Un pareggio che vale oro per come è maturato, ed anche per i limiti e i problemi che ha evidenziato esserci nella squadra, quello maturato all'Olimpico contro la Roma, e proprio per questo da apprezzare. Juventus dai due volti, inconcludente anche se non del tutto brutta da vedersi, almeno fino al rigore subito; poi fase di confusione rimediata dall'unica azione degna di nota, che ha portato al rigore del pareggio, altro black out nel finale di tempo, e una ventina di minuti di confusione nella ripresa; infine, in 10 e con l'acqua alla gola, ha dato il meglio di sè, tirando fuori le energie e la determinazione che a tratti erano mancate in precedenza.
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LA TATTICA
Formazione a sorpresa quella schierata da Pirlo, si pensava ad una sostanziale riconferma dell'undici di domenica scorsa, invece la scelta è caduta su un modulo 4 - 4 - 2, con l'esordio di Morata in avanti in coppia con CR7, Kulusevski scalato ad esterno destro di centrocampo, Ramsey a sinistra e coppia centrale riconfermata; in difesa a sorpresa Cuadrado esterno sinistro. Un modulo che ha palesato fin dall'inizio almeno due inconvenienti tattici, schierare Kulusevski in un ruolo non suo di quarto di centrocampo, e Cuadrado sulla sinistra, a lui non proprio congeniale, con il risultato di limitare il primo e non beneficiare della spinta offensiva del secondo. Diciamo pure che fino al rigore, la Juventus non aveva rischiato più di tanto, eccettuato un contropiede mal concluso di Mkhitaryan, contropiede che però ha evidenziato come vi fosse una scarsa copertura per vie centrali a centrocampo, e come la difesa, presa in velocità non sapesse recuperare, tanto che il vantaggio giallorosso a tempo quasi scaduto è stato anticipato, come sviluppo, da quella azione. Ma, rovescio della medaglia, una azione degna di nota non è che fosse stata prodotta, qualche buona combinazione e zero pericoli creati, solo una serie di calci d'angolo.
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Per quanto assurdo possa sembrare, la Juventus ha giocato meglio in inferiorità numerica e grazie ai cambi effettuati, dapprima Arthur e Douglas Costa, successivamente Bentancur, entrato dopo l'espulsione di Rabiot: squadra schierata con molto coraggio da Pirlo con 4 - 3 - 2, abbastanza offensiva anche in inferiorità numerica, poi con Bentancur in campo, più prudente 4 - 4 - 1, tanto che le sbavature vistesi ad inizio ripresa, che potevano produrre anche grossi danni (Dzeko fallito un gol praticamente elementare), non ci sono più state, anzi finale con i bianconeri avanti.
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LE CERTEZZE
A mio giudizio il pareggio è in gran parte dovuto al nostro Szczesny, il migliore in campo, autore di almeno tre interventi decisivi, soprattutto sul 2 - 1, che hanno consentito alla squadra di rimanere in partita, anche in inferiorità numerica; si è visto un Danilo davvero positivo, pur di fronte ad uno Spinazzola quasi incontenibile (chi è stato il genio che l'ha mandato a Roma per uno che oggi è al Genoa?); bene i subentrati, Arthur intanto ha mostrato di avere ottima tecnica e visione di gioco, non è ancora al meglio, ma promette bene; Bentancur sembra in crescita, e del resto era stato il giocatore più logorato nella scorsa stagione; ultimo, ma non ultimo, Cristiano Ronaldo: tre palloni decenti ha avuto, con il primo ha provocato il rigore, poi trasformato, con il secondo ha concluso un po' troppo centrale, con il terzo ha fatto il gol del pareggio, come dire se la squadra gioca e gli dà i rifornimenti, lui difficilmente sbaglia.
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I DUBBI
Rovescio della medaglia, la coppia centrale mi sembra cominciare a dare segni dell'età che avanza, McKennie non come la prima partita, Rabiot aveva giocato discretamente, ma forse l'azione del rigore, dopo un suo rinvio incerto, l'ha condizionato, e non ha più mostrato lucidità, facendo parecchia confusione. E Morata praticamente mai entrato in partita.
