Fra una settimana si riparte per la nuova stagione calcistica. Nel massimo caos immaginabile, stadi ancora chiusi, forse apriranno a ottobre, o forse no, mercato aperto ma senza soldi, stagione europea alle porte con gli stessi problemi di quella chiusa in fretta e furia appena un mese addietro, insomma siamo davvero all’anno zero. Abbiamo vertici calcistici che sono nel pallone, non sanno come fare, ma sanno come complicare le cose, con l’aggravante che i vertici politici sono ancor più inadeguati di quelli sportivi. Andiamo con ordine.
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CAMPIONATO CHE RIPARTE A PORTE CHIUSE: HA SENSO?
Non credo di poter essere rimproverato di insensibilità o di disfattismo, se affermo che ancora oggi siamo di fronte ad istituzioni che non hanno ancora idee chiare su come fronteggiare l’emergenza COVID-19. Dapprima è stato sospeso integralmente il campionato, poi lo si è voluto far completare ad ogni costo, con una sequenza di gare a ritmi insostenibili (dodici gare in 43 giorni, d’estate), pausa più teorica che reale, visto che subito dopo Ferragosto in tante hanno dovuto riprendere la preparazione, mentre alcune erano ancora impegnate o nelle coppe europee, o nei play off di serie B, campionato che riparte con squadre incomplete, con preparazione approssimativa, già i primi gravi infortuni a mio modo di vedere conseguenza di questa fretta di ripartire. Aggiungeteci gli impegni europei per sette squadre, le pause per la Nazionale, che pause non sono, di fatto avremo un’altra stagione condizionata in negativo da questi ritmi. A meno che le squadre di vertice si organizzino avendo a mente un solo obiettivo, anziché più di uno, in sostanza o solo campionato, o solo competizione europea, Champions per dirla tutta. A suo tempo sostenni che forse la soluzione migliore sarebbe stata quella di spalmare la stagione appena conclusa in tre anni e non due, ossia riprendere i vari campionati e le coppe europee solo quando fosse stato possibile completarle senza problemi ed in massima sicurezza, dunque con stadi aperti e fruibili. Del resto, se ci fate caso, visto che ancora non vi sono disposizioni per la riapertura in sicurezza degli stadi, e probabilmente non le avremo prima di novembre, si poteva aspettare il momento nel quale il calcio poteva ritornare fruibile ad una componente fondamentale, il pubblico negli stadi, completarsi con tutta calma la stagione e riprendersi l’anno prossimo, 2021, con l’Europeo per Nazioni e dopo finalmente una stagione con inizio regolare senza corse contro il tempo. Non credo sia stato un caso che le quattro semifinaliste della Champions siano state quelle che provengono o da una Nazione nella quale il campionato è stato sospeso definitivamente a Marzo, o da altra Nazione nella quale si è ripreso in massima sicurezza ben prima di altre, tanto da potersi le squadre rappresentanti (Bayern e Lipsia) dedicare esclusivamente alla fase finale di Champions, arrivandoci meglio preparate e fresche rispetto a chi aveva nelle gambe 12 – 13 gare in poco più di un mese con temperature superiori ai 30 gradi.
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SERIE A RIAPERTA … A PORTE CHIUSE!
