L’estate non è ancora finita ma fra meno di una settimana inizia la nuova stagione calcistica, il campionato di serie A. E puntualmente mi ripresento con il mio ormai abituale articolo di presentazione al campionato. Qualcuno magari ricorderà che, dopo Cardiff, avevo anticipato la mia volontà di “anno sabbatico”, dopo la delusione della finale di Champions, ma soprattutto a causa sia della mediocre prestazione in campo dei giocatori, evidentemente non aventi molto a cuore i desideri della tifoseria, sia pure della gestione complessiva della trasferta dei tifosi, da parte della società bianconera, a mio giudizio anche indirettamente responsabile dei fatti di Piazza San Carlo, non avendo previsto una soluzione alternativa allo stadio. Mi è bastato però riprendere a leggere, in rete, nei forum, nei siti, certi proclami disfattisti, lanciati da una minoranza poco rappresentativa del tifo bianconero, ma molto abile come urlatrice in rete, per farmi cambiare idea, e farmi ritenere giusto lasciar perdere ogni intenzione defilatoria. Perché credo necessario quest’anno, e mai come in passato, lanciare certi messaggi ad una tifoseria, o meglio una parte di essa, che evidentemente ha memoria molto corta, ha dimenticato fatti più o meno recenti, soprattutto ha dimenticato storia e valori bianconeri, al punto da diventare sprezzante anche verso le vittorie dei bianconeri, e ultrapolemica in caso di sconfitte, come l’ultima in supercoppa, definita, sempre da questa minoranza di tifosi, coppetta inutile quando a vincerla è la Juventus, ma a ritenerla fondamentale quando la si perde in partite agostane, con condizione atletica approssimativa e affiatamento tra vecchi e nuovi giocatori ancora in fase di perfezionamento.
*******
Tra le tante amenità che ho dovuto leggere, la più fastidiosa è quella secondo la quale la Juventus avrebbe vinto sei scudetti contro nessuno, che non interessa più vincere in Italia, ma conta vincere in Europa, perché le vittorie in Italia non hanno valore. Vedete, per chi come me, da piccolo, si avvicinò ai colori bianconeri per l’arrivo alla Juventus di Pietro Anastasi, il “picciotto” catanese che realizzava il sogno di tanti ragazzini che tiravano calci ad un pallone, sentir dire che vincere uno scudetto non è traguardo importante, non può che creare grande irritazione, e vi spiego la ragione, facendo un po’ di storia: - non erano stati anni buoni gli anni '60, dominati dalle milanesi, vincevano pure Fiorentina e Cagliari, mentre la Juventus un solo scudetto per sbaglio nel 1967, più che altro perso dall'Inter; - poi arrivò Boniperti, si programmò una squadra a medio - lungo termine, con un allenatore giovane, esordiente, che purtroppo non si potè godere la squadra che aveva costruito, Armando Picchi; - in dieci anni, la Juventus vinse sei scudetti, 1972, 1973, 1975, 1977, 1978, 1981; - non erano anni ottimali per il calcio italiano, dominavano squadre come Ajax, Bayern Monaco, Liverpool, Nottingham Forest addirittura; le italiane facevano figuracce, se arrivavano in finale, puntualmente le buscavano, Inter nel 1972, Juventus nel 1973, ma erano rarità, una sola coppa vinta dal Milan nel 73, Coppa delle Coppe, con un catenaccio di 80 minuti, poi la prima coppa europea della Juventus nel 1977, sofferta, due semifinali, nel 1978, derubati dal Bruges, e nel 1980, suicidatisi con l'Arsenal; - nel 1974, figuraccia storica della Nazionale in Germania, ma anche agli europei, eliminata sia nel 1972, sia nel 1976, ma verso la fine del decennio Nazionale in ascesa grazie proprio al gruppo dei giocatori juventini, protagonisti sia nel 1978 in Argentina, sia della vittoria del mondiale in Spagna 1982; - in quegli anni milanesi in crisi, addirittura vincevano Lazio o Torino, quando non vincevamo noi, e per lo scudetto ci lottava il Napoli, tutte squadre che, appena mettevano il naso fuori dall'Italia, facevano letteralmente ridere; - insomma il calcio italiano era modesto, avevamo solo due squadre in Coppa UEFA, mentre altre ne avevano quattro o tre, e però una Nazionale che tornò a brillare nel 1978 quando aveva dieci juventini in campo; - dulcis in fundo, quella Juve vinse una sola Coppa Italia, vinta nel 1979 in finale contro il Palermo. IO NON RICORDO ALL’EPOCA UN TIFOSO JUVENTINO CHE SI PERMETTESSE DI DIRE CHE QUEGLI SCUDETTI ERANO STATI VINTI CONTRO NESSUNO E DUNQUE SI TRATTASSE DI VITTORIE DI SCARSO RILIEVO.
