Ho iniziato a scrivere su questo sito, quando ancora si chiamava Juventus1897.it, nei primi anni di questo secolo, come passatempo soprattutto agli inizi, curavo le pagelle nel dopopartita, un modo di parlare di calcio, della mia amatissima Juventus. Un passatempo che con il passare degli anni è diventato un impegno, quasi un dovere verso quei lettori che mi seguivano fin dall’inizio, che soprattutto nell’epoca di farsopoli aspettavano i miei scritti, unici dissonanti rispetto ad una narrazione ufficiale che vedeva la Juventus, i suoi dirigenti, i suoi giocatori, già condannata a prescindere dai fatti, con una dirigenza insediata nell’occasione, che sembrava più propensa ad avallare le accuse, che non a difendere l’immagine e la storia del club più importante del calcio italiano. All’epoca mi ero anche rifiutato mentalmente di accettare la Juventus in B, che cinque campioni del mondo e campioni in carica in Italia, dovessero invece andare a giocare nei rispettabilissimi campi di Crotone, Frosinone, Arezzo, La Spezia, Rimini, per riconquistare la massima serie, quando altre squadra coinvolte giocavano la Champions, andandola pure a vincere. Poi l’amore per la Juventus, la passione, mi ha riportato a seguire sia quel campionato, sia gli anni successivi della famigerata gestione tennista – liquidatore – fotocopiatore, quando si doveva esultare per gli arrivi di fuoriclasse quali Poulsen, Knezevic, Felipe Melo, sia il decennio trionfale che ci ha visto mattatori assoluti in Italia, sfiorare anche la grande impresa in Europa. Solo che, dopo due anni come gli ultimi, in cui più che le cose in campo, mi hanno disgustato quelle fuori dal campo, mi ritorna quella domanda che mi posi a fine estate 2006, quando i famigerati dirigenti fantoccio sopra citati, ritirando il ricorso al TAR sulla sanzione sportiva subita a seguito di un processo farsa, ci costrinsero al campionato di B: - ne vale ancora la pena di seguire il calcio e seguire questa Juventus che non è amata nemmeno dai suoi dirigenti, oltre che odiata furiosamente da due terzi delle tifoserie calcistiche nostrane?
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Per chi ha avuto la notevolissima pazienza di seguirmi da ultimo, si ricorderà che c’è stato un momento, recente, nel quale avevo proprio pensato di chiudere con calcio, Juventus, siti di amici tifosi bianconeri: mi riferisco alla data del 22 dicembre 2020 ( https://www.juworld.net/articolo.asp?id=25090 ) : nel pomeriggio la notizia della decisione del Collegio Arbitrale CONI, che disponeva l’annullamento della vittoria a tavolino della Juventus contro il Napoli, con ripetizione della gara (e con l’assurdo che, per la prima volta, la gara di ritorno tra le due squadre si giocò prima della gara di andata), la sera lo scempio arbitrale del signor La Penna, gara Juventus – Fiorentina. Come ricorderete, la Juventus non si costituì nei vari giudizi, la dirigenza non prese posizione sulla decisione del Collegio Arbitrale, nemmeno ebbe da ridire sull’ennesimo scempio arbitrale di quella serata, ennesimo in una stagione nella quale in molti abbiamo anche criticato Pirlo, dimenticando spesso contro chi doveva giocare quella Juve raffazzonata. In una sorta di surreale gioco del silenzio della dirigenza e del presidente, dopo una estate nella quale era stato montato il caso Suarez (piuttosto, che fine ha fatto la vicenda?), dopo le aggressioni subite da Ceferin e complici sulla vicenda Superlega (in Spagna invece La Porta e Perez hanno parlato eccome), ancora una volta nulla veniva detto a critica e contestazione di una scellerata pronuncia della giustizia sportiva, la stessa che ha perseguito Andrea Agnelli per essere stato vittima nella vicenda Alto Piemonte, per tramite del Procuratore Federale tifoso napolista, Pecoraro. Penso ricorderete tutti bene cosa abbiamo vissuto sulla nostra pelle di tifosi, quella che è stata la persecuzione sistematica di giornali e tv, non sto qui a rivangarle: eppure all’ennesimo scempio a nostro danno … quella sera di dicembre 2020, non avemmo l’onore ed il piacere di vedere qualcuno dei nostri dirigenti presentarsi ai microfoni, per prendere posizione contro una decisione sconcertante, quella del Collegio Arbitrale CONI, e per un arbitraggio sciagurato, l’ennesimo di una stagione che era stata aperta da Fourneau a Crotone, proseguita da Pasqua contro il Verona, premiato il fischietto anche mandandolo successivamente a Benevento (ricordate l’espulsione con due giornate di squalifica di Morata?).
