Partite come quella di venerdì sera, confermano la mia idea che effettivamente esista il dio del calcio: dopo avere come sempre preparato il terreno, per il condizionamento arbitrale (Pjanic ammonito dopo 3 minuti per un normale fallo di gioco; Skriniar graziato due volte; Bentancur, diffidato, ammonito per avere subito fallo, un body check al limite dell'area su CR7, lasciato correre, quando da venti anni rompono i cabbasisi per un analogo episodio a maglie invertite), perdono pur avendo giocato bene, a tratti anche meglio della Juventus, perdono avendo avuto almeno due chiare occasioni da rete che hanno sprecato da dilettanti, insomma ... perdono anche contro la peggiore Juventus di questo inizio campionato. Non è stata la migliore Juventus della stagione, anzi, a lungo irretita dalla ottima disposizione tattica dei nerazzurri, che, ad onta del ventilato tridente offensivo, di fatto si sono schierati con un centrocampo a 5, così da avere superiorità numerica nella zona nevralgica, anche a costo di sacrificare i rifornimenti per l’unica punta, Icardi. Cosa che ha funzionato fino alla grande giocata di Cancelo.
Juventus In
Diciamo la verità, Spalletti aveva preparato tatticamente la partita in maniera quasi perfetta, un finto tridente che invece era un effettivo centrocampo a 5, costantemente due giocatori sulle fasce, a creare superiorità numerica, ed infatti la Juventus ha sofferto molto le loro incursioni, non avendo adeguate contromisure, soprattutto a causa di un centrocampo che, almeno nel primo tempo, è stato carente nella fase di copertura; le cose si sono meglio assestate nella ripresa, quando Allegri ha di fatto spostato Mandzukic sulla fascia a quarto di centrocampo, nelle fasi di non possesso palla, ed invero la partita, proprio nel momento in cui è arrivato il gol del vantaggio, sembrava essersi bloccata, Juventus incapace di manovrare in avanti, Inter attenta a coprire, ma non più in grado di perforare sulle fasce, e impalpabile nella zona centrale di campo; Viene criticata dagli interisti la mossa Borja Valero, al posto di Politano, mossa che invece ci stava tutta, l'Inter doveva trovare qualche soluzione offensiva nella zona centrale del campo, nel momento in cui Bentancur era letteralmente salito in cattedra, quindi uno da contrapporgli ma anche in grado di gestire palla e lanciare gli attaccanti: il caso ha voluto che proprio da un suo inutile fallo a centrocampo è nata l'azione decisiva.
Juventus Out
E’ mancata la fantasia e la creatività venerdì sera, i giocatori che avrebbero dovuto inventare e creare scompiglio, di fatto sono stati sempre neutralizzati, il solo Dybala nel primo tempo ci ha provato, ma senza tanta fortuna, a concludere a rete. Come pure, nella partita in cui Cristiano Ronaldo è arrivato al tiro solo raramente, si è visto cosa significhi adesso per la Juventus, mancare improvvisamente di qualcuno che ci provi sempre e comunque
I singoli
Tre giocatori su tutti, a mio giudizio, e nell'ordine Chiellini, davvero un gigante ed un vero capitano; Bentancur, sempre più protagonista a centrocampo; Cancelo, autentico dominatore sulla fascia sinistra; avrei aggiunto Matuidi, ma un pallone sanguinoso perso al limite dell'area, ad inizio ripresa, poteva costarci carissimo; Viceversa, se questi non ci battono neppure quando CR7 è il peggiore in campo, quando potranno riuscirci? Il portoghese ieri è stato anche irritante, nelle sue iniziative, giocate più per la platea che per la squadra, e palloni puntualmente consegnati agli avversari, e stavolta non c'entra il modulo o le indicazioni tattiche di Allegri; anche Dybala e Pjanic in ombra, insomma proprio chi doveva garantire qualità e classe alla Juventus, ieri sera è clamorosamente mancato;
La Direzione di gara
Irrati è stato chirurgico, la famigerata "gestione" dei cartellini, è stata direi intimidatoria, subito Pjanic ammonito, zero ammoniti nerazzurri nel primo tempo, Bentancur subito ammonito nella ripresa, e solo5 a quel punto primo giallo, finalmente per un interista; nessun contrasto a danno degli juventini al limite dell'area sanzionato, la punizione più vicina a 30 metri dalla porta, meglio non rischiare, magari vivisezionando le immagini, nel post partita avrebbero potuto lamentarsi;
Prossimo turno
Sabato sera ci sarà il derby con il Torino, due giorni dopo la gara di Champions, e non comprendo come mai si rediga così il calendario, disponendo ad anticipo di sabato una gara a chi ha giocato il mercoledì sera. Gara delicata, il Torino quest’anno sembra più compatto e solido rispetto agli anni precedenti, ma ancora discontinuo, rendimento migliore fuori casa, quando non deve fare la partita, e lacune nelle partite interne. Bisogna vedere se in due giorni i bianconeri saranno riusciti a recuperare al meglio.
