Questa è una settimana nella quale le discussioni sul calcio, sulle partite di campionato, sulle analisi tecnico tattiche, sono superate e rese in parte vane da vicende che balzano in prima pagina e meritano maggiore attenzione, in positivo o in negativo. Ed invero poteva essere la settimana della riflessione, sul fatto che una tragedia, che ha toccato un po’ tutto l’ambiente calcistico, che ha mostrato l’altra faccia dei calciatori, quella umana, del doloro per l’improvvisa perdita di un amico e collega, poteva essere anche un momento di azzeramento di tanti livori del passato, cominciare a far ragionare tutti sul fatto che il calcio è uno sport, è un divertimento, che in quanto tale ci deve unire e non dividere, e che i veri drammi della vita sono altri, non certo una sconfitta in campionato o un rigore concesso o non concesso. Poteva … Invece è emerso quello che a mio giudizio è il marcio del calcio, e della nostra società in genere, la presenza di chi vuole sempre seminare odio, vuole sempre caricare negativamente l’ambiente, vuole vivere solo creando astio e godendo su quello che crea. Per cui, una volta tanto, partirò prima con le postille e poi con il commento, breve una volta tanto, di Juventus – Udinese.
1 – L’urne de’ forti (ovvero “miracolo a Firenze”).
Ciò che non ti aspetti, dopo anni di veleni e tensioni tra tifoserie, comportamenti denotanti inciviltà e intolleranza, è accaduto giovedì scorso a Firenze, di fronte alla Basilica di Santa Croce, in occasione dei funerali di Astori: l’arrivo di una delegazione della Juventus, composta da Marotta, Allegri, Buffon, Barzagli, Chiellini, De Sciglio, Rugani, Pjanic, è stata sinceramente e convintamente applaudita dalla tifoseria viola. Un gesto direi normale, semplice, da una parte e dall’altra, una delegazione composta da un rappresentante della società e da tesserati che avevano avuto Astori come giocatore allenato, come compagno di squadra di club o in Nazionale, che avevano comunque avuto modo di apprezzare e stimare un calciatore che, lo ricordo, mai è andato oltre le righe, esempio in campo e fuori, e un applauso della tifoseria che piange quel giocatore, che ringrazia chi ha portato quel tributo al loro giocatore, al loro capitano. Ma in un mondo del calcio avvelenato, i gesti di normalità purtroppo sono rari, per cui ben vengano quando sono manifestati senza alcun secondo fine. Poteva e può essere quello il segnale di qualcosa che può finalmente cambiare, cominciare a vedere l’avversario come avversario e non come nemico, cominciare a vedere il calcio e le competizioni sul rettangolo di gioco, in maniera nuova finalmente, diversa, dove, contraddicendo tutta la letteratura da cortile del passato è possibile che una partita di calcio torni ad essere partita di calcio, e il rapporto tra le due tifoserie possa tornare ad essere di sana rivalità, di sfottò anche divertenti, ma di rispetto. E se è possibile che quella che da decenni era partita a rischio, oltre che momento di episodi di intolleranza, può tornare ad essere partita serena, anche il mondo calcio, consentitemi la retorica, può pensare di cambiare e di migliorarsi, stemperando gli animi finalmente. Certo, non mi faccio illusioni, ma è stato un episodio che va anche enfatizzato, e direi pure coltivato: che so, sarebbe bello magari alla prossima occasione, vedere una curva, quella bianconera, rendere omaggio al defunto capitano viola, e l’altra curva, quella viola, con uno striscione e la scritta + 39 – Respect, con il resto dello stadio ad applaudire. Sarebbe il segnale che il passato è definitivamente morto e sepolto, e il domani sarebbe sicuramente diverso e migliore. Del resto, se mi permettete ancora, quei funerali si sono tenuti proprio nella Basilica che ispirò il Grande Ugo Foscolo a scrivere “a egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti, o Pindemonte”, quei “forti” che da tempo abbiamo dimenticato, e dai quali non traiamo più esempio, e non mi riferisco soltanto a quelli dell’ode foscoliana, ma anche ai tanti che sono stati esempio per tutti, e, visto che l’argomento è il calcio, che anche in questo campo ci hanno insegnato il rispetto e la lealtà, e che da tempo abbiamo dimenticato.