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Anche quest’anno il silenzio dei dirigenti è proseguito, al cospetto di situazioni direi ulteriormente peggiorate, a prescindere dai limiti che questa squadra manifesta, limiti tuttavia accentuati da una sequenza di direzioni di gara che non si possono definire di buona fede, basti solo pensare a Juventus – Inter di campionato, Irrati dodicesimo in campo. Il tutto condito anche dalla vicenda plusvalenze, dalla indagine ridicola, l’ennesima, di una procura della Repubblica alla ricerca di prove che loro stessi ammettono non esistenti, ma le cercano gravando lo Stato di costi inutili. Giornali e tv che proseguono nel loro racconto farlocco del calcio italiano, a senso unico, eppure il gruppo cui la Juventus appartiene, è generoso fornitore di prebende, in pubblicità e sovvenzioni, a queste testate e a questi giornalisti, basterebbe chiudere i rubinetti per vedere gentaglia che vive di antijuventinismo, dovere andare a cercarsi un vero lavoro, a restituire le proprie braccia all’agricoltura, o mendicare qualcosa con il piattino in qualche piazza. Così ormai noi tifosi ci dobbiamo sorbire di tutto, mentre chi avrebbe come dovere fondamentale quello di tutelare il proprio gioiello di famiglia, difenderne storia, leggenda, tifoseria, non sembra sentirsi toccato, per ciò che accade in campo e ciò che viene raccontato fuori dal rettangolo di gioco.
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Andiamo alla finale di coppa Italia. Preceduta da un “bella” intervista ad Andrea Agnelli, nella quale ci ha comunicato l’affetto, la stima, l’amicizia personale con Zhang, e quasi un volere bene adesso alla squadra protagonista di ogni campagna denigratoria a nostro danno. Come da ultimo mi accade spesso, cosa davvero inconsueta per uno che in passato, anche ai tempi della Juve di Zaccheroni e di Delneri, si sorbiva fino all’ultimo secondo delle partite anche messesi male, nella speranza di colpi di scena a noi favorevoli, quando vedo che le cose prendono una certa prevedibile piega contraria, o spengo il televisore, o vado via dallo stadio, come per il Villareal. Lo stesso ho fatto ieri alla concessione del rigore per autosgambetto di Lautaro Martinez. Non ci volevano affatto poteri paranormali e chiaroveggenza, per comprendere come sarebbe andata a finire, dato che dopo il gol del 2 – 1 a nostro favore, è sceso in campo il fuoriclasse unico della partita, il signor Valeri di Roma, che eccezionalmente giocava con divisa gialla e non azzurronera. Dopo il nostro vantaggio ho visto, in sequenza: - Brozovic, ammonito, scaraventa il pallone in tribuna, l'arbitro non lo espelle; - sulla linea del fallo laterale, altezza nostra area di rigore, Dybala mandato a terra con una spallata che era fallo a tutti gli effetti, Valeri lascia correre; - ripartenza bianconera, pallone a Vlahovic, nel cerchio di centrocampo, subisce fallo, Valeri lascia correre; - sempre a centrocampo, Cuadrado subisce fallo, la palla però arriva a Locatelli che appoggia velocemente a Dybala, si era creato un 2 contro due sulla trequarti interista, Valeri non applica la norma del vantaggio; - quindi il rigore per autosgambetto di Lautaro. Mi pare più che evidente come Valeri avesse deciso quale direzione dovesse prendere la partita, non possono ritenersi casuali decisioni a senso unico reiterate in questo modo, anzi è stato già tanto che il secondo rigore non sia arrivato prima del novantesimo minuto. Per completezza, vi ricordo che Valeri era l’addetto VAR la sera del 28 aprile 2018, la famigerata Inter – Juventus diretta da Orsato, ultima peraltro di questo arbitro con la squadra cartonato – cinese, vi ricordo che sia Pecoraro, sia la “iena” (più sciacallo che iena a dire il vero), Filippo Roma, hanno cercato il famoso audio tra Valeri e Orsato, come dire, mandato a dirigere questa finale perché DOVEVA rendere conto di quella volta, insomma non avevamo molte speranze.
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Così mi sono risparmiato di vedere in diretta il secondo rigore farlocco, deciso dopo quasi un minuto di gioco per richiamo dei giocatori interisti prima ancora che del VAR, mi sono risparmiato di vedere l’espulsione di Allegri, il mancato richiamo VAR sull’atterramento di Vlahovic, sono stati episodi che si sarebbero comunque verificati ugualmente magari in maniera diversa e in tempi diversi, ma sarebbero arrivati con una precisione da fare impallidire la puntualità svizzera. Ho riacceso dopo, incuriosito almeno di vedere che reazione avessero avuto i nostri giocatori, i dirigenti, l’allenatore nel dopopartita. Avrei fatto meglio a lasciare spento o a sintonizzarmi altrove, mi sarei risparmiato, nell’ordine: - le dichiarazioni post partita di Chiellini, che ha fatto i complimenti all’Inter, che l’ha definita più forte della Juventus (probabilmente è così, se poi gioca con l’intera squadra arbitrale a favore, diventa invincibile), che ha detto nella sostanza che la Juventus aveva fatto il possibile ma si era scontrata con la forza degli avversari; - le stucchevoli parole di Allegri sulla espulsione subita ("uno dell'Inter mi ha dato una pedata, io ho reagito e Valeri mi ha giustamente espulso": ma il quarto uomo che non vede l'aggressore, l'interista Sozza di Seregno, ne vogliamo parlare?), e poi i soliti elogi agli avversari e le banalità che ormai non sto più a ripetervi; - nessuno della dirigenza a rilasciare dichiarazioni nel dopopartita. A questo punto mi chiedo e vi chiedo: ma ne vale ancora la pena incavolarci di brutto a vedere queste porcate, a vedere come viene maltrattata da anni, in campo e sui media, una squadra che è la più gloriosa in Italia e la più famosa squadra italiana al mondo, quando abbiamo tesserati che dopo una gara come quella di ieri sera, elogiano chi ha commesso una rapina con violenza?
