La Juventus è campione d’Italia per la sesta volta di fila, una impresa mai compiuta prima in Italia, e naturalmente solo i bianconeri potevano compierla, per continuare a scrivere la leggenda del calcio italiano. Perché vedete, non è che la squadra bianconera entra nella leggenda solo adesso, c’è stata da sempre, semmai questa leggenda si accresce di un ulteriore record, una ulteriore impresa: se prima altre squadre nella loro storia potevano dire di avere eguagliato il record della Juventus degli anni ’30, adesso c’è una sola squadra ad avere vinto sei volte di fila. Cosa che si aggiunge alla terza coppa Italia di fila conquistata mercoledì sera dai bianconeri, come nessun’altra mai.
Della partita di domenica sera, stavolta, e per ovvie ragioni, parlerò in maniera limitata, dovendomi dedicare ai momenti più significativi di questo trionfo bianconero.
Partita senza storia, nonostante qualche timore espresso prima di scendersi in campo, dovuto alla striscia straordinaria di risultati conseguiti dal Crotone in questo scorcio di stagione, il che consente ancora ai calabresi di sperare nella permanenza nella massima serie. Permanenza che meriterebbero, pagano le difficoltà di ambientamento iniziali, le prime gare non sul proprio campo, una buona dose di sfortuna, consistente nelle sconfitte maturate nei minuti finali, ma a ben vedere il Crotone mai è andato incontro ad imbarcate o sconfitte umilianti. Sarà difficile, ma se il Palermo fa punti contro l’Empoli, e il Crotone dovesse vincere l’ultima, la salvezza sarebbe stata raggiunta, anche se c’è un aspetto cabalistico che depone contro, ne parlerò dopo. Dicevo partita senza storia, praticamente chiusa già nel primo tempo dai bianconeri, e risultato poi arrotondato nei minuti finali della ripresa, giocata in souplesse dai bianconeri. Gara che ha visto ancora una volta in Mandzukic e Dybala i migliori, a mio giudizio.
I momenti fondamentali del campionato.
Faccio una premessa: a dispetto del distacco finale non consistente come nelle stagioni passate, ritengo questo campionato il meno combattuto tra i sei vinti di seguito dalla Juventus, e ne spiego la ragione. Il primo lo ricordiamo tutti, fu quasi inatteso, anche se ci speravamo da anni in quel ritorno alla vittoria finale, girammo in testa a fine girone d’andata, poi sorpasso del Milan, che ad un certo momento ebbe fino a sette punti di vantaggio, salvo crollare e farsi superare nel finale di stagione. Il secondo anno la vittoria fu più agevole, ma per tutto il girone d’andata ci fu una notevole resistenza delle avversarie, almeno di alcune, l’Inter aveva iniziato bene, venne a vincere a Torino, salvo poi crollare successivamente, il Napoli a lungo tenne il passo dei bianconeri. Terzo anno, quello dei 102 punti, ma con la Roma che iniziò alla grande, dieci vittorie di fila e a lungo in testa alla classifica. Quarto anno, quello della prevista (secondo certi “gufi nostrani”) liquefazione della squadra bianconera, vinto con una progressione lenta, graduale, e un distacco che solo nel finale divenne consistente. Lo scorso anno lo ricordiamo ancora, eravamo praticamente fuori dalla corsa a metà girone d’andata. Quest’anno la Juventus è partita in testa , ha acquisito quasi subito un vantaggio consistente, al punto di potersi permettere anche di gestirlo a suo piacimento, quando ha perso, gli effetti non sono stati poi tanto rilevanti, anche la stessa sconfitta domenica scorsa contro la Roma, ha solo differito la vittoria matematica dello scudetto: in sostanza i bianconeri sono stati così padroni del campionato, da potersi anche permettere rallentamenti e passi falsi, senza risentirne, per questo sostengo che è stato il meno combattuto, o se preferite, quello vinto più agevolmente, anche al punto di potersi permettere un distacco finale inferiore a quanto effettivamente poteva essere nella realtà. E, come vedrete, i momenti salienti sono stati quasi tutti nel girone d’andata
Empoli – Juventus 0 - 3
Questa gara, come ho avuto modo di scrivere anche negli anni scorsi, ha una valenza cabalistica, dato che tutte le volte in cui i bianconeri hanno vinto al Castellani, a fine stagione hanno pure vinto lo scudetto; a contrario, l’Empoli si salva se perde in casa con i bianconeri, riesce a salvarsi, anche se quest’anno questa cabala è a forte rischio almeno per i toscani. Gara difficile per i bianconeri, per chi se la ricorda, fino a metà ripresa risultato bloccato sullo 0 – 0, poi una grande giocata di Dybala e successivamente Higuain che si scatena.