2 – L’urne degli avvoltoi - I
Non avevo finito di commuovermi, io come penso molti altri, sia per il dramma dell’improvvisa morte di Davide Astori, sia per quel momento di dolore partecipato e condiviso da tutti, nel mondo del calcio, tesserati o tifosi che fossero, che dalle loro “urne” sono invece emersi con una tempistica degna di miglior causa, gli avvoltoi di sempre, il marcio del calcio, coloro che invero ispirerebbero ben altre azioni, essendo loro la fonte del peggio del peggio nel calcio. Ha cominciato, e la cosa è direi prevedibile come il sole che sorge al mattino, il famigerato quotidiano dal color gentile, che si stampa a Milano, il quale ha ritenuto “doveroso” rispettare questo momento di riflessione, di dolore e di possibile distensione dei rapporti nel mondo del calcio … riaprendo ancora una volta la solita diatriba per la stagione 1997 – 98. Come forse sapete, in questi giorni si è “celebrata” la ricorrenza dei 110 anni dalla fondazione dell’Internazionale F.C. di Milano, e come accade ad ogni ricorrenza, ogni società esalta quello che è il suo patrimonio genetico. Quindi, anziché celebrare la propria storia, le proprie vittorie (si fa per dire), i propri campioni del passato e del presente, il tema che viene affrontato da quelle parti è il solito, la riesumazione di Gigi Simoni (che loro stessi cacciarono l’anno dopo), l’invito a Luis Nazario Lima detto Ronaldo, ormai diventato il cubo di quello che era da calciatore, le autocelebrazioni del figlio del presidente che si incontrava con arbitri in attività promettendo loro posti di lavoro, in cambio di dichiarazioni ostili verso nemici, e via di seguito. Naturalmente la lingua batte dove il dente duole, e quale migliore occasione per tornare a parlare di quel periodo nel quale non vincevano, a loro dire, per colpa del sistema corrotto e marcio? Insomma, l’Inter è l’unica società al mondo che celebra le proprie ricorrenze parlando male di una società rivale, la Juventus, e parlando di sé stessa in chiave diversa dalla sua storia: e così abbiamo sentito dire che i valori storici della società nerazzurra sono l’onestà e la lealtà, evidentemente riferendosi alla famosa lattina di Moenchendglandbach del 1971, al mundialito club del 1980, ai passaporti falsi di Recoba & C., agli elettrostimolatori regalati fuori banco agli arbitri, al “4 – 4 – 4 facciamolo diventare 5 – 4 – 4”, alle vendite fittizie di marchi, ai falsi in bilancio che consentono ancora a questa società di militare nel calcio, serie A. Decisamente una grande storia da ricordare, hanno ragione. E così il giornale rosa – zerbino ufficiale, non poteva che sparare in prima pagina, dimenticandosi tutta la settimana che precedeva, le dichiarazioni del signor Nazario Lima in arte Ronaldo “combattevamo contro un sistema marcio e corrotto”. Già … Costui ha giocato in Italia dal 1997 al 2002, in quegli anni hanno vinto lo scudetto il Milan, 1999, la Lazio, 2000, la Roma, 2001, l’ha perso in maniera ridicola la sua Inter, al cospetto di uno stadio tutto a favore, e di mezza squadra avversaria in vacanza; la coppa Italia l’hanno vinta la Lazio due volte, il Parma due volte, e la Fiorentina una volta; nella stagione 1998 – 99, furono quasi coinvolti nella lotta per la salvezza, l’anno dopo arrivarono quarti, la stagione successiva 2000 – 01, viene ricordata per lo 0 – 6 casalingo nel derby. Ma non c’è un giornalista che all’obeso faccia notare ciò. Mentre il fogliaccio rosa milanese ne canta le lodi …
3 – L’urne degli avvoltoi – II