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Vedete, mai nessuna società e nessun dirigente o tesserato di altre squadre, si è mai pubblicamente complimentato con la Juventus per le vittorie degli anni scorsi, anzi proprio l’Inter non perse occasione di essere la prima a complimentarsi con il Real Madrid dopo Cardiff; ma questo è il minimo, in fondo che le altre si complimentino con la Juventus quando vince, non è che interessi più di tanto. Ma rimanere inerti ancora una volta, finisce con l’avallare il racconto calcistico che media sciagurati fanno di gare come quella di ieri sera, e non a caso lo sciagurato fogliaccio rosa milanese, ha raccontato di Valeri ottimo direttore di gara, che non avrebbe sbagliato nulla, ed in effetti non ha sbagliato nulla nell’aiutare l’Inter. Perché il sentimento popolare diffuso si fonda su questo modo di raccontare il calcio, sulle scenate di Mourinho ad ogni fine partita, anche quando la sua squadra è stata travolta dagli avversari, o sullo tsunami che la stampa napoletana scatena ad ogni incespicata della squadra partenopea, o sui pianti isterici nerazzurri, che si autoproclamano squadra degli onesti e sempre tartassata, a loro dire, dal potere che è sempre nelle mani della bieca Juve! Orbene, non dico che i nostri dirigenti e i nostri tesserati debbano comportarsi come soggetti da bar dello sport, come ultras accecati dal tifo e dal livore, ma non possono avere memoria corta, a cominciare da Chiellini, accusato di essere un cascatore dal tifoso interista per eccellenza (nel senso dispregiativo, l’eccellenza del peggio) Bonolis, in una trasmissione pre europei di calcio, a proseguire ad Allegri, che non evidenzia come sia la seconda volta che tesserati interisti fanno provocazioni verso la panchina bianconera, ricordando la supercoppa a gennaio. Sarebbe bastato un diplomatico, che so, “complimenti ai vincitori, ma non possiamo non evidenziare come la gara sia stata condizionata da certi episodi sfavorevoli, da decisioni arbitrali a nostro giudizio sbagliate”. Quantomeno avrebbero ascoltato tutti, quella che sarebbe stata la minima cosa da sottolineare dopo scempi come quelli subiti, e comunque sempre con toni inferiori rispetto a chi si ha avuto il coraggio di lamentarsi e di piangere in diretta, dopo avere vinto grazie a regali arbitrali (ogni riferimento a piangina Inzaghi non è casuale, ma voluto).
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Al cospetto di quanto accaduto in campo, diventano secondarie ed irrilevanti le valutazioni tecniche e tattiche della partita. Avremo un bel dire a criticare, ad esempio, i cambi di Allegri nella ripresa, la verità è che dopo quei cambi è andata la Juventus più vicina al 3 – 1, che l’Inter al pareggio, ottenuto a 10’ dalla fine con il rigore farlocco già raccontato; la verità è che Perin ha dovuto compiere in 120 minuti una sola parata impegnativa, ha rischiato pochissimo, mentre Handanovic due miracoli li ha compiuti; la verità è che con Brozovic negli spogliatoi anzitempo, sarebbe stato davvero interessante vedere come gli avversari potevano rimontare e rovesciare il risultato. Questa volta non me la sento proprio di esprimere giudizi e critiche verso giocatori e allenatore, sapete bene come sono stato poco tenero da ultimo verso Allegri. Ieri non si è perso per errori suoi, ma per precisa volontà imposta dall’alto, dimostrata dall’avere affidato proprio a Valeri la direzione di gara. Il che significa che chi ha perso davvero ieri è stata la società in quanto tale, incapace di alzare la testa, anzi guidata da un presidente divenuto grande amico ed estimatore degli avversari, quelli che ci hanno assassinato a suo tempo, rubandoci storia e titoli. Per questo credo che non valga più la pena di rovinarsi il fegato, a loro non interessa nulla o poco più di nulla della Juventus e di noi tifosi
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