La notizia del giorno scombussola in gran parte il mio puntuale e noioso commento del lunedì. Paulo Dybala a fine anno lascerà la Juventus, contratto arrivato a scadenza e non rinnovato. Potrei commentare in molti modi questa notizia, preferisco commentarla da “aziendalista”, con l’avvertenza che il termine “aziendalismo” quando si parla di Juventus, è l’elogio di quello che è stato storicamente il punto di forza della società bianconera, ovvero avere alla sua guida proprietari e dirigenti che hanno lungimiranza, oculatezza, efficienza e grandi doti di gestione di un club. Di grandi addii alla Juventus, specie di maglie numero 10, ne abbiamo vissuti nel passato più o meno recente, parecchi: Tevez, Del Piero, Zidane, Baggio, Platini, Anastasi, Sivori: se però avete presente i momenti di questi addii, Tevez lasciò anzitempo, ma la Juventus aveva già preso il promettentissimo Dybala dal Palermo, accompagnandolo con altre scelte di mercato importanti, Mandzukic, Khedira, per dirne alcune; stesso quando la società chiuse con Del Piero, squadra che aveva appena conquistato dopo anni uno scudetto, tornava alla base Giovinco, dopo anni straordinari a Parma, su di lui si puntava molto, per non tacere dell’altro talento arrivato, Pogba; le altre sono storie passate, certo, ma Zidane via, fu compensato da Nedved, Buffon, Thuram, Camoranesi, e non credo ci si rimise; Baggio partente liberò Del Piero, Platini venne rimpiazzato da Rush, che all’epoca era considerato il più forte centravanti europeo, che poi abbia fallito alla Juve è altro discorso. Come dire, la Juventus ha sempre saputo gestire questi momenti, grazie ad una programmazione oculata e intelligente, quasi sempre ci ha azzeccato, qualche volta non ha funzionato, ma sono stati sempre momenti in cui non si è rimasti scoperti da addii di giocatori importanti, che fossero vere bandiere o avviate a diventarlo. Non vado oltre, se non per aggiungere che questa cosa era nell’aria e non sembra si tratti di decisione da attribuire al giocatore, o solo al giocatore, a voler leggere con attenzione le parole di stasera dette da Arrivabene. Dico solo che se questa società, per l’ennesima volta, dovesse rimanere con il cerino in mano, fregata come fu per chi doveva venire in sostituzione di Allegri nel 2019, e non abbia ben ponderato la sua strategia di arrivare con Dybala a scadenza del contratto e dopo rinvii spesso pretestuosi, chiudere la porta in faccia all’argentino, non potremmo che definirla società di peracottari.
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Salto di commentare la partita di ieri, vittoria che non poteva che arrivare dopo l’eliminazione in Champions, contro una squadra attualmente ultima in classifica, per andare invece alla amara e mortificante eliminazione dalla Champions, a mio giudizio la più mortificante degli ultimi anni, per non dire in assoluto, ricordando le precedenti eliminazioni anche del passato quando la Champions si chiamava Coppa dei Campioni. Ero allo stadio, e devo dirvi che la sensazione della eliminazione bruciante l’ho avuto nella ripresa, quando ho visto l’azione che vi racconto: - minuto 56' circa della gara: rimessa laterale a centrocampo, De Ligt passa palla ad Arthur che prova ad avanzare e poi serve in orizzontale Danilo, che a sua volta serve sulla fascia Cuadrado, il quale prova uno scatto ma ci rinuncia e restituisce palla indietro a Danilo, che a quel punto ripassa ad Arthur, che cambia sul lato sinistro, in orizzontale a Rabiot, che smista per De Sciglio, il quale, non sapendo cosa fare, torna indietro a Rabiot, che a sua volta riconsegna il pallone ad Arthur, che ritiene ancora di appoggiare al suo fianco a Danilo, che trovando Cuadrado chiuso, restituisce ad Arthur, il quale prende palla e gliela ridà, ma Danilo di spalle ripassa nuovamente a lui, che prova a ridare palla a Rabiot ... e così per circa un minuto abbondante, fino all'improbabile lancio in profondità che finisce oltre la linea di fondo; come dire, teniamo a lungo palla a centrocampo, fraseggiando in orizzontale in maniera sterile, come se stessimo già vincendo e in controllo di partita e qualificazione. Orbene, se nel dopo partita devo sentire il nostro allenatore dichiarare che non ha nulla da rimproverare ai ragazzi, che è stata una buona partita decisa da episodi e che la rigiocherebbe nuovamente così, i casi sono due: - o è vero quanto dichiarato, per cui quell'asfittico, sterile, sconclusionato giro palla che ho citato prima, è conseguenza dei suoi insegnamenti di gioco, per cui la squadra deve pensare prima a tenere palla a lungo, anche senza sapere cosa fare; - o non ha il buon gusto di ammettere che ha ancora una volta sbagliato gara, per superficialità, per saccenteria, per qualsiasi cosa che non gli consenta ancora di chiedere ed imporre alla squadra una manovra che porti gli attaccanti a fare gli attaccanti, specie avendo quello che è il migliore degli attaccanti del campionato italiano.
