Più che commentare la partita, stasera mi andrebbe di commentare e a lungo la tifoseria bianconera, o meglio una parte molto rumorosa di essa (ed oggi dovrò pure parlare di altra cosiddetta tifoseria), che francamente comincia a dare troppo di testa e che probabilmente meriterebbe un quinquennio di settimi posti e di triadi <<tennista - liquidatore – fotocopiatore>>: siamo alla terza giornata, siamo a 7 punti con due gare esterne non proprio agevoli e lo scontro diretto vinto contro il Napoli, eppure leggo in giro requiem, improperi, vedovanze a 360 gradi (ovvero vedove di tutto ciò che oggi non è alla Juve), pessimismi storici, cosmici, ancestrali e quanto di peggio possa immaginarsi; questo in un turno di campionato che, in Europa, ha visto il mitico Guardiola, snobbando il Norwich, lasciare in panchina Gabriel Jesus, De Bruyne e Mahrez, beccare tre pere e tentare alla fine una disperata rimonta schierando tutti gli assi; il Bayern bloccato a Lipsia; il PSG vittorioso solo al 92' contro lo Strasburgo, squadra di bassa classifica; il Real Madrid quasi rimontato dal Levante; l'Atletico Madrid nettamente sconfitto dalla Real Sociedad.
Siamo ancora ad inizio di una stagione lunga, con impegni molteplici e logoranti, non si può dire che si sia iniziato male, e non si deve dimenticare che stiamo iniziando una stagione imperniata sul cambiamento tecnico - tattico, dopo otto anni; all'uopo ricordo che, dal 2011, ogni inizio stagione è stato sempre nella sostanziale continuità della stagione precedente, la prima Juve schierata da Conte, era in pratica quella di Del Neri, con Lichtsteiner e Pirlo in campo, e tutti gli altri provenienti dalla precedente stagione, modulo compreso 4 - 4 - 2; anche Allegri nel 2014 iniziò proseguendo con le stesse idee tattiche di Conte, salvo variarle in corso di stagione, diciamo pure a fuga scudetto ben consolidata; solo il 2015 - 16 vide una svolta, anche per le partenze importanti (Tevez, Pirlo, Llorente, Vidal), e ricordiamo bene l'inizio stentato dei bianconeri, praticamente ritenuti fuori dalla lotta scudetto a fine ottobre.
Ne consegue che trarre conclusioni negative in questo periodo, è quantomeno affrettato ed ingeneroso, dopo un pareggio successivo alla pausa per le Nazionali, e prima dell’esordio in Champions League.
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Pro e contro: La gara del Franchi aveva le sue insidie ben note fin dal prepartita, Fiorentina a zero punti, che si gioca la gara della vita contro di noi (nell'anno dei 102 punti ci abbiamo perso, per dire), ambiente ostile ed incivile come sempre, caldo torrido e campo di patate spacciato per campo di calcio.
Eppure non era iniziata male la gara, almeno nei primi minuti con Douglas Costa in campo; l'uscita del brasiliano, non ben sostituito da Bernardeschi, ha condizionato il gioco dei bianconeri, venendo a mancare chi potesse fare la differenza: contro un centrocampo a 5, spesso infoltito dalle due punte abituate a partire da lontano (Ribery e Chiesa), o si gioca a scavalcare il centrocampo, o si deve trovare chi nell'uno contro uno riesca sempre a superare l'avversario e far saltare la superiorità numerica degli avversari, cosa che non è più riuscita nel corso della gara; nè il centrocampo ha saputo o potuto provare a verticalizzare con maggiore rapidità, Pjanic praticamente marcato ad uomo ed in maniera energica, ha finito con il portare palla per vie orizzontali, gli altri due centrocampisti di fatto a girare a vuoto, e così gli attaccanti sono rimasti a lungo in splendido e dorato isolamento.
Un aspetto positivo che va evidenziato, soprattutto dopo il secondo tempo di Juventus – Napoli, la buona tenuta difensiva. Le uniche nitide occasioni viola sono state conseguenza di due leggerezze, una di Szczesny, una dello stesso portiere in concorso con De Ligt; per il resto la Fiorentina ha pressato molto, ha tirato pure molto ma sempre in maniera velleitaria, non ricordo un intervento degno di nota del nostro estremo difensore.
