Tutte le partite ufficiali della stagione |
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N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 13.08.2023
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Presentazione al Campionato 2023 - 24 - C'ERA UNA VOLTA LA SERIE A
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di Antonio La Rosa
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Fra una settimana inizia il nuovo campionato di Serie A, nel momento più basso del calcio italiano, quello che un tempo era il calcio “guida” in campo europeo e mondiale. Ricordiamo cosa fosse l’Italia calcistica negli anni ’80, ’90, fino al 2006: due titoli mondiali, una finale mondiale, un terzo posto, come Nazionale maggiore; non c’era una finale di coppe europee che non vedesse spesso, o quasi sempre, una squadra italiana, spesso vittoriosa, si chiamasse Juventus, si chiamasse Milan, si chiamasse Inter, si chiamasse Parma, si chiamasse Napoli (già … unica coppa europea conquistata con Moggi dirigente), si chiamasse Lazio; arrivavano praticamente fino in fondo squadre come Torino, Genoa, Cagliari, Vicenza. Poi arrivò calciopoli … ma di questo non vi voglio parlare, del resto fra di noi juventini ne abbiamo già parlato in lungo e in largo. Sapevamo già come sarebbe andata a finire, ma il sentimento popolare diffuso quanto ottuso, che vuole vedere solo a senso unico, si è bevuta la storiella della Juventus ladra, del Palazzo nelle mani della mafia bianconera, nell’essere la Continassa la sede della “Spectre”: così nel frattempo il calcio italiano, guidato da un fantoccio ex presidente del Castel Di Sangro, già alla guida della lega calcistica più disastrata d’Italia, quella di serie C, sostenuto da due personaggi dal curriculum ben noto, quali Lotito e Delaurentiis, ha progressivamente perso prestigio e valore, del resto cosa si poteva sperare da un fantoccio messo lì solo per osteggiare UNA SOLA SOCIETA’? Oggi il calcio italiano al cospetto di quello europeo, è lo stesso di quello cui militava il Castel Di Sangro quando la Serie A era quella ove giocavano Del Piero, Totti, Baggio, Vieri, Maldini, Buffon, gli stranieri si chiamavano Zidane, Ronaldo, Weah, Crespo, Batistuta, ovvero quello di fine anni ’90, gli anni dell’apice dei club italiani in Europa.
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Vediamo un po’ i grandi insuccessi di Gravina & C., da alcuni anni a questa parte, mitigati da un fortunoso titolo europeo conquistato nel 2021: - due eliminazioni di fila ai mondiali di calcio, evento mai accaduto in passato; - qualificazione per i prossimi europei a rischio; - candidatura per gli Europei 2032, caduta in parte, e per ripiego, unificata con la Turchia, per carenza di strutture adeguate, così scopriamo che la Turchia, che un tempo sprezzantemente si considerava terzo mondo calcistico, è più avanti di noi; - asta per i prossimi diritti televisivi del campionato di Serie A, andata deserta, a prezzi offerti divenuti la metà di quelli attuali, considerati già bassi; - giocatori in fuga dal nostro campionato, divenuto di fatto un emporio dove chiunque viene a fare la spesa, anche a saldo qualche volta; - di oggi le dimissioni di Mancini da C.T. della Nazionale, quindi salta totalmente il nuovo assetto che si voleva dare alle squadre Nazionali; - in compenso Gravina ha fatto il sicario per conto di Ceferin, e come premio a questo fallimento epocale, è divenuto vice presidente UEFA, ma senza incarichi operativi (insomma fantoccio con medaglietta), ottenendo pure l’esclusione della odiata Juventus dalle coppe europee, dopo una vicenda burlesca di ingiustizia sportiva, avallata purtroppo da patteggiamenti scellerati decisi da chi avrebbe avuto il dovere di difendere un nome, una tradizione, una tifoseria.
