Sono 36 (leggasi TRENTASEI), e 7 (leggasi SETTE) di fila, con buona pace di chiassosi opinionisti dal fegato ormai distrutto dal costante rodere; sono TRENTASEI e SETTE di fila, con buona pace di un calcio nostrano che vive ancora sul vittimismo e non riconosce mai i meriti di chi vince; sono TRENTASEI e SETTE di fila, con buona pace di quella napoletanità deteriore (la meno qualificante per la città, ma purtroppo la più rumorosa), che da anni incita all’odio verso la squadra e verso i suoi tifosi. E soprattutto SONO TRENTASEI E SETTE DI FILA ALLA FACCIA DI QUEI SEDICENTI JUVENTINI CHE ANCHE PER QUEST’ANNO HANNO VISTO FALLIRE MISERAMENTE LE LORO PROFEZIE DI DISASTRI, E CHE, PURTROPPO PER LORO, SI PERDERANNO L’ENNESIMA ANNATA TRIONFALE DELLA JUVENTUS: PER LORO SPAZIO SUL CARRO NON CE NE DEVE ESSERE!
I momenti fondamentali del campionato.
Su una cosa sono d’accordo con quanto detto da Allegri, in sede di conferenza stampa pre ultima di campionato: questo è lo scudetto dell’orgoglio bianconero, vinto quando sembrava quasi perso. Ed in parte è così. Ma se è stato combattuto fino a praticamente due giornate dal termine, non credo sia dipeso solo dal fattore “campo”: mai come quest’anno abbiamo assistito al martellamento di un “sentimento popolare diffuso” che avrebbe voluto lo scudetto prendesse altra destinazione e si colorasse di azzurro, e la cosa si è spesso ripercossa sul campo, contrariamente a quanto si vorrebbe far credere. Questo ha consentito ai nostri principali avversari di poter competere a lungo, di chiudere in testa il girone d’andata, e di poter sperare ancora grazie al clamoroso passo falso interno dei bianconeri nello scontro diretto. Ma alla fine i veri valori emergono, altro che Orsato, il Napoli ha fatto un girone di ritorno decisamente in calo, perdendo cinque punti in due gare non proprio insormontabili, Fiorentina e Torino. Per quanto riguarda il cammino dei bianconeri, ritengo siano stati questi i momenti salienti.
Sampdoria – Juventus 3 - 2
Le grandi imprese nascono spesso da sconfitte, e dalle lezioni che si riescono a trarre da queste. Altre squadre, su una partita del genere, avrebbero intentato processi a poteri forti, cupole più o meno credibili, avrebbero pianto per un gol determinante irregolare dei doriani, per un rigore concesso tardivamente a compensazione di un altro più evidente negato sul risultato ancora in equilibrio, e via di seguito. Viceversa in casa bianconera si ragionò su quello che appariva come il punto di non ritorno per una squadra che spesso aveva manifestato squilibri, tanto efficace in fase offensiva, quanto leggerina in copertura e fase difensiva, gol incassati praticamente ad ogni partita, e dunque la necessità di correggere un modulo, il 4 – 2 – 3 – 1, che mostrava delle evidenti crepe.
Napoli – Juventus 0 – 1
Che la lezione di Marassi fosse stata ben compresa, la squadra ebbe modo di dimostrarlo proprio la domenica successiva, nella partita fondamentale contro il Napoli, in quel momento in vetta al campionato, con un vantaggio di 4 punti, che poteva anche diventare di 7. Ricorderete bene la tronfia arroganza che avevano i napoletani, convinti di stravincere contro una Juventus data in crisi dopo la sconfitta del turno precedente. Ed invece i bianconeri proprio al San Paolo diedero un saggio della loro forza e della loro autorevolezza, gara vinta più nettamente di quanto non dica il punteggio finale, Buffon praticamente inoperoso, Reina miracoloso in almeno due occasioni.
