Caro Andrea Pirlo,
abbiamo accolto il tuo arrivo in panchina alla Juventus, memori dei quattro anni straordinari che hai fatto in bianconero, contribuendo a riportarci in cima al calcio nazionale e ad un rigore negato per arrivare pure in cima a quello europeo. Arrivo a sorpresa, certo, ma benedetto da tutti noi, e accompagnato da grande entusiasmo, grande fiducia e speranza di poter rivivere i momenti eccelsi che hai dato in campo da giocatore, anche prima di vestire il bianconero. Scommessa affasciante, certamente, che possiamo sintetizzare in questa formula, Juventus vincente e bella a vedersi giocare. E credo che alla fine questo obiettivo verrà raggiunto, a patto però di cominciare a mettere determinati paletti da parte tua, su alcune cose, equilibrio di spogliatoio, mentalità del gruppo, schemi di gioco, e l'ordine non è casuale. Sappiamo bene che l'organico affidatoti presenta qualche lacuna, sulla quale prima o poi qualcuno dovrà darci delle spiegazioni, difesa con uomini contati (era proprio il caso di disfarsi contemporaneamente di Rugani e Romero?), centrocampo da inventare, con uomini sicuramente affidabili, ma senza un vero fuoriclasse o leader, attacco ancor più limitato, tre soli giocatori e in caso di emergenza qualche under 23, ed anche qui ci sarebbe da chiedersi come è stato possibile lo scorso anno disfarsi di una giovanissima promessa, che poteva ritornare, e che invece è andata a Parigi dove si dice stia facendo bene. Perchè scrivo queste cose? Semplice, perchè ieri il finale di Lazio - Juventus non può non essere considerato un serio campanello d'allarme per il prosieguo della stagione, se a Crotone si era potuto recriminare per Fourneau, contro il Verona per l'arbitraggio di Pasqua ma anche per tante situazioni sfortunate, il pareggio rocambolesco della Lazio, non può essere considerato solo frutto di sfortuna, ma di autolesionismo cercato e fortemente voluto. Quei venti secondi finali contengono tutta la fiera degli orrori che una grande squadre non deve MAI manifestare, neppure dopo il triplice fischio finale, e sono la sintesi di questo inizio di stagione. Vedi, caro Andrea, in passato la Juventus ha scommesso con esordienti o quasi, Picchi nel 1970, Trapattoni nel 1976, ma i presupposti erano molto diversi: nel primo caso una squadra che era logora da anni, aveva sì vinto uno scudetto nel 1967, ma grazie al suicidio della avversaria, non riusciva più ad imporsi in annate nelle quali erano prevalse outsider come Fiorentina e Cagliari, insomma occorreva ripartire da zero o quasi; quasi la stessa cosa con Trapattoni, una squadra che sembrava arrivata al capolinea di un ciclo, problemi di spogliatoio che portarono ad un doloroso allontanamento, per la tifoseria, di due bandiere bianconere, Anastasi e Capello, una squadra che aveva vinto parecchio in Italia, ma doveva comunque ripartire per tornare a vincere in Italia ma anche all'estero. Adesso non è così: è una squadra che viene da nove scudetti di fila, che è stabilmente insediata tra le grandi d'Europa, soprattutto che annovera il più grande giocatore del momento, o quantomeno uno dei due più grandi. Non può dunque questa Juventus avere obiettivi a medio termine, non può essere quindi questa una fase di transizione, deve essere una fase nella quale comunque l'obiettivo rimane sempre lo stesso, vincere. Mi pare ovvio che, giocandosi in questo modo, con quattro pareggi e due vittorie, più una terza a tavolino, e in Europa un girone praticamente superato, ma con la macchia di una sconfitta in casa, le premesse non sono delle migliori. Andiamo allora al dettaglio:
LO SPOGLIATOIO
Non vorrei che avere avuto tu alcuni giocatori come tuoi ex compagni di squadra, ti condizioni nel fare la formazione. Ieri ad esempio, in tanti, troppi, hanno individuato in Dybala il colpevole, per quel controllo superficiale che ha prodotto la perdita del possesso palla a venti secondi dalla fine della gara; ma pochi hanno poi rilevato che: - la rimessa è stata battuta non verso l'area di rigore, bensì in parallelo con la linea laterale della nostra metà campo; - Correa era contrastato da due nostri giocatori, che si sono fatti saltare senza nemmeno fare la cosa più semplice in quella zona di campo, fallo tattico e nella peggiore ipotesi ultima punizione a favore di una squadra senza veri colpitori di testa; - in area juventina c'erano sei giocatori nostri e solo due laziali; - Caicedo ha un solo piede, il destro, e chi gli era vicino lo ha fatto girare agevolmente e tirare proprio di destro. Quindi tanti, troppi sono i veri colpevoli di questo suicidio, e quando sono troppi i giocatori che non hanno mantenuto la concentrazione in una fase ormai finale di gioco, qualche responsabilità non può non essere addebitata anche