale. E pensare che quando era un ragazzino ha rischiato addirittura di morire. Lo ha raccontato la madre: «Gigi infilò due dita nella presa della corrente; per fortuna arrivai in tempo». Tifoso sin da bambino del Genoa, ad otto anni il papà lo porta al Canaletto di La Spezia, ma nessuno pensa di farlo giocare portiere. All’inizio si propone come libero ed, in seguito, viene schierato a centrocampo. Quando passa al Perticata si diverte a fare un sacco di goals, grazie al suo fisico possente; a dodici anni si trasferisce al Bonascola. A quattordici anni avviene la svolta della sua carriera; a causa dell’infortunio di entrambi i portieri, viene schierato in mezzo ai pali. «Per pigrizia», scherza “Gigi”, «non avevo più voglia di correre: fare il portiere era la soluzione ideale per fare calcio e, nello stesso tempo, risparmiare certe fatiche».È bravo, nel nuovo ruolo; para tutto e “Gigi” diventa il portiere titolare dopo sole due settimane. Milan, Bologna e Parma gli mettono gli occhi addosso; il Milan ha già pronto il contratto, il Bologna tentenna e poi si ritira, mentre il Parma gli propone di fare un provino. “Gigi” non pensa di certo al Parma; non ha ancora firmato per il Milan, ma si sente rossonero a tutti gli effetti. In attesa di una chiamata da “Milanello”, vuoi per curiosità e vuoi perché Parma è più vicino a Carrara, decide di presentarsi al campo. Ovviamente la promozione è a pieni voti; così, nel 1991, varca le soglie delle formazioni giovanili. Brucia tutte le tappe, passando dall’Under 15 all’Under 16, all’Under 17, all’Under 18 ed all’Under 21. A diciassette anni esordisce in Coppa Uefa, contro l’Halmstad; sempre quella stagione, fa il suo esordio in Serie A nella partita Parma-Milan 0 a 0, giocata il 19 novembre 1995. Nella stagione successiva diventa il portiere titolare della squadra ducale, insieme ad due difensori che avrebbe poi ritrovato alla Juventus: Liliam Thuram e Fabio Cannavaro. «Ci trovavamo benissimo insieme nonostante la nostra giovane età: io diciotto anni, Liliam ventiquattro e Fabio ventitre. La nostra è stata un’alleanza rapida, solida e felice e si è innescato uno stato di fiducia totale; abbiamo imparato a conoscerci a memoria; non eravamo solamente tre uomini della difesa, eravamo tre persone protagoniste di una cosa comune». Il 29 ottobre 1997 Cesare Maldini, C.T. della Nazionale, lo fa esordire in maglia azzurra a Mosca contro la Russia, prima gara di spareggio per la Coppa del mondo; entra al 33’ al posto di Pagliuca. Al 49’ segna Vieri, ma, quattro minuti dopo, “Gigi” subisce un goal dall’amico Cannavaro. Finisce 1 a 1, ma l’Italia vincerà, per 1 a 0, il secondo spareggio. In quella stessa stagione colleziona anche otto presenze in gialloblu, conquistando il titolo di Campione d’Europa con la Nazionale “Under 21”, una Coppa Uefa ed una Coppa Italia con il Parma.Nell’estate del 2001 è acquistato dalla Juventus, per la cifra record di 105 miliardi di vecchie Lire (70 in
contanti più la cessione di Bachini), risultando il giocatore più pagato nella storia della società bianconera. L’inizio non è semplice; gli errori contro il Chievo e la Roma scatenano le critiche, ma Buffon riesce a riprendersi ed a disputare un’ottima stagione, coronata con la vittoria del suo primo scudetto, grazie all’emozionante sorpasso all’Inter, il 5 maggio 2002. Dopo aver saltato gli Europei 2000 per infortunio, partecipa, come portiere titolare, al Mondiale nippo/coreano del 2002; para anche un rigore al coreano Ahn, ma l’avventura degli azzurri finisce male. La stagione 2002-03 è quella della consacrazione definitiva, che lo porta ad essere considerato il miglior portiere del mondo; con le sue parate straordinarie, diventa una colonna della