Prima di parlare della partita di sabato, penso sia utile un cenno al dopopartita, nel quale abbiamo assistito da un lato ad una sceneggiata di un dirigente rossonero, lo stesso che ebbe a lamentarsi della eliminazione in EL, per i flauti fastidiosi usati dai tifosi ad Atene; dall’altro un uomo di sport, un grande campione sul campo prima e in panchina poi: sto parlando di Leonardo e Gattuso. Non torno sulle polemiche innestate ad arte da chi sa bene che il Milan è oggettivamente la squadra più scarsa tra quelle che lottano per i piazzamenti in Europa, ma il clichè è sempre il solito, nelle altre nove partite della serie A, gli arbitri sbagliano, in buonafede (escluso se danneggiano qualche rivale per lo scudetto), mentre nella decima, l'arbitro è asservito alla Juventus, anche quando la danneggia, perchè se la danneggia è per fingere di non essere asservito, anche quando, a ben vedere, ammesso che Fabbri abbia danneggiato i rossoneri, in un campionato ormai chiuso per lo scudetto, ma apertissimo per le altre piazze, le "aiutate" semmai sarebbero proprio Napoli, Inter, Lazio, Atalanta, Roma, le prime due perchè potrebbero allungare sulla quarta, le altre perchè in condizione di sorpassare il Milan. Ma davvero Fabbri ha danneggiato quella banda di bidoni che gioca in rossonero? Vediamo un pò: - dubbio mani in area di Alex Sandro, su traversone ravvicinato di Calhanoglu, braccio molto vicino, episodio al limite; - rigore su Dybala, credo non ci sia da discutere, netto e inequivocabile; - gol annullato a Kean, non si capisce cosa Fabbri abbia fischiato; - Musacchio, già ammonito, trattiene vistosamente Mandzukic in ripartenza con una metà campo praticamente prateria libera; - non trovo episodi a danno del Milan, oltre quello presunto sopra citato, sento parlare di Mandzukic da espellere per essersi scalciato a gioco fermo con Romagnoli. Alla fine, come nel famoso Milan – Juventus del 2012, si parlerà del rigore non dato, e non del gol regolare di Kean, annullato.
Juventus In
Eppure la dinamica della gara è stata di una chiarezza lampante, a questa Juve basta giocare alzando i ritmi per una parte sola della gara, può anche lasciare un tempo agli avversari, ma quando decide di entrare in campo sul serio, per le avversarie non ce ne è. E forse questo da fastidio alla melma mediatica. Invero la Juventus ha cominciato ad impegnarsi solo dopo il vantaggio rossonero, da lì si è vista qualche reazione bianconera. Nella ripresa le cose sono totalmente cambiate con l’innesto di Pjanic per Spinazzola, Alex Sandro abbassato in difesa, e Bernardeschi avanzato a formare il tridente offensivo, cosa ulteriormente consolidatasi con l’ingresso di Kean. Questo perché a centrocampo abbiamo avuto nuovamente un vero regista, Bentancur poter fare il suo gioco congeniale da mezzala, e invero nella mezzora finale, si è vista solo Juventus in campo, con il Milan di fatto incapace di poter impensierire come in precedenza la retroguardia bianconera. Lo stesso Dybala, in ombra nel primo tempo, era sembrato più convincente, al punto da procurarsi il rigore, poi trasformato; e prima ancora del gol decisivo, i bianconeri erano andati vicini al vantaggio, anzi l’avevano pure realizzato, ma questo gol di Kean farà la fine del gol di Matri del 2012, o di Pjanic nel 2016.
Juventus Out
Che alla Juventus interessasse pochissimo questa partita, lo si comprende dalla formazione iniziale: in panchina rimangono Cancelo, Chiellini, Matuidi, Pjanic, Ronaldo nemmeno convocato, uno strano 4 – 4 – 2, con De Sciglio e Spinazzola esterni di difesa, Rugani centrale, linea di centrocampo a 4, Bernardeschi – Bentancur – Emre Can – Alex Sandro, e il ritorno alla vecchia coppia Dybala Mandzukic in attacco. Formazione che non ha funzionato fin dall’inizio, chi doveva fare da play doveva essere Bentancur, ed invero ci stava provando, con Emre Can a fare la solita mossa di allinearsi con i difensori, far salire gli esterni e quindi essere il primo portatore di palla ad iniziare la manovra. Cosa che non è proseguita a causa dell’infortunio del tedesco, e siccome Khedira non è fungibile nel tipo di lavoro tattico, Bentancur ha dovuto abbassare il suo raggio d’azione e dunque diventare facilmente bloccabile e prevedibile, in una zona nella quale, ammettiamolo, Bakayoko sembrava davvero poter sovrastare chiunque si avvicinasse nella sua zona di competenza.
I singoli
Per quanto riguarda i singoli, sugli scudi naturalmente Kean (non so voi, ma io trovo straordinarie somiglianze con Paolo Rossi, per il suo saper farsi trovare sempre al posto giusto al momento giusto); poi Pjanic, il Mandzukic della ripresa, mentre gli altri direi tra la sufficienza stiracchiata e l'insufficienza.
La direzione di gara.