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In questo contesto deprimente parte la nuova stagione calcistica, che prevedibilmente sarà tecnicamente inferiore a quella appena conclusa, che già di suo era stata tra le meno qualitative, del resto una stagione che vede il Napoli scudettato e Lazio seconda in classifica, si qualifica da sé. Campionato preceduto da un “calciomercato” povero, depresso, senza soldi, senza grandi arrivi e con qualche partenza, non dico grande, ma di rilievo: Milinkovic Savic, Tonali, per fare un paio di nomi, o altri che preferiscono i soldi arabi al calcio italiano. Basti pensare che finora il gioiello di mercato è stato … Scammacca, tornato in Italia dal West Ham, dopo una stagione non proprio esaltante. L’emblema di questo calciomercato deprimente è stata l’Inter, dopo tanti proclami non è riuscita a riscattare Lukaku, non riesce a chiudere per un giocatore che aveva già passato le visite mediche, Samardzic, per prendere Frattesi ha avuto bisogno dei rapporti consociativi tra i due compari, Marotta e Carnevali, con Chinè che chiude occhi e orecchi, ha perso tre giocatori dal valore di Brozovic, Dzeko e Skriniar, perso Onana, preso l’odiato Cuadrado che d’ora in avanti misteriosamente non sarà più cascatore. Piuttosto, per inciso, sapevate che Cuadrado, in sette stagioni in bianconero, ha procurato cinque rigori, mentre l’onesto Dumfries in due sole stagioni ne ha procurati quattro? A conferma che occorre avere buona stampa amica per confezionare leggende metropolitane.
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Andiamo a casa “nostra”, essendo la Juventus il soggetto principale di questa presentazione. Ho già scritto tanto, forse troppo, in passato, per tornare su vicende extracalcistiche giudiziarie, quindi ve le risparmio, aggiungo solo che, nel frattempo: - a Bologna, per la “tranche” Orsolini, la Procura ha chiesto l’archiviazione; - a Napoli se ne stanno lavando le mani per la vicenda Osimhen, atti in parte insabbiati e in parte trasferiti a Roma; - la Procura Generale presso la Cassazione, ha dato parere favorevole al trasferimento del processo “prisma” contro dirigenti della Juventus, a Milano, dicendo così che Santoriello e complici non avevano competenza ad indagare, eppure lo hanno fatto, distribuendo valanghe di veline a giornalisti compiacenti, come Nerozzi (soggetto a libro paga di Cairo), per alimentare il sentimento popolare diffuso. Il tutto condito dalla sanzione della esclusione della Juventus dalla Conference League, che forse quest’anno poteva avere un senso per i colori bianconeri, in una annata che non può che essere definita di ripartenza, dopo l’anno zero appena trascorso: esclusione accettata dalla nuova dirigenza, senza nessuna reazione. Ognuno valuti come ritiene questi fatti e gli antefatti che ci hanno portato ad una penalizzazione grottesca e ridicola, ad una supina accettazione di questa penalizzazione da parte della cosiddetta nuova dirigenza, che per certi aspetti mi fa rimpiangere la triade imposta nel 2006, escluso Giuntoli che è arrivato a cose fatte. Quello che vi posso dire, per quanto mi riguarda, è solo l’attaccamento alla maglia che mi continua a far parlare della mia squadra del cuore, ma la sensazione è anche peggiore del 2006, all’epoca almeno avevamo una ossatura di squadra, un DNA non del tutto cancellato. Stavolta è tutto un punto interrogativo, non sappiamo ancora quanto vale questa squadra sul campo, e quanto vale questa dirigenza nelle competenti sedi.
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Fino ad oggi un solo acquisto, Weah, due cessioni, una delle quali lascia perplessità (Rovella), soprattutto per le condizioni vantaggiosissime riservate alla Lazio, chiusura con due importanti colonne della Juventus dei 9 scudetti, Cuadrado e Bonucci. Non inserisco ancora tra gli acquisti, quello di Facundo Gonzalez, perché sembra che non sia previsto un suo impiego in prima squadra per quest’anno, ma il solito prestito altrove per fare esperienza, come dire, un giocatore in prospettiva, quindi la valutazione dell’organico la faccio con quello di cui si dispone attualmente. Intendiamoci, il mercato è ancora aperto, potrebbe esserci ancora qualche sorpresa, magari quel Lukaku di cui si è parlato per settimane, giocatore diventato il bersaglio preferito del fogliaccio interista in rosa che si stampa a Milano e che è di proprietà del padrone del Torino, divenuto da eroe della lotta al razzismo a personaggio da criminalizzare in tutto e per tutto, per la semplice ragione che la squadra del cuore del fogliaccio rosa milanese non ha i soldi per riscattarlo ma si pretendeva che il giocatore si impuntasse per andare a Milano, costringendo il Chelsea a regalarlo. O potrebbe esserci qualche sorpresa a centrocampo, il reparto apparso in questo precampionato quale quello