"Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?" (= "fino a quando abuserai, Catilina, della nostra pazienza?"). Per chi non conosce il latino o non ha studiato Cicerone, questo è l'inizio della sua orazione senatoriale più celebre, la cosiddetta "Catilinaria", violento atto d'accusa verso un personaggio dell'epoca, senatore, che cospirava contro la Repubblica. Mi sono venute queste parole in mente, al termine dell'ennesimo sfregio arbitrale, culminato al termine di una settimana infuocata, nella quale tutti si sono sentiti in dovere di dire la propria contro la Juventus, facendo diventare la vittima in carnefice, a seguito della vicenda relativa alla partita non disputata tra Juventus e Napoli. Perchè credo che adesso è proprio arrivato il momento di preparare lo sbarramento all'aggressione sistematica della Juventus, a 360 gradi, e di farlo al meglio, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI.
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Non commenterò la partita, del resto l'avete vista tutti, squadra in formazione diciamo d'emergenza o sperimentale, dopo la pausa per le Nazionali, cantiere ancora aperto, ma squadra che comunque, pur giocando in maniera a lungo non convincente, la partita l'aveva vinta sul campo, e l'aveva vinta in inferiorità numerica, la seconda di fila in questa stagione. Mi limito a dire che in quelle poche situazioni nelle quali si è verticalizzato a dovere, è scaturito il gol del pareggio, l'occasionissima di Portanova, il gol poi annullato a Morata, ed in queste azioni si è notata quale sia l'idea di calcio di Pirlo; si è pure notata ancora una volta una certa vulnerabilità della squadra, che soffre le ripartenze veloci e non riesce a fare filtro adeguatamente, anche perchè non abbiamo un assetto definitivo del centrocampo titolare. Per quanto riguarda le prestazioni dei singoli, il Morata deludente della prima partita è un lontano ricordo, abbiamo rivisto il giocatore che rimpiangemmo molto quando andò via a fine stagione 2015 - '16; il duo Kulusevski - Chiesa ha bisogno di tempo, ma promette davvero bene, e complessivamente non potrei dire di avere visto giocatori davvero insufficienti, semmai non ancora ben amalgamati, questo si.
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Andiamo alla direzione di gara. Se un arbitro, nella stessa partita, concede un rigore come quello dato al Crotone (rivedetele le immagini, ma con attenzione), ammonisce in un solo tempo di gioco tre giocatori della Juventus, ridicola quella di Kulusevwki, e non fischia due fallacci nella ripresa all'ammonito Cigarini, mentre espelle Chiesa per un contrasto che al peggio poteva essere da ammonizione, e alla fine annulla un gol aspettando più di quattro minuti che il VAR trovasse il fotogramma giusto per dimostrare una irregolarità su una azione limpidissima; se unito a tutto questo si aggiunge che i bianconeri non hanno avuto concesse almeno due calci di punizione dal limite per falli visti da tutti tranne dall'arbitro, mi pare chiaro che non si possa parlare di serata storta del direttore di gara, ma di prestazione scientificamente pilotata. Cosa confermata da una azione nel finale di gara: una entrata fallosa a piedi uniti di Cigarini su Morata a centrocampo, che se fischiata non poteva che produrre la seconda ammonizione del picchiatore crotonese, mentre Fourneau ha lasciato giocare. Cioè l'arbitro che ha comminato un rosso diretto per un contrasto meno duro, neppure concede falla per una entrata sicuramente più dura e decisa, che poteva far male al nostro attaccante.