Lazio – Juventus 0 - 1
Questa gara è stata a mio giudizio, la gara decisiva della stagione bianconera. Come ricorderete, all’andata si uscì battuti in casa, per demeriti notevoli della squadra, ma anche per un rigore fallito nel finale, da Dybala, episodio che diede inizio ad una fase di crisi della Joya. Lazio in gran forma in quel periodo, Juventus in difficoltà, anche per le vicende in Champions, a seguito del pari interno casalingo contro il Tottenham, che metteva a rischio la prosecuzione del cammino dei bianconeri nella massima competizione europea. Per una sorta di “nemesi”, proprio all’ultimo istante fu Dybala a decidere la gara, con un gol fortemente voluto, conclusione praticamente da terra in caduta. E poco dopo il Napoli avrebbe perso di brutto in casa contro la Roma.
Juventus – Sampdoria 3 - 0
Se il Napoli lamenta di avere perso lo scudetto “in hotel”, solo per avere visto vincere la Juventus, la dimostrazione che sia questo un pretesto ridicolo e non da grande squadra lo dimostra proprio Juventus – Sampdoria del ritorno. Partita arrivata immediatamente dopo l’eliminazione dei bianconeri dalla Champions, nel modo come tutti ricorderete, una grande impresa vanificata da una decisione arbitrale più che discutibile a tempo scaduto. Poteva essere un colpo mortale per il morale dei bianconeri, invece la squadra ha ritrovato determinazione, cattiveria e voglia di rivincita, sciorinando una delle più belle prestazioni della stagione.
Inter - Juventus 2 – 3
Il discorso fatto per Juventus – Sampdoria, andrebbe sostanzialmente ripetuto anche per quella che ha deciso il campionato, ma non nel senso come inteso dai piangenti del golfo di Mergellina. Arbitro invocato per questa partita, Orsato, ovvero quello che a detta di tutti è più affidabile solo perché la Juventus con lui in campo ha uno score inferiore rispetto ad altri arbitri; direzione di gara nella quale Vecino viene graziato una prima volta, e poi espulso solo grazie al VAR, un rigore evidente a fine primo tempo non viene concesso, anche perché poteva produrre la seconda espulsione di un neuroazzurro (non è errore di battitura), un altro rigore non meno vistoso ad inizio ripresa negato su due falli di seguito a danno di Matuidi. Episodi naturalmente tutti ignorati dai media, che hanno abilmente ristretto la partita ad una mancata espulsione di Pjanic, che avrebbe deciso il campionato a danno del Napoli! E’ il modo come il nostro giornalismo sportivo racconta il calcio, mentendo prima a sé stesso e poi ai lettori, solo per incitare all’odio. Sul campo invece fu una partita davvero sofferta e difficile, con una direzione di gara sicuramente non filo juventina (anche Skriniar non espulso nel finale di gara), una Juventus che improvvisamente va in crisi pur in superiorità numerica; poi dei cambi azzeccati di Allegri, e totalmente sbagliati di Spalletti, a rovesciare nuovamente le sorti della gara. E così la coppia HD a riportarci in carreggiata e mantenere la Juventus in testa. Mentre i chiacchieroni della settimana, andavano a perdere a Firenze, e successivamente pareggiare in casa contro il Torino, come dire a buttare cinque punti contro due squadre sicuramente non “amiche” dei bianconeri.
