Il campionato 2016 – 17 è appena finito, la stagione calcistica non ancora, mancando l’appuntamento più atteso, la finale di Champions League, dove noi juventini saremo presenti. E come ogni fine di stagione, siamo arrivati al momento di tirare le somme di una annata già straordinaria per i colori bianconeri, che può avere il finale straordinario e da leggenda, ma di questo ne parlerò successivamente. Qui ritengo utile invece tracciare un bilancio di quanto accaduto entro i confini nazionali, e naturalmente riproporrò in parte quanto avevo scritto in sede di presentazione al campionato. Che quest’anno partiva esattamente nella ricorrenza del decimo anniversario della farsa più gigantesca del calcio italiano, celebratasi appunto nel 2006. Dieci anni dopo Rimini, la Juventus invece scendeva in campo da campione d’Italia in carica per il quinto anno, e vincitrice della Coppa Italia, per il secondo anno di fila, come dire la disfatta dei farsopolari, che avevano costruito le loro glorie sulla teorizzata detronizzazione della Juventus, e ridimensionamento a squadra di media classifica, nella migliore ipotesi. E in un certo senso, il mercato calcistico della estate pre campionato, sembrava quasi la nemesi di quella estate, quando erano andati via Zambrotta, il pallone d’oro Cannavaro, Emerson, Thuram, Mutu, soprattutto ceduti a prezzi stracciati Vieira e Ibrahimovic proprio all’Inter. Spese consistenti affrontate per portare in bianconero i migliori giocatori delle rivali, Pjanic dalla Roma e soprattutto Higuain dal Napoli; acquisto di giocatori quali Dani Alves, Benatia, Pjaca, ritorno di Cuadrado, stavolta in prestito con diritto di riscatto concordato.
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Premesso ciò, ad inizio stagione scrivevo:
“una cosa che mi preoccupa è che per la prima volta da anni, la Juventus è considerata già vincente ad agosto, in quel campionato sotto l’ombrellone che da sempre è stato appannaggio delle altre squadre, spesso l’Inter, spesso la Roma, da alcuni anni pure il Napoli, e naturalmente il Milan, che come sapete è molto amato dai nostri media. Non potrebbe essere diversamente, visto il mercato delle concorrenti e visti i colpi piazzati dai bianconeri; poi come sempre sarà il campo a dare i suoi responsi inappellabili. Credo dunque che la prima cura che Allegri dovrà fare con il gruppo sarà quella di far fare quotidianamente un bagno di umiltà, di ricordare giorno dopo giorno che le vittorie vere sono quelle che si possono annoverare a maggio – giugno e non prima che inizi la stagione.”
Ecco, se un vero trionfatore deve essere indicato di questa stagione, è proprio il nostro tecnico, Massimiliano Allegri. Che ha saputo gestire nel migliore dei modi un gruppo che era stato costruito per vincere o arrivare fino in fondo ad ogni competizione, cosa che non era scontata: un gruppo fortissimo diventa vincente quando si mantiene umile, concentrato, affamato, cosa che quest’anno si è evidenziata, adesso a fine maggio possiamo vedere che due competizioni sono state vinte, ed è il terzo anno di fila che Allegri porta la Juventus alla doppietta nazionale Scudetto – Coppa Italia, evento mai accaduto in passato, come dire, è già storia, è già leggenda.
E se un grande sconfitto c’è per l’ennesima volta, questo è il solito racconto farlocco che i media fanno del calcio, quest’anno si sono davvero superati con la cialtronata del calcio più bello del mondo, che poi produce zero titoli. Tutto per non riconoscere il reale merito alla Juventus, di essere da sei anni la squadra che gioca meglio in Italia, e che, grazie a quel modo di giocare, ottiene anche risultati considerevoli in Europa, cosa che le altre non raggiungono. Forse meglio così, altre società e altre tifoserie continueranno ad illudersi, mentre la società bianconera programma già il futuro, a fari spenti e senza clamore. Manca l’ultimo atto, quello più atteso e al contempo più temuto, la finale di Champions League. Ma temuto non per la forza dell’avversario, che comunque va sempre rispettato, bensì per i precedenti, per il numero di finali perse, come se fosse sempre il passato a condizionare il presente. E’ una gara che durerà 90 minuti, non credo che si arriverà ai supplementari, né farò riferimenti cabalistici o quant’altro. Quello che è certo, non credo che a Madrid staranno dormendo tranquilli, altre volte i madrileni si sono presentati al confronto con i bianconeri, da campioni in carica o favoritissimi per organico e storia, e alla fine il campo ha rovesciato il pronostico iniziale; solo nel 1998 le cose andarono diversamente, in una partita strana, che vide i madrileni arrivati in finale per caso, trovarsi contro la più deludente Juventus versione Lippi, e nonostante ciò, servì loro un gol irregolare: ecco, è il momento della rivincita rispetto a quella lontana finale, e per conseguire la rivincita, occorre che la fame dei nostri sia molto più forte di quella dei madrileni. Sarà questa fame a decidere il vincitore.
