E’ arrivata la prima sconfitta stagionale, e puntuale come lo scoccare delle stagioni, è arrivato il primo momento di psicodramma collettivo di parte della tifoseria bianconera, che già comincia a presagire chissà quali catastrofi per una squadra già qualificata agli ottavi da prima in Champions, e che all’Olimpico ha perso sicuramente non per suoi limiti. O meglio, per limiti che sono stati prodotti anche da decisioni arbitrali discutibili. Si è perso nella gara che forse meno di altre si meritava di perdere o pareggiare, ma questi sono gli episodi che devono dare scosse giuste al gruppo, anche sul piano della personalità, dato che in inferiorità numerica la squadra si è letteralmente sfaldata, ed è questa la cosa che deve essere sistemata, in altri tempi in inferiorità numerica abbiamo anche vinto partite complicate.
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Pro e contro: Era stata una bella Juve, quella vistasi sabato sera all’Olimpico, almeno fino al 70’, quando è stato espulso tramite VAR Cuadrado, dall’ineffabile arbitro Fabbri di Ravenna. Qualche vizio antico si era manifestato, intendiamoci, poche conclusioni a rete, due occasioni clamorose che potevano essere meglio sfruttate, la solita indecisione difensiva che aveva fruttato il pareggio laziale a fine primo tempo. Ma nel complesso si era vista una squadra assolutamente padrona del campo, contro una Lazio sicuramente in ottima salute e sempre pericolosa, specie nelle ripartenze: la difesa tutto sommato non aveva corso pericoli, ben coperta da un centrocampo nel quale spiccava soprattutto il dinamismo di Bentancur, autore di una prestazione notevole fino all’infortunio. Per intenderci, la Lazio giocava con un centrocampo a 5, che teoricamente avrebbe dovuto sovrastare il nostro, mentre invece era accaduto l’esatto contrario. Anche lo stesso Bernardeschi, più quarto centrocampista che vero trequartista, aveva contribuito a questa sostanziale predominanza bianconera a centrocampo, che però è cominciata a ridursi con l’ingresso di Emre Can, stavolta schierato proprio nella sua zona di campo ideale, ma non ancora al meglio della condizione più psichica che fisica, il pareggio è sostanzialmente frutto di un suo errore di disimpegno.
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Che cosa non ha funzionato?
Intanto due errori direi individuali, nel gol del pareggio laziale, un cross che nasce da un angolo provocato da un ritardato disimpegno di Emre Can, poi con palla persa da Cuadrado (eravamo al 45’); il secondo direi più grave, di egoismo, da parte di Dybala, che ha tirato in porta quando poteva appoggiare al liberissimo CR7 sul dischetto del rigore. Ma i veri problemi, a parte il centrocampo non assestatosi bene con l’ingresso di Emre Can, sono emersi dopo l’espulsione di Cuadrado: la squadra non ha saputo trovare gli equilibri, pur con l’ingresso di Danilo per ripristinare la difesa a 4: diciamo che il nostro lato destro, che aveva creato problemi ai laziali nel primo tempo con l’asse Cuadrado – Bentancur, era già meno efficace con l’uscita dell’uruguayano, con Danilo costretto a curare soprattutto la copertura, è diventato invece il lato forte degli avversari. E comunque anche in questa situazione, mi pare che Sarri non sia stato lucido nei cambi: in svantaggio, sostituire Dybala con Higuain ha prodotto che anche quel poco di fantasia e di capacità di saltare l’uomo è venuta meno, Pjanic non ha avuto modo di dialogare con i compagni, ben ingabbiato, per cui abbiamo visto una squadra che scriteriatamente ha cercato il pareggio esponendosi ai contropiedi avversari.
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Promossi: Ribadisco, Juve da giudicare positivamente fino al 70’, e dunque difficile dare giudizi. Ad esempio, Dybala, prestazione buona, come di questi tempi, ma alla fine il suo peccato di egoismo ha pesato, non siamo andati in vantaggio, e adesso quell’errore si deve giudicare diversamente, ha pesato sul risultato. Ma non il solo, stesso per Cuadrado, da giocatore veloce qual è, vista la serata e un arbitro sicuramente non sereno, poteva provare a correre a fianco di Lazzari e cercarlo di portare verso l’esterno, anziché tentare l’entrata, mentre due compagni stavano ripiegando verso il centro. Ma sono discussioni che lasciano il tempo che trovano. Se dobbiamo dare giudizi quindi, da segnalare l’ottima prova di Bentancur, fino a quando è stato in campo, bene pure CR7, non solo per il gol, ma anche per come si è mosso, e bene pure Szczesny, autore di quella straordinaria doppia parata su Immobile, in occasione del rigore laziale.
Da rivedere: C’è un problema Emre Can, alla sua seconda gara totalmente toppata e di brutto. La giustificazione della esclusione dalla lista Champions non regge, anche altri in passato non sono stati inseriti inizialmente (per tutti cito il caso Spinazzola lo scorso anno), e poi recuperati, inseriti e disimpegnatisi al meglio: anzi, adesso che con l’operazione subita, Khedira non sarà disponibile fino a marzo, per lui si aprivano spazi notevoli e se quando chiamato si fa trovare in queste condizioni, mi pare che a tornare nel dimenticatoio ci voglia poco. Altri in negativo, non ne indicherei, se non per dire che in sostanza tutti dopo l’espulsione di Cuadrado si sono rivelati avere quella voglia di reagire e quella cattiveria da provare a superare il momento difficile; come pure il solito Pjanic che si perde quando viene marcato praticamente ad uomo, che torna nella sua altalena ben nota degli anni scorsi.
