Vi faccio subito una domanda, per tagliare la testa al toro: a voi questa Juve piace per come sta in campo, per come gioca (o più correttamente "non" gioca") e per la personalità che manifesta nei 90 minuti? Se la vostra risposta è si, potete passare avanti, anzi non leggermi completamente, abbiamo idee opposte sul calcio e sulla Juventus; se invece la vostra risposta è no, potete continuare a leggere il prosieguo. Siamo alla quinta giornata e, tolta un'ora di gioco contro la Roma, e la parte a cavallo dei due tempi di Juventus - Sassuolo, per il resto si è rivisto il solito stucchevole clichè della stagione precedente, squadra che gioca in orizzontale, che non crea occasioni, che non tira in porta, che sembra volere dedicarsi più a tenere palla, anche senza avere idea di cosa fare, sperando che da qualche iniziativa sporadica arrivi un gol da difendere, che non a cercare di attaccare gli avversari per imporre il proprio gioco e mostrarsi superiore, magari intimorendo con la propria autorevolezza gli avversari, come accadeva negli anni d'oro dei nove scudetti di fila.
LA PARTITA La partita di sabato è praticamente fotocopia del pareggio di Marassi e della gara contro lo Spezia, della mezzora finale contro la Roma, unica cosa diversa, stavolta il VAR non ci ha annullato il gol come a Marassi o contro la Roma, e non c'era Vlahovic in campo, Milik il suo l'ha comunque fatto, per il resto la solita litania di gioco asfittico, e spesso in sofferenza. Turn over discutibile, Paredes dal primo minuto con un solo allenamento in campo, rientro di McKennie con Miretti in panchina, Di Maria non in perfette condizioni fisiche, poi sostituito, e grazie a ciò indisponibile per l’esordio di domani sere in CL, il solo Milik di punta. Dieci minuti ad illuderci, con la squadra in vantaggio, poi ritorno al passato, squadra "passiva" rispetto ai viola, a difendere il vantaggio, non rischiando granchè a dire il vero, al punto che appare grottesco come si sia subito il pareggio su contropiede, rischiandosi anche di subire la seconda rete, per fortuna Perin si dimostra in forma smagliante, deviando sul palo il rigore di Jovic. La ripresa iniziata con una mossa che dice tutto, De Sciglio al posto non di uno spento Alex Sandro, bensì di Di Maria, cosa che faceva capire a cosa si sarebbe andati incontro, una gara praticamente giocate nella nostra metà campo, non siamo mai usciti palla al piede, al terzo passaggio puntualmente o si sprecava l'appoggio, a meno che si tornasse indietro. Nemmeno i cambi, tardivi, hanno modificato il clichè, anche se va segnalata l'unica apertura degna di nota in profondità, da parte di Miretti per Kean; anzi è stato nuovamente Perin a salvare il risultato con una splendida parata su tiro all'incrocio dei pali di Amrabat.
JUVENTUS IN BIANCO
L'unica cosa positiva è stata l'azione del gol, unica in velocità e di prima, poi il nulla: se vogliamo, ancora una volta difesa che non ha dato spazi agli avversari, almeno nelle conclusioni, mentre ha un pò ballato per vie esterne, al punto che il modesto Sottil è sembrato l'erede di Causio o di Bruno Conti.