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Per quanto riguarda il bilancio delle rivali, francamente mi chiedo come si possano cantare peana per queste ultime. La Roma è arrivata seconda grazie ad una rete arrivata all’ultimo minuto di una gara contro una avversaria che non aveva nulla da chiedere al campionato; il Napoli terzo facendo goleade su goleade quando non serviva più, dopo avere perso punti fondamentali quando occorreva invece vincere e non badare al resto. E già leggo di proclami enfatici per la prossima stagione, prima ancora di vedersi come si muoveranno le società nel mercato estivo e come porteranno avanti i loro programmi. In fondo è meglio per i colori bianconeri che le rivali vivano di vanagloria, di scudetti morali e del bel gioco, il calcio, quello vero, è ben altro, è organizzazione societaria, lungimiranza, programmazione, è disporre di tesserati che siano prima uomini, quindi professionisti e infine calciatori, che si perdano pochissimo in chiacchiere e si dedichino molto al lavoro, al migliorarsi, al mettersi sempre in discussione. Vedete, io provo ad immedesimarmi per assurdo, come tifoso di Napoli o di Roma, a giudicare la stagione, ma ragionando come ragiono da tifoso juventino. La Roma ha operato un buon mercato estivo, ma a primo ostacolo, il preliminare di CL; è andato fuori soprattutto per inadeguatezza mentale, due espulsioni nel giro di pochi minuti e Porto padrone della gara. Poteva rifarsi in Europa League, ed invece ha toppato contro il Lione, in una competizione che ha visto come semifinaliste squadre come Celta Vigo, Ajax e Manchester Utd, senza Ibrahimovic; In coppa Italia, dopo avere conquistato la semifinale grazie ad un rigore al 96’ contro il Cesena, è stata eliminata dalla Lazio, in maniera più netta di quanto dica il risultato finale nel doppio incontro. Quindi di cosa andare soddisfatti? Del record dei punti, ottenuto grazie al fatto che nel finale di stagione molte avevano mollato, Juventus compresa, interessata soprattutto alla finale di coppa Italia e alla finale di Champions? Quindi, da ipotetico tifoso romanista, con mentalità juventina però, riterrei la stagione deludente, la squadra aveva tutti i numeri quantomeno per conquistarsi due finali di competizioni, coppa Italia ed EL, magari di vincerne una o entrambe, ed invece finisce rischiando il sorpasso finale.
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Andiamo al Napoli, che ormai sta diventando la squadra dell’enfasi preconfezionata, il più bel calcio, la squadra più forte, la squadra più straordinaria, la squadra con tutti fuoriclasse … che non scrivono però nulla sugli albi d’oro! Anche in questo caso ci sarebbe da dire in base a quali elementi si possa parlare di campionato straordinario per una squadra arrivata terza, dopo avere seriamente avuto, lo scorso anno, la possibilità di vincere lo scudetto. Ha avuto sì un girone di ritorno eccellente, ma solo perché, come nel caso della Roma, da metà girone di ritorno in avanti, le avversarie hanno mollato, al punto di consentire goleade su goleade ai partenopei. Eccettuato quando sarebbe servito, dato che con la Juventus non hanno saputo vincere neppure incontrando una formazione bianconera in pieno turn over, e hanno vinto solo quando non serviva ai bianconeri; non hanno saputo conquistare la finale di coppa Italia, vanno fieri di una eliminazione con un doppio 3 – 1 rimediato dal Real Madrid, l’anno prossimo dovranno fare gli straordinari perché impegnati in turno preliminare, e l’ultima volta che accadde, vennero eliminati. Quindi anche in questo caso, zero titoli, e, a ben vedere, mai in lotta per lo scudetto. Per cui ben lieti noi juventini di lasciare a costoro la palma del calcio più bello e inutile del campionato italiano.
