Tutte le partite ufficiali della stagione |
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T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 23.04.2007
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Sivori contro Pelè
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di Bidescu
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Quando è collocato alla fine della stagione, un grande appuntamento internazionale, di solito, significa smobilitazione; inevitabilmente, si pensa alle ferie prossime ed è difficilissimo mantenere la concentrazione necessaria per onorare l’impegno. Ma quel che accadde, in una calda serata del 26 giugno 1963, allo “Stadio Comunale” di Torino tra la Juventus ed il Santos di Pelè, benché l’incontro si presentasse come amichevole, tutto fu meno che una partita normale. Al termine di una stagione positiva, durante la quale i bianconeri avevano fatto dimenticare ai propri tifosi le amarezze dell’anno nero 1961-62, conquistando un significativo secondo posto alle spalle dell’Inter del “mago” Herrera, Sivori e compagni trovano il tempo e la volontà di dedicarsi ad una grossa sfida internazionale: avversari i campioni intercontinentali del Santos. Questa amichevole non è frutto del caso; due anni prima, infatti, la squadra di “O Rey” Pelè, aveva dato ai bianconeri, ancora impegnati nei festeggiamenti del dodicesimo scudetto, un grosso dispiacere, battendoli seccamente per 2 a 0 nel “Torneo del Centenario” e negando a Sivori la soddisfazione di chiudere in bellezza la sua più fortunata stagione in Italia. Ora, a distanza di due anni, la sfida si ripete; gli attori non sono proprio gli stessi, ma i due protagonisti sì, e che protagonisti: Sivori contro Pelè, Pelè contro Sivori. Un duello ricco di fascino, che promette sprazzi di classe inarrivabile ed Omar a perdere due volte proprio non ci sta: è una specie di promessa solenne a tutti i tifosi juventini. Lo stadio “Comunale” è gremito, segno evidente che i torinesi non snobbano l’impegno; ci sono fiumi di auto nelle vie che conducono allo stadio, un vero spettacolo nello spettacolo. E, come se non bastasse la sfida tra due dei più grandi assi del calcio mondiale, c’è un altro ghiotto motivo di attrazione per i tifosi della zebra. La Juventus presenta, infatti, in anteprima assoluta, i frutti della propria campagna acquisti, condotta a velocità di fulmine per battere l’agguerrita concorrenza: sono gli ex-spallini Gori e Dell’Omodarme, l’ala romanista ed azzurra Menichelli ed un centravanti francese in prova, Douis. L’allenatore Amaral, che ha ridato alla Juventus un gioco anche se un tantino stravagante, (infatti, il suo 4-2-4 non convince tutti, ma i risultati gli stanno dando ragione) si trova costretto a cambiare gli abituali schemi di gioco; qualcosa di certo si deve studiare per arginare l’iniziativa di Pelè e soci, ma prudenza non vuol dire ostruzionismo, in fondo non c’è in ballo una Coppa dei Campioni !!! Va da sé che, per essere un’amichevole, di richiamo ne ha parecchio; in tribuna d’onore c’è persino il C.T. “Mondino” Fabbri, non ancora “coreano”, a gustarsi lo spettacolo. Si comincia con parecchio ritardo, ci sono molte formalità preliminari; i tifosi di Sivori gli consegnano una medaglia d’oro, una specie di presagio: Omar farà sfracelli. Agli ordini del francese Kitabdjan si schierano da una parte: Anzolin, Castano, Salvadore; Gori, Sacco, Sarti; Dell’Omodarme, Del Sol, Douis, Sivori, Menichelli. Il Santos risponde con Laercio; Haroldo, Dalmo; Lima, Mengalvio, Calvet; Dorval, Nenè, Coutinho, Pelè, Pepe. È proprio la sagra del bianco e del nero: Juventus in completo nero, Santos col solito bianco; arbitro e guardalinee sono in verdolino, una vera pugnalata, ma nessuno ci fa troppo caso. Si comincia a giocare. Tutti cercano Pelè, a cui Del Sol, sivigliano di lungo corso, monta una guardia spietata. A Sivori monta di guardia Haroldo, a zona, come in uso da quelle parti. Il sugo della partita è soprattutto qui, saranno questi i duelli decisivi. Non c’è nemmeno il tempo di annotare tutte le marcature che è già esplosa la polveriera umana dello stadio “Comunale”. Omar ha fatto un piccolo capolavoro, con la collaborazione prima di Sacco, che lo ha smarcato sulla sinistra, e poi di Menichelli, che ha retto alla perfezione il dialogo col capitano porgendogli, di ritorno, un pallone