Sabato prossimo riparte la Serie A, nelle condizioni descritte sopra, dunque prime giornate a porte chiuse, poi, dopo la seconda pausa per la Nazionale, si vedrà. Come dire, si vivrà ancora alla giornata. Qui apro il mio personale angolo della polemica. La Juventus aveva predisposto un suo piano per la riapertura, parziale e in sicurezza, del proprio stadio, cosa possibilissima come sa chiunque sia stato allo Juventus Stadium in questi anni. E’ possibile l’ingresso scaglionato e in sicurezza del pubblico, tanto che si era prevista la vendita di biglietti con orario per l’accesso (e dunque niente ingresso per chi fosse arrivato in ritardo, proprio per le questioni di sicurezza previste dalle norme vigenti), senza rischi di assembramenti, è possibile garantire il distanziamento sociale nelle tribune e in curva, in modo da avere un terzo dei posti coperti o anche meno, a seconda delle indicazioni governative. Stessa cosa, a dire dell’attuale presidente della Regione Piemonte, per quanto riguarda il Torino. La risposta del governo centrale (qui non c’entrano Federcalcio o Lega Serie A), è stata negativa, cosa che si potrebbe comprendere, se non fosse che la motivazione è la più idiota di tutte: non è il caso di far riaprire lo stadio della Juventus, o altri stadi già pronti per riaprire in massima sicurezza, perché … non essendo altre società pronte alla riapertura, si creerebbe una disparità di trattamento! Dobbiamo comprenderli, nell’epoca dell’uno vale uno, un mediocre deve valere quanto uno capace, e così anziché crearsi un livellamento verso l’alto, si punisce la qualità a favore della mediocrità: perché questo si è detto, siccome molti sono inadeguati a riaprire, puniamo chi invece può fare le cose per bene. C’è pure una interpretazione ancora più maliziosa da potersi dare. L’attuale DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri), ha valore fino al 7 ottobre, dopo necessariamente ne dovrà essere emanato un altro, altrimenti saremmo al “liberi tutti”; nel calendario della serie A alla terza giornata, 4 ottobre, è prevista Juventus – Napoli, e accogliendosi la richiesta della Regione Piemonte, e della Juventus, si sarebbe giocata con pubblico presente, anche se ridotto; il ministro dello sport in carica è un dichiarato tifoso del Napoli, Spadafora, e non mi soffermo più di tanto sul passato del nostro ministro degli esteri allo Stadio San Paolo di Napoli. Se tanto mi da tanto … scommetto che al ritorno il San Paolo sarà con spettatori presenti escluso il settore ospiti.
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LA JUVENTUS: PROSPETTIVE STAGIONALI
Fatte queste doverose premesse e polemiche, andiamo al sodo. Che Juventus vedremo il prossimo anno? Siamo alla terza stagione di fila che si apre con profonde novità, la prima nella rosa giocatori, le successive con guida tecnica rinnovata. Non sto a ricordare l’entusiasmo dell’inizio stagione 2018 – 19, con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, operazione che proiettava la Juventus decisamente tra le grandissime d’Europa, avendo in organico il migliore in assoluto, assieme a Lionel Messi, e divenendo di fatto la favorita principale per la conquista della Champions. Sapete come è andata, probabilmente l’eliminazione ai quarti contro l’Ajaxè costata la panchina ad Allegri, e l’arrivo di Sarri, che, ribadisco, era quasi certamente il piano B della società, non essendosi concretizzato il piano A, per ragioni sulle quali non credo sia il caso di tornare, se non per affermare che il personaggio in questione, a mio modo di vedere, se i rumors sono veri, non dovrà mai più in vita sua mettere piede alla Continassa. L’esonero di Sarri, l’ho detto poco tempo addietro, penso sia anch’esso conseguenza della eliminazione dei bianconeri in Champions, oltre che di altre ragioni che non sappiamo e forse non sapremo mai. Inizia adesso l’era di Andrea Pirlo in panchina, e credo che sarà un’era sicuramente non breve, essendo questa una scelta di prospettiva a medio e lungo termine. Dico questo, richiamandomi alla conferenza stampa di presentazione di Pirlo come allenatore dell’Under 23, in maniera non tanto velata era detto che quella scelta era in prospettiva di affidargli fra qualche anno la panchina della prima squadra, insomma un farsi le ossa con la