JUVENTUS IN NERO
L'azione da prendere come paradigma dell'atteggiamento mentale della Juventus di sabato, e non solo, è questa: minuto 86' circa, Kean subisce fallo sulla linea centrale del campo, lato destro, punizione a nostro favore, Miretti più volte fa un movimento ad elastico tornando e puntando avanti per dettare il lancio in profondità e ... la punizione viene battuta all'indietro. A dimostrazione che nei giocatori e nella squadra c'è ormai un atteggiamento mentale che è rinunciatario, siamo in parità in una gara difficile, ma con la Fiorentina che aveva speso quasi tutto, e non si prova neppure la giocata per almeno tirare in porta, non dico provare a vincere. Mi pare evidente che con questo atteggiamento mentale, nel quale tra due giocate, una azzardata e difficile, ma astrattamente vincente, ed una facile e concretamente inutile, si preferisce da parte dei giocatori la seconda, e questa mentalità non credo sia volontà di chi è in campo, un allenatore che vuole dare una scossa, al giocatore che rinuncia alla giocata per tenere palla, lo cambia o lo rimprovera di brutto. Le dichiarazioni di Allegri nel dopopartita sono state anche peggiori rispetto alla partita, non credo sia da Juve dire che si aspettava il fischio finale perché si soffriva, quasi ad esultarsi per un pareggio contro una squadra che, ad onta dei soliti proclami guasconi, è una formazione di medio – bassa classifica, come testimonia proprio la posizione attuale dei viola. Stesso dicasi quando ha parlato che occorre cambiare mentalità: chi ci deve pensare a tale salto, se giocatori che sprecano il gol del raddoppio, rimangono in campo, come rimangono in campo giocatori che fanno apparire uno come Sottil come un potenziale pallone d’oro?
I SINGOLI
Leggerete che la Fiorentina ha tirato 17 volte, ma come sempre questo è un dato fittizio, in realtà conclusioni a rete degne di nota a parte il tiro sopra descritto di Amrabat, non se ne sono viste, la Fiorentina ha segnato in contropiede, nell’unica volta in cui si è aperto un buco per via centrale, e poi il rigore neutralizzato, come dire, grande merito della nostra retroguardia ad avere sterilizzato le offensive viola. Un plauso particolare a Perin, giocatore davvero ritrovato, tornato direi ai tempi in cui era tra i papabili per la Nazionale, a Danilo, davvero eroico, sia da centrale sia più defilato nel finale, e ancora a Bremer, che conferma di valere tutti i soldi spesi per lui; A parte queste menzioni positive, il nulla o quasi, con l'eccezione di Milik che almeno l'unico pallone decente l'ha sbattuto in rete: Alex Sandro e Cuadrado irritanti e dannosi, Paredes fuori dagli schemi, non poteva essere diversamente, McKennie il dodicesimo per i viola, Locatelli non so neppure se era in campo, Kostic beatamente isolato e mal servito. Due parole in relazione al nostro allenatore. Purtroppo, la formazione e il consolidamento di due fazioni estremistiche del tifo, gli integralisti pro Allegri e i talebani contrari, sta impedendo delle riflessioni pacate sulla situazione venutasi a creare in campo e fuori. Ripeto non sono e non sarò mai un “anti” qualcuno, ma se in passato abbiamo criticato gente come Trapattoni, Lippi, Capello, Conte, quando si riteneva che stessero sbagliando, non possiamo esimerci dal farlo quando a sbagliare è Allegri. In un momento di costruzione di squadra e modulo di gioco, il turn over non ha molto senso, specie quando si deve puntare a vincere e fare quanto più punti prima della sosta per i mondiali. A maggior ragione, se poi si dichiara pubblicamente che la partita decisiva per la qualificazione in CL è quella contro il Benfica, di fatto manifestandosi rassegnazione per la gara di esordio di domani sera: tralasciando che dichiarazioni del genere non sono da Juve, se così stanno le cose, meglio un turn over per una gara ritenuta quasi impossibile, che non lasciare Vlahovic a riposo per schierare Di Maria ancora non al meglio per poi perderlo per domani sera. Sulle fasce siamo stati disastrosi, vista la buona prestazione di Gatti, sarebbe stato più utile riconfermarlo a fianco di Bremer e riportare Danilo a destra, penso che avrebbe meglio coperto la sua zona di pertinenza. Incomprensibile lasciare in panchina Miretti, giocatore in ascesa, la sua mancanza si è sentita, entrato poi in ritardo, quando la gara aveva preso una piega: e dico incomprensibile perché sabato è mancato chi poteva rovesciare rapidamente il fronte di gioco, cosa che il nostro talentino ha mostrato di saper fare e bene. Infine, fai il turn over e dai a Fagioli solo 8 minuti? Per chiudere, come sempre la civiltà del pubblico di Firenze si è manifestata, solo che non essendoci Spalletti di mezzo, ed essendoci la Juventus, non se ne parlerà, così nessuno segnalerà le inciviltà degli ultras viola e manifestazioni di odio e mancanza di rispetto verso i 39 angeli vittime dell’Heysel.
