A.A.A.: cercasi dirigenza, cercasi proprietà, cercasi presidente, tutti smarriti da anni, in assordante silenzio, ancora più imbarazzante rispetto alle prestazioni sul campo di una squadra diventata la parodia di una squadra di calcio. Abbiamo un presidente che da oltre tre anni non si fa sentire, eppure proprio in questi momenti si sente la necessità di una guida autorevole societaria, che si presenti ai microfoni, mettendoci la faccia in uno dei momenti più bui della nostra storia, zero punti dopo due partite, praticamente fuori dalla CL, prima umiliante sconfitta in campionato contro l’ultima in classifica: sarebbe stato fondamentale che Andrea Agnelli desse lui intanto testimonianza di presenza e possibilmente una scossa con qualche dichiarazione ufficiale: anche sgradevole per la tifoseria, intendiamoci, ma dando comunque prova che la dirigenza c'è e fa sentire la sua voce in momenti davvero difficili come questo. Con una squadra fischiatissima per due volte di fila, giocatori a beccarsi le umiliazioni sotto la curva allo Stadium prima e sotto il settore ospiti di Monza, e un allenatore che viene contestato duramente, Andrea Agnelli, o chi per lui, poteva mandare due segnali alternativi, o confermare pubblicamente massima fiducia al tecnico, dandogli dunque carta bianca anche nel fare repulisti nello spogliatoio, o al contrario dando ultimatum per una svolta immediata: purtroppo non abbiamo assistito nè all'una e nè all'altra, ma del resto se non hanno aperto bocca domenica scorsa, se non l'hanno aperta anche prima in vicende non meno gravi, forse è solo romanticismo pensare che lo facciano adesso e in avvenire.
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La confusione di oggi nasce da lontano, ha avuto il suo culmine nel richiamo di Allegri, con un contratto capestro a danno della società, contratto che, dopo essersi regalati due anni di riposo a suo tempo al nostro esperto di ippica, adesso gliene concede quattro a peso d'oro senza alcun riscontro nei risultati. Forse si pensava che potesse tornare l'Allegri degli anni d'oro, ma in realtà è tornato un tecnico neppure lontano parente di quello che, comunque aveva lavorato alla grande nei cinque anni passati, oggi è un tecnico che in un anno e mezzo non ha saputo dare gioco, fisionomia, autorevolezza ad una squadra che ha comunque giocatori di qualità, di esperienza internazionale, per non dire che è diventato pure insopportabile nei dopo partita, con affermazioni scontate, bislacche, senza alcuna autocritica, direi senza amore verso il proprio lavoro e la squadra che allena. Ma questo è il minore dei problemi, la permanenza di Allegri alla guida della squadra: non che non costituisca problema il fatto che questo gruppo non abbia identità, orgoglio, attaccamento alla maglia e quant'altro possa significare essere alla Juventus, ma mi pare al contrario che questo gruppo e questo allenatore siano ad immagine e somiglianza di una dirigenza che è latitante da tre anni, non parla, non vede, non sente, non scuote nè si scuote, dirigenza che (perdonatemi l'indegna citazione che sto per fare ...) rimane "insensibile al grido di dolore che da tante parti d'Italia si leva" verso di loro, grido di una tifoseria che chiede soltanto una cosa, ritornare a vedere una squadra degna del nome e della maglia che indossa. Dopo una settimana davvero drammatica, i fatti di Juventus - Salernitana e la cocente sconfitta di Champions, che ci mette quasi fuori anzitempo dal torneo, era lecito aspettarsi almeno una reazione di orgoglio, contro la squadra ultima in classifica, con la peggiore difesa, che ha subito gol da ogni avversaria e si trovava un misero punto in classifica più fortunoso (mettiamola così) che meritato, reazione che non solo non c'è stata, ma addirittura si è visto anche di peggio rispetto al peggio manifestatosi in partite precedenti, neppure un minimo di reazione anche disperata, dopo il gol subito. I numeri non tradiscono e sono una testimonianza di un rendimento mortificante: - tre trasferte, un solo gol fatto, due volte in bianco, contro squadre che si chiamano Sampdoria e Monza, in piena lotta salvezza fin dalle prime giornate; - ieri a Monza, due soli tiri in porta neppure tanto insidiosi, mentre dall'altra parte hanno costruito almeno tre nitide occasioni da rete prima di quella decisiva; - Vlahovic a secco da quattro turni, sempre più disperatamente isolato e fuori dalla manovra; - per completare, assente l'unico che da ultimo la butta dentro, Milik, conseguenza del finale sconcertante di domenica scorsa. La sensazione che sia un gruppo in totale anarchia anche perchè si sente davvero abbandonato dalla società, chi dovrebbe parlare sta in silenzio, chi dovrebbe dire poco e bene, dice pochissimo e nulla di importante, chi dovrebbe stare zitto, parla a vanvera: nessuno ha fatto sentire la presenza della società, di una dirigenza che tutela il suo patrimonio, che lo difende quando accadono atti di "violenza" come una rapina con destrezza di una vittoria conquistata sul campo, o che lo richiama al proprio dovere quando non si è all'altezza del blasone e della storia; e fino a quando avremo un presidente latitante, un A.D. duro solo di facciata e banale nella sostanza, un D.G. riedizione del famigerato addetto alle fotocopie poi divenuto componente della triade più sciagurata della storia bianconera, ci sarà da stare poco ... Allegri;
LA PARTITA Della partita di ieri c'è poco da dire, mi ero perso il primo tempo, ascoltato alla radio, ma temo di non avere proprio perso nulla di rilevante, rivedendo gli highlights, non pare che la squadra abbia mai realmente provato ad affondare, al contrario ha rischiato in qualche circostanza, poi il capolavoro di idiozia di Di Maria e una ripresa anche peggiore (questa sì l'ho vista, purtroppo), zero parate del portiere monzese! Spaventa proprio questa remissività della squadra, che praticamente ha continuato a giocare come se nulla fosse accaduto, come se fosse importante tenere il risultato che li vedeva perdenti, anzichè provare a rimontare, cosa non impossibile contro l'ultima della classe, che ora non lo è più, grazie al nostro regalo.
JUVENTUS IN NERO
Il vero dato inquietante, emerge dalla involuzione di Vlahovic, dai costanti passi indietro di Miretti, da un Paredes che comincia a sbagliare troppi disimpegni per poter essere lui uomo d'ordine a centrocampo; se poi aggiungiamo che i vari Mc Kennie, De Sciglio continuano a stare in campo senza giocare sul serio, o che anche uno affamato come Gatti diventa svogliato, non possiamo proprio sperare che a rimettere le cose in sesto, siano i Fagioli o i Soulè che entrano a dieci minuti dalla fine. A questo punto i casi sono due: - se questa squadra sta giocando contro l'allenatore, la società deve o dare fiducia all'allenatore mettendo fuori rosa chi lo combatte, o esonerare l'allenatore e chiamare qualcuno che faccia il cosiddetto, a chi pensa di poter remare contro; - se invece il valore della squadra, allenatore compreso, è questo, chi l'ha costruita distruggendo il patrimonio passato, non può pensare di non assumersene ogni responsabilità e agire di conseguenza. Leggo in giro che qualcuno invoca il paragone con la stagione 2015 - 16, squadra molto rinnovata e partita male in campionato. Mai paragone fu così assurdo e sbagliato, quella Juve iniziò male, ma rivedetevi mentalmente le partite di quell'inizio stagione, si intravedeva una squadra e un gioco che alla lunga potevano emergere, come invero accadde, e soprattutto, IN CHAMPIONS SI VINSERO LE PRIME DUE GARE, CONTRO CITY E SIVIGLIA! Era dunque logico supporre che le qualità subito emerse in CL, prima o poi sarebbero emerse pure in campionato, oggi invece dobbiamo assistere a situazioni nelle quali il migliore attaccante del nostro campionato, dopo due anni straordinari a Firenze, non tira più in porta, viene servito sempre di spalle e già stretto in una morsa, di questo non può non individuarsi un colpevole in chi dovrebbe valorizzare l'organico a sua disposizione.
