E' la famosa frase di Don Vito Corleone, quando doveva sistemare un affare cui teneva tanto, per sè o per qualche adepto, ed aveva a che fare con un interlocutore osso duro, il quale, se rifiutava l’offerta irrifiutabile, rischiava magari di risvegliarsi di notte ritrovandosi dentro il letto la testa del suo cavallo più amato, mozzata e sanguinante. Ripenso a questa scena alla notizia dell’operazione di mercato che vede il ritorno di Bonucci alla Juventus, scambiato alla pari (sic!), con Caldara, ed in aggiunta il prestito di Higuain a 18 milioni, con eventuale (ma molto molto eventuale), riscatto a 36 milioni. Operazione illogica, assurda, autolesionista, lo capirebbe pure un bambino all’asilo nido. Illogica perché Higuain andava o ceduto a titolo definitivo per fare cassa, o tenuto e possibilmente valutata qualche altra operazione in uscita; illogica perché senza Bonucci abbiamo vinto ancora, addirittura andando meglio dell’anno precedente, vedendoci defraudati in CL solo al 93’ al Bernabeu; assurda ed autolesionista perché dopo essersi investito due anni addietro per assicurarsi quello che a detta di tutti era ed è il miglior giovane centrale difensivo italiano, lo si cede prima ancora di averlo tastato in bianconero, ad una concorrente, per andare a formare una coppia con l’altro emergente, Romagnoli, in una difesa a quattro tutta italiana (Calabria, Caldara, Romagnoli, Conti), età media 22 anni e qualche mese, che potrebbe essere la nuova difesa della Nazionale Italiana in prospettiva, considerato che altri giovani difensori a questo livello, italiani intendo, non se ne vedono, e lo si cede alla pari di un giocatore di 31 anni, praticamente liberando da un debito il Milan verso la Juventus, dato che nessun centesimo era stato versato dai falliti in rossonero alla Juventus (l’operazione venne garantita, come ricorderete da una fideiussione bancaria). Perché una dirigenza dovrebbe compiere una operazione così illogica, assurda ed autolesionista? Mi pare evidente che lo staff Andrea Agnelli, Beppe Marotta e Fabio Paratici, non possano essere considerati dei fessi, dei matti incompetenti, non avrebbero raggiunto questi risultati in otto anni, dal maggio 2010 ad oggi: ci deve essere quindi altro, qualcosa che deve rendere spiegabile l’operazione più idiota che la società bianconera potesse compiere, andando a rinforzare e di fatto salvare una concorrente, senza guadagnarci nulla, ma perdendo moltissimo. Ho provato a ipotizzare delle spiegazioni plausibili, sono tutte nel senso che comunque si tratta di una operazione ingiustificabile sotto il profilo tecnico – tattico, oltre che finanziario, ma spiegabile altrimenti, con ipotesi che comunque compromettono l’immagine di questa dirigenza e quindi della squadra per cui tifiamo. La più banale può essere questa: come sapete, Bonucci, grande utilizzatore di social, è rimasto in contatto stretto con Chiellini e con Barzagli, anzi i tre hanno ostentato questa solida amicizia tra di loro. Quindi una imposizione dei senatori dello spogliatoio, anche a costo di creare qualche malumore interno, dato che sappiamo bene le ragioni per cui Bonucci fu ceduto. Ma questa è la più banale, specie in uno spogliatoio dove è arrivato il giocatore considerato più forte al mondo, CR7. Un’altra, che qualche dirigente attuale della Juventus, molto, troppo corteggiato dalla riorganizzata società rossonera, agli ordini di un noto uomo di fiducia dell’ex presidente padrone (fino a due anni addietro), stia già da ora cominciando a lavorare per la sua futura società datrice di lavoro. Ma anche questa non regge più di tanto, non si comprende per quale ragione la proprietà e la presidenza bianconera possano consentire un doppio gioco di questo tipo. Rimane quindi una sola spiegazione: che l’operazione di mercato sia conseguenza di questioni e valutazioni di tipo extracalcistico, cui la società bianconera non si poteva sottrarre. E ripenso a quel settembre 2005, quando un nostro importantissimo ex dirigente, venne convocato a Palazzo Grazioli dall’allora (ma anche adesso, lo sappiamo bene, l’abbiamo compreso TUTTI molto bene quanto accaduto in questi ultimi anni) proprietario del Milan, con l’offerta che non si poteva rifiutare, passare lui