Una Juve ancora ferita dalla brutta sconfitta di Champions, conquista una vittoria non tanto agevole contro il fanalino di coda Benevento. Partita che sembrava in discesa dopo il vantaggio iniziale, che invece si è complicata dopo l’imprevisto gol del pareggio dei sanniti, ed anche per una direzione di gara non irreprensibile, ma non certo a favore dei bianconeri, come avrò modo di dire. Ma alla fine la qualità e la determinazione dei bianconeri ha avuto la meglio
Il modulo
Parecchi cambi in formazione, per far rifiatare gente dopo martedì scorso, Szczesny in porta, rientro di Lichtsteiner, Rugani e Benatia, in difesa, centrocampo con Marchisio per Khedira e tridente offensivo con Mandzukic punta centrale supportata da Cuadradoa e Dybala. Partita che come detto, si mette subito in discesa, almeno in apparenza, la squadra forse mentalmente molla troppo presto e il Benevento comincia a prendere campo, giungendo meritatamente al pareggio; finale di primo tempo nuovamente di marca bianconera e chiuso in vantaggio, grazie ad un rigore trasformato da Dybala. Ripresa ancora in ambasce, inopinato secondo pareggio dei sanniti, poi con i cambi, e qualche correzione di assetto, i bianconeri rimettono a posto le cose.
Le sostituzioni
Stavolta i cambi sono stati fondamentali, non fosse altro perché Higuain ha procurato il rigore del vantaggio, e Costa con una azione personale ha segnato la quarta rete.
Le pagelle: i migliori
Inutile dire che la palma del migliore va a Dybala, che si porta a casa, per la seconda volta in stagione, il pallone, e soprattutto torna a segnare con assoluta sicurezza i rigori. Degli altri, direi bene Costa, idem dicasi per Higuain.
Da rivedere
E’ mancata la fase difensiva, due gol dal Benevento non si possono prendere, né si possono subire tanti tiri in porta dall’ultima della classe. Parlo di fase difensiva più che di limiti dei singoli, un po’ come accaduto in Champions: giornata no di Benatia, troppo in sofferenza Alex Sandro dal suo lato, pochissima copertura dei centrocampisti.
L’arbitro
Partiamo dalla cosa più grottesca: i tifosi del Napoli accusano Pasqua (di Nocera Inferiore, praticamente Napoli o quasi) di avere aiutato la Juve con due rigori che non c’erano. Qualche idiota si è puntualmente unito alla canea, senza neppure guardare le immagini, e nulla ha detto magari sul gol annullato a Mandzukic, con ammonizione davvero inventata, in una azione nella quale l’unico fallo certo è quello di Sagna sul bianconero, rigore netto non dato e magari espulsione in quanto chiara occasione da rete. Come chiara occasione da rete era quella sul primo rigore, atterramento di Pjanic sulla linea dell’area del portiere. Ecco che due rigori direi evidenti, un terzo non visto, due possibili espulsioni non comminate, diventano direzione di gara pro juve …
Prossimo turno.
Domenica sarà ospite dei bianconeri la Sampdoria, ossia l’ultima squadra che in questo campionato ci ha battuto. In una gara che ricorderete penso bene, fu quella della svolta, da quel momento maggiore attenzione alla fase difensiva, e non a caso in diciotto giornate i bianconeri hanno subito solo quattro reti in campionato, due delle quali nell’ultimo turno. Sarà questa una cosa da rivedere, anche perché l’attacco doriano è sicuramente più incisivo dei sanniti, e la squadra ha ancora ambizioni concrete di piazzamento Europa League. Ma ormai siamo allo sprint finale e non si possono più commettere errori.
La giornata di campionato
Il Napoli continua a mantenere viva la lotta scudetto, anche se a tre minuti dal termine stava rimediando una sconfitta, che invece è divenuta vittoria, in un finale convulso, con recriminazioni di Maran su un fallo di Koulibaly, nell’azione precedente il calcio d’angolo decisivo: inutile dirvi che i vari media lo hanno praticamente zittito, cosa ben diversa quando qualcuno si lamenta dell’arbitro e c’è la Juventus di mezzo. Delle altre, in una sorta di marcia del gambero hanno perso Inter e Roma, e così ne ha approfittato la Lazio, che adesso è al terzo posto, a pari punti dei cugini giallorossi. In ottica EL, continua a vincere la Fiorentina, mentre accusa una battuta a vuoto il Milan, bloccato in casa dal Sassuolo. In coda si infiamma la lotta, grazie alle contemporanee vittorie di Verona contro il Cagliari, Crotone contro il Bologna, e i pareggi di Spal e Sassuolo, risultati tutti che rimettono in discussione ogni verdetto, ed ora anche il Verona ha possibilità di salvezza, quasi impensabili qualche giornata addietro.
