Ad inizio stagione avevo scritto che questa Juve deve avere paura soprattutto di sé stessa, della propria possibile presunzione di sentirsi molto più forte delle avversarie, e quindi di poter vincere anche giocando senza il dovuto impegno. Ed infatti, a prima partita nella quale i bianconeri sono praticamente usciti mentalmente dal rettangolo di gioco a fine primo tempo, una frittata collettiva ha prodotto il primo pareggio stagionale. Ma è la giusta lezione, le partite vanno chiuse e solo dopo si può rifiatare, sempre mantenendo la necessaria concentrazione, invero mancata del tutto sabato, nella ripresa.
Juventus In
Vi premetto che ho visto la partita in differita il giorno dopo, e dopo avere letto molti commenti in rete, che in grandissima parte condivido. Il primo tempo era stato non dico convincente, ma giocato con determinazione: 4 – 3 – 3 inedito, con Cuadrado terzo del tridente offensivo, Bentancur mezzala, e coppia centrale difensiva Bonucci – Benatia. Non tutto ha funzionato a dovere, ma effettivamente è stato un monologo bianconero, un gol realizzato, CR7 sfortunato in un paio di occasioni, come dire si poteva anche andare al riposo con almeno due reti di vantaggio. Squadra direi accorta in difesa, zero tiri subiti, centrocampo con sprazzi di qualità, specie da Pjanic, e in avanti CR7 che si faceva per tre, anche in considerazione della giornata non proprio tonica di Mandzukic.
Juventus Out
Nel secondo tempo la squadra non è praticamente entrata in campo, e neppure i cambi di Allegri sono riusciti a dare una scossa. Centrocampo praticamente franato, anche in quel puntello sicuro che spesso è apparso Matuidi, difesa incredibilmente ferma sul pareggio genoano, Douglas Costa ad emulare il peggiore Krasic, e via di seguito. Allegri ha provato a dare una sterzata, modificando il modulo in 4 – 2 – 3 – 1, ma con Bentancur e Pjanic non è che abbia funzionato, tanto da dovere poi schierare Bernardeschi a giocare da terzo centrocampista, mossa però tardiva, per come si era messa la dinamica della gara.
I Singoli
Nell’arco dei 90’ regolamentari, credo siano pochissimi i giocatori da salvare. Sicuramente Cancelo, un primo tempo devastante, calato nella ripresa, ma senza gravi errori o peccati di presunzione; lo stesso CR7, meno convincente di altre volte, aveva comunque fatto il suo nel primo tempo, semmai nella ripresa non ha mai avuto palloni veramente giocabili; ci metto pure Szczesny, incolpevole sul gol secondo me, già autore di una parata impegnativa su Piatek.
Negativi o comunque non sufficienti gli altri. Faccio una precisazione: non sono affatto convinto che il colpevole del gol del pareggio sia Bonucci, rivedendo più volte l’azione l’errore è collettivo, ma soprattutto il vero gravissimo errore è quello iniziale di Benatia, che doveva comunque andare a chiudere su Houamè, senza fidarsi che il pallone potesse uscire o meno, rimanendo a centro ha consentito un facile traversone verso chi si poteva inserire tra i due centrali, e Bonucci si trovava in posizione corretta, in quella situazione, con Bessa che non è stato chiuso da un centrocampista, che in quel caso doveva essere Matuidi. E a proposito del francese, credo che sia lui che Mandzukic, dopo una partenza sparata, mostrano di avere poco fiato, evidentemente adesso pesa l’essere andati tardi in vacanza ed avere dovuto fare gli straordinari per essere in condizione campionato.
La direzione di gara
Non è stata gara difficile da dirigere, per l’esordiente La Penna. Anche se un pochino troppo tollerante verso il gioco quantomeno deciso dei genoani.
Prossimo turno.
La Juventus sarà impegnata ad Empoli, campo di una delle candidate alla retrocessione, anche se con il pareggio a Frosinone, mostra segnali di riscossa. A dire il vero, contro la Roma in casa, tre settimane addietro, la formazione toscana aveva giocato discretamente, mancando il risultato solo per un rigore clamorosamente fallito. Per la Juventus varrà quanto detto prima, a commento della gara di sabato, non dovrà sottovalutare l’impegno.
La giornata di campionato
Il mezzo passo falso della Juventus, ha consentito al Napoli di accorciare, grazie alla netta vittoria conseguita ad Udine. Il tutto dopo settimane di piagnistei da sceneggiata napoletana, sull’esonero di Ballardini da allenatore del Genoa, sull’Udinese accusata di scansarsi con la Juventus, ed anche con comportamenti in stadio da tifoseria infame, cori sciagurati che inneggiavano al terremoto, che distrusse il Friuli nel 1976, ma penso che stavolta gli inviati del napoletano Pecoraro non avranno sentito nulla. Per il resto, derby davvero mediocre quello tra le due cinesi di Milano, anche se quella in rossonero adesso sembra tornata in Europa, ma con un organico “cinese” in altro senso, e non a caso la sconfitta è maturata nel finale, grazie ad una colossale papera di Donnarumma. Piuttosto, a proposito di “gestione mirata dei cartellini”, Milik da rosso diretto graziato a Udine, e Nainggolan da codice penale, che invece viene premiato con l’ammonizione di Biglia, colpevole di essere riuscito a mantenere la caviglia integra dopo il fallaccio criminale del belga. Roma sconfitta in casa, ben oltre il punteggio, dalla Spal, e, in attesa di Sampdoria – Sassuolo, valida per le piazze di Europa seconda fascia, da segnalare i pareggi di Fiorentina e Torino, che lasciano tutto invariato.