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Prossimo turno: Domenica Juventus impegnata in casa contro l’Udinese che, dopo il cambio dell’allenatore, sembra avere ripreso un cammino discreto. Il doppio passo falso dei bianconeri nostri, però costringe adesso ad una rincorsa alla vetta della classifica, per non perdersi terreno, anche considerati i prossimi impegni, che vedranno la Juve a Genova contro la Sampdoria, e quindi in casa con il Cagliari rivelazione e chiudere il girone all’Olimpico contro la Roma. Come dire, d’ora in avanti punti non se ne potranno sprecare, e dunque occorre vincere e basta contro i friulani, in attesa del risultato di Firenze.
La giornata di campionato: Sembrava la giornata del controsorpasso, con l’Inter bloccata in casa da una Roma rimaneggiata, ed invece le cose sono andate diversamente, nerazzurri che guadagnano un punto in vetta. Adesso la Lazio è anche in condizione di poter puntare anche a traguardi più alti, Juventus a soli tre punti e Inter a cinque. Le inseguitrici peraltro si mantengono sempre in corsa, Atalanta vittoriosa in extremis contro il Verona, Cagliari sempre in extremis riacciuffa il pareggio contro il Sassuolo, e non è la prima volta che i sardi rimediano nel finale a gare compromesse; e, come detto, Roma imbattuta a Milano. Delle altre, da segnalare le vittorie esterne di Parma e Milan, rispettivamente contro Sampdoria e Bologna, con i rossoneri che sembrano essere usciti dal momento difficile; continua la caduta libera della Fiorentina, mentre in coda rimane isolata adesso la Spal.
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Le postille:
1 – Il silenzio dell’ignavia Ricapitoliamo quanto vistosi sabato sera all’Olimpico: - fallaccio su Matuidi; - espulsione di Cuadrado; - Ronaldo fermato in una ripartenza; - rigore assegnato alla Lazio su fallo non fischiato a Pjanic; Quattro episodi chiarissimi, sui quali non penso si possa discutere, al punto che nessun moviolista, nemmeno gli ultras antijuventini, hanno potuto discutere sulla mancata espulsione di Luis Felipe per l'entrataccia su Matuidi, E FABBRI AVEVA LA VISIBILITA' DELL'AZIONE CHIARISSIMA: invece ha fatto segno che il laziale avesse colpito palla, e questo non è un errore, ma è MALAFEDE! Il resto è conseguenza, due ripartenze laziali, conseguenza di fallacci loro non fischiati. Era questo l'arbitraggio che da settimane il sentimento popolare diffuso invocava, era quello che voleva vedere un infame come Varriale, da mesi a sputare veleno, era quello che volevano vedere Rai, Sky, Mediaset, Pardi vari, e ciarpame del genere. Il preludio era stato in Juventus - Sassuolo, partita che si poteva vincere pur non giocata al meglio, il trionfo l'abbiamo visto sabato sera, partita che potevamo vincere perchè stavamo giocando bene contro una ottima Lazio, e forse avremmo vinto se il tremebondo in giacca rossa e calzoncini neri (guardacaso, in memoria di Galliani?), non avesse deciso di ascoltare le sirene che quest'anno sembrano dire esserci tanta voglia di cartone prescritto, e di aquile volanti sempre più in alto (11 rigori in 15 partite, Immobile sempre a urlare di tutto e di più, oltre che a simulare, nemmeno ammonito!). Ancora una volta, si rivela veritiero il teorema “Ancelotti”, ma non nel senso come detto dall’attuale tecnico del Napoli: per battere la Juventus, occorre soprattutto batterla fuori dal rettangolo di gioco. Nel silenzio di un Palazzo calcistico debole, con un presidente federale due di coppe, ed un presidente di Lega dimissionario, vittima delle faide di corte.
2 – Juventinità degenere. Ma è anche questo l'arbitraggio che ci meritiamo noi juventini, visti i commenti che ho avuto modo di leggere in questi giorni. Noi siamo quelli che poi, a ben vedere, ci meritiamo Perugia 2000, ci meritiamo le sentenze di Corte Federale del 3 maggio 2001, che sanano illeciti conseguenti alla vicenda passaporti falsi, regalando di fatto uno scudetto e salvando dalla retrocessione una squadra a strisce azzurronere; siamo quelli che ci meritiamo i salvataggi di squadre che dovevano essere radiate nel 2003 per le fideiussioni false, o nel 2005 per le false vendite di marchi al fine di pareggiare il bilancio e potersi iscrivere alla serie A, e magari vincerla a tavolino; siamo quelli che ci meritiamo il processo farsopoli del 2006 (ha ragione un mio carissimo amico, con questa tifoseria, ci è andata di lusso ...), perchè, dopo una partita del genere, chi urlava di più a fine gara, erano ... gli juventini o presunti tali, contenti della sconfitta perchè contenti di poter lanciare i propri proclami. Del resto è il nostro dramma, quello della vedovanza: vedove di Del Piero, poi vedove di Conte, ora vedove di Allegri, vedove di un passato che è sempre ritenuto migliore del presente e del futuro, qualcuno da incensare per far gioco alle le proprie tesi, tutti a pontificare e criticare, o a fare i signori sui social e, per un malaugurato senso di "stile Juve", non dover evidenziare che sabato sera è stato un arbitro pilotato a dovere, determinante della sconfitta. Insomma sempre pronti al tafazzismo, mai disponibili a fare fronte compatto, non sia mai che le tesi dogmatiche che si propongono, siano scalfite in qualche modo.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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