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Delle eliminazioni patite dalla Juventus in questi ultimi anni, è questa la più mortificante e cercata con totale determinazione e ottusità tecnico - tattica, e ne spiego le ragioni: - con Sarri, contro il Lione, giocammo il ritorno dei quarti in piena crisi COVID-19, all'andata avevamo perso giocando male, ma con un arbitraggio diciamo più attento, ci stava un rigore a nostro favore; al ritorno una cazzata ad inizio gara, rimonta non completa, Juventus eliminata per la regola, oggi abolita, dei gol segnati in trasferta; - stesso discorso lo scorso anno con Pirlo, brutta partita all'andata, persa di misura, ancora una volta un errore difensivo che ci costa il gol subito nella gara di ritorno, fino ai supplementari, con quella punizione che vede la nostra difesa aprirsi come un muro in rovina a primo soffio, nonostante tutto ci provarono ugualmente, vincendo ma eliminazione nuovamente per gol segnati in trasferta, e diciamolo pure arbitraggio infame; Sul punto voglio riportare fedelmente quello che scrissi dopo Juventus – Porto lo scorso anno, l’articolo potete trovarlo facilmente nell’archivio: "E non posso non accusare di malafede chi martedì sera non ha voluto vedere: - un rigore molto ma molto generoso, al cospetto di quello negatoci all'andata; - un mancato rosso diretto già nel primo tempo su un giocatore del Porto (lo stesso poi espulso) per una entrata con piede a martello su Demiral a centrocampo; - punizioni invertite a ripetizioni, ne cito alcune, su Chiesa al limite dell'area di rigore, concesso fallo a favore del Porto; manata in faccia a Cuadrado, punizione a favore del Porto; l’azione del loro pareggio nasce da un inesistente fallo con ammonizione assurda, fischiato a Rabiot; il fallo dal quale scaturisce il gol decisivo, con tutto il rispetto di chi si lamenta della barriera, è inesistente; - se quello su Cristiano Ronaldo non è rigore più rosso per il portiere, ditemi voi cosa sia stato; - neppure rivisto al VAR il contatto su De Ligt, eppure mi pare chiaro che sia stato colpito, molto più nettamente del giocatore del Porto da parte di Demiral nel primo tempo." Così venne eliminata la Juventus di Pirlo lo scorso anno, ditemi voi se questa volta la situazione è equiparabile: mi direte che avevamo CR7, ed è vero, ma quest'anno avevamo sostanzialmente la stessa squadra con il capocannoniere del campionato, non c'era più la regola dei gol in trasferta.