Juventus – Napoli 2 – 1
Questo è stato il primo momento di verifica della forza dei bianconeri in questa stagione, la gara contro il Napoli, oltre alle rivalità artatamente gonfiate nella città partenopea, significava pure Higuain contro il suo passato. E quel passato non è stato affatto di peso, il gol vittoria, e primo allungo sulle concorrenti, è stato conseguenza del gol decisivo del “pipita”.
Torino – Juventus 1 – 3
Ancora una volta Higuain in cattedra, una doppietta decisiva nel primo derby diciamo “più equilibrato” rispetto al passato. Gara iniziata in salita, granata in vantaggio, poi bianconeri che prendono il controllo della gara e vittoria conseguita con autorevolezza.
Juventus – Roma 1 – 0
Probabilmente è stata questa la gara che ha nella sostanza “chiuso” il campionato, vittoria di misura ma ben più larga per come conseguita dai bianconeri. Anche in questa gara Higuain decisivo.
Juventus – Lazio 2 – 0
Questa è stata la gara della svolta tattica, modulo 4 – 2 – 3 – 1, definito il modulo delle “cinque stelle”, senza alcun riferimento politico, ma alla contemporanea presenza in campo di Pjanic, Cuadrado, Dybala, Mandzukic e Higuain. Cosa ritenuta tatticamente impossibile, ma divenuta invece la formula trainante e fondamentale per la seconda parte della stagione, che ha prodotto la cavalcata finale in campionato, la conquista della terza coppa Italia e … la cosa che aspettiamo di più e con più impazienza. Dal momento del cambio di modulo, è stata una cavalcata trionfale, anche quando i bianconeri si sono presi qualche “pausa”, per distribuire al meglio le forze nelle varie competizioni.
I protagonisti
L’allenatore, Massimiliano Allegri
Se una squadra vince per tre anni di fila scudetto e coppa Italia, conquista una supercoppa italiana, perdendone due ai rigori, e conquista due finali di Champions League, non può essere un caso, e soprattutto, non può non avere grandi meriti chi guida quella squadra, ossia l’allenatore. Specie se, rivedendo le formazioni “base”, si nota che solo il reparto difensivo è rimasto sempre presente, anche se qualche innesto ha sostanzialmente cambiato il reparto in diversi momenti (Dani Alves, Alex Sandro, Benatia, Rugani). Centrocampo e attacco totalmente rinnovati, eccettuato Marchisio, moduli di gioco spesso variati durante la stagione e anche nel corso della stessa partita. Fino al modulo attuale, coraggioso, con lo spostamento di Mandzukic sull’esterno sinistro, Pjanic in coppia con Khedira davanti alla difesa. Certo, ci sono ancora alcuni irriducibili sedicenti juventini che tendono a negarne le capacità, ma sono ormai in via di estinzione: Allegri adesso entra di diritto nell’Olimpo dei più grandi allenatori juventini di sempre, assieme a Lippi e Trapattoni.
I giocatori
Gianluigi Buffon.
Quest’anno non ha battuto record, come lo scorso anno, almeno in campionato, in Champions League è rimasto imbattuto per oltre seicento minuti. Tuttavia è stato ancora una volta il leader indiscusso in campo e fuori, chi ha dato sicurezza alla squadra in campo, scosse necessarie al gruppo nei momenti in cui occorreva darla. E non sembra volere invecchiare, calcisticamente.
Mario Mandzukic
Doveva essere quello sacrificato dall’arrivo di Higuain, ed invece la sua stagione è stata addirittura migliore rispetto a quella precedente. Di questa Juve Mandzukic è quello che più di ogni altro ne interpreta il carattere intrinseco, di chi lotta, si sacrifica, ma ciò non gli impedisce di essere trascinatore, di fare giocate di gran classe, e di finalizzarle.
Gonzalo Higuain.
