Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
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N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 25.03.2024
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PROCESSO ALLA JUVENTUS
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di Antonio La Rosa
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“Quando si vince, il merito è prima dei giocatori, poi dell’allenatore, infine della società; quando si perde, le colpe sono in ordine inverso, prima la società, poi l’allenatore, infine i giocatori”. La grande “verità” a suo tempo detta dal compianto Avvocato Agnelli, rimane sempre valida, andrebbe scolpita all’ingresso dello Stadium, della sede sociale bianconera alla Continassa, perché ricorderebbe a tutti le proprie responsabilità Cominciamo allora a ragionare sulle responsabilità, perché mi pare chiaro che anche quest’anno non vinceremo, per la Juventus il secondo posto è essere primo dei perdenti, figuriamoci piazze ancora più a scendere; idem l’eventuale coppa Italia, che sarebbe un brodino. La proprietà: avete notizie di EXOR? Vero ha ricapitalizzato, ma tale gesto non va inteso come interesse verso la Juventus, bensì come necessità di togliersi debiti esistenti, la ricapitalizzazione è questa. Ma ancora non si vede una strategia, nessuno ha mai avuto il piacere di sentire la voce di Ferrero e Scanavino, entrambi in sintonia con quella scellerata linea autolesionistica evidentemente imposta da John Elkann, visto che stiamo assistendo nuovamente alla mollezza ed ignavia della “triade” liquidatore – tennista – fotocopiatore” degli anni dal 2006 al 2010: anzi peggio, ogni tanto il liquidatore Badoglio Gigli fingeva di farsi vedere e sentire.
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Non è tutta colpa dell’attuale dirigenza, quella precedente ha commesso errori su errori, a partire dal 2019, scelta sbagliate che hanno dilapidato un vantaggio tecnico – tattico che ci consentiva di vincere i campionati a marzo, come nel 2019, o di arrivare in frenata addirittura, come nel 2020: non ci torno oltre, per chi ha pazienza ci sono sull’archivio del sito, fiumi di interventi dello scrivente e di molti altri amici intervenuti. Diciamo pure che la strategia del silenzio e del masochismo mediatico inizia proprio dalla precedente dirigenza, più volte ho denunciato nel periodo 2021 – 2022, l’assordante silenzio dei nostri dirigenti, il non aver preso posizione su bufale mediatiche di quel periodo, a cominciare dal “caso Suarez” che oggi emerge come vera e propria impostura costruita ad arte, non penso sia stato positivo per i colori bianconeri. Ma che ancora oggi si rimanga silenti sulla vicenda “dossieropoli”, che sta facendo emergere una associazione a delinquere di tipo camorristico, con regia tutta napoletana (l’avevo scritto in tempi non sospetti), finalizzata a distruggere o comunque ridimensionare la Juventus. Stiamo scoprendo che c’era una vera e propria organizzazione che spiava illecitamente dirigenti e tesserati bianconeri, in momenti fondamentali (Superlega, ritorno di Allegri, partenza di Cristiano Ronaldo), stiamo scoprendo che un cancelliere della Procura di Perugia, tifoso del Napoli, scaricava illegalmente atti coperti da segreto istruttorio e li passava a giornalisti di testate ostili alla Juventus, ed ha patteggiato una condanna; stiamo scoprendo che un pubblico ufficiale, campano e tifoso del Napoli, ha operato 400.000 accessi illegali per spiare Agnelli, Allegri e Cristiano Ronaldo, passando poi le notizie a giornalisti compiacenti; stiamo scoprendo che a capo di tutto c’era un magistrato campano (guarda un po' …), della Direzione Nazionale Antimafia, che ora dichiara in difesa che si muoveva sotto gli ordini del suo capo, un altro napoletano, oggi senatore 5 Stelle, Cafiero da Raho. Troppi napoletani tifosi del Napoli a fare spionaggio e persecuzione della Juventus, per non potersi ipotizzare una organizzazione criminale ben strutturata e diretta, con menti pensanti che guidavano il tutto. Bene, di questa vicenda ne dobbiamo leggere solo su La Verità, quotidiano spesso scandalistico e non sempre attendibile, oltre al Corriere dello Sport e Tuttosport; non ne parlano le testate Mediaset, non ne parlano le testate di Cairo, ma soprattutto NON NE PARLANO LE TESTATE DEL GRUPPO GEDI, IL CUI A.D. è il nostro A.D. Scanavino, in quanto di proprietà EXOR, ossia Elkann!
