Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
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N |
16 |
31 |
8 |
7 |
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12 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.579 |
Giocate |
3.088 |
2.508 (54,77%) |
Vittorie |
1.699 (55,02%) |
1.172 (25,60%) |
Pareggi |
836 (27,07%) |
899 (19,63%) |
Sconfitte |
553 (17,91%) |
8.194 |
Fatti |
5.378 |
4.459 |
Subiti |
2.910 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
512 |
Giocate |
1.557 |
281 (54,88%) |
Vittorie |
927 (59,54%) |
113 (22,07%) |
Pareggi |
369 (23,70%) |
118 (23,05%) |
Sconfitte |
261 (16,76%) |
871 |
Fatti |
2.737 |
472 |
Subiti |
1.378 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 15.09.2021
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Ronaldo, l’addio (seconda parte)
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di Stefano Bianchi
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La colpa di queste eliminazioni non è stata certamente di Ronaldo, non tutta almeno, ma forse è stata proprio la sua presenza di “levatore di castagne dal fuoco” a deresponsabilizzare qualcuno dei nostri. Uno di questi è certamente Dybala, colui che di più ha rimesso dalla presenza del portoghese, e che, umanamente, può essere stato maggiormente disturbato dalla presenza della prima donna lusitana. Inoltre, probabilmente, Paolino non era il solo bianconero a non tollerare più i privilegi tattici riservati al portoghese.
Ronaldo è tornato tra i Mancunions, dove Sir Alec Ferguson lo fece diventare grandissimo. Tutto è successo molto in fretta, nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27 u.s., con tutti strasicuri di vederlo l’indomani con la maglia celeste del City, mentre giocherà con quella rossa dello United, “a casa sua” come ha dichiarato con molta indelicatezza, non mostrando grande rispetto verso chi lo aveva osannato fino al giorno prima. Mi sarei aspettato una conferenza stampa di addio, magari con maggior anticipo rispetto a quel martedì 31 agosto, giorno di chiusura della campagna trasferimento dei calciatori. Così, proprio non si fa.
Da qualche tempo, la Juventus aveva lasciato chiaramente intendere, riuscendovi, anche se pare evidente che non sia del tutto vero, che sia stato Ronaldo a volersene andare, e non la Società a volersene liberare. Si è trattato di separazione consensuale, con la voglia di Ronaldo di andarsene, non importa se al Parco dei Principi, l’Old Trafford o l’Etihad Stadium, che equivaleva alla volontà della Juventus di farlo andare, purché fosse pagata la quota cartellino (e risparmiato un anno d’ingaggio).
Spedirlo in panchina all’inizio della gara con l’Udinese è stato un messaggio chiaro, a lui e agli altri della squadra: il tempo dei privilegi è finito e Ronaldo non è più il campione attorno a cui ruota la squadra, ma ne è il valore aggiunto. Un grande campione che deve fare quanto gli dice il proprio allenatore, visto anche lo stipendio percepito: evidentemente le indicazioni dell’allenatore necessitavano, per essere seguite, di un ingaggio maggiore. Ronaldo non ha accettato di fare quanto voleva Allegri, cioè il cambio di posizione, più centrale, per sfruttare al meglio gli assist dei laterali, per avere una squadra più equilibrata. Era tanto che Allegri gli aveva detto tutto ciò, e sarebbe stato meglio che Ronaldo si fosse comportato con maggiore linearità, esprimendo subito il pensiero che lo portava lontano da Torino. Si sa: i grandi campioni, non sempre hanno un animo all’altezza.
Anche l’addio non è stato granché. Se n’è andato quasi alla chetichella, senza una conferenza stampa di saluto ai tifosi, anzi, con quel ”Grazzie tiffosi” con cui, oltre a non salutare adeguatamente chi l’aveva osannato e pagato lo stipendio, si è fatto prendere per i fondelli da tutti. Da tutti, fuorché dagli interisti, essendo pochi, tra loro, quelli in grado di notare l’assoluta assenza di congiuntivi nei commenti Sky di “zio” Bergomi.
Tra qualche anno, rivisitando la nostra storia, ci sentiremo orgogliosi di aver visto giocare, con la nostra maglia, un fenomeno come Cristiano: lo spettacolo ce l’ha assicurato, e peccato non essere riusciti a mettere la ciliegina della Champions sulla torta. Grazie di tutto Cristiano. A parte quel twitter che ci ha dedicato, non mi sento di essere stato salutato da lui, ma voglio lo stesso lasciarlo andare con un augurio. Quando, dopo il “Manchester bis”, a trentotto anni si sarà annoiato di “fare il sette”, potrebbe tornare da noi, e con un po’ meno di fiato in corpo, ma sempre perfettamente integro, considerando come si allena, potrebbe provare a recitare quel ruolo di uomo d’area che ha rifiutato di fare in quest’agosto 2021. Io lo accoglierei con rinnovato entusiasmo.
Senza Ronaldo, la Juve recupera soprattutto la storica centralità della squadra, ultimamente un po’ corrosa dalla Ronaldo-dipendenza, che ci ha portato all’involuzione tecnica e a sforare il bilancio: la chiamata di Arrivabene al timone economico Club, la dice lunga su quest’ultimo aspetto. Allegri ha dichiarato che ”Ronaldo va ringraziato per quello che ha fatto, anche come esempio tra i giovani. Ma bisogna andare avanti. Le cose passano, è una legge della vita. Rimane la Juventus, che è la cosa più importante”. Rimane la Juventus: è un concetto fondamentale. Fon-da-men-ta-le! Io che tifo Juventus dai tempi di Boniperti, Charles e Sivori, anche se amavo Sivori sopra ogni cosa e odiai Heriberto per averlo mandato via da Torino, avevo compreso, e ben prima che Boniperti diventasse il “Presidentissimo”, come il “Biondino di Barengo”, non solo già allora rappresentasse la centralità della Juventus, ma FOSSE la Juventus stessa. E la differenza tra Boniperti e Ronaldo, ai miei occhi è colossale.
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