Da quanti anni la Juventus non aveva un attaccante che arrivasse a questi numeri finali? Lo stesso Tevez, protagonista di due stagioni notevoli, si era sempre attestato attorno ai venti gol in campionato, solo nella stagione del 5 maggio Trezeguet ne realizzò 24. Gol spesso pesanti, come quelli citati sopra, contro Napoli, Torino e Roma, ed anche un adattamento alle necessità tattiche della squadra, come mai in passato, spesso a dare man forte in copertura.
Sami Khedira
Quest’anno finalmente non ha avuto problemi fisici, e si è rivisto il grande centrocampista che era stato ammirato in passato, sicuramente uno dei giocatori cardine della squadra. E ritengo sia stata la sua grande intelligenza tattica quella che ha consentito ad Allegri di puntare decisamente su un modulo che teoricamente riduce i giocatori a centrocampo, ma ha consentito finalmente a Pjanic di brillare.
Miralem Pjanic
Un girone d’andata a corrente alternata, ma un girone di ritorno da grande protagonista, in quello che era il ruolo che non sembrava a lui adatto, ossia centrale davanti la difesa. E’ diventato il vero play maker della squadra, il suo rendimento non ha avuto più momenti di pausa.
Leonardo Bonucci
Paradossalmente, devo citare il suo momento più brutto della stagione, la punizione inflittagli per la gara di Champions contro il Porto, andata degli ottavi, con lui in tribuna. Fermo restando che era stato tra i migliori fino a quel momento, il modo come ha reagito dopo la sanzione è stato esemplare, in tutti i sensi, sempre tra i migliori in campo, e impeccabile anche nei comportamenti, da vero leader.
Daniel (Dani) Alves
La follia al potere, la dissacrazione e spensieratezza come modello comportamentale, per arrivare concentrati al massimo al momento agonistico. Dato per finito al Barcellona, arrivato quasi in punta di piedi a Torino, considerato come chi veniva in bianconero per chiudere dignitosamente la sua carriera, inizio di stagione con alti e bassi, un brutto infortunio e poi un girone di ritorno in crescendo, al punto di essere stato tra i giocatori fondamentali in Champions e nella finale di coppa Italia.
Paulo Dybala
Apparentemente non ha inciso come la scorsa stagione, ma solo sul piano realizzativo, dato che l’importanza della sua presenza la si è notata soprattutto quando è mancato. Girone d’andata condizionato dall’infortunio rimediato al Meazza contro il Milan, ma ritorno in crescendo.
Per quanto riguarda gli altri, sicuramente una menzione va fatta per Giorgio Chiellini, dopo un girone di andata non proprio brillantissimo; idem, ma al contrario, per Juan Cuadrado, eccellente direi fino ad inizio primavera, poi un pochino in calo; e direi pure Alex Sandro, sicuramente tra i protagonisti stagionali. Ecco, questi tre non li ho citati tra i grandi protagonisti solo perché altri probabilmente sono stati ancor più decisivi in certi momenti della stagione. Direi che comunque nessuno è stato davvero insufficiente, i vari Benatia, Rugani, Lichtsteiner, Asamoah, Sturaro, Rincon, Neto, hanno dato il loro più che valido contributo quando chiamati in causa.
Ed ora testa al prossimo trofeo, che è quello più atteso, la finale di Champions League. Non dirò molto, anche perché è stato detto e scritto tutto su questa finale. Ma sicuramente questa volta la Juventus arriva a Cardiff con una mentalità diversa, la consapevolezza che ormai è stabilmente e definitivamente tra le grandi d’Europa, e che visti i precedenti anche recenti, è a Madrid che si devono preoccupare della Juventus. Poi il tre giugno sera vedremo.
La giornata di campionato
I verdetti finali sono quasi tutti emersi da questa giornata di campionato: Milan torna in Europa, farà i preliminari di EL, Genoa salvo battendo un Torino in disarmo, e poi una lunga serie di gare prime di vero interesse. Nell’ultima di campionato rimane incerto solo l’esito della lotta salvezza, il Crotone può ancora salvarsi, anche se, facendosi i conti per il famoso “salvagente” per le retrocesse, qualcuno fa notare che al Palermo converrebbe far salvare l’Empoli, e dunque se dovesse prevalere questo calcolo, il finale di questa lotta salvezza appare teoricamente falsato. Ci sarebbe ancora incertezza sul secondo posto, ma pensate davvero che un Genoa ormai salvo, farà la partita della vita contro la Roma, in occasione dell’ultima partita di Francesco Totti?
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