alla panchina. Era questa la caratteristica della tua Juventus quando eri in campo, non potrai mai dimenticare il gol nel derby a due secondi dalla fine, in 10 contro 11; nè Cuadrado, uno dei corresponsabili, dimenticarsi del suo gol nel derby, sempre a pochi secondi dal termine del derby dell'anno successivo. Questa carica ai giocatori devi darla tu, non possono inventarsela loro, ti basta vedere come si dimenava il tuo collega Simone Inzaghi in quei secondi finali, non rassegnato affatto alla sconfitta. E se è necessario, anche a costo di lasciare qualche senatore in panchina o spedirlo in tribuna, magari a vedere le partite su uno sgabello, visto che qualcuno ieri rimproverava palesemente un compagno che l'aveva richiamato a seguito di un errato disimpegno
MENTALITA' DI GRUPPO
La Juventus, storicamente, ha avuto questa grande forza: anche quando ha avuto fuoriclasse di primissima grandezza, a vincere era sempre il gruppo, conta più la squadra e il risultato, che la giocata dei singoli, si gioca uno per tutti e tutti per uno. Quest'anno ancora questa dote, che si chiama carattere, si chiama grinta, o come volete, non la sto vedendo, anzi, la vedo più che altro nell'unico giocatore in campo che ha vinto molto di più degli altri messi assieme, eppure gioca sempre come se dovesse ancora vincere il suo primo trofeo di carriera, e non credo sia casuale che i pareggi di Crotone, contro il Verona, quello di ieri, come pure la sconfitta contro il Barcellona, siano risultati maturati con lui assente, o come ieri, con lui uscito dal campo. Certamente c'è chi si è impegnato con maggior vigore, diciamo Cuadrado stesso, diciamo il McKennie subentrato, diciamo anche il Kulusevski della ripresa (piuttosto perchè uscito proprio lui?), ma a ben vedere in nessuno di loro ho visto i famosi "occhi di tigre", ancor meno negli altri. Una partita come quella di ieri, con la Lazio rimaneggiata e incapace di pungere, doveva essere chiusa e bene già a metà ripresa, e solo a risultato al sicuro "gestita" per risparmiare energie. Aggiungiamoci pure le scelte nei cambi, se vuoi gestire il possesso palla, sarebbe stato meglio schierare Arthur, che ha già dimostrato di saper fare queste cose; mancando Chiesa, sarebbe stato più utile mantenere comunque in campo un esterno capace di rovesciare il fronte di gioco, dunque Kulusevski non andava tolto, mentre andava tolto un Bentancur a corto di fiato e già ammonito, e presumo che il famoso "fallo tattico" nel finale non lo abbia fatto, dopo il tunnel subito, perchè stanco e a rischio secondo giallo. Soprattutto non ho visto quello spirito di aiutarsi reciprocamente, ed è la seconda volta di fila, un esempio era stato contro il Ferencvaros nel gol subito nel finale, con gente ferma a vedere la scena; ieri più volte ho notato che vi era un certo disinteresse dei compagni più vicini a soccorrere il compagno in difficoltà, e non solo sul pareggio. Eppure molti giocatori in campo hanno vissuto, in passato e in bianconero, i periodi nei quali era questa la forza dei bianconeri, che metteva paura agli avversari, già negli spogliatoi prima di entrarsi in campo.
SCHEMI DI GIOCO
Anche qui tutte le attenuanti che vuoi, caro Andrea, niente precampionato, di fatto gli esperimenti stanno accompagnando l'inizio della stagione, ma adesso siamo a dieci gare giocate e non penso non ci sia una chiara idea di come deve giocare questa squadra. A cominciare dalla difesa, nella quale mi pare emergono i limiti di Bonucci. Che non emergevano quando c'era la BBC, ovvero un difensore fortissimo come senso di posizione e nell'anticipo, Barzagli, ed uno marcatore arcigno e insuperabile, Chiellini. E' dall'annata del Milan, che non si vede più il Bonucci del passato, lo scorso anno il vero leader difensivo a poco a poco è diventato De Ligt, e se nel finale abbiamo avuto problemi, è stato per le sue condizioni precarie. Il che significa che per adesso occorre giocare con una difesa a 4 e con un centrocampo che copra come si deve la difesa, dunque con due giocatori di quantità, efficaci in interdizione, se si vogliono mantenere esterni difensivi che si propongano in proiezione offensiva. In avanti occorre che si scelga se giocare a due punte più un trequartista, o con un tridente, e conoscendo i trascorsi di Cristiano Ronaldo, dobbiamo avere chi faccia il Bale della situazione e il Benzema che attiri a sè i centrali difensivi avversari. Ma questa Juve deve avere un modulo di gioco di base, come ha avuto in passato, salvo svariare su di esso a seconda delle situazioni. E deve essere il modulo definitivo. Speriamo che questa pausa Nazionali sia utile per riordinare le idee, da ora in avanti, caro Andrea, non potrai sbagliare più di tanto.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|