La cosa peggiore è accaduta domenica. Che il signor Crosetti Maurizio, purtroppo biografo di Alessandro Del Piero, non abbia a simpatia la Juventus, è cosa risaputa; che quando può la goccia di veleno contro o colori bianconeri la getta sempre, è anche evento che può accadere in qualsiasi momento e per qualsiasi ragione, anche quando la Juventus non c’entra. Ma, a differenza di personaggi ultra squalificati come immagine, quali Pistocchi, Ziliani, Alvino etc., pensavo che costui fosse leggermente meno squalificato, ed avesse ancora un briciolo di dignità: invece mi ha smentito in una maniera tale, da dimostrare in maniera inequivocabile che è il peggiore di tutti. Piccolo passo indietro. La Lega Serie A, giustamente, ha deciso che fosse osservato un minuto di silenzio su tutti i campi, per commemorare Davide Astori, e, sembra anche su concorde indicazione dei familiari del compianto giocatore, si è deciso che il minuto fosse onorato con una base musicale, la canzone “Le rondini” di Lucio Dalla, uno dei motivi più belli e toccanti dell’artista bolognese, una colonna sonora di dolore e speranza, per un momento di commemorazione. Cosa fatta in tutti gli stadi di serie A, compreso lo Juventus Stadium. Vedete, se il mondo che gira attorno al calcio, fosse un mondo “sano”, anche questo momento unificante avvenuto su tutti gli stadi italiani, sarebbe stato esaltato, e coltivato come una possibile ripartenza per un atteggiamento più disteso e civile nel mondo del calcio. Ma il mondo che gira attorno al calcio, è composto appunto da personaggi come Crosetti, che, con scarsissimo rispetto, non dico della Juventus, ma della memoria di Astori, ha ritenuto fosse importante pubblicare un tweet così:
“La Juventus mette la musica a palla nel minuto di raccoglimento per Astori. Insuperabili”
Non contento, ha replicato qualche minuto dopo:
“Con gli applausi registrati alla fine”
Insomma, l’ennesimo deprecabile, inaccettabile, atto di sciacallaggio della peggiore specie, utilizzando in maniera sciagurata il dolore per la morte di una persona, un giocatore di una squadra, la cui tifoseria fino a ieri è stata tra le più dichiaratamente antijuventine: FAR SUPPORRE CHE LA JUVENTUS FOSSE VENUTA MENO AL RISPETTO VERSO LA MORTE, METTENDO LA MUSICA A COPRIRE IL MINUTO DI SILENZIO! Bisogna essere davvero mentalmente tarati e in malo modo, per arrivarsi a tale livello di sciacallaggio, non toccato domenica neppure da nemici dichiarati come Pistocchi, il solo Ziliani ha dato seguito a questi deliri demenziali di Crosetti. Che, non contento della bravata, dopo avere suscitato una violenta ondata di reazioni forti contro affermazioni davvero infami, per provare a salvare la propria ormai squalificata immagine, ha pensato di mettere unna pezza scrivendo:
“Come avrete capito, non sapevo che la Lega avesse chiesto questo strano silenzio / non silenzio. Se si rispetta, meglio quello classico”
Avete capito bene: un giornalista che contravviene al suo dovere di informare, informandosi preventivamente, un giornalista che dovrebbe raccontarci i fatti, e non si preoccupa di sapere cosa sia accaduto, ma tuttavia utilizza la sua ignoranza dei fatti per accusare i suoi nemici e istigare all’odio gli altri verso quei nemici! E’ questo il giornalismo sportivo nostrano, e stiamo parlando qui di una delle “penne” di spicco della redazione sportiva de La Repubblica, e in precedenza di quello che si autodefinisce “il più importante quotidiano sportivo italiano”. Ossia, il vero marcio del calcio.