LA GIORNATA DI CAMPIONATO
Adesso abbiamo una capolista solitaria, l’Atalanta, che approfitta del brutto e imprevisto scivolone della Roma a Udine. L’ho detto più volte, l’Atalanta quest’anno non va presa sotto gamba, ha un vantaggio notevole rispetto alla concorrenza, oltre ad un assetto e organico collaudati da anni, il potersi dedicare solo al campionato, in una stagione nella quale le big da qui a novembre giocheranno due volte a settimana. Imprevista anche la disfatta della Roma alla Dacia Arena, un risultato pesante che ridimensiona notevolmente il giudizio sulla squadra di Mourinho, bisognerà vedere che contraccolpo produrrà. Nella giornata dei big match di alta classifica o ritenuta tale, indubbiamente spicca la vittoria del Milan nel derby, al termine di una gara combattuta, incerta fino alla fine, diciamolo pure una bella partita; hanno pesato molto gli errori difensivi dei nerazzurri, credo che Skriniar e soci, a furia di sentirsi definire come i più forti del campionato, abbiano dimenticato che per essere i più forti, occorre confermarsi tali sul campo e ad ogni partita. Anche la Lazio subisce una battuta d’arresto, e così si riscatta il Napoli, vittorioso dopo due pareggi che avevano fatto mugugnare. Delle altre, già detto dell’Udinese, alla terza vittoria di fila, comincia a diventare preoccupante in coda la situazione del Monza, alla quinta sconfitta di fila.
POGBA E DUE MESI PERDUTI.
Che fine ha fatto la mia, la nostra Juventus? Possibile che si sia trasformata nell’Inter degli anni “d’oro” (per le rivali), tra il grottesco e il ridicolo? E’ di stasera la notizia che Pogba si dovrà operare al ginocchio, dopo un mese e mezzo quasi di “trattamento conservativo”, che di fatto non ha dato i frutti sperati. Non penso occorra essere medici specialisti per sapere che quando vi sono lesioni nei legamenti del ginocchio e al menisco, non vi sono terapie diverse dell’intervento chirurgico che, se fatto nell’immediato, avrebbe consentito al francese di essere adesso quasi pronto per il ritorno in campo. Viceversa, operandosi adesso, calcolato un periodo non inferiore a 40 – 50 giorni per la ripresa, Pogba sarà pronto, se tutto va bene, per qualche gara di fine ottobre – inizi di novembre, e per il mondiale, come dire, lo avremo a gennaio, salvo complicazioni. Come dire ancora, uno dei pezzi forti del mercato, di fatto non sarà disponibile praticamente per tutto il 2022, come Chiesa, di fatto una squadra da ripensare totalmente, ora anche privata da Di Maria. Superficialità, pressappochismo, una dirigenza che non ha avuto la forza di dire al suo giocatore che le esigenze del club che paga, sono prioritarie rispetto a quelle della sua Nazionale e dei mondiali in Qatar, né ha avuto la previdenza di pensare ad un acquisto alternativo per coprire l’eventuale buco che si sarebbe potuto aprire, e si è aperto, nel caso la “terapia conservativa” non avesse dato frutti sperati. Anche questa vicenda conferma la situazione confusionaria che si sta vivendo in casa bianconera da circa tre anni, questo inizio di stagione non appare poi tanto diverso da quello precedente, di fatto il nostro esordio in CL sarà come lo scorso anno, contro i detentori del trofeo. Auguriamoci che da domani parta una svolta e che sia non effimera come lo scorso anno, ma per adesso non posso che chiudere dicendo: “DOVE E’ FINITA LA MIA, LA NOSTRA JUVENTUS?”
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|