Tutte le partite ufficiali della stagione |
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31 |
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T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 05.06.2022
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Analisi della stagione bianconera. Cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato. - di Marco Vella
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di Tifosi
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Siamo arrivati al mese di Giugno, ovvero ben oltre la fine della stagione bianconera, ed è il momento di fare il resoconto di tutto ciò che abbiamo visto, sia in positivo che in negativo nell’ anno passato, partendo dal gioco e finendo con i singoli bianconeri.
Cosa ha funzionato.
In una parola EQUILIBRIO. Leggevo qualche giorno fa l’ intervista che, il celebre radiocronista Repice ha rilasciato in cui citava come caratteristica principale di Mister Allegri proprio il suo equilibrio. Se ripensiamo alle ultime stagioni con Sarri e Pirlo, è proprio questo che è ci è mancato, abbiamo alternato ottime partite a tonfi clamorosi, basti pensare alla squadra di Pirlo capace di battere Milan, Inter, Napoli e Atalanta ma di perdere in casa contro il Benevento. Ci siamo portati questa scia sin dentro questo inizio stagione, dove i punti persi con Empoli e Udinese sono li a testimoniarlo. Da Novembre in poi, ovvero da quando Allegri ha potuto imprimere il suo carattere alla squadra però i bianconeri hanno trovato un filotto di risultati utili che, è durato sino a Marzo. Una striscia positiva che non si vedeva da anni in casa bianconera, che ha fatto ritrovare una compattezza che ha dato alla squadra una sicurezza che, sarà fondamentale per il prossimo anno. Tanti risultati e vittorie di “corto muso” ma sono quelle a far vincere i campionati alla lunga. Questo va di pari passo con una identità di gioco,( ma non tattica come vedremo ), che la squadra sembra aver ritrovato. Chiarisco subito prima di esser mandato a quel paese, non parlo di BEL GIOCO, perché sennò sarei cieco ma parlo di una idea di ciò che la squadra deve fare durante la partita,. Ciò da tanto tempo non si vedeva, se non a sprazzi con Sarri e con Pirlo; due Mister che, si erano fatti profeti del gioco come chiedeva la società ma che, dopo sono dovuti correre a compromessi ( come dichiarato dallo stesso Sarri ), con la rosa a disposizione la quale, non ha mai permesso una difesa a tutto campo uomo su uomo, o un’ estetica del fraseggio particolare, ma si è spesso soffermata sulla ricerca della vittoria, creando un ibrido tra bel gioco e pragmatismo. Allegri, invece, ha abbandonato quasi del tutto il progetto estetico per tornare a una squadra solida, capace di saper leggere le partite con i suoi momenti e in grado di tornare a vincere in maniera brutta, inanellando tanti risultati utili di fila. Questo passaggio, anzi ritorno al passato, non è completo perché i giocatori non sono gli stessi e non si può partire per “giocare male”, ma quantomeno una identità sembra ritrovata, non più una squadra snaturata in nome dell’ estetica ma una squadra che sa bene che alla fine conta solo vincere ed è disposta a soffrire, anche esaltandosi nella difesa, pur di ottenere il successo.
Un’altra caratteristica che, mi è piaciuta di questa prima Juventus di Allegri 2.0, è stato il carattere che, ha saputo portare in tante gare. Infatti, sono molti i punti e i successi arrivati nel finale, segno di una mentalità “ Till the end” finalmente ritrovata. Mi vengono in mente le vittorie contro il Torino, lo Zenit, le due contro la Fiorentina e tante altre, per non citare la clamorosa rimonta all’ Olimpico contro la Roma ( apice della stagione bianconera ). Lo scorso anno quasi mai la squadra riusciva a ribaltare o a vincere partite nel finale, se leviamo la vittoria di Udine, mentre quest’ anno spesso si è avuta la sensazione di un organico capace sino alla fine di poter portare a casa la vittoria, una cattiveria e sicurezza assente lo scorso anno. D’ altro canto troppo frequentemente si è dovuto aspettare all’ ultimo o soffrire per vittorie che, già dovevano essere state messe in cascina.
Ultimo elemento a mio avviso da lodare, di quest’ anno, è stato l’ anticipo con cui la dirigenza ha saputo muoversi a Gennaio in sede di campagna acquisti. I risultati e le delusioni hanno fatto passare il tutto in sordina, ma portare questo inverno giocatori come Vlahovic e Zakaria a Torino, anticipando le rivali e il mercato estivo, è stata una mossa che ripagherà tantissimo il prossimo anno, dato che questi mesi hanno permesso ai due di ambientarsi. Parliamo di uno degli attaccanti più forti in circolazione, una prima punta completa, che sa calciare le punizioni e sembra avere la giusta cattiveria mentale per giocare alla Juventus, e di un centrocampista, un po' limitato dagli infortuni, ma con una prepotenza fisica che, raramente si vede in Italia, basta pensare allo slalom contro l’ Inter chiuso con un clamoroso palo. Anche se non verranno conteggiati come tali, saranno due acquisti preziosi di questa estate, con l’ aggiunta di non doversi ambientare e potendo fare il ritiro con la squadra già dai primi giorni. Un’ anticipo sul mercato che dai tempi di Marotta, non si vedeva in casa bianconera.