preciso e calibratissimo. Haroldo non può far niente ed Omar fila diritto verso la porta brasiliana: rasoterra imparabile ed 1 a 0 per la Juventus. Il Santos è bruciato da questa sensazionale partenza juventina e stenta a reagire; molto gioco a centrocampo, ma pericoli seri se ne vedono pochissimi. Pelè giostra prudentemente al di fuori della mischia, si fa sentire con perentorie imbeccate alle punte, ma non basta. Coutinho è troppo solo, soltanto in un’occasione si rende pericoloso, ma la sua legnata dal limite è alta di un soffio. Ed ecco che si presenta Douis: niente male il suo tocco di palla, il francese si da un sacco da fare per legare con Sivori e, dal grande impegno, esce anche qualche ottimo sprazzo di gioco. Ma, al 16’, è Anzolin che deve sudare freddo, per tamponare una situazione difficile venutasi a creare nella sua area; Pepe, il terribile mancino dal tiro al fulmicotone, dopo aver fatto fuori con una finta il diretto avversario Gori, spara a colpo sicuro da non più di dieci metri, ma il portiere bianconero, in serata di grazia, respinge a pugni chiusi e Castano anticipa anche l’accorrente Coutinho, pronto alla deviazione. Dopo un inizio non eccezionale, si vede un Santos che fa davvero paura; ne saprà qualcosa il Milan campione d’Europa, che perderà seccamente con i brasiliani nella finale della Coppa Intercontinentale. Ma la Juventus, con Sivori fresco capitano in testa, vuole una vittoria netta anche sul piano dello spettacolo. La voglia di strafare porta anche qualche inconveniente; Dell’Omodarme, desideroso di conquistarsi i tifosi della “Curva Filadelfia”, esagera nei dribbling alla Garrincha e cosi, al 20’, non si accorge che Omar si è smarcato in area e l’occasione d’oro sfuma; la Juventus dilaga e diverte, poco male, perciò, se si spreca qualche pallone. Ora è il Santos che stringe i denti e si difende dall’uragano bianconero; sarebbe 2 a 0, alla mezzora, se la gran botta di Douis dal limite, imbeccato da Del Sol, non facesse la barba all’incrocio dei pali ed ancora, un minuto dopo, quando Sivori superato Haroldo si presenta solo davanti a Laercio che, in uscita, gli porta via il pallone. “O Rey” sonnecchia e per i compagni si fa molto dura. Al 36’ non c’è palo o portiere che tenga, il 2 a 0 è cosa fatta: tutto parte da una portentosa discesa dell’esordiente Gori, che scende sulla sinistra, cerca Sivori con uno spiovente al millimetro, riceve appena dentro l’area il passaggio di ritorno e, da quindici metri, fulmina in goal nell’angolo alto, imprendibile per uno spiazzato Laercio. I brasiliani sono completamente disorientati ed il terzo goal li manda del tutto K.O. È Menichelli che imposta e conclude con un tiro secco, grazie alla collaborazione di “Dell’Omo-Garrincha”: 3 a 0 e davanti non c’è l’Acquapozzillo, ma il Santos campione del Mondo !!! Ma ci vuol altro per battere il Santos; dopotutto, ci sono ancora cinquantacinque minuti da giocare e se ne vedranno ancora delle belle. Intanto, Pelè si ricorda, improvvisamente, di essere lui e per Del Sol resta ben poco da fare; il sivigliano passa dei momenti di vero incubo prima della fine del primo tempo. Coutinho riceve da “O Rey” un bel passaggio smarcante ed accorcia le distanze: siamo 3 a 1, la gente ha le mani spellate a forza di applaudire ed è appena finito il primo tempo. La Juventus vista in questa prima frazione è semplicemente spettacolosa, ma i tifosi si chiedono se potrà giocare in questo modo anche nella ripresa; è una squadra nuova per 4/11 ed è normale che possa andare in confusione di fronte ad avversari così forti. In sessantamila attendono con ansia la ripresa del gioco e sarà un secondo tempo di fuochi artificiali. Il Santos assedia la porta di Anzolin con tiri a ripetizione di Pepe e Mengalvio, ma al 5’ minuto, la difesa non ce la fa proprio più ed ancora l’imprendibile Coutinho da il segnale della riscossa; fugge sulla destra e recapita un dosato appoggio a Pelè che si “beve”, con un paio di finte, Benito Sarti e, giunto all’ingresso dell’area, viene falciata da Castano. Rigore, sentenzia l’arbitro; il pubblico protesta con ondata di fischi, altro che amichevole, c’è lotta per una vittoria di prestigio. Alla fine, l’arbitro accetta di consultare il guardalinee che dice che il fallo è avvenuto appena fuori dell’area. Solo punizione, dunque, ed a nulla servono le proteste di Pelè e soci; ma per Pepe rigore o punizione sono la stessa cosa, è sola questione di potenza; dal dischetto ci vuole più prudenza, mentre qui è libero di scaricare il cannone. Infatti, parte una sventola memorabile e la palla s’infila in rete, nulla da fare per Anzolin. Quaranta minuti alla fine e tutto è ancora da decidere. Pelè sfrutta un momento in cui Omar si concede un po’ di tregua, per imperversare a suo piacimento, ora tutti gli occhi sono per lui: il suo duplice scambio in velocità con Mengalvio strappa applausi alla folla che, poco dopo, ammutolisce per la strapotenza con cui “O Rey” supera anche il portiere bianconero e pareggia. 