I protagonisti
L’allenatore, Massimiliano Allegri
Credo che ormai siano rimasti pochissimi irriducibili integralisti di non si comprende cosa, a mettere in dubbio il lavoro e i risultati del nostro allenatore. Nessuno mai era riuscito a vincere quattro scudetti di fila, quattro coppe Italia di fila, ed essere altamente competitivo in Europa, neppure chi aveva guidato l’Inter negli anni dei campionati preconfezionati ad uso e consumo del duo Moratti – Tronchetti Provera. Si ha un bel dire che con questa squadra vincerebbe chiunque: la squadra attuale è totalmente diversa rispetto a quella che Allegri trovò nell’estate del 2014, squadra che, lo ricordo ancora una volta, era considerata adatta solo a ristoranti da 10 euro e non in grado di poter accedere a ristoranti di 100 euro. Quindi, squadra ogni anno notevolmente cambiata, moduli sempre diversi, abbiamo visto il 3 – 5- 2 iniziale, diventare 4 – 3 – 1 – 2, evolversi successivamente in 4 – 3 – 3 e poi in 4 – 2 – 3 – 1, per tornare ancora in 4 – 3 – 3, molto più simile al famoso modulo ad “albero di Natale”, con una punta centrale supportata da due trequartisti. E’ continuata la valorizzazione dei giocatori, Douglas Costa, inizialmente considerato un possibile flop, rivelatosi fondamentale nel finale di stagione, ma non solo lui; ma sicuramente molti giocatori stanno vivendo momenti eccellenti in bianconero, stanno esprimendosi ai massimi livelli. Lo scorso anno scrivevo che Allegri fa già parte dell’Olimpo dei grandi allenatori della Storia Juventina, manca la ciliegina per potersi dire inequivocabilmente, che è il più grande, e magari ci arriverà quanto prima a quella ciliegina, sfuggitagli due volte in questi anni.
I giocatori
Gianluigi Buffon.
Con la gara di sabato si è chiusa una storia che era già leggenda, la carriera del più forte portiere di ogni tempo, il numero uno dei numeri uno in assoluto. Il modo come la tifoseria juventina ha salutato colui che rimarrà un monumento perenne nella storia del calcio mondiale, non solo italiano, penso sia il giusto riconoscimento di quanto ha dato Gigi alla causa bianconera e non solo. C’è il rammarico che la sua carriera in bianconero non si sia chiusa con la conquista della Champions, come fu per Zoff, e con il pallone d’oro, che gli sarebbe spettato di diritto almeno nel 2006.
Paulo Dybala
E’ stata la sua migliore stagione in bianconero, nonostante due infortuni, eppure qualcuno che lo critica si trova sempre. Decisivo ad inizio stagione, quando altri non giravano al meglio, decisivo nella seconda fase, da quel gol alla Lazio in avanti.
Douglas Costa
I sapientoni che capiscono di calcio come io di aramaico, l’avevano già definito il flop stagionale, e questo perché Allegri, come sua abitudine, lo ha inserito gradualmente in squadra. Facendo bene, dato che il giocatore, ad inizio tanto virtuoso con la palla quanto spesso inconcludente, nel finale è stato l’uomo in più dei bianconeri.
Giorgio Chiellini
La ricostruzione di una fase difensiva nuovamente ermetica e affidabilissima, è ripartita ancora da lui, autentico combattente dal DNA juventino. Ed ora si avvia ad ereditare da Buffon la fascia di capitano, e siamo tutti convinti che la onorerà come suo solito.
Mehdi Benatia
Forse in tanti lo ricorderanno per l’amnesia nel finale di Juventus – Napoli, o per l’episodio del Bernabeu, che a mio giudizio non era da considerarsi rigore. Io invece lo ricordo per una stagione nella quale è tornato ai suoi momenti migliori.
Sami Khedira
E’ spesso messo in discussione, ritenuto superato, lento, poco spettacolare, ma in campo è sempre il giocatore che si trova al posto giusto al momento giusto, che lega i reparti, che sa sempre cosa fare anche nelle situazioni difficili. Potrei dire anche per lui che questa è stata la sua migliore stagione in bianconero.
Miralem Pjanic
E’ all’apice della sua maturità calcistica, le sue pause di rendimento si sono ulteriormente ridotte, come dire, maggiore continuità di rendimento e maggiore qualità nella sua veste di play maker della squadra.
Gonzalo Higuain.
