Settimana che ha prodotto sensazioni alterne, quella appena passata, come sta accadendo ormai da inizio stagione, un cammino che è iniziato male, poi è sembrato virare per il meglio, ma quando tutto faceva presagire che il peggio fosse alle spalle, nuovamente ricadute, poi rialzate e ancora una volta disfatte, per fortuna vanificate da risultati insperati. Ecco, forse è meglio iniziare stasera parlando della componente “fortuna”, che quest’anno sembra volerci sorridere, quanto sembra anche vederci rifiutarla. Abbiamo acciuffato il piazzamento in Champions per il rotto della cuffia, grazie ad un contropiede subito dal Napoli, in casa e mentre era in vantaggio; poi abbiamo acciuffato il primo posto, sempre grazie alla inattesa prova d’orgoglio dello Zenith di San Pietroburgo, un pareggio all’ultimo minuto, che ha consentito alla Juventus di ri-sorpassare il Chelsea, ed arrivare prima; infine il sorteggio di oggi che, nel caos più totale a dimostrazione della inettitudine di questa guida UEFA, non è stato ostile ai colori bianconeri, sia nella prima che nella seconda versione.
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Io non so se il "dio del calcio" ci stia mandando messaggi "subliminali", ma se è così, la società dovrebbe recepirli e in fretta, perchè siamo alla ennesima coincidenza fortunata di questa stagione in Europa: come dire, sembra che la fortuna sia dalla nostra parte, ma la fortuna va rispettata e non abusata, per cui se essa da una parte ci viene incontro e ci "bacia" favorevolmente, dall'altra va incoraggiata a farlo, e l'unico modo che la Juventus può utilizzare per questo fine è di prendere atto che l'organico così non è competitivo ai massimi livelli, può però diventarlo o con due innesti a gennaio, o quantomeno provando a puntare definitivamente su alcuni nomi emergenti già in organico, accantonandone altri che sono ormai all’ammazzacaffè, più che inutili, dannosi per la causa. Il centrocampo, o meglio, QUESTO centrocampo, non è proponibile ad alti livelli: va preso atto che Arthur, Rabiot e Bentancur, sono inadeguati a qualsiasi progetto presente e futuro della squadra, potranno essere pure titolari delle loro rappresentative Nazionali, ma non formano un reparto competitivo, schierati tutti assieme o due dei tre. Può giocare uno solo tra Rabiot e Bentancur, in funzione di mediano dei tempi passati, per cui, posta la titolarità indiscussa di Locatelli, ove si confermi in crescita ulteriore Mc Kennie, ci serve una vera mezzala, diciamo uno alla Khedira, o se preferite, alla Vidal, per avere un reparto di peso e che incida pure con un discreto bottino di reti. A mio giudizio, con due pedine azzeccate, questa Juve può diventare competitiva e fare un cammino significativo sia in CL, sia in campionato, considerato intanto il sorteggio benevolo (anche se viste le ultime esperienze, meglio non goderci più di tanto, ma indubbiamente meglio il Villareal di PSG e Atletico); nonché considerando pure che in campionato, due delle squadre di vertice cominciano a perdere colpi.
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Poi arrivano le prestazioni come quella di sabato, e viene proprio il dubbio che questa Juve stia proprio sputando sulla fortuna che vuole baciarla. Pensate, Milan che continua a perdere punti, pareggio fortunoso a tempo quasi scaduto, Napoli sconfitto in casa dall’Empoli, avessimo vinto a Venezia, saremmo a – 6 dai partenopei, con lo scontro diretto a gennaio in casa; invece siamo a – 8, superati pure dalla Fiorentina, agganciati dalla Roma. Siamo a più di un terzo del campionato, ancora i limiti cronici della squadra non sono stati neppure lievemente corretti, per cui se ad inizio stagione poteva essere un problema di assestamento, adesso è conseguenza di un vero e proprio problema tecnico, sul quale Allegri non può più essere considerato esente da responsabilità: per usare termini ippici tanto cari al nostro allenatore, il cavallo "Juventus" è in "rottura prolungata", e a questo punto deve chiedersi conto al "driver" di questa rottura prolungata che nelle gare di trotto produce le squalifiche dei trottatori. La squadra gioca male, ancora mostra pavidità, rete interminabile di retropassaggi o di gioco in orizzontale, si tira poco e male in porta, lasciate perdere le statistiche, si può tirare anche 30 volte a partita, ma se 29 sono tiracci che vanno in curva o puntualmente respinti dai difensori, di fatto si sono create zero occasioni da rete, non si vedono segnali di reazione, di scossa al gruppo. Parliamoci chiaro, qui i casi sono due, o il gruppo, parte di esso, rema contro l'allenatore, o è l'allenatore a non avere saputo trovare dopo sei mesi, le giuste motivazioni e le giuste scelte per dare una svolta alla stagione in campionato.
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Il primo tempo di ieri non era stato da buttare, anzi, nonostante l'ennesimo infortunio di Dybala (perchè schierarlo a rischio?), la buona prova di Pellegrini, Locatelli e Bernardeschi, aveva fruttato un gol e qualche altra occasione ghiotta sprecata per eccesso di egoismo o per qualche centimetro di distanza dal palo; poi ripresa da incubo, un quarto d'ora di totale inesistenza in campo, il resto a "masturbare a vuoto" in giro per il campo, una sola occasione sporadica, la sensazione di totale impotenza della squadra e di black out mentale del nostro allenatore anche sui cambi, sbagliati oltre che tardivi. Cambi tardivi e ancora una volta sbagliati: - Kean doveva entrare immediatamente, per Dybala, o, a inizio ripresa, quando i due centrali veneziani erano già ammoniti, per metterli in difficoltà; - sostituire Bernardeschi e Pellegrini nel finale, ovvero gli unici ad avere provato a scuotere la squadra, per Bentancur e Alex Sandro, entrambi inguardabili da tempo, è stato il colpo mortale, non c'è stata più alcuna iniziativa di rilievo; - infine Soulè a pochi minuti dal termine, è apparsa la mossa della disperazione, sperare che il ragazzino (che comunque dimostra buoni numeri), potesse trovare il colpo di fortuna in un paio di giocate. Aggiungeteci pure dichiarazioni post partita a dir poco alcooliche, ed il quadro è completo.
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Capitolo Allegri: inutile dire che il gruppo è questo e non si può fare di meglio, doveva essere lui a chiedere i rinforzi adeguati, o dire a tutti, in maniera non equivoca, che questo deve essere anno sabbatico, per vedere come costruire e su chi costruire la Juventus del futuro, cosa però incompatibile con scelte quali prestiti di nostri giocatori promettenti e il mettere in campo dei pesi morti, più che inutili, dannosi per la squadra. Queste cose le scrivo da "allegriano militante", da tifoso che si schierò immediatamente dal suo lato, dopo le accoglienze ostili del vedovame del fuggiasco ex interista oggi oltre Manica, da tifoso che ricorda ancora il suo esordio allo Stadium, quando lo speaker, nel timore che il suo nome non venisse acclamato dal pubblico, alzò a palla il volume per gridarlo lui. Ma questo non può mai portare, come vedo fanno in molti, ad una sorta di integralismo di sostegno alla sua persona, per cui se le cose vanno male, colpa o di dirigenti, o di giocatori, lui che ha fatto e che fa per uscire dalla crisi?
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