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E' stata la settimana nella quale da Napoli sono partite, come sempre, le peggiori aggressioni mediatiche, a seguito della decisione del Giudice Sportivo, di dare partita vinta alla Juventus per mancata presentazione della squadra partenopea, a sua volta penalizzata di un punto. Decisione che è scandalosa solo per una ragione, il ritardo con cui è stata adottata. Hanno parlato tutti: la stampa sportiva, specie quella romana, i corrispondenti Sky che quasi quasi hanno descritto come eroi quelli che avevano violato le regole e il protocollo vigente, e come colpevoli e criminali da perseguitare, quelli che invece avevano rispettato regole, protocollo e disposizioni della Lega Serie A. Abbiamo ascoltato, anzi siamo stati costretti ad ascoltare a reti unificate, i deliri del sindaco di Napoli, del presidente della regione Campania, del ministro napoletano dello sport, della ex ministra tanto amata da coloro che non sono potuti andare in pensione grazie a lei, pure il solito politico brutta copia della caricatura fattagli da Fiorello, l'interista Larussa, ha ritenuto di dovere dire la sua; del fatto si sono occupate radio, televisioni, giornali, tutti compatti nel criticare la decisione, e invocare il cambio di regole, cosa che spunta puntualmente quando c'è da danneggiare la Juventus, vi ricordate la vicenda passaporti falsi, o quella degli extracomunitari illecitamente impiegati, poi sanata retroattivamente dalla Corte Federale, in tempo per salvare lo scudetto della Roma nel 2001? Unite questo clima di offensiva militare a tappeto, alle speculazioni sul caso Suarez, e capirete che l'obiettivo è il solito, aizzare il famoso sentimento popolare diffuso, al punto che da qualcuno si invoca la seconda calciopoli (per non fare nomi i soliti squallidi personaggi che rispondono al nome di Pistocchi Maurizio e Ziliani Paolo, autentici banditi dei social network, istigatori di odio, millantatori e manipolatori di verità in servizio permanente effettivo).
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Viceversa, comincia a diventare insopportabile il silenzio della società di fronte a queste aggressioni sistematiche. Il calcio italiano deve moltissimo alla Juventus, lo si vide nell'anno della serie B, il massimo campionato non interessava nessuno o quasi, mentre la B fece il botto; le partite della Juventus sono quelle che attirano più telespettatori, dunque fanno salire gli incassi della pay tv, sono quelle che interessano il mercato internazionale, e grazie a quei soldi che l'intero movimento guadagna, vanno avanti anche le altre società; la pubblicità del gruppo consente ancora a molte testate di sopravvivere, per poi usare quella sopravvivenza per colpire il gioiello del gruppo. Intendiamoci, non arrivo a dire che la proprietà deve usare la sua "potenza economica" per condizionare, anche se come sapete bene, questo viene insinuato da anni, come se le altre fossero società farlocche e senza alcun potere finanziario da gettare sul tavolo; ma quando le aggressioni diventano intollerabili, non si può rimanere inerti, occorre fare la voce grossa in qualche modo.
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Chiudo con una provocazione. In passato, ho fatto trasparire sia le mie simpatie e antipatie politiche, sia pure che sono sostenitore fermo dell'autonomia dello sport e del calcio dalla politica, considerato che tutte le volte in cui la politica è entrata nello sport e nel calcio, ha prodotto solo disastri, trattando il fenomeno sportivo come fenomeno da usare a fini elettorali. Bene: da tempo, e soprattutto in questi ultimi periodi, molti, troppi politici e governanti, amministratori locali, aspiranti leader locali e nazionali, stanno trovando il modo di farsi pubblicità, aggredendo con loro dichiarazioni la Juventus e la sua tifoseria. Lo capite bene il perchè, l'antijuventinismo tira, in Campania si prendono voti a parlare male della Juventus, ma non solo in Campania, anche nel Lazio, in Toscana (un sindaco che si lascia andare a squallide dichiarazioni contro un giocatore che passa dalla Fiorentina alla Juventus, mettendo di fatto alla berlina anche i familiari di quel giocatore, compreso il fratello minore, promessa dei viola, aggredito sui social da bestie che si definiscono tifosi), in Lombardia, in Puglia, in Sicilia, insomma ovunque si possa far leva su quello che è uno dei peggiori fenomeni, l'odio sportivo, che però viene accarezzato, potendo diventare consenso elettorale. La mia provocazione è questa: siamo o no, noi juventini, circa un terzo della tifoseria in Italia? Vogliamo cominciare ad usare questo fatto, cominciando anche noi a fare gli elettori calcisticamente orientati, e dunque premiando o punendo le liste o i candidati, a seconda della loro fede calcistica e del rispetto o mancato rispetto verso i nostri colori? E' una provocazione, ma se, ad esempio, un Vincenzo De Luca, dovesse rischiare di non prendere più voti dagli juventini della Campania, che sono molti come sappiamo bene, magari ci penserebbe non due, ma duecento volte, prima di lasciarsi andare in qualche show antijuventino. E come lui i vari Nardella, Larussa e complici.
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