Ha segnato di meno, vero, ma ha segnato sempre quando occorreva: al San Paolo, al Meazza contro il Milan, e soprattutto al Meazza contro l’Inter. Gol che pesano nell’economia stagionale.
Per quanto riguarda gli altri, sicuramente una menzione va fatta per Juan Cuadrado, Federico Bernardeschi e Mattia De Sciglio, tartassati da infortuni eppure efficaci quando abili e arruolati. Come pure, direi che il Rugani vistosi nello scorcio finale di stagione, sembra avviato alla sua definitiva maturazione. Infine, una citazione va fatta per Wojciech Szczęsny, che sarà il sostituto di Buffon a difesa dei pali bianconeri: ha avuto il suo spazio quest’anno, mostrando di non temere affatto il peso di quella maglia indossata finora da Buffon.
Gli altri verdetti
Della squadra seconda in classifica non parlo, credo sia questo l’atteggiamento che d’ora in avanti dovremo mostrare nei confronti di un club e di un ambiente che ha oltrepassato i limiti di decenza nei confronti della Juventus e dei suoi tifosi. Onore alla Roma invece, che, partita a fari spenti, ha conquistato la terza piazza, dunque ritorno in Champions, competizione nella quale quest’anno, da out sider, ha sfiorato l’impresa clamorosa di conquistare la finale, quando si pensava addirittura che potesse fermarsi al girone di qualificazione: aggiungo che, tra le poche, la società giallorossa è stata una di quelle che si è complimentata con la Juventus per il settimo scudetto. Del resto dopo anni di pianti a 360 gradi, quest’anno nelle conferenze stampa di dirigenti giallorossi e del tecnico, Di Francesco, abbiamo solo ascoltato valutazioni tecnico – tattiche e mai accuse ai bianconeri, spesso indicati a modello positivo. Il quarto posto utile per la Champions è stato conquistato per il rotto della cuffia dall’Inter, al termine di una gara contro la Lazio, giocata male ma vinta grazie ad episodi fortunosi, compreso il fallo da rigore del futuro interista De Vrji, sul futuro compagno di squadra Icardi. Immaginate voi cosa sarebbe accaduto se una vicenda del genere avesse avuto come protagonista la Juventus. Onore pure all’Atalanta, che ritorna in Europa per la seconda annata di fila, dopo un girone d’andata altalenante, e una presenza più che onorevole nella edizione di Europa League. Tra le delusioni d’annata, indubbiamente Milan e Torino, i rossoneri puntavano in alto, ed invece hanno rischiato di uscire fuori del tutto dalle posizioni che contano, salvo rientrarci nel finale; mentre il Torino a mio giudizio ha pagato la presunzione del suo allenatore, e il subentrato Mazzarri non è che potesse fare miracoli. In coda era già scontata la retrocessione del Benevento, ma indubbiamente con il girone di ritorno hanno posto rimedio al disastroso girone d’andata, quattro punti, diciassette sconfitte su diciannove; mentre un po’ a sorpresa la retrocessione del Verona, nonostante un organico che sulla carta sembrava di media classifica; la terza retrocessa è stata decisa alla fine, ed è il Crotone, che probabilmente non meritava questa fine, ma come sempre i risultati nel finale di stagione sono quelli che decidono: semmai mi viene in mente una dichiarazione del presidente Vrenna, dopo il pareggio contro la Juventus, che nella sostanza si è ritorta contro di lui, visto che auspicava lo scudetto alla squadra che praticamente l’ha spedita in B, anche grazie alla gara d’andata.
Le mie postille
1 – Gli ultras … della carta stampata.