*******
Questo è un aspetto della questione, forse il meno rilevante; ritengo più rilevante la superficialità di questa parte della tifoseria, che si ostina a non vedere le difficoltà ambientali, le quotidiane ostilità, mediatiche e nel Palazzo, verso la società bianconera. In sostanza, il non voler capire che "siamo nuovamente sotto attacco". In effetti, la Juventus è stata sempre sotto attacco, ma un tempo con Boniperti e gli Agnelli nel loro splendore, la società era politicamente forte nel palazzo calcistico, quasi intoccabile anche al di fuori di quel palazzo, per cui gli attacchi si fermavano o alle ridicole iniziative di schierare la formazione ragazzi da parte di Moratti Senior, o ai rigurgiti pancreatici romanisti del gol di Turone, o alle piazzate dell'amichetto in adolescenza del grande Visconti, ossia tal Corsi Gianfranco detto "Franco Zeffirelli". Da venti anni invece le cose si sono accentuate, precisamente dalla stagione 1997 - 98, e probabilmente il non avere capito la pericolosità di questi nuovi attacchi, fin dall'inizio, unito al fatto che la famiglia Agnelli aveva i suoi problemi di passaggio di consegne e non poteva proprio curare l'aspetto calcistico, che non era diciamo quello principale, ha poi prodotto la grande impostura del 2006. Ricordo a me stesso prima, e a tutti voi conseguentemente, che dieci anni fa di questi tempi, ritornavamo a giocare in serie A, proprio a seguito di quella impostura, e probabilmente nessuno in quel momento avrebbe mai previsto che dieci anni dopo ci saremmo ripresentati ad inizio stagione da campioni d’Italia in carica per la sesta volta di fila, e detentori della Coppa Italia, per il terzo anno di fila. E proprio questo ritorno alle vittorie, che deve ricordarci quel recente passato. In particolare, da quando è presidente Andrea Agnelli, ci stanno provando in tutti i modi, media ostili a 360 gradi, una città intera istigata all'odio anche estremo verso i colori bianconeri, Napoli, la vicenda calcioscommesse nel 2012 (Juventus neppure sfiorata, ma tentativo di affossarla per vie indirette, colpendo Conte, e tentando di colpire Bonucci e Pepe), gestione diritti televisivi da parte della società satellite di Galliani, Infront, isolamento di Andrea Agnelli in Federazione e Lega Serie A, da ultimo l'attacco di Pecoraro e della Commissione Antimafia, presieduta da Bindi Rosaria detta Rosy. Questo dovrebbe fare capire, a quei pochi polemisti in buona fede, che non è affatto vero che questi sei scudetti di fila dei bianconeri siano stati conquistati contro nessuno: AL CONTRARIO SONO STATI CONQUISTATI CONTRO TUTTO E TUTTI. Cosa che fa diventare davvero leggendaria la striscia attualmente in corso della Juventus, che la rende, nella Storia, la fase più vincente di sempre della società bianconera, più del periodo di Edoardo Agnelli (cinque scudetti di fila), più dei periodi di Boniperti (nove scudetti ma in quindici anni, e sei in dieci): basterebbe questa constatazione per rendere ingenerosa qualsiasi critica all'attuale staff, dirigenza e allenatore, della Juventus. Intendiamoci, non sto negando il diritto di critica alla tifoseria verso società e giocatori, sono anche io convinto che una cosa fatta bene, può sempre essere fatta meglio: ma un conto è la critica per eccesso di amore ci può stare, semmai non ci sta la critica preconcetta e, da parte di alcuni, in assoluta malafede.
