Ci sono partite durante la stagione che, più di altre, sono paradigmatiche degli esiti finali, o quantomeno premonitrici di quanto accadrà nella restante parte del campionato, e per la seconda annata di fila, penso sia proprio la gara dell'Olimpico contro la Lazio, quella che più di altre, definisce la Juventus che vedremo d'ora in avanti: lo scorso anno il gol di Dybala a tempo praticamente scaduto, a dire chiaramente che quella Juve non avrebbe mollato fino alla fine, quest'anno a dire che non ce ne è per nessuno, anche quando si gioca malissimo. Mai avevamo visto quest'anno la Juventus così in difficoltà contro una avversaria, un primo tempo davvero sconcertante, zero azioni costruite, zero tiri in porta, squadra che sembrava impotente a controbattere le iniziative degli avversari, e soprattutto incapace di tre passaggi decenti di fila; la ripresa sembrava iniziata in maniera diversa, Juventus più tonica, ma fuoco di paglia, ancora la Lazio a fare la partita, e in vantaggio, casualmente per come arrivato il gol, ma meritatamente, anzi, diciamolo pure, risultato stretto per quanto vistosi almeno fino al 70'.
Juventus In
Devo invertire necessariamente i tempi della partita, e dunque iniziare dai venti minuti finali della partita, che hanno consentito ai bianconeri di rovesciare a proprio favore l’andamento di una gara che sembrava irrimediabilmente segnata a sfavore. Bianconeri scesi nella formazione migliore possibile, in questo periodo, viste le assenze, ed anche le esigenze di turn over: 4 - 3 - 3, con l'inedita coppia Bonucci - Rugani, a centrocampo Emre Can centrale, Bentancur e Matuidi mezze ali, tridente offensivo Douglas Costa - Dybala – Ronaldo; dall’altro lato, Lazio con modulo 3 – 5 – 2, ma di fatto solo Immobile punta unica, Correa più a supporto e praticamente altro centrocampista aggiunto: già questi schieramenti (tre centrocampisti da una parte, operare in una zona di campo contro 5 o sei avversari), spiegano la sofferenza dei bianconeri per oltre un’ora di gara. Il cambio della dinamica dell’incontro, è stato prodotto dalle sostituzioni operate da Allegri, Bernardeschi per Matuidi, Cancelo per Douglas Costa: formazione riassestata in 4 - 4 - 2, dal 4 – 3 – 3 iniziale, come dire un giocatore in più a centrocampo, Bentancur a costruire, o meglio a dare di prima sugli esterni, dove si sono trovati ad operare quattro bianconeri, gli esterni di difesa e di centrocampo, e così la Juventus ha potuto finalmente manovrare con maggiore efficacia, non a caso negli ultimi venti minuti le due azioni decisive, ed altrettante occasioni nitide create, sempre su percussioni dalle fasce, soprattutto dal lato sinistro, con Bernardeschi, giocatore recuperato in pieno.
Juventus Out
Il primo tempo di marca chiaramente laziale, schierata come detto con centrocampo folto, a 5 o a 6 in realtà, pressing alto, e soprattutto aggressione sistematica al portatore di palla, in particolare ad Emre Can, che doveva essere proprio il giocatore fulcro della manovra bianconera, ma anche raddoppio costante al giocatore sulla fascia, insomma, chiuse tutte le fonti di gioco bianconero, e CR7 praticamente rimasto spettatore in campo, al punto che non si ricordano momenti in cui abbia avuto palla fra i piedi. Nonostante l'inizio ripresa più volitivo, era chiaro che il centrocampo in doppia inferiorità numerica, soprattutto senza il giocatore capace di giocare di prima e di aggirare al meglio il pressing alto degli avversari, non poteva reggere a lungo, il vantaggio laziale era nell'aria prima ancora che arrivasse, in maniera rocambolesca certamente ma più che meritato per i padroni di casa. A fine gara, Allegri ha ammesso l’errore: questo centrocampo così schierato in assenza di Pjanic, non può avere lunga vita, Emre Can non può giocare davanti alla difesa, il vero elemento debole della serata è stato lui, e per beffa del destino, anche l'autogol che poteva spezzare le gambe ai bianconeri; ma va detto che anche Matuidi, dopo tanto correre, deve rifiatare: pertanto, è più che probabile che in avvenire, l’assenza di Pjanic sia colmata con un centrocampo a 4 classico, due centrali e due esterni, come nel finale di gara ieri.
I singoli
Ieri sera abbiamo capito in maniera direi definitiva, di avere un degno erede di Buffon a difendere la porta bianconera, Szczesny è stato fondamentale in almeno due occasioni, e nulla poteva sull'autogol di Emre Can. Nota di merito va ai subentrati, Bernardeschi e Cancelo, che hanno confezionato il pareggio, ma anche l'azione del rigore, e semmai al secondo andrebbe rimproverato l'eccesso d'altruismo nell'ultima occasione, doveva tirare e non provare l'assist; per il resto, tutto sommato bene il pacchetto difensivo, se nel primo tempo non si sono corsi pericoli, è anche grazie a loro.
Rovescio della medaglia, la prestazione davvero disastrosa, almeno fino a quando ha giocato davanti alla difesa, di Emre Can, come pure incolore la gara di Matuidi. E non ha brillato particolarmente Douglas Costa, che ancora si mostra giocatore con rendimento altalenante.
La direzione di gara
A mio giudizio Guida ha tollerato anche troppo il gioco fisico della Lazio, sorvolato su qualche entrata degna di maggiore attenzione, ma nella sostanza è stato direi equanime, anche se sei cartellini gialli ai bianconeri, contro i soli due dei laziali, che appunto l’hanno messa sul piano fisico, non mi sembrano tanto rappresentare l’andamento della gara.
Prossimo turno
Sabato prossimo (e non si capisce perché proprio sabato, quando la Juventus giocherà mercoledì sera in Coppa Italia), bianconeri in casa contro il Parma. Formazione che ha un rendimento notevole fuoricasa, meglio che fra le mura amiche, e la cosa a mio giudizio si spiega agevolmente, il Parma è squadra che gioca di rimessa, sfrutta bene i contropiedi, grazie a Gervinho, giocatore che in campo aperto è micidiale. Presumo che Allegri avrà fatto tesoro anche della gara d’andata, e delle difficoltà incontrate dai bianconeri, pur vittoriosi, ma con fatica.
La giornata di campionato.
Turno a favore dei bianconeri, che guadagnano ulteriormente terreno sul Napoli, fermato al Meazza dal Milan, e sull’Inter, sconfitta dal Torino. E così si rende calda la lotta per il quarto posto, ma non è che il terzo posto dei nerazzurri sia proprio sicurissimo. La Roma è stata bloccata sul pari dall’Atalanta, al termine di una gara dall’andamento incredibile, giallorossi in vantaggio di 3 reti dopo 40 minuti, poi rimontati e sul punto di perdere. Continuano ad avvicinarsi alle piazze che contano Fiorentina e Sampdoria, entrambe vittoriose, anche se la prima con molte sofferenze a Verona. In coda si complica ulteriormente la posizione del Bologna, tanto che proprio oggi è saltata la panchina di Filippo Inzaghi.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|