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Se non prendono parola su vicende di tali gravità, come possiamo pretendere che si facciano sentire su vicende diciamo di campo e fuori campo, in relazione a scellerate direzioni di gara, o di una procura federale che non avvia ancora il procedimento contro il Napoli, sulla vicenda Osimhen, che si disinteressa di chi ha oltre 800 milioni di passivo reale, o di chi forse ha una proprietà reale diversa da quella risultante. Gli arbitraggi li vediamo ad ogni partita, anche se non sono loro la causa di questo calo di risultati e prestazioni della squadra: sono tranquilli e direi strafottenti, ben sapendo che nessuno reagirà se loro “sbaglieranno” in buona fede a danno della Juventus. Nelle tv c’è libertà di dileggio della Juventus, possono pontificare a nostro danno ciarlatani come l’ex sindaco interista di Napoli, De Magistris, o guitti mediocri d’avanspettacolo come Bonolis, o isteriche insoddisfatte e frustrate come Simona Ventura. Pensate voi che i calciatori della Juventus non se ne accorgano di ciò e non si sentano abbandonati e non tutelati da una dirigenza che sembra davvero latitante? Per ripetere una frase fatta, fino a quando dovremo aspettare Godot noi tifosi juventini?
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Nella gerarchia delle responsabilità, come detto, al gradino successivo c’è l’allenatore. Da ultimo Allegri ha rilasciato una intervista ad una testata straniera, ove tra l’altro ha dichiarato che era stato richiamato con il progetto di far risanare i bilanci, lanciare giovani e conseguentemente guidare un gruppo competitivo ed economicamente sostenibile. Io non credo che Andrea Agnelli lo abbia richiamato a 7 + 2 milioni di euro per un progetto del genere, ma per tornare a vincere immediatamente: credo quindi che qualche domanda a sé stesso debba cominciare a porsela il nostro allenatore, se per due anni non si è vinto nulla, in questo terzo lo scudetto è già andato via e ancora non ci sono sicurezze di piazzamento Champions o di conquista della Coppa Italia, come dire, a rischio “zeru tituli” per tre anni di fila, cosa mai successa nella storia bianconera, almeno dall’avvento di Giampiero Boniperti in avanti, se non nei mitici anni della triade liquidatore – tennista – fotocopiatore, ove pure vi furono attenuanti. Il ritorno di Allegri ha coinciso con un momento difficile societario, non solo economico: è arrivato nel periodo post COVID, è andato via Cristiano Ronaldo, non adeguatamente ed immediatamente rimpiazzato, ha dovuto pure affrontare e sopportare vicende extra campo, in questo rimanendo di fatto isolato e senza una dirigenza a sostenerlo, quest’anno non c’è stato un vero mercato, mancando la Champions e i soldi della partecipazione al torneo. Ma poteva e doveva essere l’anno zero, per intenderci quello di Boniperti – Picchi nel 1970, o quello di Conte nel 2011, mentre temo che questa volta più che anno zero occorra parlare di triennio zero con il prossimo che ancora non si sa se potrà essere o meno anno di ripartenza o altro anno sprecato. Dopo tre anni, non si vede un progetto di squadra, un modulo, una personalità di squadra, che c’era è c’e stata sempre alla Juventus, su questo prendo sempre a modello la Juventus di Dino Zoff, tra le più modeste come organico, soprattutto in relazione alle avversarie, ma non per questo veramente inferiore sul campo alle grandi dell’epoca. Pensate un po’: stranieri come Rui Barros, Zavarov, Alejnikov, Laudrup con la testa già a Barcellona, giocatori che, eccettuati i “nazionali” De Agostini e Tacconi, annoverava gente come Favero, Napoli, Galia, Tricella, Bruno, Brio a fine corsa, Alessio, Dario Bonetti, Daniele Fortunato, un esordiente in A come Casiraghi, altro esordiente in A come Schillaci, con Marocchi a fare quasi il “fuoriclasse” della squadra, questo contro il Napoli di Maradona, Careca e Alemao, il Milan degli olandesi, l’Inter dei campioni del mondo tedeschi, la Sampdoria di Vialli e Mancini. Qualcuno può davvero dire che quella rosa di giocatori, modesta, non dimostrò mai personalità, coraggio, agonismo, rendendo reale il motto bianconero “fino alla fine”? Io questo mi sarei accontentato di vedere, l’ho scritto pure in sede di presentazione al campionato. Eppure, nonostante tutto, il girone d’andata era stato confortante, una media punti che ci proiettava oltre i 90 punti finali, una sola sconfitta, rocambolesca quanto casuale, punti persi con qualche recriminazione (leggasi pareggio interno contro quelli là), sembrava davvero una stagione che potesse darci soddisfazioni, poi il crollo di quest’ultimo scorcio, sette punti in otto gare, punti dilapidati contro squadre che lottano per la salvezza, una vittoria davvero all’ultimo respiro contro il Frosinone, altrimenti i punti sarebbero solo cinque in otto gare, cosa è successo? La svolta invero è stata la gara contro l’Empoli, ma qui esprimo una mia interpretazione, la punizione del “dio del calcio”, al nostro allenatore, colpevole di avere stravolto immotivatamente un assetto che stava funzionando, da quando era entrato come titolare il gioiellino Kenan Yildiz. La