Tutte le partite ufficiali della stagione |
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31 |
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12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 13.10.2022
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Toccare il fondo? Si, e poi scavare!
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di Stefano Bianchi
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Si può arrivare ad un momento così difficile da pensare di aver “toccato il fondo”, un’espressione molto usata ma non molto precisa, perché lascia intendere che il raggiungimento del limite estremo, presupponga che più giù non si possa andare, e quindi si possa solo risalire. La frase infatti non tiene conto delle altre due possibilità: che si possa rimanere per sempre in tale melma mefitica, ovvero ci si possa sprofondare ancora di più. Dopo l’ultima, disgraziata trasferta, quella che per gli allegriani era la partita del dentro-fuori la Champions e della rinascita bianconera, tutti ribadiscono che si è toccato il fondo. Gioco zero e con l’evidenza che in molti giochino più contro Allegri che contro gli altri undici in campo. E se ci fosse ancora qualcuno che gioca per Allegri, non ce la faccia a farlo vedere. Penso sia evidente a tutti come la squadra non segua più quel Signore, che in una vita precedente ha vinto con noi cinque scudetti di fila, ma che nel corso della presente reincarnazione lascia moltissimo a desiderare. Se la squadra gioca contro di lui, un motivo, e forse più d’uno, ci sarà. A questo punto, visto che Allegri non ha la signorilità di dimettersi, rinunciando alle ricche prebende contrattuali, a voi la "domanda delle cento pistole" (espressione rilanciata da Sandro Paternostro): meglio gettare al vento lo stipendio di Allegri o svalutare il valore del parco giocatori? Io la risposta ce l’avrei.
Amici, giocavamo col Maccabi Haifa: se per Cassano i giocatori del primo scudetto napoletano erano degli "scappati di casa", non oso pensare come giudichi quelli del Maccabi, che però, contro i nostri sembravano il Real Madrid in serata di grazia. E’ chiaro lo scollamento tra squadra e Allegri, lo ribadisco. Se volete una conferma, basta leggersi le pagelle di Fabio Riva su Tuttosport: i suoi voti e i suoi commenti iroinici, mai li avremmo pensati o voluti leggere per i nostri. A parte Szczesny che fa il suo (visto che ha limitato l’umiliazione ulteriore della goleada), tolto Bonucci (che è un ex calciatore) e Kean (che non lo è mai stato), con Di Maria al terzo infortunio (tanto valeva tenersi Dybala), fa male vedere l’anima della squadra, il centrocampo, totalizzare la media del 4,5. Un centrocampo, ieri sera, di "scappati di casa", con Cuadrado che "non oppone resistenza alle varie scorribande avversarie", Paredes "ectoplasmicamente invisibile... e quando lo si vede, non è un bel vedere", Locatelli che "quantomeno ci mette brio e buona volontà, se non geometrie strabilianti", McKennie "visibile, ma non necessariamente più apprezzabile", Kostic che "si cala bene nel contesto bianconero. Pessimo" e infine Rabiot, con "la soglia di rendimento standard lontana chilometri e chilometri". In difesa, se un tempo avevamo la "BBC", oggi Danilo, lasciato solo dai colleghi di reparto e non godendo di alcun filtro dal centrocampo, appare "sconsolato e inerme, e continua a lasciarsi superare dai rivali", Rugani che "non giocava da un pezzo e non gli pare vero di ritrovarsi tali disastri attorno" e Alex Sandro che pare un tappetino, visto che "con Atzili è tutt’un prego si accomodi". In attacco, se da Vlahovic non ci si aspettava moltissimo, ma che comunque ha avuto "una buonissima occasione non concretizzata", Milik "si mangia una occasione che pareva ghiotta, poi scompare". Nota a parte per Soulè: per un giovane, una presenza di pochi minuti in Champions di solito è un bel premio, ma stavolta, quando è stato mandato a riscaldarsi, deve aver mandato un bel "vaffa" al suo allenatore. Comunque, il solito, tenerissimo e saggio Fabio Riva, di lui scrive: "si sbatte al punto da far quasi tenerezza".
Avrete ormai capito il mio pensiero: prestazioni e pagelle dei nostri nella terra del Muro del Pianto, dovrebbero far provare Andrea Agnelli a convincere Allegri alle dimissioni, magari con buonuscita, per risparmiare quanto avventatamente promessogli per quattro anni di contratto. Continueremo a tenersi il livornese? "Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare", disse Freak Antoni. Spero che Agnelli non faccia altrettanto: aspettare la pausa dei Mondiali per dare il benservito ad Allegri, potrebbe farlo accostare a un subacqueo particolare: far pensare, che Agnelli sia come i sub di Fabrizio Caramagna: "Li chiamo i subacquei del dolore. Toccano il fondo e non risalgono. Perché si innamorano degli abissi". Andrea: occorrono altre figure di mrd nel filotto con Torino, Empoli, Benfica, Lecce, PSG, Inter, Verona e Lazio, per capire che si è toccato il fondo e provare a risalire con un tecnico che risponda ai requisiti di un tecnico "da Juventus"? Quante altre partite dovremo perdere senza giocare? Speriamo che tu agisca, perché "Il primo segno che hai toccato il fondo è quando tutti intorno a te sono silenziosi come pesci", come ha detto Vasil Tolevski. E tu, caro Andrea, potresti mangiar pesce senza andare al ristorante e nemmeno in pescheria: ti basterebbe allungare la mano e di pesce ne avresti a volontà. Andera, non aspettare più:
"Perché da sempre l’attesa è il destino di chi osserva il mondo con la curiosa sensazione di aver toccato il fondo" (Giorgio Gaber).
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