Siamo alla fine del conto alla rovescia per l’inizio del nuovo campionato di calcio 2018 – 19, e non credo di sbagliarmi se dico che, per la tifoseria juventina, questo è il campionato più atteso da anni, direi forse ancor di più del campionato 2011 – 12, primo disputato nel nuovo stadio di proprietà. Per l’ovvia considerazione che, dopo anni, un assoluto fuoriclass di primissima grandezza in campo internazionale, cinque volte pallone d’oro, vincitore di cinque Champions League, giocherà in Italia e con la divisa bianconera, Cristiano Ronaldo, o se preferite CR7. Evento che mette in grande evidenza il calcio italiano, già tornato competitivo in relazione ai diritti televisivi all’estero, dopo anni di quasi disinteresse da parte del mercato. Sul punto ci torno solo per ricordare che il degrado del calcio italiano fu il prodotto di due eventi contemporanei, la farsa del 2006, e la svendita del calcio italiano ad Infront Sport & Media, ed in particolare quest’ultima società, molto vicina all’allora presidente FIFA, Joseph Blatter, avendo interessi alla crescita di altri mercati calcistici, diciamo area anglosassone, ebbe il compito di mortificare il valore del nostro calcio, anche per consentire ad un operatore di poter accedere al mercato interno a prezzi più contenuti. Traduco: il ramo Infront italiano era nelle mani di Marco Bogarelli, uomo di fiducia di Adriano Galliani, e manager formatosi in Fininvest, e per consentirsi il decollo del calcio altrove, con più soldi dalle tv, si è abbassato il valore di quello nostrano, per consentirsi a Mediaset di poterlo trasmettere a prezzi vantaggiosi. Adesso sembra partita l’inversione di rotta, ma lo vedremo fra qualche anno se davvero sarà cosi.
*******
Invero, ancora una volta, questa stagione parte tra luci ed ombre, direi proprio tra una sola luce e tantissime ombre. La luce è la Juventus, che ha riportato il calcio italiano per club ad essere preso in considerazione e rispettato, grazie alle due finali di Champions conquistate, e ad Andrea Agnelli che ha fatto sì che il nostro calcio potesse tornare a schierare quattro formazioni in Champions. E questo fino allo scorso anno, con organici di sicuro valore internazionale, ma considerato comunque inferiore a quello delle grandi d’Europa, le spagnole, il Bayern, i due Manchester, lo stesso PSG, tanto che si sono ritenuti i risultati conseguiti come risultati oltre le previsioni; quest’anno, inutile nascondercelo, con CR7 in organico, è la Juventus la favorita, o comunque tra le prime tre – quattro formazioni europee che aspira alla vittoria finale in Champions. Altre luci, possiamo dirlo, sono squadre che con gestioni oculate ed intelligenti, in questi anni, hanno conquistato il palcoscenico europeo, anche se di seconda fascia, mi riferisco all’Atalanta, esempio di come si possano ottenere grandi risultati in provincia, se si è dotati di una organizzazione efficiente e di manager oculati e lungimiranti. Potrei aggiungere pure qualche altro riferimento a squadre non di primissima fascia, ma per il resto siamo nel campo delle penombre e delle ombre. A cominciare dal “Palazzo del calcio”. I commissariamenti di FIGC e LEGA Serie A, dovevano servire a produrre quelle riforme che il mondo del calcio, bloccato da situazioni di veti e di controveti, non riusciva ad approvare, ma al contrario ci troviamo di fronte ad un immobilismo imbarazzante, una totale incapacità di decidere che produce anarchia. Addirittura si lavora da parte delle leghe minori per un ritorno di Giancarlo Abete alla presidenza federale, insomma un ritorno al passato peggiore. Stanno partendo i massimi campionati, in maniera caotica, con rischio interventi giudiziari pesanti: Parma graziato per la vicenda della gara contro lo Spezia, cavandosene con una sanzione ridicola, dopo avere conquistato la B con un furto con destrezza l’anno precedente; Chievo che giocherà in A solo perché il famigerato Procuratore Federale Pecoraro si è dimenticato (o l’ha fatto apposta?) di sentire Campedelli prima di deferirlo avanti ai giudici federali, rendendo quindi improcedibile il deferimento; Lega serie B che senza averne il potere, modifica il format riducendo a 19 squadre per non procedere ai ripescaggi, e quindi ripartire gli introiti in maniera più favorevole. Andiamo alle squadre: la vicenda societaria del Milan è grottesca quanto paradossale, o forse chiarissima: sparito il famigerato mister Yonghong Li, guardacaso dopo avere investito quasi ottocento milioni, per non pagare una rata di 32 milioni, e permettendo quindi al fondo Elliot di acquisire la proprietà per circa trecento milioni, e di mettere alla presidenza del sodalizio … Paolo Scaroni, uomo di fiducia di Berlusconi, già presidente ENI, designato dallo stesso Berlusconi capo del governo. L’Inter risulta avere oltre seicento milioni di debiti, eppure opera indisturbata nel mercato, e nessuno batte ciglio; il Napoli non ha lo stadio a norma, in particolare non ha i maxi schermi che praticamente saranno obbligatori per la visione delle immagini del VAR, probabilmente non farà in tempo ad avere lo stadio per le gare di Champions, eppure nessuno evidenzia che condizione necessaria per la partecipazione alla serie A è quella di avere uno stadio a norma. E, per completare, il caos scaturente dall’asta per i diritti TV del calcio, con pacchetti aggiudicati in maniera separata, cosa che sta producendo confusione, e sostanziale disimpegno di Mediaset Premium dal calcio. Come dire, siamo ancora all’anno zero del calcio italiano in genere, credibilità zero della dirigenza, dopo la fallita qualificazione ai mondiali, e incapacità di intraprendere vie nuove, il che mi fa ritenere ormai inevitabile l’evoluzione verso la superlega europea, che ci porterebbe fuori da un ginepraio privo di prospettive: perché la Juventus in quella superlega ci andrebbe di diritto, forse qualche altra squadra italiana, il resto potrebbero pure spennarsi quei pochissimi gallinacci rimasti per il modesto banchetto del calcio nostrano.