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Che cosa non ha funzionato? A mio modo di vedere, in questa fase di “trasformazione” tattica, la Juventus non può fare a meno del giocatore imprevedibile che saltando l’uomo, crei superiorità numerica in fase d’attacco.
In altri termini, per adesso è Douglas Costa il giocatore in più dei bianconeri, e non a caso, uscito lui, gli attaccanti sono praticamente spariti, e i tre centrocampisti sopraffatti numericamente e dinamicamente dagli avversari.
Insomma, si ci è messa pure la sfortuna, un cambio bruciato dopo pochi minuti, un secondo a fine primo tempo, ed un terzo a metà ripresa, tutti per problemi muscolari, e anche questo ha finito con il pesare alla lunga: mi pare evidente che non si è potuta giocare la carta Dybala, non si è potuto dare il cambio a Khedira che notoriamente per adesso non ha i 90' sulle gambe, e soprattutto non si è potuto sfruttare con forze fresche, il prevedibile calo dei viola che, nell'ultimo quarto d'ora, non ne avevano più, al punto che ci hanno lasciato due ripartenze che avrebbero meritato miglior sorte.
Le cose sono lievemente migliorate a metà ripresa anche grazie alle sostituzioni avvenute, Bentancur avrà meno fantasia di Pjanic, ma è più regolare, smista più rapidamente la palla; Cuadrado ha dato maggiore impulso alle ripartenze sulla fascia destra, ed almeno abbiamo visto alcune buone ripartenze, purtroppo vanificate dalle scelte finali dei giocatori, che evidentemente in una giornata no, non hanno più saputo rientrare in partite.
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Promossi: In una giornata sostanzialmente insufficiente, poche sono le cose da salvare: intanto a seconda partita, si è visto un De Ligt che comincia ad assimilare meglio cosa sia giocare nel campionato italiano, ed a parte una indecisione in appoggio a Sxczesny, per il resto ha giocato anche da lottatore e non di fino; nel complesso bene il reparto difensivo, come detto in precedenza, a parte qualche incertezza di Danilo, quando ha cominciato ad avere problemi di crampi.
Da rivedere: Come detto, l’attacco non pervenuto, nessuna conclusione a rete di Higuain, una sola in acrobazia più plateale che efficace, di Ronaldo, ma come detto, le attenuanti non mancano. Quello che è davvero mancato è stato il centrocampo, letteralmente sovrastato dal dinamismo viola, mai in grado di rovesciare veramente il fronte del gioco, e qui sono emersi i limiti di Matuidi, ottimo quando deve inserirsi o deve interdire, non altrettanto quando occorre mettere cervello nelle giocate; come pure il solito Pjanic che si perde quando viene marcato praticamente ad uomo come sabato pomeriggio.
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Prossimo turno: Comincia adesso il tour de force, sette partite di fila tra campionato, turno infrasettimanale compreso, e Champions League, che vedrà i bianconeri esordire domani sera al Wanda Metropolitano, sperando che stavolta l’impatto sia diverso. Sabato prossimo avremo in casa il Verona, neopromosso, che non ha iniziato male il campionato, ha perso il posticipo serale contro il Milan, ma non è che si sia comportato male, anzi avrebbe almeno meritato il pari. Ricordo a tutti che in panchina gli scaligeri hanno Juric, uno che negli anni scorsi ci ha sempre messo in difficoltà, quindi meglio stare concentrati sull’obiettivo, ma molto concentrati. Ritengo che da sabato prossimo, inizierà un consistente turn over, visti gli impegni ravvicinati, turno infrasettimanale a Brescia, poi la Spal in casa, secondo turno di CL, con il Bayer Leverkusen, e a finire al Meazza contro l’Inter del nostro ex allenatore. Ci sarà da sudare, lottare e non poter tirare il fiato.
