Tutte le partite ufficiali della stagione |
G. |
Pti |
Vit |
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Sco |
Fat |
Sub |
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9 |
16 |
4 |
4 |
1 |
12 |
5 |
C |
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4 |
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17 |
8 |
F |
0 |
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0 |
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N |
19 |
34 |
8 |
10 |
1 |
29 |
13 |
T |
La Juventus dal 1900 ad oggi |
Gare ufficiali |
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Serie A |
4.582 |
Giocate |
3.090 |
2.508 (54,74%) |
Vittorie |
1.699 (54,98%) |
1.175 (25,64%) |
Pareggi |
838 (27,12%) |
899 (19,62%) |
Sconfitte |
553 (17,90%) |
8.195 |
Fatti |
5.379 |
4.460 |
Subiti |
2.911 |
C. Europee |
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Era 3 pti (uff.) |
513 |
Giocate |
1.560 |
281 (54,78%) |
Vittorie |
927 (59,42%) |
114 (22,22%) |
Pareggi |
372 (23,85%) |
118 (23,00%) |
Sconfitte |
261 (16,73%) |
871 |
Fatti |
2.738 |
472 |
Subiti |
1.379 |
Tutti i numeri della Juventus |
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Pubblicato il 30.11.2020
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3 dicembre 2000: anche le “Pigne” hanno i loro anniversari
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di Stefano Bianchi
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Quell’iniziativa ricordava la pavimentazione davanti al Teatro Cinese a Los Angeles, invece si chiamava ”Accendi una Stella” e, a Torino, voleva scegliere cinquanta campioni cui dedicare altrettante stelle nella Hall of Fame dello Stadium. Mi sarei stupito moltissimo se una di quelle stelle non fosse stata assegnata a Paolo Montero: non era un Del Piero o uno Zidane che ti faceva vincere le partite da solo, ma rispetto a quei due era ugualmente indispensabile. Forse non era un campionissimo ma era certamente uno dei leader della squadra di Moggi e di Lippi, e c’è molto di suo in quei cinque Scudetti, tre Supercoppe di Lega, la Coppa Intercontinentale, la Supercoppa UEFA... e tre finali di Champions.
Ci rivedevo finalmente un Gentile, ma ancora più cattivo, che come Claudio cercava di sopperire alla “fatica” della marcatura del suo attaccante anticipandolo, ma nel caso non ci fosse riuscito arrivava con i muscoli di un fisico che erroneamente pareva esile, un fisico che l’attaccante avversario pativa regolarmente. Non è un terzinaccio alla Pasquale Bruno: ha anche un grande senso della posizione, guida i compagni di difesa come nessun altro, sia in fase difensiva, comandando il fuorigioco alla pari del più celebrato Baresi (quello vero, Franco), sia in ripartenza, proponendosi per lanci millimetrici di quaranta metri. Tutto questo era il Montero “tecnico” in campo. Poi c’era il Montero “politico”, quello che va a dare un’aggiustatina all’avversario che ha appena fatto un fallaccio sul suo numero dieci, che rifila il calcione a Totti, reo di quel “zitto, quattro gol, a casa” fatto a Tudor con la manina, dirigendosi poi verso gli spogliatoi senza aspettare il cartellino rosso. Un’altra volta, sempre con la Roma, aveva fatto fallo di mano per evitare una rete di Montella: l’arbitro aveva già il cartellino rosso in mano, ma l’Aeroplanino continuava a protestare. Gli rifilò un ceffone e il mitico “Zitto Montella, stai zitto! Mi hanno espulso, basta parlare!”. Uomini e no.
Il meglio del Montero “politico” fu quel 3 dicembre 2000, Inter – Juventus due a due. Non per la gara in sé, che peraltro vincevamo due a zero e ci siamo fatti rimontare, ma per “quel” ca**otto a Di Biagio: forse ti aveva provocato in qualche modo, forse eri tu che lo provocavi per farlo reagire ed espellere, forse ti stava già sui cosiddetti per vecchie questioni? Non m’interessa. Ricordo sempre con piacere, la sua mandibola che, come nei cartoni animati, dondolava in qua e in là fino a perdere l’energia cinetica appena ricevuta: restò così sorpreso e rincitrullito da non trovare nemmeno il modo di replicare. Oltretutto, Montero non rimediò nemmeno il cartellino rosso, che sarebbe stato il quattordicesimo totale, in bianconero. Non contento, alla Domenica Sportiva, ineffabile, dichiarò: “Se Di Biagio vuole giocare senza contatto fisico, vada a giocare a pallavolo”. Un grande. E naturalmente, da quella sera, per la Gialappa’s Band, oltre che “Terrninator” diventò anche “Pigna”.
Se ricordo con piacere l’episodio – Di Biagio, non posso dimenticare le spedizioni di Montero ai “Murazzi” e le partite a pallone a Porta Nuova, ore notturne che passava con gli emarginati di Torino, che finivano sempre in elargizioni di denaro e biglietti di tribuna per stadio. Non bastasse, il disperdere a ca**otti quei tifosi che strattonavano Zidane, a Caselle, tornando da quella figuraccia col Panathinaikos, l’aver ospitato in casa Josè Franco, calciatore del Torino senza stipendio da mesi o il farsi undicimila chilometri dall’Uruguay, per poi stabilirsi per quindici giorni al capezzale di un amico in coma a Torino. Montero: grande calciatore, grande “Pigna”, grande uomo.
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