Mi è arrivata la seguente mail, che ritengo utile rendere pubblica nel contenuto, anche se l'autore (che si firma) mi chiede di non essere nominato:
"caro Antonio, ho letto il tuo commento a Inter - Juventus, condivido ogni virgola di quanto hai detto, fino a quando questi signori devono abusare della nostra pazienza? Mi riferisco soprattutto ai giornalisti sportivi. Io sabato ero al Meazza, in un settore vicinissimo alla tribuna stampa, e credimi, ho avuto l'impressione che gli ultras interisti per quella partita si fossero trasferiti lì e non nel loro solito settore verde dello stadio. Dovevi vederli, ululavano ad ogni intervento arbitrale contro i nerazzurri, gridando di tutto a Orsato e agli juventini quando è stato espulso Vecino; nel secondo tempo le loro esultanze ai gol dell'Inter hanno quasi sovrastato quelle di altri settori, addirittura molti si sono messi a saltellare quando è partito il coro "chi non salta juventino è". Questi signori poi sono i personaggi che popolano le tv private o la RAI, o le PAY TV, e fingendosi obiettivi e imparziali, fanno sparire gli episodi a danno della Juventus, per isolare un solo fatto, la mancata espulsione di Pjanic, e su questo episodio costruire la campagna di odio verso la Juventus, e provare a far credere che una mancata espulsione, a quattro giornate dalla fine del campionato, sia quella che falserà la stagione a favore della Juventus. Hai ragione, fino a quando abuseranno della nostra pazienza? Ma soprattutto, perchè la pazienza della società juventina continua a mostrarsi anche superiore a quella di Giobbe, e tollerare di tutto senza prendere posizioni forti? A suo tempo Boniperti negava i giocatori alla RAI o a certe testate, se oltrepassavano certi limiti, querelava Zeffirelli; oggi dicono di tutto e di peggio, quasi consapevoli che tanto non succederà nulla, che nessuno in società alzerà la voce o adotterà provvedimenti punitivi, e così personaggi squalificati come Ziliani, Pistocchi, o i napoletani Alvino e compagni, potranno rimanere impuniti. Vuole la Juventus subire una seconda calciopoli? Mi auguro di no.
P.S.: vedo che ogni tanto pubblichi le mail dei lettori di juworld.net, se lo vorrai fare, ti prego di non pubblicare il mio nome, per ragioni che separatamente ti spiego ... (omissis)"
Caro amico, mi sorprende la tua sorpresa. Mi sorprende che non te ne sia accorto prima che il nostro giornalismo sportivo è a libro paga di chi offre di più. Moratti non è più presidente o azionista dell’Inter da sei anni, eppure puntualmente ad ogni Juve – Inter viene intervistato per parlarne, lui e il suo fidato Simoni, l’allenatore che cacciò perché era un mediocre, ma naturalmente non lo si dice, perché altrimenti come si può ancora piangere per un inesistente rigore non concesso? E’ da anni che la tribuna stampa del Meazza è solo interista, a differenza di quella juventina, dove invece trovano spazio e risalto quei giornalisti che esultano se la Juve perde o se le concorrenti vincono. Come dire, noi giochiamo prima contro i media e poi contro le squadre in campo. Anche se auspico sempre che la società cominci ad alzare la voce sul punto.
2 – Postilla in bianco.
Come scritto sopra, d’ora in avanti ignorerò volutamente una squadra di calcio, e tutti quei personaggi in cerca d’autore, che si stanno facendo pubblicità a buon mercato sfruttando la creduloneria di una certa tifoseria di quella squadra. Ma non posso esimermi dal citare il tweet ufficiale della società ufficiale, che ha condannato aspramente il bianconero Douglas Costa, per avere, nel corso di un video che girava dal pullman in tour per Torino, per la festa scudetto di sabato, ripreso dei tifosi che esponevano una bara azzurra dedicata ad Insigne. Ne hanno fatto una tragedia, supportati dai soliti media, compreso il TG2 con un servizio degno della sua qualità di informazione. Mi fermo qui, il commento a questa notizia lo lascio in bianco, tanto a riempirlo è fin troppo facile, metteteci un po’ voi foto, video e quant’altro, a dimostrazione della civiltà di chi si sente offeso per una goliardia più o meno opportuna.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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