Cosa non ha funzionato
Inizio con le non poche note dolenti di questa stagione, che in alcuni casi sembrano essere il preludio di aspetti critici, anche per la prossima.
Tra questi metto un utilizzo poco coraggioso della nostra Under23 e Primavera. Parliamo anzitutto di due progetti a mio modo vincenti, nell’ anno appena passato. Una Under23 capace di arrivare sino ai quarti dei Playoff, uscita con tanta sfortuna contro il favoritissimo Padova, che non a caso è arrivato in finale contro il Palermo. Una squadra in grado di vincere in trasferta contro avversarie favorite nei playoff e di farlo tenendo la porta inviolata. Stesso dicasi per la nostra primavera, che ha fatto uno straordinario cammino nella propria “Champions League” eliminata ai rigori contro il poi vincente Benfica, ma in grado anche di recuperargli due goal di svantaggio, ed eliminata soltanto in semifinale dalla Roma, nel torneo scudetto. Sono moltissimi i nomi che si sono fatti avanti in questi due progetti, da una parte De Winter, Barrenechea, Compagnon, Miretti, Akè e Soulè, e dall’ altra Senko, Turicchia, Chibozo, e sicuramente me ne sfuggono tanti altri. Possibile che di questi solo De Winter, Miretti, Akè e Soulè ( ricordiamo anche convocato da Scaloni) siano stati in grado di avere più di una convocazione con la squadra maggiore e soltanto Miretti sia riuscito a ritagliarsi più partite da titolare? Il problema giovani è una fattispecie tutta italiana, che è stato riproposto dopo i recenti flop della Nazionale di Mancini, mentre all’ estero i giovani che, ci sono, vengono lanciati, basta pensare al Barcellona che in un anno di ricostruzione è comunque riuscito a lanciare un potenziali crack come Gavi. Se da una parte siamo riusciti ad avere un grande vantaggio con lungimiranza puntando su una squadra Under23, dall’ altra a mio avviso stiamo sciupandolo utilizzandola per fare plusvalenze. Lasciando stare il caso Fagioli, mi vengono in mente due nomi come Mavididi e Vrioni che all’ estero hanno fatto molto bene e che ora hanno tanto mercato, siamo certi che non potessero o potranno ritagliarsi un posto in questa squadra come prima alternativa ai titolari? La mia speranza è che il prossimo anno quella tanto richiamata Istant-Juve in grado di vincere subito con esperienza e giocatori già formati non voglia dire regalare i nostri talenti in prestiti in squadre minori o addirittura in B. Ho letto di Soulè al Sud Tirol in prestito… mi vengono i brividi. I giovani ci sono, e molti sono veramente bravi, oltre all’ argentino De Winter a mio avviso vale Rugani come quarto centrale, si deve seguire l’ esempio e il coraggio avuto con Miretti, facendo migliorare questi ragazzi allenandoli con dei campioni già formati e utilizzandoli come seconde linee, in grado in un paio di anni di prendere il posto dei titolarissimi. Si rischia altrimenti di bruciarli un po' come avvenuto con Dragusin lo scorso anno, un ottimo centrale di difesa mandato a fare il terzino con la Sampdoria. In tal senso lancio una provocazione, se la cessione di Dybala con il seguente acquisto di Di Maria per un paio di anni, servisse proprio alla “formazione” di Soulé?
Infortuni. Un problema ormai tristemente ripetitivo per i colori bianconeri. Basti pensare alle decisive e purtroppo deludenti sfide negli ottavi di finale contro Lione, Porto e Villareal che la squadra ha sempre dovuto affrontare con l’ infermeria piena in quasi ogni reparto. Quest’ anno gli infortuni hanno gravemente minato la seconda parte di stagione bianconera, con due nomi su tutti, quelli di Chiesa e Mc Kennie, due dei giocatori più in forma nei loro reparti. Sono tre o più anni consecutivi che vi è questo problema, e non può essere un mero caso. Non sono un esperto in questo campo ma credo che ci possa essere un problema a livello di staff o di preparazione, e uno degli obiettivi che la dirigenza deve porsi per il prossimo anno è quello di mitigarlo al più possibile, trovandone la causa ed eliminandola.
