Doveva arrivare la prima sconfitta stagionale in campionato, ed è arrivata nel modo più inatteso e rocambolesco, quindi più amara del solito. Una Juventus inedita che dopo un primo tempo sostanzialmente buono, finito con un vantaggio striminzito, ha il solito puntuale sbandamento, subendo due reti in pochi minuti ad inizio ripresa; poi si ci mette anche la componente sfortuna, ma mai come stavolta mi sento di dire che è stata una sfortuna cercata. Meglio così, il risultato finale positivo avrebbe coperto certe magagne, che invece adesso vanno affrontate, ne parlerò in seguito.
Il Modulo
Formazione non dico sperimentale, ma con diverse novità, intanto di modulo, 4 – 3 – 3, centrocampo con Khedira – Bentancur – Matuidi, in avanti un tridente strano, Douglas Costa e Mandzukic esterni, Higuain centrale. Nonostante le soluzioni inedite, squadra che nel primo tempo comanda bene il gioco, un gol, un paio di interventi provvidenziali di Strakosha, e una incredibile traversa di rimbalzo che nega ad Higuain la gioia del gol. Nella ripresa il black out, intermezzato da un clamoroso gol fallito da Higuain (più difficile sbagliare che segnare, con il portiere già a terra dall’altro lato del tiro), e quindi la girandola di cambiamenti tattici, alla ricerca del pareggio, diventata frenetica nel finale, con la squadra ricomposta in 4 – 2 – 3 – 1, dopo l’ingresso di Dybala.
Le sostituzioni
Inizialmente Allegri ha provato a mantenere il 4 – 3 – 3, sostituendo Douglas Costa con Bernardeschi, ed invero non ci sono stati miglioramenti; diversamente, l’ingresso di Dybala e il ritorno al 4 – 2 – 3 – 1, ha portato qualche soluzione migliore, ma più per la forza dei nervi, che con azioni di gioco efficati. Incomprensibile alla fine l’ingresso di Sturaro.
Le pagelle: i migliori
A mio giudizio nessuno è stato davvero decisivo e convincente, per la prima volta ho visto una squadra in difficoltà, più che a Bergamo, dove la cosiddetta rimonta atalantina era stata frutto del caso. Se proprio debbo salvare qualcuno, Buffon ha evitato il terzo gol nel finale, Asamoah molta volontà, ma nulla di più, ed anche positiva la prima mezzora di Khedira.
Da rivedere
Quando si perde così nessuno può ritenersi esente da colpe. Ho visto limiti difensivi inquietanti, che farebbero pensare ad un Barzagli sul viale del tramonto; per la prima volta Bentancur ha mostrato inesperienza, non riuscendo a dare i giusti tempi di gioco quando occorreva rimontare; lo stesso dicasi di Matuidi, che a mio giudizio doveva essere sostituito, in quanto inconsistente. Debbo rilevare che c'è un problema Higuain, passi sulla prima occasione, ma la dinamica della gara è cambiata quando ha fallito in maniera barbina il gol del 2 – 1.
Detto questo, una riflessione va fatta anche su Allegri, che non può essere ritenuto esente da grosse responsabilità. Boniperti diceva che il calcio può sembrare illogico, ma ha sempre la sua logica, quasi a dire che la vittoria e la sconfitta sono sempre conseguenze di cose fatte bene o fatte male. Se esaminiamo il primo tempo della Juventus pomeriggio, e certi episodi della ripresa, dobbiamo dire che la fortuna è stata decisamente avversa ai colori bianconeri, quando un rimpallo a due metri dalla linea di porta, che 999 volte finisce in rete, prende invece l'unica traiettoria per colpire la traversa e tornare in campo sulle braccia del portiere; aggiungete un paio di parate strepitose del portiere laziale, un altro palo colpito da Dybala al 90', il rigore fallito all'ultimo secondo della gara, un gol praticamente fatto ma fallito incredibilmente di Higuain, mi pare evidente che, pur con tutti i limiti che oltre evidenzierò, questa era una partita che, con una dose minima di fortuna, si poteva almeno pareggiare, o addirittura vincere. Ma appunto il calcio ha sempre la sua logica, e spesso la sfortuna è una conseguenza di qualcosa, non la ragione delle sconfitte: conseguenza a mio giudizio di un atteggiamento che vedo presente da inizio stagione, ossia, questa Juve è diventata presuntuosa, troppo supponente verso gli avversari, convinta di essere invincibile o di dovere vincere per diritto divino, la cosa produce momenti di abbassamento di tensione, momenti in cui si giochicchia quasi convinti che l'avversaria non potrà mai creare problemi e che, anche in caso di contrattempi, il coniglio dal cilindro sarà comunque trovato. Quando si perde l'allenatore non è mai esente da colpe, sia per scelte tecnico - tattiche sbagliate, sia per la carenza di giuste motivazioni date al gruppo; però può e deve fare tesoro della gara di sabato, se mette da parte certe sue convinzioni, e si rende conto che certe gerarchie vanno riviste, o che, quando deve fare rifiatare giocatori, questi vanno schierati subito e semmai sostituiti a risultato acquisito, non fare il contrario; come pure deve rendersi conto che se ad un certo punto, l'unico giocatore che costruisce iniziative e getta palloni in area di rigore è Asamoah, ci sono problemi seri a centrocampo. A mio giudizio Allegri deve convincersi che: - Rugani deve essere titolare fisso, in coppia con Chiellini: è il più giovane, e deve giocare per acquisire sicurezza, le qualità le ha tutte, e ricordo, quest'anno pareggi e sconfitte sono arrivate sempre con lui assente; - il 4 - 2 - 3 - 1 è irreversibile, a patto che ci sia Pjanic in campo, altrimenti la soluzione è puntare al 3 - 4 - 1 - 2, abbiamo i giocatori per poterlo fare; - se comprende queste cose, e capisce che per fortuna Dybala ha fallito due rigori, facendo venire fuori questi problemi, che magari sarebbero rimasti nascosti se li avesse realizzati, la sconfitta di sabato può diventare la svolta del dopo Sassuolo - Juventus di due anni addietro.
