Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
7 |
15 |
4 |
3 |
0 |
16 |
7 |
F |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
16 |
31 |
8 |
7 |
1 |
28 |
12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 01.02.2023
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Certe sentenze sono pezzi di carta (igienica) - di Alphonse "m'hanno ucciso l'anima"
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di Tifosi
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Una veloce scorsa alla carta da culo prodotta dalla Corte Federale d'Appello della FIGC rende evidente l'abominio giuridico compiuto dai picciotti di Ceferin. Innanzitutto, vediamo la quantità di plusvalenze fittizie (che poi siano fittizie è tutto da dimostrare, trattandosi di materia estremamente difficile da determinare) contestate alla Juve e ad altre squadre: Juve 60 milioni; Napoli 19 milioni; Sampdoria 11 milioni; Parma 8 milioni, meno altre società. Già da queste semplici cifre vengono meno 2 assunti dell'accusa, cioè: 1) Che la Juve facesse "sistema" mentre per le altre squadre si trattasse di episodi; 2) Che la Juve si sia procurata, da questa cifra modestissima (con 60 milioni ci compri un paio di giocatori decenti, non di più), un vantaggio sportivo illecito (semplicemente ridicoli i co***oni che commentano: "Non avrebbe potuto iscriversi ai campionati", una società che ha ricapitalizzato per 700 milioni 😆) Appare quindi semplicemente assurdo che, quand'anche le plusvalenze fossero illecite -e non lo sono-, venga sanzionata una sola società. Ma gli abomini non finiscono qui: grottesco il passaggio in cui confessano apertamente di aver stralciato Napoli e Chievo "perché non avevano compiuto operazioni con la Juventus", a dimostrazione che questa banda di mafiosi ha deliberatamente indagato -e punito- in una sola direzione. Seguono svariate pagine di arrampicate sugli specchi per giustificare la riapertura del processo, che si riducono poi a un argomento: le intercettazioni "costituirebbero confessione" del reato, e quindi la Corte che aveva assolto tutti "avrebbe necessariamente deciso altrimenti". Qui siamo al trionfo delle illazioni e dell'arbitrio: intanto le intercettazioni sono un indizio e non una prova, e poi si dà per scontato un giudizio di colpevolezza da parte di un tribunale senza neanche discutere nel merito. Oltre al principio del ne bis in idem (cioè, non puoi essere processato due volte per lo stesso reato), già abbiamo violato svariati principi dell'ordinamento giuridico e costituzionale, dalla presunzione d'innocenza, alla parità di trattamento, al diritto alla difesa. Ma continuiamo. Le plusvalenze sono illecite? NO. Non solo nessuna norma le vieta, non solo c'è il precedente di Milan e Inter assolte nel 2008, ma riesce oggettivamente difficile stabilire, in un regime di libero mercato, un prezzo congruo. Se due società si accordano per scambiarsi due gatti da mezzo miliardo con un cane da un miliardo, chi può dire che stanno barando? Dal momento che nessuna norma le vieta, non puoi nemmeno infliggere punti di penalizzazione: violato il principio per cui non puoi essere punito se non hai violato una norma. E veniamo infine alla richiesta di una pena "afflittiva" da parte del procuratore federale Chinè (tutti col lanternino li scelgono, da Palazzi a Pecoraro): violato il principio costituzionale che le pene devono essere rieducative, nonché quello, basilare in uno Stato di diritto, che la pena deve dipendere da una norma, non dai capricci e dai moventi degli accusatori. È inoltre palese la sproporzione tra la sanzione comminata per qualcosa che NON È illecito e il comportamento contestato (violato il principio della proporzionalità della pena). Insomma, come detto in principio, una sentenza con cui ci si può serenamente pulire il culo, grondante di assiomi non dimostrati, smanie persecutorie e violazioni di diritto. Procedendo nell'amena lettura della carta igienica della Corte d'Appello Federale FIGC, salta agli occhi la totale malafede degli estensori, che valutano qualsiasi circostanza in modo diametralmente opposto a seconda che riguardi la Juve o altre società: la Juve è colpevole a prescindere, per le altre o si tratta di episodi, o non ci sono abbastanza prove. Quindi abbiamo anche una palese non terzietà del collegio giudicante. Laddove si sconfina nel fantacalcio -e si ricalcano analoghe farneticazioni della Corte d'Appello Federale del 2006, con la Juve che si procurava vantaggi in classifica "senza alterare il risultato delle partite"- è l'assunto sull' "inevitabile alterazione del risultato sportivo" che sarebbe conseguito dalla plusvalenze, assunto che secondo questi manigoldi giustificherebbe la penalizzazione in classifica. Mi limito ad accennare alle deliranti affermazioni secondo cui la giustizia sportiva sarebbe soggetta a limiti "meno stringenti" di quella ordinaria, che si qualificano da sole come manifestazioni di arroganza e rivendicazioni di totale arbitrarietà. Resta da rimarcare il difetto di competenza di una corte sportiva che discetta con sicumera di materie contabili difficili da determinare anche per gli specialisti. In un paese civile, magistrati del genere verrebbero radiati sull'istante e costretti a pagare i danni di tasca propria, da noi non solo è una casta impunita e impunibile, ma vengono pure promossi e premiati (si veda Pecoraro, di recente assurto a responsabile del contrasto all'antisemitismo).
N.B: l’articolo, inviato da un lettore di Juworld.NET, rappresenta l’espressione del pensiero dell’autore.
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