Mancanza di una precisa identità tattica. Per quanto, concerne l’ identità di “gioco” di cui ho scritto sopra, che per me è stata ritrovata, nella volontà di vincere le partite “soffrendo” sapendo difendere con compattezza e con equilibro nella gestione dei momenti della gara, sono di orientamento opposto per quanto riguarda l’ identità tattica, dato che ancora oggi non saprei dire la Juventus come ha giocato quest’ anno a livello di modulo, e ciò si nota anche alla luce della campagna acquisti che si sta prospettando in estate, sembra che si voglia sterzare decisi verso un 4-3-3. Anche a Maggio ne ho parlato, quest’ anno la Juventus ha avuto diversi tipi schieramenti ma mai uno preponderante. A mio avviso considerato l’ organico, l’ ideale sarebbe stato il 4-2-3-1 con Dybala, Bernardeschi e Cuadrado dietro l’ unica punta, prima Morata e poi Vlahovic. Con l’ acquisto del serbo si è aggiunta l’ opzione di Morata alto a sinistra, ed effettivamente la squadra con questo schieramento ha giocato alcune delle sue migliori partite stagionali, contro l’ Inter, il Genoa, la Salernitana, ma poi sia per la tendenza del Mister a coprirsi con tre centrocampisti, sia per i vari infortuni di Dybala si è optato per un 4-4-2 più prudente con Rabiot altro a sinistra, il tutto con fortune alterne. Infatti quando si giocato con Arthur più Locatelli a centrocampo e con Pellegrini come terzino sinistro questo 4-4-2 mascherato, in fase di possesso diventava un 3-3-4 con Pellegrini e Cuadrado larghi e Morata e Vlahovic come punte, ed anche in questo caso si sono sfornate ottime prestazioni come a Genova contro la Sampdoria. Un’altra versione tattica con discreto successo è stato il 4-3-3 con Dybala, Morata e Vlahovic, contro Verona e Atalanta. Riassumendo vuoi per i vari infortuni, vuoi per una tendenza a una formazione più equilibrata, vuoi per un organico privo di un regista di ruolo, la squadra non è riuscita in una stagione a trovare la sua conformazione ideale a livello tattico, una fattispecie che se prima era uno dei punti di forza di Allegri, in grado di adattarsi alle partite, ora ne è diventata debolezza perché non avendo dei singoli in grado di decidere le gare da soli, la mancanza di una ossatura tattica e di organico ben delineata è diventata un boomerang, generando in alcune partite una confusione che, si è vista in campo.
Nessuna vittoria contro le prime della classe. Ho avuto modo di scriverne più volte durante questa annata, la squadra in 8 partite contro Inter, Milan e Napoli non è mai riuscita a vincere, anzi in Supercoppa e Coppa Italia ha lasciato due trofei ai nerazzurri. La differenza in termini di troei e lotta scudetto è stata tutta li, 4 punti su 18 disponibili in campionato, e due finali perse. Un andamento che non trova alcuna giustificazione, perché a livello di organico non vige tutta questa differenza con le altre squadre, quindi è stato un problema di personalità. Un problema del tutto nuovo per questa squadra, incapace di trovare sicurezze in se stessa, e di saper affrontare le avversità che, queste partite hanno riservato. Sicuramente è il primo punto da risolvere in vista della nuova stagione, perché se si vuole tornare a vincere, bisogna avere affermazioni contro le dirette rivali per lanciare un messaggio a loro e soprattutto a noi stessi, mi vengono in mente le vittorie in breve tempo del Milan contro Napoli e Inter, due successi che hanno aumentato l’ autostima dei rossoneri lanciandoli verso le scudetto. C’è molto poco da dire e scrivere al riguardo. Non possiamo più mancare nei big match della prossima stagione. Tutto qui.
Gestione Dybala. Seppur il mancato rinnovo a Paulo Dybala sia frutto di una scelta societaria ben precisa, dettata sia da una certa fragilità fisica ( basti pensare al fatto che Paulo ha saltato gli ultimi 3 ottavi di Champions ) sia dalla nuova scelta tattica di Allegri virata verso un 4-3-3, ciò nonostante non mi è piaciuto affatto la gestione che la società ne ha avuto. Infatti, a mio avviso dichiarare ufficialmente a fine Marzo che, non si sarebbe proceduto con il rinnovo del giocatore che a prescindere da tutti gli elementi esterni, aveva il maggior numero di reti/assist di tutta la squadra, mi è parso un clamoroso autogoal. Basti pensare all’ Inter che, in una situazione simile con Perisic ha comunque aspettato la fine dell’ anno per ufficializzare il divorzio. Andar a demotivare quello che è comunque un campione della tua formazione, nel periodo più decisivo della stagione mi è parso clamoroso, seppur si parla di professionisti la gestione, a mio avviso, da parte della dirigenza è stata molto lacunosa.
Dove è la curva? Ho assistito personalmente a una sola partita a Torino quest’ anno, Juventus-Salernitana, e mi è parso per quasi 90minuti di giocare a Salerno. La totale assenza di tifo organizzato quando la Juventus ha giocato in casa, al contrario di quanto avvenuto in trasferta, ha di fatto, trasformato quello che era l’ effetto Stadium in un lontano ricordo. Non mi addentro nelle scelte societarie né nella diatriba con il tifo organizzato bianconero, mi auguro soltanto che il tutto possa essere ricomposto, perché non avere una curva che, possa trascinare la squadra quando gioca in casa, alimentando tutto lo stadio, e facendo da deterrente per le squadre ospiti, è uno svantaggio che non possiamo più regalare alle altre big del campionato.
Per quanto concerne questo primo articolo di riepilogo, è tutto. Continuerò poi con le pagelle dei singoli e gli spunti per la nuova stagione calcistica.
Marco Vella
N.B: l’articolo, inviato da un lettore di Juworld.NET, rappresenta l’espressione del pensiero dell’autore.
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