Pirlo. Ho scritto a inizio stagione che è una scommessa che valeva la pena effettuare (piuttosto, ieri il mitico Guardiola ne ha beccati cinque in casa contro il Leicester), vista la penuria di nomi di sicuro affidamento, e considerato che chiunque altro sarebbe stato una scommessa. E' alla Juventus da meno di due mesi, un precampionato con una sola amichevole, subito al fronte di combattimento con una squadra in buona sostanza rivoluzionata rispetto al passato. Si comprende che sta ancora sperimentando, e dunque scelte che poi si rivelano azzardate o non consone per i risultati, vanno anche comprese. Sicuramente poco equilibrata la formazione del primo tempo, di fatto la squadra era un 4 - 2 - 1 - 3, due esterni di centrocampo che tendevano ad avanzare e diventare uno trequartista e uno esterno offensivo, cosa che ha avuto le sue conseguenze nei ripiegamenti difensivi, il contropiede micidiale scaturisce da una punizione, sui cui sviluppi Kulusevski si trovava sul lato sinistro, Cuadrado ultimo uomo, i tre difensori nella trequarti avversaria, tagliati fuori dal lancio immediato in avanti, situazione davvero al limite e che non poteva che produrre un 3 contro 1 difficilmente sprecabile. Più logica la formazione con Douglas Costa e Arthur, ma qui ha peccato di inesperienza, chi doveva uscire era Rabiot, già ammonito, sarebbe stata da vedere tutta, con i cambi tattici, la gara in parità numerica. Alla fine si è evitata la sconfitta, e certi pareggi possono avere effetto moltiplicatore, specie se arrivati in inferiorità numerica in una gara nella quale si poteva rischiare l'imbarcata.
******* PROSSIMO TURNO
Domenica sera secondo impegno difficile per la Juventus, contro il Napoli. Partita non decisiva, ma che ci dirà a che punto è la crescita dei bianconeri, contro una formazione che ha iniziato alla grande, due vittorie di fila, otto reti fatte e zero subite. Quest’anno, oltre alle solite ragioni di scontro tra le due società, aleggia pure quella che da un mio cattivo pensiero è la ritorsione del contesto vicino al Napoli, per la vicenda Milik – Dzeko, che ha portato alle note vicende dell’esame di Suarez, del quale parlerò oltre. Perché è davvero strana la tempistica, la diffusione ad arte di intercettazioni coperte dal segreto istruttorio, tagliate a modo, e la reazione soprattutto dell’ambiente mediatico napoletano alla vicenda. Ancora una volta però sarà il campo a dare le risposte, e dobbiamo augurarci che la Juventus tragga insegnamento della gara di ieri, e sia più compatta e ordinata, approfittando di quello che a mio giudizio è un limite dei partenopei, una retroguardia che, ad onta della presenza di Koulibaly, è meno ermetica di quanto si possa pensare.
LA GIORNATA DI CAMPIONATO
C’è una prima “fuga” stagionale, tre squadre a punteggio pieno, Milan, Napoli e Verona. Rossoneri che si ripetono a Crotone, dopo l’esordio casalingo vittorioso, e sono in serie positiva da diciassette giornata, cosa non da poco; Napoli che dilaga contro un Genoa probabilmente anche condizionato dalle vicende relative alla positività di Perin al COVID-19, ha retto solo un tempo e poi si è liquefatto. Il Verona, che non può considerarsi più rivelazione dopo la stagione scorsa, approfitta della vittoria a tavolino contro la Roma, e fa il bis contro l’Udinese in casa. E’ stata la giornata dell’esordio in campionato delle altre tre squadre pretendenti se non allo scudetto, quantomeno alle piazze per la Champions, ed hanno vinto tutte, l’Inter in maniera rocambolesca contro la Fiorentina, che dopo avere fallito il gol sicurezza, riesce nell’impresa di subire due reti in due minuti nel finale di gara; Lazio e Atalanta in maniera più convincente e netta, fuori casa, la prima a Cagliari, la seconda contro un Torino già in crisi. Per il resto, ottimo esordio del Benevento che rimonta un doppio svantaggio a Marassi, mentre l’esordiente Spezia dimostra di non avere ancora la qualità e la mentalità della massima serie, perdendo nettamente contro il Sassuolo.
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Le mie postille:
1 – La tragedia di una informazione ridicola.