La giornata di campionato: Il colpo a sorpresa è arrivato proprio stasera, nel posticipo tra Torino e Lecce, con i granata che ambivano a raggiungere l’Inter in testa a punteggio pieno, contro un Lecce ancora a zero punti: ed invece i salentini hanno fatto il colpaccio, con un risultato che tutto sommato sta loro stretto, viste le numerose occasioni create specie nel finale di gara. E così in testa da sola rimane l’Inter, grazie ad un gol di Sensi ed un VAR fin troppo amico in questo inizio di campionato; a quota sette un sorprendente Bologna che sta reagendo al meglio ai problemi di salute del tecnico Mihajlovic, sotto di due reti al Rigamonti, anche grazie ad una follia di Dessena, ha saputo sfruttare al meglio la superiorità numerica, rovesciando il risultato. Seguono quindi il Napoli, che ha agevolmente avuto ragione della Sampdoria, che adesso appare in piena crisi; il Milan che ha battuta non senza fatica e polemiche, il Verona; l’Atalanta che ha vinto in extremis a Genova, e naturalmente il Torino sconfitto e in parte ridimensionato. Romane a corrente alternata, i giallorossi vittoriosi contro il Sassuolo, ma ancora dimostrano vulnerabilità difensiva, concedendo due reti agli avversari, e rischiandone qualcuna altra nel finale di gara; Lazio sconfitta a Ferrara contro la Spal, che evidentemente è la sua bestia nera.
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Le postille:
1 – La notizia del giorno. Stamattina ci siamo svegliati con la notizia della operazione denominata “Last Banner”, ovvero “ultimo striscione”, l’arresto di 12 capi ultras di gruppi organizzati della curva sud dello Juventus Stadium, oltre che di varie perquisizioni e sequestri in varie città d’Italia. A sentire le notizie di stampa, gli arrestati sarebbero capi riconosciuti di alcuni gruppi ultras, Viking, Drughi, Tradizione, Quelli di Via Filadelfia, Nucleo 85, per condotte varie, finalizzate, sempre secondo le fonti, a ricattare la società bianconera per ottenere vantaggi, favori, gestione di biglietti, come dire, il bagarinaggio. Per mia deformazione professionale, anche in questo caso non potrò che invitare tutti a non giudicare prima del tempo, diamo tempo alla giustizia di fare il suo corso e a cose concluse di poter dare anche la valutazione corretta, su sentenze e non su sole accuse. Ma due cose non posso non evidenziare fin da ora. La prima è che da qualche anno si avvertiva una situazione “problematica” in curva, e lo sciopero del tifo di gran parte della scorsa stagione appariva ai più senza ragioni valide, soprattutto l’anno del massimo investimento economico della società, con l’acquisto di Cristiano Ronaldo: quindi se i fatti si rivelassero veri, sarebbe occasione per una vera pulizia nel nostro stadio, con l’augurio che anche altrove si proceda allo stesso modo. La seconda mi riporta alla famigerata inchiesta di Report, della quale ho avuto modo di parlare nella scorsa stagione. Una inchiesta che più che volere raccontare fatti e mettere in luce certe distorsioni, sembrava fatta apposta per provare a mettere in pessima luce la società bianconera, insinuandosi velatamente che vi fosse collusione con quei capi ultras legati al mondo della malavita. Non a caso i protagonisti di detta inchiesta, Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, e Federico Ruffo, giornalista che ebbe a curare inchiesta e interviste, erano ospiti fissi in famigerate radio romane e napoletane che vivono di veleno antijuventino. Orbene, come ci racconta il sito Huffington Post ( https://www.huffingtonpost.it/entry/i-drughi-alla-societa-chiameremo-noi-report-vi-rompiamo-il-c_it_5d7f9f94e4b03b5fc8872c12?utm_hp_ref=it-homepage ), pare che proprio i capi ultras coinvolti nell’inchiesta, abbiano contattato i responsabili della trasmissione, come dire, una inchiesta che ad un certo momento è divenuta arma di ricatto contro la società. Questo in un periodo nel quale la denuncia della società bianconera era già partita: infatti la denuncia è del giugno 2018, mentre l’inchiesta di Report è dell’ottobre 2018, concomitante, guarda caso, con lo sciopero del tifo in curva sud, in occasione di Juventus – Napoli, gara che ha portato poi, per condotte che ricorderete, alla squalifica della curva sud, e al pagamento di una pesante ammenda della Juventus. Tutto questo per la precisione, per ricordarlo a chi aveva faziosamente elogiato l’indagine di Report.
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