*******
Parliamo di questioni più “di campo”, cercando di dimenticare il contesto che sopra ho riassunto, e che sarà ancora la palla al piede per un rilancio effettivo del calcio italiano. Come dicevo all’inizio, è l’anno dell’arrivo di Cristiano Ronaldo, il cinque volte pallone d’oro, vincitore con il Real Madrid di tre Champions, e di quattro nelle ultime cinque stagioni, oltre una quinta con la maglia del Manchester Utd, insomma il migliore giocatore al mondo assieme a Lionel Messi. Evento che in Italia è diventato clamoroso adesso, ma che non lo sarebbe stato affatto fino al 2006. Fino a quella stagione, i grandi facevano a gara per venire a giocare in Italia, il resto è inutile che lo ricordi ancora una volta, la storia la sapete già. Semmai da evidenziare che proprio la squadra vittima di quella stagione di imposture, è quella che, da sola praticamente, sta facendo uscire il calcio italiano dal buio dove era caduto, come calcio di club, come immagine all’estero. Perché il tanto decantato triplete nerazzurro non aveva ingannato nessuno, per come era stato costruito, non era farina del sacco del calcio italiano, né di quello milanese, ma frutto di compromessi e accordi pregressi, non conseguenza della crescita di un movimento mortificato da una cialtronata come farsopoli e come la svendita del calcio italiano ad Infront. Come dire, quella che doveva essere la vittima sacrificale di una impostura, è diventata la leader di una rinascita, che tarda a manifestarsi come si deve, ma proprio per i retaggi da me cennati sopra. Per tornare al discorso iniziale, indubbiamente, l’arrivo di CR7 in bianconero, fa della Juventus la super favorita stagionale, ancor più degli anni precedenti, ponendosi mente al mercato nel suo complesso. Anche se, dalle parole di Andrea Agnelli a Villar Perosa, quest’anno interessa soprattutto la Champions League, senza trascurarsi affatto lo scudetto. Che sarebbe una impresa ancora più straordinaria, l’ottavo di fila, impresa che credo non avrebbe tanti eguali al mondo. Non è arrivato solo Cristiano Ronaldo, anche un centrocampista di indubbia qualità come Emre Can, Cancelo, Perin, il rientro di Spinazzola, anche se attualmente in fase di riabilitazione dopo l’infortunio subito lo scorso campionato, e il ritorno di Bonucci, nella complessa quanto controversa operazione con il Milan, che ha portato alle cessioni di Higuain e di Caldara ai rossoneri. Per il resto, l’organico è rimasto invariato, e non è escluso che qualche colpo dell’ultim’ora possa essere compiuto, anche se ormai siamo agli sgoccioli. In questi casi, il vero rischio è più interno che esterno, che una squadra fortissima, già vincente in Italia e altamente competitiva in Europa, possa cadere nella presunzione di ritenersi troppo superiore ed imbattibile, con il rischio di sottovalutare le avversarie, specie le medio piccole. Dico questo perché, nella nostra storia, quella che ritengo la Juventus più forte di sempre, stagione 1982 – 83, sei campioni del mondo, Bettega, Boniek e Platini, e con Brio e Furino a completare l’organico, proprio per sentirsi eccessivamente sicura, perse in campionato troppi punti con le medio piccole, consentendo la fuga della Roma, e, quando poteva essere nuovamente avvicinata, complicarsi tutto in quel famoso quanto sciagurato derby dei tre gol subiti in sei minuti, che di fatto ci tagliò fuori da ogni speranza scudetto. Potevamo però stravincere in Europa, dove il cammino fu trionfale, escluso l’ultimo atto, quando forse la convinzione di essere molto più forti degli avversari, ci espose ad una delusione forse la più cocente della storia europea dei bianconeri. Quindi a mio giudizio si dovrà immediatamente uscire dalla euforia derivante dall’arrivo di CR7, e mantenere massima umiltà e concentrazione ad ogni gara, a cominciare da quella di sabato prossimo. Allegri quest’anno avrà diverse soluzioni a sua portata di mano, almeno tre moduli offensivi, dal 