L’Italia è credo l’unico paese al mondo nel quale si può tentare di costruire, riuscendovi in parte, almeno a livello mediatico, uno scandalo per un esamino banale fatto da un calciatore che … va a giocare per una squadra spagnola. Mi riferisco al caso Suarez, caso inesistente, in tutti i sensi, ma che solo in Italia può diventare un “caso”, e solo per far ridere di noi il mondo intero. Ho detto caso solo mediatico, ed in questo si sono stranamente distinti i media controllati dall’attuale presidente del Torino, Urbano Cairo, La7 e soprattutto il Corriere della Sera, con una sua firma illustre, Fiorenza Sarzanini, nota per essere cronista di giudiziaria del quotidiano, assieme a Giovanni Bianconi, uno dei nomi emersi nella vicenda Palamara, sulla quale non ritengo di disquisire qui, essendo questione che non attiene al calcio. Un tempo il Corriere era il quotidiano per eccellenza, oggi è un giornaletto scandalistico qualsiasi, come le testate guida del gruppo editoriale.
Il giornalismo è uno strumento importante per l'informazione dei cittadini, avendo il compito di dare notizie, aggiornamenti su fatti e vicende, descrivere al meglio ogni cosa loro raccontino, affinchè il lettore possa sapere cosa accade attorno a lui e farsene una idea. C'è anche la parte nella quale il giornalismo deve pure esprimere dei giudizi, non ritengo che l'informazione sia e debba essere neutra, asettica, ma il giudizio deve essere conseguenza intanto di un racconto imparziale, e quindi staccato dal fatto, cosìcchè il lettore, conosciuto il fatto, può concordare o meno col giudizio. Ne consegue che un bravo giornalista deve prima andare a conoscere i fatti che racconterà, in ogni dettaglio, e documentarsi un pochino per verificare se li descrive correttamente. Naturalmente il principale controllore del giornalismo e dei giornalisti, deve essere il lettore. Ma se il lettore, anzichè volere essere informato, vuole solo raccontata una verità a lui piacevole, è ovvio che non controllerà più il giornalismo e i giornalisti, ed anzi li giudicherà positivamente o negativamente, a seconda se racconterà i fatti in una versione come piace a lui: è questa la faziosità che deriva dal tifo in genere, non solo calcistico, amare chi ti racconta ciò che piace a te, e non chi ti racconta la verità. Così da ultimo si è affermato in Italia un giornalismo "partigiano" (ma in senso deteriore, non positivo), che mira non a raccontare, a spiegare, bensì a blandire, adulare, conquistare il lettore, e pertanto a raccontargli ciò che lui vuole ascoltare e leggere. Falsando dunque i fatti e la verità. Dove voglio arrivare vi chiederete, dopo un pippone del genere? A dure che nella vicenda dell'esame di Suarez, del quale tutti hanno parlato a modo loro, per suscitare scandalo, sensazionalismo, indignazione, livore, nessuno ha davvero dato informazione ai lettori e ai telespettatori: e l'hanno fatto perchè sanno bene che avrebbero trovato un pubblico disposto a farsi raccontare panzane, senza neppure verificarle. Perchè vedete, questa notizia è notizia solo per una ragione: la tesi è che ci sia stato un esame fasullo, conseguentemente, essendo l'esame fasullo, è stato fatto un favore a qualcuno, magari questo favore è stato ricompensato, così da potersi ipotizzare un illecito penale. Un bravo giornalista, dunque, avrebbe dovuto, come prima cosa, verificare il punto di partenza: ci sono i presupposti per ritenere fasullo l'esame? NON L'HA FATTA NESSUNO QUESTA VERIFICA. Io non sono giornalista, ma siccome mi documento conoscendo il ciarpame giornalistico attuale, che essendo ben pagato per distorcere la verità, racconta solo quello che molti vogliono leggere, ho potuto apprendere quanto segue: andate in qualsiasi sito universitario per stranieri, ad esempio in quello dell’università di Siena, ateneo abilitato, e controllate cosa sia l'esame di Italiano B1, avreste davvero la sorpresa di scoprire che, testualmente: "Il test di Produzione orale ha una durata da 12 a 15 minuti." Avete letto bene, 12 - 15 minuti, ovvero quanto ha impiegato Suarez a Perugia. Ma non è tutto. Il test è davvero semplicissimo, prevede una conoscenza della lingua italiana molto elementare, non certo la conoscenza scolastica media e superiore. Quindi, se un esame che nessuno ha visto, è durato tra i 10 e i 15 minuti, come può affermarsi che sia un esame fasullo? Lo capite bene, e torno al punto di partenza, l'esame viene definito fasullo, perchè solo definendolo così può costruirsi uno scandalo sul nulla. A conferma dello schifo mediatico nostrano, che poi è lo stesso che da decenni costruisce i mostri che il pubblico vuole, e che ci porta a peggiorare anno dopo anno. Per concludere, siccome voi siete migliori dei giornalisti a libro paga dei soliti mestatori, potete agevolmente verificare, andando su questi link:
