Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
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N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 12.04.2005
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Il sienzio stampa degli azzurri al Mondiale 1982
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di Bidescu
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Estate 1982, Mondiale di Spagna, l’Italia è impegnata nel girone di qualificazione che si disputa a Vigo. L’ambiente è surriscaldato, viaggia sul filo dell’esaurimento nervoso. Enzo Bearzot, mortificato dall’inizio con l’imbarazzante tutela di Bernardini, in tacita e reciproca antipatia col presidente federale Carraro, sballottato fra “offensivisti” e “difensivisti” della critica, è sbeffeggiato, persino, da un giovane allenatore toscano, tale Eugenio Fascetti, che nel 1982 non era come dire Helenio Herrera o Nereo Rocco. Che Bearzot fosse ombroso ed irascibile, lo si sapeva fin da quando giocava, ma quel vivere in perenne tensione, badando a guardarsi le spalle perfino nelle competenti sedi federali, avrebbe fatto spazientire anche un bonzo tibetano. Bearzot è talmente nervoso che rifila un sonoro ceffone ad una ragazza che, per contestargli la mancata convocazione di Evaristo Beccalossi, l’ha chiamato “brutto scimmione”. Quando la nazionale sbarca nel ritiro galiziano di Pontevedra, gli elogi per il quarto posto al mondiale argentino sono ormai lontanissimi ed il C.T. è reduce da un insoddisfacente quarto posto nell’europeo del 1980 organizzato in Italia, da una sofferta qualificazione mondiale e da due scoraggianti amichevoli: due sconfitte, per 2 a 0 a Parigi dalla Francia e per 1 a 0 a Lipsia dalla Germania Est, certamente non riscattate dal successivo pareggio con la Svizzera. A Bearzot viene assegnata la suite nr.1, che è quella dove alloggiava il Generalissimo Franco quando veniva in visita pastorale in Galizia. La prima sera viene proiettato un film dal fatidico titolo: “La grande guerra”. Quando nell’ultima prova generale, a Braga, sul confine portoghese, l’Italia vince a stento con un goal di Graziani, sembra che caschi il modo. Dovunque, scintille; Bearzot è elettrico. Il presidente della Lega, Matarrese, dice che i giocatori azzurri meriterebbero di essere presi a calci nel sedere, I nazionali si incavolano di brutto e giurano che se Matarrese dovesse permettersi di entrare nello spogliatoio, subirebbe lo stesso trattamento. Il ventunenne Daniele Massaro, che Bearzot vorrebbe lanciare come uomo a sorpresa, viene subito boicottato dal potente ed inesorabile comitato di spogliatoio. Massaro rivelerà poi: «L’unico che mi ha aiutato è stato Tardelli, proprio l’uomo che avrei dovuto sostituire». Paolo Rossi ha ripreso a giocare da poco, dopo i due anni di squalifica per il calcio-scommesse e stenta a ritrovare il passo ed i ritmi giusti. Magro, scavato, l’ombra di se stesso, sembra un fantasma. Ma i giornalisti non si lasciano impietosire dal suo stato fisico e psichico e lo “martellano” ogni giorno con le stesse domande: «Quando comincerà a segnare ???»; «È sicuro di star bene ???»; «Non si sente un pesce fuor d’acqua dopo tanta assenza dai campi da gioco ???» Pablito per un po’ risponde con pazienza, spiegando quali sono le sue difficoltà e quali invece i suoi sogni, poi si stanca di sentirsi fare sempre le stesse domande e decide di evitare i giornalisti. Quando questi si presentano nella “Casa del baron”‘, l’albergo-castello dove la squadra trascorre il ritiro, Paolo Rossi si chiude nella sua stanza e si rifiuta di affrontare block-notes e telecamere. Cabrini spiega: «Rossi non parla, ha sofferto molto in questi ultimi tempi. Niente ha ottenuto dalla sua disponibilità. Era gentile, parlava con tutti, che cosa ha avuto in cambio ???». Qualche giornalista obietta che forse non è il caso di metterla giù così dura, in fondo la lunga squalifica per le scommesse gliel’hanno affibbiata i giudici federali e non la stampa. Ma Cabrini non si lascia fuorviare e prosegue: «In questo mondo non esistono parole o riconoscenze. Esistono i goals e Rossi si prepara a giocare soltanto. Parlare è inutile, ha fatto una scelta e mentalmente adesso è più sereno». È il primo silenzio stampa, ma non è ancora quello ufficiale. Per ora si tratta soltanto di un’iniziativa singola e giustificabilissima. Passano i giorni, si giocano le partite e le cose pare che debbano mettersi male per l’Italia, che gioca malissimo e per Rossi che non riesce a ritrovarsi. Durante un allenamento, un gruppo di tifosi italiani arrivati in Spagna per amore della nazionale urla “ridicolo” al centravanti. Cerca di intervenire Graziani con i pugni spianati verso i tifosi, nasce un parapiglia, solo Bearzot a fatica riesce a sistemare le cose. I giornalisti non c’entrano, ma il giorno dopo, alla conferenza-stampa, i giocatori sono pochissimi. Quasi tutti hanno preferito restare in camera a riposare, imitando l’esempio di Rossi. L’Italia fa 0 a 0 con la Polonia, poi 1 a 1 col Perù