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Per il resto, ammetto di essermi sbagliato sulle milanesi, ma perché pur essendo scettico per il loro rendimento, non pensavo potessero andare anche peggio di quanto previsto. Come pure ho sbagliato sulla Lazio, pensavo che la vicenda estiva di Bielsa potesse creare scompigli, ed invece i biancazzurri sono una delle rivelazioni della stagione, unitamente all’Atalanta, quarta assoluta. Direi pure rivelazione anche il Crotone per il modo come si è salvato, anche se qui dobbiamo parlare di suicidio dell’Empoli, non ricordo squadre che si siano salvate a 34 punti, lo scorso anno il Carpi a 38 punti è retrocesso in B, solo per citare la stagione precedente.
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Ed ora si apre la peggiore delle stagioni, quella del calcio parlato, del mercato e del “siamo tutti direttori sportivi e tutti scopritori di talenti”. Il periodo in cui tante tifoserie esulteranno per i colpi di Lapadula, Gerson e Gabigol e si sentiranno campioni in pectore, e, rovescio della medaglia, il periodo in cui la tifoseria bianconera (per fortuna non tutta, ma una discreta parte), polemizzerà con la dirigenza per non avere preso Lapadula, Gerson e Gabigol, per avere confermato Allegri, e per la prossima annata sicuramente negativa. Poi per fortuna inizia il campionato quello vero, ad agosto …
Le mie postille
1 – 29 maggio 1985
Sono passati trentadue anni, ma per noi penso sia ancora come ieri, l’Heysel è una ferita che mai si rimarginerà. Anche perché molti hanno scritto a sproposito e molti si fanno vanto di infangare la memoria di persone normali, come noi, che erano lì solo per il piacere o la speranza di vedere i propri idoli alzare una coppa. Per questo credo che il modo migliore di onorare la loro memoria siano i gesti concreti e il silenzio di raccoglimento. Aggiungo solo che hanno onorato questa giornata due soli club, il Liverpool e il Torino. Le altre … lasciamo perdere.
2 – Bologna la incivile
Proprio nel giorno della commemorazione dei 39 angeli caduti all’Heysel, fa scalpore quanto accaduto in una emittente radiofonica bolognese, Radio International: un personaggio squallido ha telefonato delirando contro la Juventus, augurandosi la caduta dell’aereo di ritorno da Cardiff che trasporta i giocatori della Juventus, e, di rimando, il conduttore, tale Marco Garofali detto il Tosco, ultras bolognese, ha rincarato la dose, augurandosi la morte degli juventini, ritenuti deformi. La cosa ha prodotto indignazione generalizzata, ed anche le reazioni inconsulte di tifosi juventini verso un poveraccio non colpevole, avente la sfortuna di usare come nick su un social network “il Tosco”. Sulla vicenda ho una opinione diversa dal resto. Io non me la prendo tanto con conduttore e ascoltatore di quella Radio insulsa, perché una radio che permette trasmissioni del genere non può essere una radio seria; ma i veri mandanti di questi comportamenti sono altri, sono gli opinionisti a libro paga, prezzolati per seminare odio e veleno nel calcio, naturalmente a senso unico, sono i Pistocchi e Ziliani che sputano sui soldi che incassano anche grazie ai tifosi juventini che si abbonano a Premium, sono i gazzettieri rosa, i Varriale, gli Alvino, i giornalisti RAI Sport: quelli che caricano a pallettoni personaggi come i due sopra citati, e che ritengono legittimante ogni condotta incivile che sia a danno della Juventus e dei suoi tifosi. E sono i primi a versare lacrime di coccodrillo quando, ad esempio, il pullman della Juventus a Bologna viene fatto oggetto di sassaiole e bombe carta, come negli scorsi anni, per citare un esempio. L’ascoltatore di quella radio, e il conduttore, sono due poveri idioti manipolati, che danno credito ai cialtroni sopra citati.
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