*******
Leggo in giro molti mugugni in relazione al mercato della Juventus di questa estate, e se penso che fu anche criticato quello dello scorso anno, con l’arrivo di gente come Higuain, Pjanic, Dani Alves, Benatia, Pjaca, Cuadrado (non più in prestito ma a titolo definitivo), per la partenza di Pogba, tutto sommato le critiche che circolano sono quasi da educande, al cospetto. Sono andati via in maniera abbastanza polemica Dani Alves e Bonucci, probabilmente non saranno perdite indolore, ma ce ne dovremo fare una ragione, nella storia bianconera perdite di giocatori importanti ce ne sono state parecchie, eppure si è continuato a vincere ugualmente: forse solo l’addio di Platini fu penalizzante, non a caso si aprì una fase abbastanza lunga di vacche magre in Italia, 9 anni senza scudetti, una sola coppa Italia nel 1990. Qualcosa mi fa supporre che, almeno in relazione al secondo, siano state non precisamente di natura tecnica le valutazioni fatte dalla società, e quindi c’entrino problemi di spogliatoio, magari a Cardiff accadde davvero qualcosa di serio. Ma la Juventus va avanti lo stesso. Sono arrivati giocatori offensivi, quali Douglas Costa e Bernardeschi; a centrocampo è freschissima la notizia dell’arrivo di Matuidi, oltre alla promessa Bentancour, in difesa è arrivato De Sciglio, e, trattandosi già dell’acquisto più contestato, parto da quest’ultimo. Invero contro di lui è già partito un accanimento in negativo che, al cospetto, Hernanes potrebbe oggi ritenersi quasi idolatrato, accanimento che leggo soprattutto da parte dei “nostalgici di Conte”, lo ritengono acquisto inutile, giocatore sopravvalutato, cocco di Allegri e dunque da biasimare per questo solo fatto. Eppure Conte lo schierava regolarmente in Nazionale, e non mi ricordo critiche all’allora C.T. azzurro per questa scelta di formazione, possibile che un giocatore sia accettabile e bravo se schierato da Conte, e diventi invece brocco raccomandato se voluto da Allegri? Anche qui ci sarebbe molto da dire, è un giocatore nuovo, deve ambientarsi, deve essere incoraggiato, viene da una fase deludente dopo essere stato considerato, a 19 anni, un talento che si avviava ad una grande carriera. E se sbaglia, dovremmo ricordarci che nei periodo iniziali anche gente come Bonucci, da recente, o, andando più lontano, uno come Sergio Brio ebbe qualche annata non propriamente esaltante agli inizi, salvo poi diventare il perno di una difesa fortissima negli anni ’80. Naturalmente, quando scrivo questa presentazione, come solito, il mercato non è ancora chiuso, per quella strana quanto sciagurata possibilità di continuare le operazioni già a campionato iniziato, per cui certi colpi di rilievo potrebbero essere ancora conclusi e modificare in parte le considerazioni che effettuerò. Considerando che quest’anno sembra totalmente recuperato un pilastro come Marchisio, almeno a vedere le sue prestazioni in precampionato, che avremo spero modo di vedere quanto prima e al meglio una grande promessa come Pjaca, esaminando l’organico in questo momento, mi pare evidente che ci sia un evidente rafforzamento sulla fase offensiva, il centrocampo è quantomeno di valore invariato, mentre la difesa deve essere meglio registrata, anche se, lo voglio ricordare, i numeri della retroguardia bianconera negli scorsi anni, con Bonucci assente, sono praticamente uguali a quelli con il neo milanista in campo, per cui teoricamente dovremmo avere una squadra non certo inferiore a quella che la scorsa stagione ha sfiorato il grande slam. Poi sarà il campo come sempre a dare le risposte, vedremo a maggio chi ha ragione, se chi come me ritiene che questa Juventus sia ancora la squadra da battere e favorita per il settimo scudetto di fila, o chi invece ci dà per spacciati, che si avvierebbero ad una stagione disastrosa o quasi.