e l’allora Amministratore Delegato della Juventus, alle dipendenze del Milan, offerta che invece venne rifiutata con le conseguenze che conosciamo. Perché, come ho avuto modo di dire, la vera regia di farsopoli è rossonera, delitto quasi perfetto perché tutto portava a sospettare come killer l’altro soggetto milanese con l’azzurro al posto del rosso nelle strisce, grande beneficiario di farsopoli, con quattro scudetti di cartone, più uno a tavolino, più un triplete targato Unicredit S.p.A.. Moratti non poteva avere l’abilità e l’intelligenza di concepire una operazione in grande stile come farsopoli, Tronchetti Provera è prima di tutto un affarista e poi un interista, mettere a disposizione le sue truppe Telecom solo per qualche scudetto all’Inter non è operazione sua, nel senso che, da uomo d’affari, certi servizi di killeraggio li mette a disposizione se ha lui un guadagno notevole, non per tifo calcistico. Mentre chi viveva solo di calcio, aveva tutto l’interesse per questa operazione, mettere fuori causa la concorrente più pericolosa, per avviare il proprio dominio a tutti i livelli, sul campo e fuori dal campo: ricordatevi solo una cosa, l’ultimo atto di Galliani presidente della Lega Serie A, fu di svendere il calcio italiano ad Infront Sport & Media (società guidata dal nipote di Blatter all’epoca presidente FIFA), e alla sua succursale italiana presieduta dall’uomo di fiducia di Galliani, Marco Bogarelli, già creatore di Milan Channel. Ricorderete bene come il Milan venne salvato, come gli venne consentita la partecipazione alla Champions League 2007, poi vinta, e sapete bene che il declino del calcio italiano di club e Nazionale, inizia da quel periodo, con Infront che ha progressivamente svalutato il valore del calcio italiano, a favore di Premier, Bundesliga, Liga, ovvero le tre che di fatto hanno dominato in Europa da ultimo. Quindi, entrare in affari nuovamente con questi personaggi, o meglio con chi oggi appare al posto di questi personaggi, è per me fattore inquietante. Al Milan serve un vero attaccante, visto il fallimento di Kalinic e Andre Silva; al Milan serve pure un difensore per sostituire un soggetto scomodo come Bonucci, li ottiene dalla Juventus, a condizioni vantaggiosissime, e praticamente producendo un danno alla società venditrice. Che sia arrivata nuovamente l’offerta che non si poteva rifiutare, e, ricordandosi il 2006, questa volta la Juventus abbia preferito accettarla? Non trovo altre spiegazioni, se non quella di essersi piegati ad un ricatto, cercando di spacciare quel ricatto come operazione vantaggiosa per la società, per plusvalenze, miglioramento del tasso tecnico dell’organico (già si legge che Caldara non assicurava le certezze che può assicurare Bonucci, ovvero il giocatore che, “spogliato” da Buffon, Barzagli e Chiellini, non ha spostato alcun equilibrio in rossonero). E ritengo offensivo della nostra intelligenza il dirsi che è una operazione condivisibile, che ci si guadagna quantomeno in plusvalenze. Ma appunto, se nel calcio italiano, può ancora funzionare l’arma del ricatto, e la dirigenza della mia squadra del cuore, non trovare altro rimedio che accettarlo, significa che siamo al punto più elevato di marcio nel calcio italiano. Vero, quello che ha scombussolato la “Yalta” calcistica del 2006, è stato il ritorno della Juventus vincente, che ha impedito al Milan di poter riprendere l’egemonia in campo (fuori no, Galliani ha fatto sempre il bello e il cattivo tempo), dato che, come ampiamente prevedibile, l’Inter, esaurita l’onda farsopolara, sarebbe tornata quella di sempre. Ci hanno provato con il calcioscommesse, a mettere fuori causa Conte; ci hanno provato con le sanzioni dello Juventus Stadium, anche per banalità quando altrove si è visto di tutto e di peggio; ci hanno provato con la vicenda Dominello a incastrare il nostro presidente e rimettere all’angolo la Juventus. E sempre con operazioni nascenti da ambienti comunque vicini o controllati dal Milan, il vero marcio del calcio italiano. Per cui se questo marcio del calcio non può essere debellato, ed anzi bisogna sottostarci ancora, vuol dire che ci stiamo avviando alla morte del calcio italiano.
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