seconda squadra per poi approdare alla panchina principale. Quindi è chiaro che Andrea Pirlo rimarrà su questa panchina per diversi anni, e che avrà il sostegno totale della dirigenza, e quasi certamente dello spogliatoio, in particolare di quelli che furono suoi ex compagni di squadra. E’ indubbiamente una scommessa affascinante, quella lanciata da Andrea Agnelli, e ne spiego le ragioni. Una volta deciso il cambio di guida tecnica, il mercato degli allenatori non è che offrisse chissà cosa, i nomi “forti” tutti accasati, anche se a ben vedere bisognerebbe capire chi oggi è nome forte in ottica Champions, visto chi ha vinto quest’anno. Per cui o si sceglieva un nome di seconda fascia (si era parlato di Pochettino), o un nome emergente, quindi scommessa come fu per Conte a suo tempo. Unico che poteva a mio giudizio essere preso in considerazione, era Simone Inzaghi, visto quanto realizzato a Roma con la Lazio: ma a questo punto, scommessa per scommessa, tanto valeva puntare tutto su un nome decisamente nuovo. Affascinante perché Pirlo è il fuoriclasse che ha vinto tutto nella sua carriera, che ha avuto come allenatori il meglio che l’Italia poteva esprimere, e sarebbe sufficiente che abbia preso qualcosina di ciascuno di loro, saremmo di fronte ad un tecnico con un futuro radioso; al contempo è l’unico che può permettersi al limite di non vincere, di avere momenti di difficoltà, di poter essere insomma aspettato da dirigenza e tifoseria, senza suscitare mugugni e critiche. A meno di supporre clamorosi rovesci imperdonabili e ripetuti.
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Come dicevo, siamo ancora a mercato aperto, ad una settimana dall’inizio ancora non sappiamo chi sarà il prossimo centravanti bianconero, o prima punta se preferite, da affiancare a CR7 e Dybala nel probabile tridente che ha in mente Pirlo. Non solo: ancora gente in sovrannumero che non si sa se rimarrà, malgrado non abbia spazio, e non si sa se ci saranno nuovi arrivi e quanti saranno. E’ il problema del mercato ancora aperto ad inizio campionato, quest’anno ancora peggio, da un lato mancano soldi, a causa del calo di incassi a seguito della pandemia. Potrà dunque succedere che gli organici potranno essere ancora rivoluzionati, per cui le previsioni odierne essere totalmente modificate o capovolte a ottobre. I nuovi arrivati sono per certi aspetti delle incognite, anche se vanno fatti dei distinguo. E’ certamente una incognita lo statunitense McKennie, sia per la provenienza, da una Nazione non proprio di primo piano nel calcio, sia per le potenzialità nel campionato italiano; lo è pure, ma in maniera diversa, il brasiliano Arthur, ottime credenziali, titolare della Nazionale brasiliana, ed una esperienza al Barcellona altalenante. Lo sarebbe anche Kulusewski, con il vantaggio di avere già giocato nel campionato italiano, e soprattutto di avere dimostrato grandi doti e talento nella scorsa stagione: è uno degli acquisti più costosi da quando è presidente Andrea Agnelli, ha solo 20 anni, come dire un grande investimento per il futuro. Diciamo che dei tre nuovi, lo svedese di origini slave è quello che sembra dare maggiori certezze. Per il resto, in difesa sarà assente per qualche mese ancora De Ligt, in compenso ci saranno finalmente i rientri di Demiral, che tanto bene aveva impressionato fino alla sciagurata gara a Roma, di Chiellini, con un anno in più; a centrocampo la conferma di Bentancur, ormai titolare indiscusso, un Rabiot che a fronte di un inizio decisamente deludente, ha avuto un finale in crescendo, tanto da riconquistarsi la convocazione per la Nazionale Francese. Il tutto è però con un punto interrogativo, è una Juve che ancora non abbiamo visto all’opera neppure in amichevole, per cui, oltre ad essere ancora incompleta, nulla è dato ipotizzare su come giocherà. E’ probabile che si parta dal canonico 4 – 3 – 3, sempre ammesso che la punta centrale arrivi in tempo, altrimenti unica cosa che si può ipotizzare, come modulo tattico, con i giocatori attualmente disponibili, considerata l’assenza iniziale di Dybala, è di un modulo 3 – 4 – 1 – 2. Quello che è certo, dopo nove scudetti di fila, per la prima volta la Juventus campione d’Italia, non parte con i favori del pronostico, e può essere anche un bene in questo momento.