Le mie postille
1 – L’angolo della Champions League
Abbiamo perso e di brutto, abbiamo gravemente compromesso ogni possibilità di qualificazione, e la tanto attesa vendetta di Cardiff non è arrivata. Ci sono molte cose da dire su questa sconfitta che nel risultato appare quasi una disfatta, nonostante la partita, almeno per una buona oretta di gioco, era stata molto equilibrata. Poi una gravissima indecisione difensiva, e il solito arbitraggio sciagurato, che hanno tolto ogni speranza ai bianconeri di rimonta, ed anzi inopinatamente è arrivata la terza segnatura. Voglio iniziare proprio dalla direzione di gara, e dunque, anche a costo di apparire piangina, non mi tirerò indietro nel ripetere che fino a quando ci sarà Kollina a designatore UEFA, avremo i Cakir a dirigerci, e dunque dovremo per competere prima battere l'arbitro e poi l'avversario: avremmo forse perso lo stesso e magari nettamente, ma se a metà primo tempo si estrae il giallo su Bentancur, con intervento netto sulla palla, e poi si sorvola su Modric, chiaro fallo da dietro, e plateale protesta; se si ammonisce Dybala per simulazione, quando simulazione non era, e non si ammonisce Varanne che sviene in area bianconera, e Kroos rientra negli spogliatoi intonso dopo avere picchiato in lungo e in largo, è evidente che si mandano messaggi chiari alle squadre, una può picchiare e simulare, l'altra no. I risultati, Bentancur, a mio giudizio comunque il migliore dei nostri, dopo l'ammonizione non ha più affondato con decisione nei contrasti, Dybala espulso, nel momento in cui la partita aveva preso una piega negativa, ma ancora rimediabile anche parzialmente: fino a quel momento la gara era equilibratissima, anzi, sembrava più vicino il gol del possibile pareggio bianconero che un eventuale raddoppio madrileno, si notava che gli spagnoli soffrivano gli attacchi in velocità e che se aggirati al meglio sulle fasce, potevano capitolare, in altri termini un prevedibile ingresso di Cuadrado per l'evanescente Alex Sandro (o anche Asamoah), con spostamento di Costa a sinistra, avrebbe messo in ulteriore difficoltà la non proprio ermetica retroguardia madrilena; poi, la cappella tra Chiellini (soprattutto lui) e Buffon, e la puntuale espulsione di Dybala poco dopo, sono stati i due episodi che hanno chiuso la gara, a nulla valendo l'effimera reazione finale, anche sfortunata, neppure il gol della bandiera nonostante due occasioni nitidissime. Vedete, la componente "arbitro" con il Real Madrid, è stata sempre una costante, nelle nostre sconfitte o eliminazione c'entra sempre, o quantomeno c'entra per avere accentuato le conseguenze: dal gol annullato a Manfredonia nel 1986, al gol irregolare di Mijatovic nella finale del 1998, alla espulsione di Chiellini nel 2013, a quella di Cuadrado a Cardiff, e mettiamoci pure l'ammonizione famosa di Nedved nel 2003; non abbiamo mai giocato in superiorità numerica contro i madrileni, eppure picchiatori nella loro storia ne hanno avuti eccome, ultimo nell'ordine Ramos, ma chissà se ancora vi ricordate di Pepe, Salgado, Cambiasso (l'interista, proprio lui), Samuel (noto pure lui), Gravesen, Luis Enrique, Chendo, Sanchis, Michel, Hugo Sanchez, Camacho: l'unica espulsione che ricordo, reciproca peraltro, Tacchinardi - Ronaldo, supplementari ritorno ottavi di finale 2004 – 05. Detto ciò, loro indubbiamente fortissimi, arbitro compiacente, erroracci dei nostri, il finale si spiega così, e rimane il rammarico di una gara che poteva avere un esito diverso, se solo la vecchia guardia non ci avesse "tradito" proprio nei momenti topici: perchè si ha un bel dire che il secondo gol di Ronaldo è da cineteca, il più bello della competizione, se il tutto nasce da un "tua - mia - anzi no tua - anzi no tua - anzi no mia - anzi no di nessuno di noi due", con palla poi recuperata da Ronaldo, respinta, prosecuzione della azione con Carbajal libero di crossare blandamente contrastato da Alex Sandro, e Ronando libero di compiere la rovesciata da cineteca, con un estremo tentativo di chiusura di De Sciglio (e Barzagli - Chiellini?); si può dire lo stesso del primo gol, De Sciglio preso nel mezzo perchè Costa tardava a rientrare, ma i due centrali si sono fatti beffare da Ronaldo, e lo stesso dicasi sulla terza marcatura di Marcelo; come dire, se ad una squadra più forte, che ti può battere in condizioni normali, aggiungi errori difensivi e compiacenza arbitrale, è quasi grasso che cola che non sia finita anche peggio, vista l'inferiorità numerica; Comunque vada la gara di ritorno, credo che questa gara deve essere il capolinea di un grande ciclo e di un grande gruppo, già a Madrid sarebbe il caso di cominciare a sperimentare la Juventus del prossimo anno in Europa: martedì sono mancati proprio i senatori, la BBC è franata miseramente, come è franata la corsia di sinistra, Asamoah già pronto per l'Inter, Alex Sandro pronto per essere ceduto; salvo Bentancur, a mio giudizio il migliore, e lo sarebbe stato ancor di più senza quella assurda ammonizione, Khedira, il tanto vituperato Khedira, De Sciglio, un buonissimo primo tempo, salvo naufragare come quasi tutti nella seconda parte della ripresa, e lo stesso Dybala, tartassato ma poi ammonito ed espulso lui! Un appunto ad Allegri non posso non farlo: perchè non ha schierato Matuidì fin dal primo minuto? Sarebbe stato più logico un 4 - 3 - 3 reale, e non un finto 4 - 3 - 3, in realtà 4 - 4 - 2, specie vista la prova grottesca di Alex Sandro, avremmo avuto maggiore fisicità a centrocampo, un interditore in più e maggiore compattezza di reparto.