Le mie postille
1 – Re Travicello
La FIGC ha un nuovo presidente, eletto praticamente all’unanimità o quasi, l’ex presidente della Lega Serie C Gabriele Gravina. Ancora una volta il nostro calcio ha deciso di non decidere, ha scelto il solito “Re Travicello”, che in quanto eletto per accontentare tutti, alla fine non farà nulla per scontentare qualcuno dei suoi elettori, e così facendo, consentirà ai Lotito di turno, di fare bello e cattivo tempo, come finora. La scelta di Gravina è scelta di retroguardia, come era stata quella di Tavecchio, gente abituata a gestire il calcio minore, le clientele elettorali sparse in tutta Italia, e priva di qualsiasi capacità manageriale: pensate, la serie C attualmente è la lega più sgangherata, ancora non si sa il format del campionato, e siamo già alla sesta giornata, squadra che fino a qualche settimana fa non giocavano perché ancora non si sapeva se dovevano partecipare alla B o alla C, ed oggi ancora non si sa quante ne verranno promosse in B; squadre che si iscrivono senza requisiti e poi falliscono durante la stagione, il tutto con un presidente che non è mai intervenuto con provvedimenti di vera pulizia. Il male del nostro calcio è la visione miope, lo scarso peso che hanno le leghe maggiori, soprattutto la serie A, mentre le leghe minori sono quelle che di fatto decidono; adesso si sono uniti anche la componente arbitri e l’assocalciatori, su posizioni non evolutive ma sindacali. Quindi non si parlerà di maggiori incentivi per stadi di proprietà, valorizzare il calcio maggiore per essere veicolo di introiti per tutto il movimento, nessun intervento sui settori giovanili, riforma giustizia sportiva neanche a parlarne, ma, udite udite … play off scudetto in serie A! Per questo ritengo inevitabile che si punti decisamente alla Superlega europea, il calcio italiano in queste condizioni è davvero destinato ad ulteriore degrado.
Postilla della postilla: Si è letto in giro che Andrea Agnelli avrebbe proposto a Massimo Moratti la candidatura alla presidenza della FIGC. La notizia naturalmente era stata accolta con estremo scetticismo, anche con forti critiche da parte della tifoseria cosiddetta “dura e pura”, la quale riteneva l'eventuale accordo Agnelli – Moratti, una grave contraddizione verso la battaglia annunciata dal nostro presidente ad inizio mandato, verso la Federcalcio, in relazione alle vicende del 2006. Evidentemente molti non si vogliono rendere conto che in questo periodo, ma direi non solo in questo periodo, la società bianconera continua ad essere sotto accerchiamento. Abbiamo già visto dal 2011 tante vicende e comportamenti palesemente ostili verso la Juventus: dal calcio scommesse che non ci riguardava, ma coinvolgeva Antonio Conte; alle elezioni federali e in Lega del 2013, con Agnelli rimasto fuori da ogni organigramma; ci ha pensato poi l’ineffabile Pecoraro a cercare di colpirci diverse volte, compresa la vicenda Alto Piemonte, strumentalizzata anche da componenti della commissione antimafia, come il (dis)onorevole Di Lello; fino anche all'ultimo provvedimento di chiusura della curva sud. Sono al loro posto i carnefici del 2006 Piero Sandulli, presidente della CAF, Gerardo Mastrandrea, napoletano, giudice sportivo, ed all’epoca era componente della Corte di Giustizia Federale: quindi se il nostro presidente, da anni isolato nel mondo del calcio italiano, prova ad entrare in gioco cercando di creare nuove alleanze anche a costo di coinvolgere personaggi che, ricordati come i protagonisti in negativo, dal mondo bianconero, oggi sono fuori dal calcio, non credo sia una cosa negativa. I romani crearono un impero durato sette secoli, con la logica secondo la quale se il tuo avversario è per ora più forte o non lo puoi battere, alleati con lui, poi si vedrà, per quale ragione non dovremmo farlo noi oggi, anche per poter riprendere certe battaglia domani, quando quel contesto sarà stato superato? L'operazione non è andata in porto, Moratti non ha accettato, ma in un contesto come quello attuale, è inutile continuare almeno parola in battaglie perdenti, mentre conviene concentrarsi su operazioni di politica calcistica, che consentano alla società bianconera di uscire da questa forma di isolamento logorante e pericoloso.
P.S.: io NON guardo Report.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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