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LE RIVALI
Passiamo alle concorrenti, e anche qui preciso che la valutazione è ad oggi, dunque a mercato non ancora completato. Anche questa estate, come sempre, l’Inter di Marotta – Conte, ha già vinto lo scudetto, e la cosa è un classico delle nostre estati pre campionato. Non è il caso di tornare sulla sceneggiata estiva del nostro ex, finita a tarallucci e vino, quello che è certo, tutte le testate stanno esaltando il mercato dell’Inter, ma a ben vedere finora è arrivato un giocatore sicuramente importante come Hakimi, e poi nulla. Si parla di Vidal, ma è ancora a Barcellona; si parla di Kantè, ma è ancora a Londra, si era pure pomposamente parlato di Messi, rimasta solo conseguenza di una forte insolazione estiva; non hanno ancora ceduto giocatori in esubero, quindi allo stato i nerazzurri sono ancor più in alto mare della Juventus: però sono diventati i favoriti numero uno alla vittoria finale. Sicuramente meglio si è mosso il Milan, con acquisti diciamo di prospettiva, a cominciare dal gioiello Tonali: non so se con gli arrivi attuali i rossoneri facciano davvero il grande balzo in avanti, sicuramente se non da scudetto sono da considerare pretendenti ad uno dei quattro posti in Champions. L’Atalanta continua a muoversi con intelligenza sul mercato, mantiene i pezzi pregiati, almeno fino ad oggi, è partito solo Castaigne, ma è in arrivo una nostra vecchia conoscenza, Miranchuk dal Lokomotiv Mosca, dovrebbe recuperare Ilicic, andato in depressione nel finale di scorsa stagione. Un anno di esperienza in più, la consapevolezza di essere forti, di avere sfiorato una semifinale di Champions, rende la formazione orobica sicuramente tra le candidate alla lotta di vertice. Il resto è ancor più incognita, almeno ad oggi. La Lazio attualmente sembra ferma al palo, e la cosa non è poi tanto confortante per la loro tifoseria, dopo la conquista del piazzamento Champions; la Roma riparte con una nuova proprietà, ma con il grave infortunio di Zaniolo, che rimette in discussione tutto il mercato dei giallorossi: come dire, il calcio romano attualmente non sembra essere competitivo per le prime piazze, sempre con l’incognita del mercato che magari fra qualche giorno ci riserverà grosse sorprese. Poi c’è il Napoli, che è in Europa League grazie alla vittoria della Coppa Italia, altrimenti sarebbe fuori dall’Europa: mercato bloccato dalla vicenda Milik, dalla carenza di richieste per il gioiello Koulibaly, che ambito da tantissime squadre, attualmente non trova acquirenti, e dunque, considerato che De Laurentiis spende solo se incassa, attualmente non ci sono all’orizzonte nuovi arrivi: potrà bastare il solo Osimhen, considerato che è andato via un giocatore fondamentale come Callejon? Delle altre, è partita meglio la Fiorentina, ma solo grazie ad operazioni fatte prima del lockdown, non dovrebbe ripetere la stagione mediocre precedente; Bologna, Torino e Verona per adesso non sembrano avere fatto cambiamenti importanti, tranne i granata in panchina, mentre sembra volere lavorare in grande il Cagliari, si parla di Godin in difesa, a consolidare un reparto che fu il punto debole lo scorso anno. Delle neopromosse, diciamo che allo stato solo il Benevento sembra avere maggiori chances di permanenza nella massima serie. Ma, lo ribadisco ancora, parliamo di organici ad oggi, mi riservo semmai della ulteriori valutazioni dopo la terza giornata.
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