L’arbitro
Mazzoleni, e che ve lo dico a fare? Il suo atteggiamento con la Juventus in campo è sempre pavido, da arbitro sempre nel dubbio di essere criticato per qualche decisione che possa essere ritenuta a favore della Juventus, fin dai tempi della famosa Supercoppa a Pechino contro il Napoli. E così, il suo metro è ormai opposto, nel dubbio fischiare contro, nel dubbio non ammonire gli avversari se giocano duro, ma ammonire gli juventini a primo contatto. Basta solo pensare alla gestione del VAR di sabato pomeriggio: un gol regolare, chiaramente regolare, ma l’arbitro in lunga attesa, oltre un minuto, per convalidare, attesa poi non recuperata; necessità del VAR per il chiarissimo rigore finale, che lui non aveva visto; viceversa sul rigore concesso alla Lazio, nonostante la chiara protesta di Buffon (“Immobile hai fatto il furbo come in Supercoppa”), non ha ritenuto di dover rivedere. Mi pare chiaro, nei primi casi forse la speranza di correzioni o conferma, nel terzo caso la volontà di non essere smentito, ove si fosse trattato di errore.
Prossimo turno
Domenica prossima si va a Udine, campo normalmente generoso per i colori bianconeri, escluso lo scorso anno, quando si è rischiato di perdere. Probabilmente Delneri è indigesto ad Allegri, l’anno prima, con un Verona già in B, ci ha inflitto l’unica sconfitta del girone di ritorno, lo scorso anno, c’è andato vicino a ripetere l’impresa. E ci vorrà una Juve molto diversa, determinata, e soprattutto non logorata dal turno di CL.
La giornata di campionato.
Napoli in fuga, per la gioia dei media, che non aspettano altro. I partenopei trovano il vantaggio su un erroraccio di De Rossi che praticamente fa un assist a Insigne, e trovano anche i legni della porta a salvare Reina, ma in giro si è parlato ancora di grande Napoli, di spettacolo, di Sarri maestro del calcio e via di seguito. Vittoria rocambolesca dell’Inter nel derby, pur essendo stata rimontata due volte, ma il colpo di fortuna finale (leggasi idiozia di Rodriguez, il più inutile e ridicolo dei falli in area di rigore), ha consentito ai nerazzurri di piazzarsi da soli al secondo posto, a due punti dalla capolista, e il prossimo turno ci sarà proprio Napoli – Inter. Al terzo posto si piazza per adesso la Lazio, che non può essere considerata più una sorpresa, mentre le altre cominciano a perdere terreno, Roma che anche vincendo il recupero, non sarebbe in zona CL, idem il Milan. In coda quasi tutto fermo, solo il Genoa ha fatto un balzo in avanti, vincendo a Cagliari, e stasera pure il Verona, lasciando ancora a zero il Benevento.
Le mie postille
1 – L’angolo di Sarri.
E’ tornato, con nostra grande gioia, il nume ispiratore di questo angolo. Che è sempre fonte di grandi soddisfazioni con le sue perle, ha una creatività davvero inimmaginabile, è sufficiente che apra bocca, e per chi vi scrive c’è sempre l’imbarazzo della scelta. Stasera, nella conferenza stampa pre gara di Champions, tra un turpiloquio e l’altro, ha davvero superato sé stesso, lamentandosi del calendario, ma soprattutto della Lega Serie A, che a suo dire sarebbe composta da gente incompetente e inadatta, avendo sviluppato un calendario, mettendo la Roma contro il Napoli, prima del Manchester City, e la Juventus a Napoli, prima dell’ultimo turno della fase a gironi: un complotto insomma. Il personaggio va capito, a furia di ascoltare Auriemmi, Alvini, Varriali, Dei Genii, Molari, neo borboni, giggini ammanettanti o nemici del congiuntivo, il nostro eroe è diventato già ottimo personaggio da sceneggiate alla Mario Merola. Peccato che, all’ex allenatore dell’Empoli, sia sfuggita una cosa elementare, che il calendario della nostra Serie A, è stato sviluppato a fine luglio, quando il Napoli ancora non si era qualificato per la fase a gironi, dovendo passare dai preliminari, mente sorteggio e calendario della Champions sono stati fatti ai primi di settembre. E poi vorrei capire in base a quale logica, il danneggiato sarebbe il Napoli, e non la Roma che prima di andare a Stamford Bridge contro il Chelsea, deve incontrare il Napoli, o la Juventus prima dell’ultima gara, che potrebbe essere decisiva. Mentre come sapete, il Napoli all’ultima andrà a Rotterdam, ad incontrare quella che sicuramente arriverà quarta nel girone. In sostanza, Sarri oggi ci ha detto la ragione per cui non sarà mai grande allenatore di una grande squadra.
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