necessitante di un miglioramento qualitativo, vista la perdurante indisponibilità di Pogba, che a questo punto non si sa nemmeno se e quando potrà rientrare. Di fatto abbiamo la stessa squadra dello scorso anno, con, si spera, due innesti importanti quali Chiesa e Vlahovic, che lo scorso anno non sono stati in grado di dare un valido supporto alla squadra. Ed abbiamo lo stesso allenatore che per due anni di fila ha deluso. Io non mi aspetto miracoli per la prossima stagione, ma una cosa la chiedo, e penso la chiediamo tutti al nostro allenatore: vedere una squadra che gioca al calcio, che si ricorda di chiamarsi Juventus, che entri in campo ricordandosi della storia di quella maglia che viene indossata, che metta nuovamente paura agli avversari ed onori quel motto “fino alla fine”. Mi aspetto pure che si adotti un modulo stabile, senza esperimenti, che sia quello migliore per le caratteristiche dei giocatori, mi aspetto che si dia spazio ai gioielli provenienti dalla “cantera”, sia essa la squadra Primavera, sia essa la Next Gen. Da questo punto di vista, la Conference League poteva essere valida occasione per far fare esperienza a questi giovani che in questo scorcio di precampionato si sono già messi in mostra: parlo di Huijsen, di Yildiz, di Hasa, di Nicolussi Caviglia (presumo che la partenza di Rovella sia dipesa dalle buone prove del nostro rientrante in organico, dopo la stagione positiva a Salerno). Che ci sia l’ulteriore valorizzazione di giocatori che abbiamo già conosciuto, da Fagioli a Iling Jr., a Soulè, allo stesso Miretti che mi pare decisamente cresciuto, o meglio lo era fino alla gara contro il Benfica di Champions, poi l’involuzione che ha fatto diventare uno dei talenti migliori della Juventus, in oggetto misterioso. Poi quello che verrà sarà buono, la nostra vittoria finale a maggio 2024 sarà quella di vedere questa squadra finalmente degna del nome Juventus, questi giocatori finalmente sfondare e dimostrarsi colonne su cui costruire e consolidare la squadra del futuro.
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Andiamo alle altre squadra. Per la prima volta dopo anni, non vedo una o due vere favorite alla vittoria finale, ma molti punti interrogativi, conseguenza anche di un calciomercato al ribasso. Il Napoli ha perso Kim, non è detto che mantenga Osimhen, ha preso in panchina il violinista Garcia, che a mio giudizio è un grosso passo indietro, ha soprattutto perso Giuntoli, a mio giudizio il vero artefice del miracolo, ma rimane sempre forte all’interno del Palazzo, soprattutto nel campo della giustizia sportiva infarcita di napoletani di provata fede per la squadra: non sono cose da poco, compresa la copertura mediatica che riescono ad avere, che produce quei punti in più quando occorre il fischio provvidenziale durante le partite complicate. L’Inter attualmente mi pare la squadra più indebolita tra le big, non ha una prima punta, ma mantiene un centrocampo solido, anche se va verificato quanto peserà la perdite di Brozovic. Sono incognite che possono però esplodere, o implodere, il Milan e la Roma: stanno cambiando molto ma hanno la continuità in panchina, se devo proprio fare una scommessa, le vedo protagoniste per la lotta scudetto, specie la seconda che come il Napoli ha potenza mediatica alle spalle che già comincia a muoversi, come faceva negli anni d’oro a cavallo dei due secoli. Infine la Lazio, che per adesso si è fatta sentire solo per le polemiche estive, per la perdita di Milinkovic Savic, non mi pare finora adeguatamente rimpiazzato, ma anche in questo caso credo che avere Lotito con tutto quello che ne deriva, è elemento che sarà determinante per quei punti che potranno essere conquistati grazie ai fischi giusti al momento giusto. Poi ci sono le outsider, a cominciare dall’Atalanta, che dopo l’annata deludente, con un mercato oculato, non di grandissimi nomi ma di giocatori adatti agli schemi di Gasperini, può tornare almeno nel campo delle favorite almeno per il piazzamento Champions; a proseguire alla Fiorentina, a mio giudizio la più insidiosa tra le formazioni di “seconda fascia”, al Torino che potrà contare sulla continuità in panchina e su un organico di base collaudato. Per quanto riguarda le neo promosse, quella che, ad oggi, sembra meglio attrezzata è il Genoa, anche se il Cagliari può contare su Ranieri in panchina, ovvero una affidabilità che è necessaria quando si deve conquistare la salvezza; infine il Frosinone, al suo terzo tentativo in A, vedremo se riuscirà stavolta l’obiettivo di mantenerla a fine stagione. Ma su queste valutazione pesa sempre l’incognita di un mercato in corso, magari fra un mese tanti elementi saranno stravolti e stravolte pure le potenzialità delle varie squadre.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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