3 a 3, il gioco è fatto. Non è certamente colpa della Juventus se il Santos ha l’uomo vincente che raddrizza le situazioni, anche le più disperate. Ora è la stessa squadra bianconera che deve difendersi ed affidarsi alle prodezze dei suoi difensori che, a mezzora dalla fine, sono investiti dalla valanga offensiva dei brasiliani. All’improvviso, i bianconeri riscoprono il contropiede e la situazione torna in equilibrio. Anzi, al 17’ Douis sfiora il colpaccio: merito di Laercio se il francese non riesce a segnare; il portiere brasiliano compie una prodezza ed è solo corner per la Juventus. E riecco il miglior Sivori, che sale in cattedra nel momento cruciale. Un suo spunto in velocità dimostra al pubblico che altre emozioni lo attendono, nei restanti venti minuti di gioco. Poco prima della mezzora, tanto per non smentirsi, Omar regala alla platea un numero da raffinati, una giocata che solo pochi fuoriclasse della “pelota” sanno fare; fa passare la palla tra due difensori e poi la recupera alle loro spalle. E non è finita: passaggio a Menichelli che gli ritorna subito il pallone, tiro secco rasoterra e la Juventus riacciuffa il vantaggio, 4 a 3. In campo, ormai, è lotta vera, non si fanno complimenti; Gori e Pepe vengono quasi alle mani, sembra di essere in campionato, con la differenza di un Pelè in più e scusate se è poco. “O Rey” è più stanco di Omar, viene da una tournée in mezza Europa, però non vuole perdere ed allora tenta l’ennesimo colpaccio per raddrizzare la situazione: al 37’ imbecca il giovane Nenè, che fino ad allora non si era fatto vedere, annullato da un colossale Salvadore. Il tiro dei giovanotto brasiliano è angolatissimo, ma Anzolin, in qualche modo, arriva all’impossibile deviazione. Ancora brividi per i tifosi bianconeri al 40’, quando Pelè fa fuori proprio tutti, Anzolin compreso, ma perde l’equilibrio nel momento più facile; bastava un tocco, a porta incustodita ed il Santos avrebbe pareggiato. Dell’Omodarme, affaticato lascia il campo; gli subentra Stacchini, per un gran finale. Botta e risposta nel giro di trenta secondi: prima Coutinho si “mangia” la palla del 4 a 4 tirando appena sopra la traversa e poi Stacchini, sfuggito sulla fascia destra, conclude centralmente e per Laercio è una parata facile. Sembra finita, ma Omar ha promesso di stravincere, come dimenticarsene !!! Il capitano tira fuori le ultime briciole di energia ed esalta la folla con un’azione irresistibile. È il novantesimo spaccato, quando Omar chiama la palla e Del Sol gliela smista lunga; retro passaggio per Menichelli e fuga senza pallone per venti metri. Una volta smarcato, Sivori riceve nuovamente il pallone, dribbla Haroldo, invita all’uscita Laercio e lo batte per la quinta volta. Finisce qui, 5 a 3 per la Juventus, in una serata esaltante di calcio spettacolo. Una vittoria di prestigio contro una grandissima squadra, condita da una superba prestazione di Omar Sivori, in uno dei suoi più entusiasmanti incontri in maglia bianconera. Nonostante la buona prova, il francese Douis non fu tesserato dalla Juventus. Al suo posto, arrivò proprio Nenè, centravanti del Santos di quella sera; a caldeggiare il suo acquisto fu Amaral, brasiliano anch’esso, che rimase estasiato dal giovane brasiliano. Purtroppo per la Juventus, Nenè era un ottimo giocatore, ma non un centravanti ed alla fine di quella stagione sarà ceduto al Cagliari, dove riuscirà a dimostrare in pieno il suo valore, vincendo anche uno storico scudetto con i sardi. Di Douis, dopo quella sera, non se ne sentirà più parlare, lasciando in questo modo, ai dirigenti ed ai tifosi bianconeri, nessun rimpianto per il suo mancato ingaggio.
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