*******
Andando alle altre squadre, diverse si stanno contendendo il titolo di regine di agosto, cosa che a mio giudizio è sempre buona notizia per i colori bianconeri. I sapientoni di calcio danno già scudettato il Napoli, altri invece ritengono che sarà l’anno della Roma, altri ancora considerano il Milan il naturale favorito per lo scudetto. Pochi invece prendono in considerazione l’Inter, forse perché ad inizio mercato si esaltava la famosa “potenza del gruppo Suning”, qualcuno parlava con toni trionfali di possibili arrivi clamorosi, addirittura Messi o Cristiano Ronaldo, Di Maria, Neymar e fanfaronate del genere, salvo poi verificare che finora sono stati compiute operazioni di mercato di secondaria importanza, e i grandi nomi rimasti laddove si trovavano. Eppure io vado contro corrente pure qui, e penso che sarà proprio l’Inter la vera antagonista dei bianconeri. Intanto perché aveva già un organico di ottima qualità, messo però nelle mani o di allenatori sopravvalutati quali Mancini, o di esordienti in Italia, De Boer, o di allenatori buoni soltanto per squadre provinciali, quali Pioli. Adesso hanno finalmente un vero allenatore, Spalletti, uno che a Roma ha fatto miracoli in un contesto difficile, avendo anche il coraggio di mettere fuori squadra uno come Totti; gli acquisti mi sembrano più mirati a completare e migliorare l’organico nei punti deboli, e non per sbattere in faccia ai tifosi nomi altisonanti, ma alla resa dei conti inutili. Infine, i nerazzurri sono da sempre i trionfatori del calcio d’agosto, quest’anno sono più in sordina, i riflettori sono verso altre, e la cosa potrebbe essere positiva per loro. Mentre vedo troppa euforia con riferimento al Napoli, che non ha cambiato nulla, mantenendo praticamente invariata la formazione dello scorso anno. Si dimentica che quest’anno verrà meno l’effetto sorpresa, che lo scorso anno ebbe il trio dei piccoletti in attacco, che Mertens ebbe una stagione d’oro, troppo diversa e superiore alle precedenti, per cui potrebbe essere prevedibile che non si ripeta allo stesso livello, e, cosa non secondaria, che lo scatto in avanti dei partenopei si ebbe solo nel finale di stagione, quando non ebbero più da giocare le coppe, ossia dopo l’eliminazione negli ottavi di Champions. In sostanza, il Napoli è tra le favorite, ma probabilmente le aspettative sono fin troppo eccessive. Stesso discorso per la Roma. Ha perso giocatori importanti, non è detto che non ne perda altri ancora, come arrivi Defrel non mi pare che migliori di troppo il livello, probabilmente Kolarov sarà un innesto importante sulla fascia; ha un nuovo allenatore, bravo, ma da verificare a questi livelli, e lo scorso anno, non si dimostrò in grado di gestire il doppio impegno campionato – coppa europea. Infine il Milan, la squadra che avrebbe operato al meglio nel mercato. Dico “avrebbe”, perché a ben vedere ad oggi mi pare una formazione incompiuta, e non discuto del modo come ha operato sul mercato, praticamente a cambiali. Manca ancora un attaccante di grande valore, e, ove arrivi Kalinic, non mi pare che il reparto migliori di molto rispetto agli scorsi anni; il rinnovo di Donnarumma ha costituito un esborso notevole, che potrebbe essere penalizzante per altre operazioni; Bonucci migliorerà la retroguardia, almeno si presume, sicuramente il reparto che ha fatto il vero salto di qualità è il centrocampo, ma questo sarà sufficiente per far diventare la decima classificata della scorsa stagione, come favorita principale per lo scudetto? A meno che, visto che Tavecchio auspica il ritorno delle milanesi a posizioni di rilievo, l’eventuale gap tecnico non venga compensato da altri fattori, che so, l’introduzione del VAR, già messo in discussione prima ancora che venga attivato realmente.
*******
Per il resto, ancora è tutto un rebus, se altre potranno inserirsi nelle prime posizioni, come dire non si vede all’orizzonte la possibile o le possibili out sider che scompaginino i pronostici. La Lazio ha vinto la supercoppa, in una gara che non credo possa fare testo per il prosieguo; tuttavia tra le squadre di “seconda fascia”, anche quest’anno mi sembra la meglio attrezzata. Vedremo se il Torino farà il salto di qualità e potrà lottare per l’Europa, almeno quella di seconda fascia, allo stato mi sembrano gli stessi della stagione precedente; la Fiorentina credo sia in caduta libera, più da lato destro della classifica che da lato sinistro; le genovesi sono delle vere incognite, per cui ci si potrà aspettare di tutto, anche se vedo i doriani messi meglio dei genoani. Per cui credo che delle provinciali solo l’Atalanta, se regge il doppio impegno, potrà confermarsi ad alti livelli. Infine, in relazione alla lotta salvezza, da qualche anno le neopromosse faticano di brutto per rimanere nella massima serie, e penso che lo stesso accadrà anche per la prossima stagione. Tuttavia, il Verona è più abituato, come organico, a lottare in serie A per la permanenza, mentre le due nuove, Spal e Benevento, sono praticamente agli esordi, i ferraresi sono una formazione che ha una sua storia nella massima serie, ma è da cinquanta anni che ne è lontana.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
|