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Più in generale, questo è il quarto anno di Allegri alla Juventus, in Europa conquista la finale al primo e al terzo anno, eliminato agli ottavi e, salvo miracoli, ai quarti il secondo e il quarto anno. Noto due analogie nel percorso europeo della Juventus di questi quattro anni, in relazione al campionato: siamo arrivati in finale gli anni in cui a febbraio - marzo avevamo praticamente vinto lo scudetto, o comunque avevamo un buon margine di vantaggio da gestire; viceversa siamo stati eliminati nelle due stagioni in cui abbiamo dovuto spendere molte energie per rincorrere in campionato, nel 2016 addirittura partendo da - 10 dalla vetta della classifica, quest'anno con un distacco inferiore, ma secondi praticamente dalla settima giornata fino a poche settimane addietro, con un Napoli che sta facendo la sua stagione migliore. Come dire, è evidente, credo, che il campionato tende a far spendere energie alla squadra, se deve rincorrere e non gestire le proprie risorse. Gli scorsi anni abbiamo avuto infortuni, giocatori fuori forma in certi momenti, ma diciamo pure che al momento decisivo della stagione (direi semifinale di CL 2015 e quarti di finale 2017), ci siamo arrivati sostanzialmente integri e in gruppo completo, contro il Bayern rimaneggiati e logorati da un lunghissimo e faticoso inseguimento, addirittura con assenze pesanti al ritorno. Martedì, squalificati a parte, avevamo gente in panchina perchè non al meglio (Cuadrado, Mandzukic), gente infortunatasi nel momento migliore (Bernardeschi), e dunque pochissime vere alternative alla formazione iniziale schierata, che in sostanza era quasi obbligata. Mi si obietterà che poteva anche essere presente Marchisio, ma qualcuno è davvero convinto che il giocatore attuale, sia parente anche lontano di quello del 2015 o di prima dell'infortunio? Detto ciò, dobbiamo trarre alcune lezioni, se vogliamo vincere in Europa: A) - la prima è che se in campionato all'inizio si va male, si è più o meno distanti dalla vetta, meglio mollare e concentrarsi solo sugli obiettivi minimi, ossia posto Champions assicurato e giocare in campionato in funzione "allenante" per l'Europa, non a caso il Real ha quasi mollato in campionato, ha badato solo alla qualificazione nel girone eliminatorio, da seconda, e adesso in campionato è rullo compressore, ma solo per mantenersi nei posti sicuri per la Champions, ed è arrivato in gran condizione alla ripresa delle gare europee, Ronaldo si è risparmiato in autunno - inverno per essere devastante in primavera, gli altri sono in condizioni fisiche e mentali ottimali; B) - la seconda, che non bisogna avere paura del ricambio generazionale se è necessario, quando i big cominciano a non essere più all'altezza. Il Real non ha esitato a cedere bandiere come Raul e Casillas, quando hanno cominciato a perdere qualche colpo, disfarsi di Pepe quando è diventato solo falloso e dunque pericoloso per il gruppo, non ha avuto paura di lanciare Varanne, considerato per molto tempo l'anello debole della retroguardia madrilena, o di lasciare in panchina mister cento milioni Bale. Io credo che la sconfitta, se letta correttamente, sia salutare, al ritorno occorrerà andare lì per orgoglio e prestigio, magari provando a dimostrare che ieri è stata una serataccia, ma che il gap è meno rilevante di quanto dica il risultato di ieri; ma soprattutto occorrerà cominciare a provare la base della nuova Juventus 2018 - 19 in Europa. Quindi iniziare lo svecchiamento, provare definitivamente gente come Rugani (contro il Barcellona al ritorno non mi era dispiaciuto, vediamo in coppia con Benatia), costruire un nuovo reparto di centrocampo che punti decisamente su Bentancur, anche in campionato e preparare il terreno ai ritorni di Spinazzola e Caldara. Io non credo che con una squadra rinnovata, si possa poi pensare di vincere la Champions, ma una squadra rinnovata può riaprire un ciclo, specie se si punterà soprattutto a costruirla per le competizioni europee. Che, come detto all'inizio, qualche volta hanno bisogno di un gruppo che in piccola parte "molli" in campionato. Ultima considerazione: abbiamo avuto i due più grandi portieri di tutti i tempi, Zoff e Buffon, entrambi campioni del mondo e plurivittoriosi, ma non vincenti la Champions, che invece abbiamo conquistato con Tacconi e Peruzzi. E con Briaschi e Ravanelli, come dire, qualche volta più della classe conta la fame e la cattiveria.
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