Di Fabbri ho detto già all’inizio. Non è stato determinante per il risultato, anzi ho spesso rilevato sue decisioni molto discutibili, e non certo a danno dei rossoneri. Ma il messaggio che si farà passare è l’esatto contrario, del resto da quando il Milan è tornato (ammesso che ne sia mai uscito), sotto controllo del gruppo Fininvest, con il fido Scaroni a guidarlo e uomini di Berlusconi – Galliani nello staff, anche Mediaset è tornata a martellare pesantemente, nel solco di quel racconto calcistico consolidato in oltre venti anni, secondo il quale la squadra rossonera è sempre vittima di complotti, racconto che vedeva tra i suoi protagonisti principali, due baldanzosi eroi del giornalismo a delinquere di tipo mafioso, che rispondono al nome di Pistocchi Maurizio e Ziliani Paolo. Di oggi la notizia di formali scuse del designatore Rizzoli, verso il Milan, per i presunti errori di Fabbri: effettivamente lui avrebbe deciso diversamente, magari come l’arbitro che nel 2012 concesse rigore per ascella di Isla, o che nel 2016 annullò gol a Pjanic non si sa per quale ragione. Forse si, sarebbe stato meglio che al posto di Fabbri ci fosse quell’arbitro … aiutatemi a ricordare chi fosse, per caso si chiamava Rizzoli?
Prossimo turno
Potrebbe essere quello della certezza matematica dello scudetto, bastando un pareggio, o addirittura anche una sconfitta, qualora il Napoli non dovesse vincere la sua gara. Si va a Ferrara, contro una Spal alla ricerca dei punti sicurezza, e nel bel mezzo della doppia sfida Champions contro l’Ajax. Come dire, probabilissimo un notevole turn over, per una partita che in questo momento appare più come un momento di rottura nel cammino verso la finale di Champions.
La giornata di campionato
In quella sorta di “tressette a perdere”, che è diventata la lotta per i posti in Europa, l’unica che approfitta è la Roma, vittoriosa in trasferta a Genova contro la Sampdoria. Come detto sconfitto il Milan, Inter e Atalanta chiudono a reti bianche, con i bergamaschi ad agganciare i rossoneri al quarto posto, mentre chi continua a sprecare match point è la Lazio, dopo la sconfitta infrasettimanale a Ferrara, non riesce a superare in casa il Sassuolo. Napoli che continua a non vincere, bloccato in casa dal Genoa in inferiorità numerica, mentre in coda si fa viva la lotta, Bologna che torna quart’ultimo, e Frosinone che non si rassegna.
Le mie postille
1 – Cagliari – Juventus e il razzismo che non si vuol sentire
La Juve che non ti aspetti, decimata, con gli uomini contati e con una panchina piena di primavera e di Under 23, con una formazione obbligata e senza attaccanti titolari, per la contemporanea indisponibilità di Ronaldo, Dybala e Mandzukic, sfodera a Cagliari una delle sue migliori prestazioni stagionali in campo esterno. Vittoria chiara, netta, anche oltre il punteggio finale, contro una compagine che era data in salute e in netta risalita, grazie alle ultime gare, eppure stasera non è quasi mai stata in grado di impensierire la retroguardia bianconera. Nota stonata, i soliti ululati razzisti verso alcuni giocatori della Juventus, e non è la prima volta a Cagliari, ne parlerò oltre
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Stavolta dobbiamo dare onore al merito e riconoscere che Allegri ha fatto la cosa più intelligente che poteva fare: con una squadra in piena emergenza, la strategia migliore è intanto quella di “serrare le fila”, come dire schierare una formazione molto guardinga e ben coperta difensivamente, per sfruttare le maggiori capacità di palleggio rispetto agli avversari, e provare a colpire approfittando di spazi lasciati. Formazione e moduli rivoluzionati, difesa tornata a 3 dopo anni, una coppia insolita d’attacco, Bernardeschi – Kean, che con il passare dei minuti è decollata, tanto che il nostro baby talento ha segnato il gol che ha chiuso la partita. Penso di non essere smentito se affermo che è stata questa una delle migliori prestazioni esterne dei bianconeri, proprio quando si temeva che la squadra rimaneggiata e praticamente senza attacco, potesse andare incontro ad una serata negativa. Sugli scudi oltre Kean, che sta risultando la rivelazione di questo scorcio stagionale, anche Emre Can, Pjanic, Bonucci e Bentancur, ma a ben vedere nessun insufficiente.
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Per la seconda stagione di fila, la Sardegna Arena si evidenzia per l’intolleranza razziale, ululati e cori razzisti verso Alex Sandro, Matuidi e soprattutto Kean, italianissimo peraltro, preso di mira per tutti i 90’. Alla fine però si è dovuto leggere che quegli ululati erano “risposta” alla esultanza provocatoria del nostro giocatore, che, come avrete visto, si è solo messo silenzioso e a braccia aperte di fronte a quei signori (chiamiamoli così) che gli avevano urlato di tutto. E così abbiamo scoperto che l’argomento razzismo nel calcio, come al solito viaggia su un doppio binario, e che se la vittima di intolleranza è uno juventino, non è razzismo ma magari è solo giustificabile reazione a condotte provocatorie. Anche gli stessi commissari di campo si sono “distinti” per sordità, non avendo segnalato ciò che dalla tv si è sentito nitidamente, al punto che il Giudice Sportivo non ha potuto che richiedere un supplemento di indagine. Vi ricordate quando “tutti erano Koulibaly”? Oggi gli stessi non sono “tutti Kean o Matuidi”
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