LA GIORNATA DI CAMPIONATO
Giornata storica quella appena trascorsa, hanno perso contemporaneamente le due milanesi e la Juventus, cosa che succede praticamente una volta ogni morte di Papa, potremmo anche estendere il discorso visto che l’altra torinese ha perso pure, in casa, ed ha perso anche la Roma, giornata insomma che, se ancora esistesse la famosa schedina del Totocalcio di un tempo, sarebbe stata giornata da 13 secco multimiliardario! In testa rimane una coppia inedita, Atalanta e Napoli, seguite da una sorpresa, l’Udinese: un trio che deve fare riflettere molto, una squadra che ha le coppe europee ma ha fatto una preparazione precampionato stile tempi passati, niente tournée in giro per il mondo, amichevoli di cassetta ma non allenanti, cosa che consentiva in passato e credo consenta anche adesso di poter intanto preparare un modulo di gioco e i suoi interpreti, conseguente di far arrivare pronta la squadra per gli impegni di campionato e di coppa. Atalanta e Udinese invece non hanno coppe e turni infrasettimanali, ma si sono preparate al campionato allo stesso modo, in sordina, con un mercato non altisonante, anzi con delle perdite di rilievo, eppure stanno rendendo anche meglio degli anni scorsi. Classifica veritiera dunque, ad oggi, e non è detto che le tre battistrada possano scoppiare tutte e tre, a mio giudizio andranno avanti ancora a lungo, considerandosi che l’Udinese ha già battuto Fiorentina, Roma e Inter, e pur perdendo contro il Milan, aveva disputato un gran primo tempo, vanificato poi da grossolani errori difensivi. Se la Juventus piange, come detto precedentemente, altrove non si ride affatto, l’Inter è già alla terza sconfitta stagionale, quella che veniva considerata la forza della formazione di Simone Inzaghi, la difesa, ha già subito 11 reti, quanto lo Spezia, e meno solo di Verona, Monza, Cremonese e Sampdoria, un dato che non si presta a valutazioni equivoche. La Roma è alla seconda sconfitta stagionale, contro una diretta concorrente, sconfitta che coincide anche con la prima assenza per infortunio di Dybala. In coda si comincia a fare delicata la posizione di Cremonese e Sampdoria, mentre il Monza con l’inattesa vittoria prende una boccata d’ossigeno.
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Facciamo un passo indietro, alla gara di Champions di mercoledì scorso. Venti minuti di buona Juve, qualche occasione sprecata, su cui ci sarebbe da riflettere, poi il nulla, una inferiorità imbarazzante, contro una squadra che schierava uno scarto del nostro campionato, interista cacciato fuori a calci nel sedere dalla stessa squadra neuroazzurra, che si è pure permesso di irridere i nostri, un passivo che è stato limitato grazie al ritrovato Perin, unica nota positiva della serata, assieme a Milik. E, a proposito del polacco, lo stato confusionale di Allegri è testimoniato proprio dalla sua sostituzione, era l'attaccante più in palla, che aveva spazi grazie al fatto che gli avversari raddoppiavano e triplicavano su Vlahovic, e che invece ha raggiunto gli spogliatoi anzitempo, pur essendo squalificato e indisponibile per Monza. Cosa dire delle scelte surreali del nostro esperto di ippica? Ancora una volta difesa a tre, che tanto male aveva fatto a Parigi, stavolta addirittura con l'inversione delle zone di campo tra Bremer e Danilo, Cuadrado a dovere coprire da solo la fascia, rimediando figuracce a ripetizione, manovra sempre lenta, rugbystica, il tratto distintivo il retropassaggio o comunque la giocata in orizzontale per deresponsabilizzarsi, sostituzioni folli come quella sopra accennata, e non solo, gente che entra non si capisce perchè e per fare cosa, quasi la sensazione che dalla panchina si pensasse a difendere la sconfitta di misura che provare a rimediare il risultato, soprattutto la sensazione palese che questa squadra è "nave senza nocchiero in gran tempesta" ridottasi davvero ad essere solo un "bordello". Chiudo con una chiosa personale: - per la seconda volta di fila in Champions, abbandono lo stadio prima del fischio finale, la volta precedente contro il Villareal, mai fatto prima, nè in campionato, nè in Champions, neppure quando contro il Real perdevamo di tre reti e con l'uomo in meno, o quando uscivamo contro il Bayern ma dopo essercela giocata. Non chiamatelo disamore verso la mia squadra del cuore, ma semplice rifiuto ad accettare che chi è in campo mi possa rappresentare nei colori e nella storia leggendaria del nostro club!
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