La giornata di campionato
Anche se forse è presto per dirlo, ma con la giornata trascorsa credo che la questione scudetto si sia definitivamente ridotta a due sole squadre, anche se la seconda è sempre a otto punti di distanza. Napoli vittorioso facilmente contro quel Frosinone che sembra ormai candidato ad una delle piazze per il ritorno in B, delle altre continuano a perdere terreno la Roma e la Lazio, entrambe raggiunte nei minuti di recupero, e soprattutto il pareggio dei giallorossi ha del grottesco, essendo in doppia superiorità numerica. Questo rende ancor più incerta la lotta per la quarta piazza utile in ottica Champions, ed anche le piazze per l’EL. In coda si complica la situazione del Bologna, terzultimo e anche con un certo distacco.
Le mie postille
1 – Curve e controcurve – seconda puntata
Il mondo del calcio è quello strano luogo nel quale la cosiddetta giustizia sportiva vede come protagonista un tizio che si dichiara pubblicamente tifoso napoletano, che ci fa sapere di leggere le dichiarazioni dell’allenatore della sua squadra del cuore per eventualmente procedere a deferimenti verso società e tifoserie, il tutto mentre nessuno si indigni di ciò. E’ quel luogo in cui se si parla di sapone o si da del maiale ad un allenatore, si chiudono curve; se invece si offendono i minuti di silenzio per commemorare autentici monumenti del calcio italiano (Gigi Radice), si tirano addosso ai tifosi avversari liquidi e altro, si aggrediscono hostess e si distruggono i bagni, forse si verrà premiati, perchè questa non è discriminazione territoriale, e non ci sono napolisti di mezzo. Come dire, se urlate un coro che può essere ritenuto offensivo, rischiate sanzioni, se provate a far male, a produrre lesioni fisiche a persone, distruggere settori di stadio e quant’altro, nessuno vi dirà nulla.
2 – Gigi Radice.
Da buon juventino formatomi ai tempi della grande Juve di Boniperti, non potevo non “odiare” calcisticamente il Torino. Ma, badate, un “odio” che naturalmente non va inteso in senso letterale, bensì come avversione a quella che era la bestia nera di quel periodo, che in quanto tale suscitava in noi juventini un misto di timore e di ammirazione: perché in fondo quel Torino lo temevamo dannatamente, lo soffrivano più di ogni altra avversaria, ma in fondo lo rispettavamo e lo ammiravamo. Bene, quel Torino soprattutto io lo ricordo come il Torino allenato da Gigi Radice, uno che fu un vero rivoluzionario, sia sul piano tattico, sia sul piano della mentalità che seppe dare ai suoi giocatori. Anni addietro, ebbi modo di incontrarmi ed essere allo stesso tavolo di un grande ex del Torino di quegli anni, uno che a suo tempo avrei voluto vedere in bianconero, Renato Zaccarelli. Al quale dissi molto chiaramente che li odiavo a suo tempo perché li temevo, e ricordavo ancora quei sei anni di fila in cui non avevamo vinto un derby, e solo alla fine di quel sesto anno, grazie ad un diagonale rasoterra, nel finale di gara, di Cabrini, tornammo ad esultare per una vittoria nel derby. Zaccarelli mi disse che effettivamente non ero il primo juventino a manifestare quella sorta di rispetto e di timore verso la formazione granata di quegli anni, mi spiegò pure che quel cambio di mentalità fu merito proprio di Radice. Il quale inculcò loro la cosiddetta “mentalità vincente”, li fece uscire dal provincialismo di pensare solo a due gare durante la stagione, ma a tutte e trenta le gare, che le grandi squadre devono intanto incutere paura agli avversari, e non mostrarsi mai inferiori, che il derby era una gara andata e ritorno, ma contava di più il piazzamento finale in campionato. Ed effettivamente era vero, la Juventus di quegli anni non temeva nessuno, poteva asfaltare tutti, ma puntualmente nel derby soffriva, e Zaccarelli mi ricordava che loro ostentavano sicurezza fin dagli spogliatoi, e più si mostravano sicuri, più gli juventini si innervosivano e perdevano il controllo del gioco. Tutte cose che portarono il Torino ad essere campione d’Italia e principale avversario della Juventus di quegli anni, nonché a far diventare la città di Torino la capitale del calcio italiano. E Radice non ebbe mai parole o atteggiamenti astiosi e polemici verso la Juventus, anzi: grande amico qual era di Giovanni Trapattoni, spesso i due uscivano assieme con le famiglie, anche il giorno dopo il derby, chi dei due perdeva (spesso proprio il Trap) era il primo a congratularsi con l’altro. Oggi Radice non c’è più, quasi a dirci che quel calcio è davvero lontano. A lui ogni onore e rispetto da parte nostra.
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