Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
Par |
Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
10 |
18 |
4 |
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0 |
17 |
8 |
F |
0 |
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0 |
0 |
0 |
0 |
0 |
N |
19 |
34 |
8 |
10 |
1 |
29 |
13 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.582 |
Giocate |
3.090 |
2.508 (54,74%) |
Vittorie |
1.699 (54,98%) |
1.175 (25,64%) |
Pareggi |
838 (27,12%) |
899 (19,62%) |
Sconfitte |
553 (17,90%) |
8.195 |
Fatti |
5.379 |
4.460 |
Subiti |
2.911 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
513 |
Giocate |
1.560 |
281 (54,78%) |
Vittorie |
927 (59,42%) |
114 (22,22%) |
Pareggi |
372 (23,85%) |
118 (23,00%) |
Sconfitte |
261 (16,73%) |
871 |
Fatti |
2.738 |
472 |
Subiti |
1.379 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 14.10.2021
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Mancini: dimettiti!
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di Stefano Bianchi
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All’inizio del mese, l’Espresso e altri centocinquanta giornali hanno pubblicato, in centodiciassette Paesi, l’esito dell’inchiesta “Pandora papers”, frutto dell’analisi di dodici milioni di documenti finanziari, scovati da seicento giornalisti del consorzio investigativo internazionale ICIJ. L’indagine ha mostrato come molti ricchi abbiano trasferito i loro denari in paradisi fiscali quali le Isole Vergini, e questo ricorrendo a quattordici studi internazionali, al fine di assicurare l’anonimato dei propri conti bancari.
Non è detto che tale comportamento determini di per sé un reato, o magari sì, per chi usasse tali conti a fini di corruzione o per riciclare denaro sporco. Certo è che questa elusione del Fisco determina l’impoverimento indiretto degli altri cittadini, che sono oltretutto costretti a pagare i costi per le pensioni, la sanità, l’istruzione, strade e ferrovie, sicurezza e servizi vari anche per questi signori che hanno portato le proprie ricchezze nei paradisi fiscali. I quotidiani finanziari stimano, per l’Italia, la perdita di oltre dodici miliardi di euro di tasse.
Con le mani nel sacco sono stati colti in moltissimi. Tanti i multimiliardari (c’era da aspettarselo), ma anche re (quello di Giordania), principesse (Maria Gabriella di Savoia), presidenti della repubblica (il cileno Piñera), primi ministri (Imran Khan del Pakistan), ex primi ministri (Blair in Gran Bretagna), ministri dell’economia (l’olandese Hoekstra), ma anche neofascisti naturalizzati giapponesi (Zorzi) ed ex campioni di calcio naturalizzati britannici (Vialli), camorristi, mafiosi, modelle (la sempre strafiga Schiffer), cantanti (Shakira, Elton John, spagnolo Julio Iglesias: riguardo a questi ultimi, mi sarebbe dispiaciuto molto di più trovarci i Led Zeppelin).
Arrivando in Italia, fanno bella mostra di sé nell’elenco dei Panama papers l’ormai grinzosetta Bellucci, Briatore, Ancelotti (quello che “i maiali non possono allenare”), Zenga, Raiola e i suoi pupilli Donnarumma e Verratti, infine Mancini, il CT della Nazionale. Proprio riguardo a “Mr. Ciuffettino”, egli ben sapeva di non essere tanto in regola, tanto che, nel 2009, fece un tentativo all’ultimo tutto per avvalersi dello “Scudo fiscale”, una legge in cui il Ministro Tremonti offriva una sanatoria, cioè la non punibilità dei reati tributari in cambio del versamento di una quota forfettaria, pari al 5 per cento del valore dei beni detenuto all’estero.
Di altri “No Tax” dell’italica pedata, non voglio parlare di Zenga, Ancelotti e Raiola, persone che stimo pochissimo, specie l’ultimo, per il semplice fatto che lo vedo (senza che lo sia davvero, per carità), una via di mezzo tra un prosseneta e un ricattatore. Sugli altri, vorrei dire qualcosa in più. Di Valli, per esempio. Vero è che Gianlucaccio sia cittadino inglese, e quindi poco ci importa, anche se lo abbiamo amato (almeno per quattro stagioni) e comunque gli si è sempre voluto bene per le qualità umane che ha sempre espresso, che paghi o no le tasse nella “perfida” Albione. Resta che se avessi saputo prima del suo coinvolgimento in Pandora papers, il suo “Goals”, probabilmente, non lo avrei acquistato. Verratti e Donnarumma giocano nella nostra Nazionale, e fa un po’ specie sapere che contribuiamo alla loro ricchezza, mentre loro si danno daffare per diminuire la nostra. Come il signor Mancini da Jesi, Italia, dov’è anche residente, di professione commissario tecnico della Nazionale italiana, almeno quando non sia intento a ravviarsi il ciuffettino. Per molti connazionali (per me, sempre meno) rappresenta un simbolo e un personaggio di riferimento. Che non paghi tasse per parte dei suoi guadagni è una vera vergogna. Se è tutto vero, come penso, anche nell’attesa che la Magistratura indaghi, potrebbe smettere di convocare Donnarumma e Verratti e poi, dignitosamente, dimettersi. Lasciando il suo posto, magari a uno meno bravo di lui (calcisticamente), ma che paghi le sue tasse COME FACCIAMO NOI. Anche se, come ripeto, probabilmente non ha fatto nulla d’illegale, penso che sarebbe più corretto pagare le tasse là dove si ha (e ci danno) la possibilità di produrre reddito. Specie se, di quel “là” si è anche cittadino. Un cittadino, oltretutto, più fortunato della maggior parte degli altri.
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