4 – 4 – 2, molto aggressivo, che con Cuadrado e Douglas Costa sarebbe in realtà un 4 – 2 – 4 reale, al 4 – 2 – 3 – 1, che poi sarebbe il modulo precedentemente indicato ma con Dybala arretrato rispetto a Ronaldo unica punta, al 4 – 3 – 3, che però significherebbe sacrificare qualcuno in attacco. Potrebbe comunque accontentare tutti con un ampio turn over, specie quando le partite saranno ravvicinate e occorrerà centellinare le energie per arrivare al meglio nella fase calda della stagione. In precampionato si sta anche delineando un esperimento interessante, Bernardeschi trequartista, ed anche questa potrebbe essere una soluzione, che però sacrificherebbe il gioco sulle ali, a meno di giocare con Douglas Costa o Cuadrado a supporto di Ronaldo, sacrificandosi Dybala. Mentre in difesa penso che con il ritorno di Bonucci, torneremo alla coppia con Chiellini, con Benatia e Rugani alternative centrali. Il vero rebus è a centrocampo. Pjanic non si è mostrato adatto a giocare in un centrocampo a due, ma semmai essere il centrale ideale di un centrocampo a tre, cosa che imporrebbe o una soluzione direi muscolare, Emre Can – Matuidi da mezze ali, o anche la presenza di Khedira al posto di uno dei due. Ma in questo caso giocheremmo con un esterno offensivo in meno, sia esso Cuadrado o Costa. Problemi di abbondanza insomma, una volta tanto.
*******
Per quanto riguarda le altre squadre, mi pare indubbio che la principale avversaria in chiave scudetto sembra essere quest’anno proprio l’Inter. Mercato fatto senza un vero controllo di entrate e uscite, quindi qualche operazione economicamente da meglio giustificare, però è indubbiamente la squadra che ha operato in maniera mirata a puntellare le lacune di organico che si erano manifestate la scorsa stagione. Tutto dipenderà anche dalle condizioni di Nainggolan, lo scorso anno in apparente calo di rendimento, ma la cosa potrebbe dipendere proprio dal cambio di guida tecnica, con Spalletti era letteralmente esploso, con Di Francesco forse non si è adattato al meglio. Buoni gli innesti di De Vrij e Martinez, oltre all’ultimo arrivo di Keita, un ritorno in Italia dopo la parentesi Monaco. A pari livello vedo pure la Roma, che non ha smantellato l’organico già forte della scorsa stagione, al punto di arrivare in semifinale di CL, e con innesto sia di giocatori desiderosi di rivincita come Pastore, sia di talenti come Kluivert, in una macchina collaudata già, potrebbe anche rivelarsi più competitiva per la lotta scudetto, rispetto all’Inter. Il Napoli secondo me ha fatto un passo indietro, ceduto Jorginho, nessun acquisto di rilievo, praticamente la stessa squadra di Sarri, ma senza Sarri e senza un vero regista, insomma una incognita stagionale. Stesso dicasi per il Milan. Ha finalmente la punta che mancava, Higuain (speriamo di non doverlo rimpiangere troppo), ha una difesa giovanissima, che se mantiene le promesse, potrebbe essere la difesa titolare della prossima Nazionale, ma forse non ha fatto il giusto salto di qualità a centrocampo. Delle outsider, penso che si siano mosse bene l’Atalanta e la Fiorentina, mentre rimangono incognite Sampdoria e Torino. Infine, lotta per la salvezza, con il Chievo che rischia una penalizzazione consistente per la vicenda plusvalenze (piuttosto, chi ebbe a dire nel 2006, che non si doveva perdere tempo nei processi anche a costo di sacrificare i diritti della difesa?), e che in questo modo sarebbe la più autorevole candidata alla retrocessione, si dovrà verificare come reggeranno il cambio di categoria le neopromosse, anche se sospetto che il Parma avrà il suo canale privilegiato in serie A per la salvezza, visto come è stato letteralmente trascinato con la forza nella massima serie. Poi è sempre dietro l’angolo il crollo di qualche squadra che ad oggi potrebbe sembrare tra quelle che possono comodamente salvarsi, per dire, Sassuolo e Spal.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|