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La rabbia deriva anche dalla considerazione che, ricordando la gara dell'andata e la prima mezzora di gioco, questo Villareal era nettamente inferiore ai bianconeri, quelle volte in cui si è forzata la giocata le occasioni sono arrivate, solo che lo si è fatto poche volte, e non poteva che finire così quando chi dovrebbe crossare in area cincischia o torna indietro, o facendo sempre lo stesso movimento viene sgamato e agevolmente bloccato, o non si rifornisce a dovere chi nel primo tempo, su tre palloni decenti ricevuti, ha creato tre occasioni nitidissime, una traversa e due parate provvidenziali del portiere; poi l'atteggiamento solito, quello di un gol con zero tiri, di aspettare Godot che risolva la partita, di non provare neppure a cambiare la dinamica con cambi al momento giusto. In questo Emery, che non è un gigante tecnicamente (flop al PSG ed Arsenal), si è mostrato molto più accorto del nostro esperto di ippica: - primo tempo sulla difensiva, a perdere anche tempo in maniera irritante, a svelare un piano chiarissimo, portare la partita ai supplementari o ai rigori, magari sperando nell'episodio favorevole nei 90', che pure nel primo tempo c'era stato, un tiro dal limite che in molti avevamo battezzato come gol, finito fuori di pochissimo; - quando a metà circa della ripresa, ha visto che la temutissima Juve di Allegri giochicchiava a fare il torello a centrocampo, quasi a difendere lo 0 - 0 e andare ai supplementari, tre cambi che hanno rovesciato la dinamica della gara, a prima accelerazione con conseguente errore difensivo, ecco il rigore (generoso per me, visto il tuffo plateale del giocatore spagnolo), con conseguente buonanotte a tutti i suonatori; - infine, vi siete accorti o no che il Villareal, catenacciaro, quando però usciva palla al piede e andava in profondità, è sempre riuscito ad arrivare in area di rigore bianconera? A dimostrazione che si può essere catenacciari, ma quando si attacca occorre avere in mente cosa fare e nel calcio il cosa fare è provare a segnare;
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Torno alla azione che ho descritto sopra, e mi pongo delle domande che giro a voi, premettendo che nel calcio il fuoriclasse è quello che vede lo sviluppo dell'azione, prima che essa abbia inizio: - nel momento in cui Arthur tenta l'avanzata per via centrale e poi si ferma, avrà notato che non aveva possibilità di avanzare o servire qualcuno; smistare la palla a destra significa dire al compagno "avanza tu o prova a servire tu qualcuno più libero", ed invero Danilo appoggia a Cuadrado che tenta un primo scatto in avanti, poi torna indietro e restituisce palla a Danilo, altro modo per dire, da qui non si passa; - stessa situazione si ripete dall'altro lato a Rabiot prima e De Sciglio poi, ma pallone che torna nuovamente indietro; - domanda: se le fasce sono bloccate o nessuno prova a tentare la giocata, che deve fare il giocatore che ritorna in possesso palla nel cerchio di centrocampo, se non provare a scavalcare quella linea difensiva con un lancio in profondità, o addirittura tentare la percussione per vie centrali? Arthur non fa nessuna delle due, restituisce palla a Danilo, poi a Rabiot, in una sorta di torello stucchevole, Ma la stessa domanda andrebbe pure fatta agli altri partecipanti al torello, se dopo il primo passaggio in orizzontale, la palla torna nuovamente sui loro piedi perchè il compagno non trova vie di passaggio o spazi per avanzare, non dovrebbero essere loro a provare l'imbucata, il lancio a scavalcare o l'azione personale? Arrivo alla domanda finale: chi dovrebbe dire ai nostri giocatori queste cose, magari aggiungendo "se non fai così ti sostituisco"? I cambi. Quel torello asfittico è durato praticamente per mezzora della ripresa, intervallato dai momenti in cui il pallone era in possesso del Villareal, che non aveva proprio intenzione di accelerare il ritmo, cercando qualche sortita tanto per guadagnare campo e alleggerire , tentando magari di forzare qualcuno all'errore. Nuova domanda: visto che devi vincere, tu allenatore della squadra di casa, cosa fai per cambiare la dinamica della partita? Il primo cambio è avvenuto dopo il rigore, subito dopo un altro cambio, il terzo sul 2 - 0, ovvero a gara compromessa definitivamente. Eppure era chiaro che Arthur non era in serata, Locatelli praticamente fuori dal gioco, Rabiot, dopo un primo tempo non malaccio, nuovamente il Rabiot solito (unico anzi a tirare in porta nella ripresa), ma soprattutto I DUE ATTACCANTI NON RICEVEVANO PIU' UN PALLONE DECENTE! Dybala andava schierato molto prima, e non al posto di Rugani (mossa che ha squinternato totalmente la nostra difesa, che è franata nel finale), ma al posto o di Arthur o di Locatelli, disponendosi la squadra in 4 - 3 - 3; Bernardeschi doveva entrare per Cuadrado, che non ne aveva più ormai ed era totalmente bloccato dal suo lato, e anche lui almeno dieci minuti prima: dico di più, se fosse entrato per primo, sullo 0 - 0, era anche più logico, 4 - 4 - 2, Bernardeschi a sinistra, al posto di Rabiot. Mi si dirà che erano pochi i cambi, ma comunque gli eventuali cambi per i supplementari c'erano eccome, hai Chiellini in panchina, hai Pellegrini, hai Kean, gente fresca che può dare il suo contributo. Invece no, ma tutto nel nome della "halma" che è stata così tanto consistente da avere addormentato pure i giocatori in campo nel finale. E così uno degli obiettivi stagionali, che doveva essere quello di migliorare almeno i risultati degli anni precedenti, superare gli ottavi di finale, è miseramente fallito, contro una squadra sicuramente inferiore ai bianconeri.
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