Juventus aveva preso a giocare bene e segnare a raffica, le due gare di inizio girone di ritorno sei reti e zero subite, in Coppa Italia squadra che aveva dilagato contro Salernitata e Frosinone, contro l’Empoli sembrava scontata la riconferma di “squadra che vince non si cambia”, invece … Milik, peraltro reduce da un leggero infortunio, in campo e Yildiz in panchina. Il caso ha voluto che proprio Milik si beccasse il rosso diretto per intervento VAR che stravede sempre nel nostro caso, che Baldanzi, mancino, imbeccasse l’unico tiro di destro della sua vita, contro una difesa ferma e da lì la caduta libera, che deve essere fermata prima che sia troppo tardi, basti sapere che nelle otto gare rimanenti, avremo trasferte come Lazio, Roma, Bologna, il derby (vero che non lo vincono mai, ma con questa Juve dell’ultimo periodo, tutto è possibile); poi avremo la Fiorentina in casa, il Milan in casa, il Monza all’ultima giornata sempre in casa, una trasferta a Cagliari in lotta per la salvezza, unica partita che sulla carta dovrebbe essere scontata, contro la Salernitana in casa, ma ripeto “dovrebbe”. A fronte di questo crollo, non vedo segnali di svolta o di autocritica da parte di Allegri, nelle conferenze stampa pre e dopo partita, ripete le solite banalità, tatticamente non cambia nulla, scelte sempre solite, improduttive, la partita di domenica precedente contro il Genoa è emblematica, si doveva vincere ad ogni costo, era fondamentale per il cammino verso la qualificazione Champions, si è invece conseguito un pareggio ancor più deludente delle gare precedenti. Ci sarà la svolta per questo finale di stagione? Auguriamocelo, altrimenti rischiamo davvero di finire nel peggiore dei modi.
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Infine, i giocatori, nella scala tracciata dal compianto Avvocato Agnelli. Possiamo criticare comunque Allegri, le sue scelte, le sue idee, la sua miopia tecnica, ma non dobbiamo dimenticare che in campo ci vanno i giocatori. Ho avuto modo di scrivere in un commento, che, se il migliore in campo, molto spesso, è stato McKennie, vuol dire che qualcosa non funziona. Vuol dire che chi si sacrifica per “fare legna”, risulta più determinante e trascinatore rispetto ai fuoriclasse o aspiranti tali, che invece non si manifestano all’altezza o non lo sono davvero. Ancora non abbiamo rivisto il miglior Chiesa pre-infortunio, Vlahovic a corrente alternata, la stagione di Rabiot, buona, non sembra ancora all’altezza della precedente, attaccanti che segnano poco in genere, con il dubbio se dipenda da loro o dal gioco praticato dalla squadra. Oggi leggo che un calciatore del passato, come Massimo Bonini, militante in una Juventus che fece storia negli anni ’80, evidenzia come la squadra faccia pochissimo movimento senza palla e come spesso la manovra sia stagnante a centrocampo, con ragnatela asfittica di passaggi tra i difensori. E’ pure questa una lettura, che lascia però il dubbio se giochino così perché sono così o perché si vuole che giochi così. In entrambi i casi spetta però a chi sta in panchina fare gli assestamenti necessari, quanto mai necessari per cercare di chiudere al meglio una stagione che si è dannatamente complicata.
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Come in ogni processo, il finale deve essere la sentenza, di assoluzione o di condanna. E’ di condanna verso questa dirigenza, non appare completamente adeguata al compito: o meglio, il compito di risanare bilanci è stato il suo compito principale, che quasi certamente porterà a termine nel migliore dei modi, ma una società di calcio non è solo bilanci è tanto altro. I silenzi inopportuni, alternati ad uscite fuori luogo e banali, l’assenza di prese di posizioni chiare e nette in certi momenti, la sostanziale lontananza dalla squadra e dalle sorti agonistiche, sono tutti elementi che mi fanno dire che Ferrero e Scanavino devono andare via a fine stagione, al 30 giugno; Giuntoli è appena arrivato, deve ancora realmente iniziare, lo vedremo meglio all’opera con alle spalle altri dirigenti al posto dei due citati, e che siano veri dirigenti di calcio. Salverei pure Calvo, da ultimo nell’occhio del ciclone per una sua intervista, dalla quale è stata estrapolata solo qualche frase, deve però fare quello che sa fare, e naturalmente gli deve essere consentivo. Per quanto riguarda Allegri, anche lui ritengo sia a fine corsa, un progetto a lungo termine come il contratto di quattro anni, di fatto è fallito, un quarto ed ultimo anno non sarebbe utile alla squadra, meglio che il nuovo anno sia davvero l’anno zero, con nuovo management e nuovo tecnico. Infine i giocatori: alcuni sono pure loro a fine corsa, ma la base a mio giudizio è più che buona, su di essa si deve costruire, per base intendo anche diversi giocatori attualmente in prestito, che ritengo debbano rientrare e rimanere in prima squadra. Con un giocatore su cui si dovrà costruire la Juve del futuro, Kenan Yidiz.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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Juve news - Tuttosport
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