Juventus, che vince la Supercoppa Italiana ed un altro Scudetto. Le delusioni arrivano dalla Champions League: dopo aver parato un rigore decisivo a Figo, nella semifinale col Real Madrid, perde la “Coppa dalle grandi orecchie” nella finale di Manchester contro il Milan; la partita si decide ai rigori e Buffon para i tiri di Seedorf e Kaladze, ma il suo collega Dida fa ancora meglio e la Coppa va ai rossoneri. In quella stagione, è premiato come miglior giocatore della Champions League. Nel campionato 2003-04 vince un’altra Supercoppa Italiana, battendo il Milan; sono nuovamente i rigori a decidere l’esito della partita ed è decisiva la sua parata su Brocchi. La stagione non sorride alla Juventus, causa i numerosi infortuni, che esce presto dalla Champions League e giunge terza in campionato. A fine stagione gioca gli Europei 2004, ma l’Italia esce al primo turno rimediando l’ennesima figuraccia. Nell’estate del 2004, arriva Capello sulla panchina bianconera; Buffon disputa l’ennesima grande stagione e vince lo scudetto, al termine di un duello serrato con il Milan. È ancora la Champions League a portare grande delusione nell’ambiente bianconero; infatti, grazie anche ad uno straordinario goal di Luis Garcia, la Juventus esce ai quarti di finale, per opera del Liverpool. Comincia male la stagione successiva; il 14 agosto 2005, durante il “Trofeo Berlusconi” “Gigi” procura una lussazione alla spalla, causata da uno scontro con Kakà. Deve essere operato e la convalescenza dura per ben tre mesi, durante i quali è sostituito da Christian Abbiati, ex portiere del Milan. Buffon torna tra i pali della Juventus alla fine di novembre, in Coppa Italia contro la Fiorentina; non sentendosi pienamente recuperato, restituisce la maglia da titolare ad Abbiati. Ritorna definitivamente nel gennaio del 2006, sempre in Coppa Italia, nella partita di ritorno contro i viola; partita dopo partita, riacquista l’antica sicurezza e conquista l’ennesimo scudetto. Vola, con la Nazionale azzurra, in Germania per disputare i Mondiali; è storia arcinota, il 9 luglio 2006, allo “Olympiastadion” di Berlino, si aggiudica la Coppa del Mondo. Durante i Mondiali, subisce solamente due reti: una dal suo compagno Zaccardo ed una da Zidane, su calcio di rigore; ma le sue prestazioni sono incredibili, tanto da meritarsi il “Premio Jashin”, quale migliore portiere della manifestazione. Consolida così, la sua posizione di migliore portiere del mondo e di uno dei migliori portieri di tutti i tempi; non per niente, si aggiudica il premio di “Portiere dell’anno” assegnato dall’IFFHS, per ben tre volte: nel 2003, nel 2004 e nel 2006. È il maggior candidato a vincere il “Pallone d’oro”, ma viene superato sul filo di lana da Fabio Cannavaro; ma l’impressione generale è che fosse proprio “Gigi” a meritarlo. Nella stessa estate, la Juventus è retrocessa in serie B; “Gigi”, nonostante sia corteggiato dalle società più prestigiose del mondo, decide di continuare la sua avventura con la società bianconera. A fine stagione, dopo aver raggiunto la promozione in serie A da protagonista, rinnova il contratto che lo lega alla Juventus, fino al 2012. «È un giorno importante per me. Ho scritto una nuova pagina della mia carriera e della mia vita», ha così commentato l’avvenuto prolungamento, «Una scelta coerente con quella maturata l’anno scorso e che conferma il mio attaccamento a questa squadra, alla società ed ai tifosi della Juventus, che non hanno mai smesso di farmi sentire il loro affetto. Il progetto che mi è stato presentato è convincente, perché la società si è data obiettivi sportivi in cui credo e perché crea i presupposti per un rapporto sempre più stimolante».
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