Università di Siena: https://cils.unistrasi.it/public/articoli/367/Nuove%20Indicazioni%20Produzione%20orale_B1%20Cittadinanza_def.pdf
Università di Perugia https://www.unistrapg.it/it/certificati-di-conoscenza-della-lingua-italiana/celi-certificati-di-lingua-italiana
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Ma non è solo questa la considerazione da fare. La cronologia corretta del processo penale è notizia di reato - indagini - individuazione presunto colpevole - processo. Mentre in questo caso scopriamo che la cronologia diventa individuazione presunto colpevole - indagini per individuare se ha commesso reato - condanna senza processo. Perché al giornalistume che si è occupato della vicenda, non interessa granchè sapere chi siano gli indagati e per cosa, ma sparare già su potenziali indagati, che tali non sono, ma che possono essere collegabili in qualche modo con un soggetto ben definito, la Juventus F.C., e siccome non sarebbe neppure sufficiente tale collegamento, occorre individuare un possibile reato commesso, e, siccome non avrebbe senso parlare di falso in atto pubblico o rivelazioni di segreto d’ufficio (non mi dilungo sulla spiegazione tecnica), reati che possono contestarsi esclusivamente a pubblici ufficiale, qualcuno ha sparato l’ipotesi della corruzione, arrivando anche alla cretinata giuridica, che può esistere corruzione anche senza corruttore, modo indiretto per dire che, dovendosi ritenere i docenti che avrebbero aiutato Suarez (senza neppure verificare se esista l’aiuto), compiuto tale gesto in conseguenza di una corruzione, anche se non ci fosse prova della corruzione, essendoci un interesse di qualcuno (in questo caso la Juventus), questo qualcuno va condannato anche se non esistono elementi idonei per dimostrarne la colpevolezza. E' in fondo lo schema della giustizia dello Stato etico che persegue non i reati commessi, bensì i soggetti, per individuare se hanno commesso reati: lo stesso schema del famigerato “sentimento popolare diffuso” che ha prodotto una condanna non per fatti conclamati, ma perché tale sentimento pretendeva la condanna. Rifletteteci, queste cose non c'entrano con il calcio ma con la civiltà giuridica.
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“Preciso che le mie parole captate con intercettazioni telefoniche sono riportate fuori contesto e in maniera incompleta: ho infatti espresso chiaramente la richiesta che la procedura avvenisse ‘in presenza’ e senza alcun tipo di trattamento di riguardo rispetto a qualsiasi altro candidato”. Era la prima volta che l’avvocato Maria Turco, dello studio Chiappero, seguiva una vicenda collegata alla certificazione di conoscenza della lingua italiana, requisito necessario per l’ottenimento della cittadinanza italiana. Quel riferimento “ad altri calciatori” era quindi da interpretare “come un bagaglio di conoscenza procedurale da utilizzare per casi futuri, solamente laddove ce ne fosse la necessità. Nessun accordo dunque. Nessuna trattativa. Semplicemente una presa d’atto”. I veri delinquenti di questa storia sono quelli che hanno consegnato intercettazioni coperte dal segreto istruttorio, estrapolate ad arte, con un unico fine, mettere in moto la macchina del fango. E guardacaso, ritorna nuovamente in primo piano un certo contesto calcistico territoriale che da anni ci fa la guerra, ed ha avuto sede a Napoli: sapete che nel Tribunale Penale di Perugia, alla sezione prima penale, è presente il famigerato dottor Narducci, già P.M. a Napoli, quello del “piaccia o non piaccia, non ci sono intercettazioni sull’Inter”, salvo poi scoprirsi che ce ne erano il doppio rispetto a quelle insignificanti su Moggi?
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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