Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
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0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 29.06.2023
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Razzismo, Rabiot, Allegri.
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di Stefano Bianchi
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Il ministro dello sport ha stabilito che in Italia non si possa più indossare la maglia "88". Il motivo è che i neonazisti "giocano" su questo numero, in quanto farebbe riferimento all’ottava lettera dell’alfabeto, la "h", che guarda caso è anche l’iniziale del cognome di colui che ispirò, al mitico Charlie Chaplin, quel grandissimo film del 1940 intitolato "Il grande dittatore". Perché il secondo "8"? L’altro "8" sta per "heil", che in italiano significa salute: in poche parole "88" vorrebbe dire "Heil Hitler!", "Salute a Hiter". E’ abbastanza normale che vedere maglie da calcio con l’insolito "88", quando le maglie di una squadra arrivano al massimo al numero 30, possa dar fastidio ai discendenti di chi subì discriminazioni, deportazioni, torture e morte a causa dell’ideologia nazifascista. Bravo ministro, una volta tanto sono d’accordo con te, ma tieni (tenga) presente che, oltre al popolo ebraico, negli stadi sono dileggiati, discriminati e offesi apppartenenti ad altri popoli che non stanno simpatici ai soliti idioti nascosti nelle curve degli stadi, dove essi credono di poter scatenare liberamente la propria povertà d’animo. Che si usino le telecamere per individuare costoro e per "bannarli" dagli stadi: due o tre anni dopo la prima volta, per sempre se recidivi.
Rabiot ha firmato per la Juventus. Sono contento, anche se, con la permanenza in bianconerio del francese, si sfora quel "salary cap interno" che la Signora aveva intenzione di mettere in pratica. Rabiot è stato uno dei giocatori più positivi della stagione, e per restare in bianconero ha rinunciato ai guadagni certamente superiori che avrebbe potuto ricevere in Inghilìterra: “Una scelta che arriva dal cuore”, ha dichiarato, e faccio finta di crederci senza riserve. Sembra proprio che a Torino stia bene: si sente centrale nel progetto, ha l’affetto dei colleghi e la stima dell’allenatore. Ci avrà messo certamente del suo, ma il fatto d’essere diventato il giocatore che è, molto lo deve certamente ad Allegri. Dobbiamo essere riconoscenti a Rabiot per essere rimasto, con lo stesso stipendio, in una squadra che non gode delle simpatie della federazione europea (e nemmeno di quella italiana), senza il palcoscenico della Champions e forse nemmeno di quella coppetta da sfigati nota come Conference League. Come un buon marinaio è rimasto sulla coffa di una nave non tanto bene in arnese, senza fuggire come sono usi fare i vili. Con le dovute differenze, Adrien mi ricorda i Del Piero, Trezeguet, Buffon, Nedvěd e Camoranesi, i cui nomi per sempre resteranno scolpiti nel mio cuore per essere rimasti bianconeri anche nel 2006 (mentre ricordo con un po’ di schifo gli Ibrahimovic e Vieira drenati all’Inter, gli Emerson e Cannavaro eluiti al Real Madrid, Zambrotta e Thuram nomadizzati al Barcellona e Mutu autorelegatosi alla Fiorentina).
Allegri resta. Non è un "Allegri resta!" col punto esclamativo a indicare felicità. Gli ho scritto contro, dimentico di quando, conducendoci alla vittoria, mi faceva gioire. Gli ho scritto contro perché quest’anno mi ha fatto patire le pene dell’inferno. Anche se non è stata proprio tutta colpa sua: lo zampino ce l’hanno messo, sia la Sorte (infortuni e limitazioni assolute o parziali dei vari Pogba, Vlahovic, Chiesa), sia la Banda dei Quattro (Ceferin, Gravina, Chinè & Raiola), ma mi faceva incazzare quando si vantava di aver "vinto di corto muso" quando metteva in campo una squadra senza gioco e sempre impaurita, sia che davanti avesse il Napoli stellare di quest’anno, sia giocasse contro la Solbiatese Arno (se esiste sempre). Però Allegri ha tenuto la barca pari, e sarebbe attivato secondo senza le penalizzazioni, il VAR con la Salernitana, vari arbitraggi di me**a e le mazzate a tradimento della giustizia sportiva, recapitate un millisecondo prima della parita con l’Empoli, a confermare la malafede di lorsignori. Resta, fregandosene altamente di tutti coloro che (come me) avrebbero voluto che se ne andasse. E non per via di un contratto stipulato troppo ricco e troppo lungo, ma perché, probabilmente è un Uomo, lui sì con la maiusciola, quella maiuscola che non meritano molti altri che su di noi hanno infierito, come poteri forti, ma essendo solo sicari prezzolati da altrui. Resta, forse per solo un anno, in attesa della possibile ricongiunzione bianconera del duo Giuntoli-Spalletti). Resta: non gli piace lasciare da (mezzo) perdente: vuol ritornare ai difficilmente riagguantabili fasti da terzo allenatore più vincente di sempre in bianconero (dopo il Trap e Marcello), e se ne infischia degli stipendi quasi irreali che gli assicurerebbero in Arabia Saudita per lavorare in un campionato dopato e ridicolo. Resta da noi, anche nel dissenso di tanti tifosi, e anche se non sarà il migliore allenatore di tutti i tempi: ma essendo certamente un Uomo, e insisto con il concetto e le lettera maiuscola, una persona ricca di valori umani, che spicca nettamente tra uno stuolo di quaquaraquà (vedi: Il giorno della civetta, Leonardo Sciascia). A suo tempo sperai nell’arrivo di De Zerbi o dell’irraggiungibile Zidane, ma penso proprio di potermi "accontentare" del buon vecchio Max. Anche perché, con lui sulla nostra panchina, posso correre il rischio di poter dire di essere stato a cena con lui alla Cantina Senese, a Livorno, dove (come lui) vado spesso. Tavoli differenti, purtroppo.
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