ed 1 a 1 col Camerun. Si qualifica per il secondo turno per la differenza reti, lasciando un’impressione molto negativa. Le polemiche fioccano; i critici vanno giù pesante, ma ancora di più diventano “feroci” quando si sparge la voce che il premio di qualificazione ammonta a 70 milioni di lire per ciascun giocatore. Attacchi ed equivoci si susseguono con ritmo frenetico, rasentando il comico. In Italia un giornale titola a tutta pagina «Via Bearzot». Ma l’incaricato, che ogni mattina dalla sede romana della Federcalcio legge per telefono la rassegna stampa, interpreta male il titolo e lo riferisce ai colleghi in Spagna, come se fosse una dichiarazione del presidente Sordillo. Bearzot è esterrefatto, è fuori dai gangheri: s’arrabbbia con tutti ed in ogni cosa vede un attacco alla sua persona ed alla sua funzione di allenatore. A questo punto scatta il “silenzio stampa” di tutta la squadra. Sull’aereo che porta la Nazionale da Vigo a Barcellona (dove si disputerà il secondo girone) si verifica la rottura completa tra la squadra e la stampa. I calciatori si sistemano nelle prime file, musi lunghi e sguardo arrabbiato; i giornalisti sono destinati in fondo, separati dai campioni da numerose file di passeggeri. Qualcuno, ancora ignaro, percorre il corridoio dell’aereo per fare qualche domanda a Rossi piuttosto che a Conti od ad Antognoni e torna con il cappuccio ancora infilato nella biro. «Non mi hanno voluto parlare», riferisce sorpreso ai colleghi. «E perché ???» «Perché no». La notizia gira in fretta tra i sedili dell’aereo; qualcuno sorride, altri sono increduli, poi a poco a poco comincia a crescere il panico. «Ma io devo trasmettere quattro cartelle di interviste. Come faccio se quelli non parlano ???» Si susseguono i tentativi, si prova a fare aprire le bocche dei giocatori facendo leva sull’amicizia, sulla simpatia, sul tifo, ma non c’è niente da fare. Alla fine, quando ormai l’aereo sta per atterrare a Barcellona tocca a Beppe Dossena dare la temuta conferma: «Ragazzi, mi dispiace, ma abbiamo deciso di non parlare più con i giornalisti. D’ora in poi sarà soltanto Zoff a fare da portavoce per la squadra» «E perché ???» chiedono tutti in coro. «Chiedetelo a Zoff !!!» è la risposta. A Barcellona la comitiva si divide: i calciatori, muti, di qua; i giornalisti, furenti, di là. L’opininone generale fra i giornalisti è che presto, questa novità, passerà. Ed invece non passa un bel niente ma, a poco a poco anche il “silenzio stampa” invece di essere una non-notizia, diventa un argomento di discussione e quindi argomento per un articolo. La curiosità più grande è la ricerca del “perché”. I giocatori fanno sapere, attraverso i loro portavoce occulti (magazzinieri, accompagnatori, fotografi), di essere offesi per un articolo scritto su un quotidiano milanese, nel quale si dice che Rossi e Cabrini, a Vigo, dormivano nella stessa stanza, sempre attaccati, sempre a parlottare, sempre sorridenti e felici, quasi come due fidanzati. Una definizione forse infelice, ma certamente innocente; il giornalista in realtà voleva soltanto sottolineare quanto è alienante il ritiro e cercare con questa sua considerazione di dare quasi una spiegazione alle scarse prove dell’Italia e di Rossi in particolare, infatti rivelò: «Voleva essere solo una battuta di spirito, ma forse venne male». Quando gli azzurri vengono a saperlo, sia gli interessati che gli altri, s’indignano, fino a minacciare schiaffoni e botte agli inviati del giornale, se si fossero fatti vedere. In più ci fu la rivelazione sull’entità dei premi-partita,a gettare benzina sul fuoco, in quanto Rossi e soci avevano paura del fisco e delle conseguenze che tale rivelazione avrebbe potuto generare. Non solo, durante una gita a Latoja, il pullman degli azzurri passò, senza fermarsi, davanti al casinò di Hayona. Questo semplice “sfioramento” suggerì ad un cronista il fantasioso racconto degli azzurri, imperversanti fra tavoli verdi ed avvenenti hostess, pronti a farsi ghermire dalle tentazioni del gioco e del sesso, suscitando le ire delle rispettive consorti o fidanzate. Tutto inventato di sana pianta, compreso il particolare che Rossi avesse giocato e perduto una somma ingente. Ma non è tutto qui. Dopo l’iniziale arrabbiatura, tutti i giocatori decisero di riprendere a parlare con i giornalisti. Negli spogliatoi del “Sarria”, al termine di Italia-Argentina, Ciccio Graziani non stava più nella pelle, aveva una gran voglia di aprire la bocca ed urlare la sua gioia a tutto il mondo. E lo avrebbe fatto sicuramente se qualcuno, sotto la doccia, non avesse di colpo urlato: «Ragazzi, il silenzio porta fortuna, continuiamo a stare zitti e vedrete che vinceremo il mondiale !!!» L’idea venne accolta al volo ed infatti arrivò il titolo di campione del mondo. Chi era quel giocatore ??? Sotto la doccia erano in tanti, le voci erano deformate dalla fatica, ma c’era un inequivocabile accento toscano-torinese. Marco Tardelli ??? Silenzio stampa...
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