4 – L’angolo di Sarri
Ormai siamo alla maleducazione fine a sé stessa. Sarri domenica sera ha decisamente si è superato, abituato com’è ad un giornalismo servile, composto da gente non migliore di quella descritta nelle precedenti postille, che in polemica antijuventina ha pompato lui e il suo Napoli in maniera invereconda (il Barcellona d’Italia, il calcio più bello del mondo, la rivoluzione calcistica sarriana etc.): dapprima ha abbandonato il microfono stizzito, rifiutandosi di rispondere ad una domanda ad un giornalista di Premium Sport, che voleva solo chiedere se la Juventus dovesse vincere nel recupero contro l’Atalanta; poi, in conferenza stampa post partita, ad una innocente domanda di una giornalista, Titti Improta, se lo scudetto per il Napoli fosse compromesso, ha testualmente risposto:
“sei una donna, sei carina, e non ti mando a fare in c…, per questi due motivi”.
Il tutto con le risatine compiacenti dei presenti, colleghi giornalisti della Improta, che, se fossero state persone serie, ad una affermazione del genere avrebbero dovuto alzarsi e andare via. Ma Sarri è Sarri, almeno per ora, diciamo che anche in questo caso, pur di giustificarsi l’antijuventinismo, la maleducazione diventa elemento da valorizzare nel calcio.
Ed ora parliamo di Juventus – Udinese, una volta tanto in maniera diversa, anche perché mi sono dilungato troppo in precedenza.
Adesso la Juventus è davvero in testa anche per l'aritmetica, e con una gara in meno, grazie al pareggio a reti bianche maturato al Meazza, tra Inter e Napoli. E guardando il big match serale mi ponevo, mi ponevo due domande: - chi dei 22 in campo potrebbe essere oggi titolare nella Juventus, anche quella rimaneggiata di oggi pomeriggio; - quali sarebbero i parametri in base ai quali il gioco del Napoli dovrebbe essere considerato il calcio più bello, più spettacolare, mentre quello di Allegri dovrebbe essere il calcio pratico, utilitarista, difensivista e delle giocate dei singoli. Io credo che nella Juventus vista pomeriggio, avrebbero difficoltà a trovare spazio anche giocatori come Icardi e Insigne, che finora si dimostrano devastanti contro le medio - piccole, ma non altrettanto contro le grandi, ed infatti quando entrambe le squadre hanno avuto il bisogno di qualcuno che le trascinasse per superare i momenti difficili, entrambi sono spariti, come dire, non ci troviamo di fronte all'Higuain di Wembley che, pur non al meglio, ha stretto i denti, trascinando la squadra alla qualificazione. La partita pomeridiana è stata vinta in maniera direi abbastanza agevole, uno spavento iniziale e poi dominio assoluto, senza forzare troppo i ritmi, considerando che si tornava da una battaglia di Champions, e mercoledì ci sarà un'altra gara da non sottovalutare, molto possesso palla, poche occasioni da rete, e cinismo nel concretizzarle, compreso pure il rigore fallito da Higuain; Eroe di giornata, ancora una volta, la Joya, Dybala ha sbloccato il risultato con una punizione magistrale, e chiuso le danze, nella ripresa, con un gol di tempismo, anticipando il tiro con il suo piede destro; degli altri ho visto bene De Sciglio, anche se calato nel finale, ho visto Marchisio in crescita, Rugani che quando scende in campo si dimostra affidabile, e un Douglas Costa incontenibile, talvolta anche troppo, al punto di essere più avanti con la palla che con il ragionamento su cosa fare; Non credo ci siano giocatori insufficienti oggi, Higuain ha sbagliato un rigore, vero, ma ha fatto il suo, e il raddoppio è molto merito suo, per come ha tenuto palla e poi servito Dybala.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|