Anche il Genoa deve inchinarsi alla dura legge dello Juventus Stadium. Vittoria agevole, resa tale però dal micidiale uno - due di metà primo tempo, due giocate di classe che hanno di fatto vanificato ogni resistenza dei genoani, tanto che poi la gara è stata un monologo bianconero, altre reti, pali e traverse. Sono convinto che il gruppo avesse ancora in mente la sciagurata gara dell'andata, e che intendeva togliersi qualche sassolino, dato che la cattiveria di stasera è andata ben oltre ogni aspettativa, mentre di norma i bianconeri in campionato hanno badato soprattutto alla gestione, più che infierire verso gli avversari. Un altro mattone, fondamentale, nella conquista del sesto scudetto, in vista di una serie di fuoco, decisiva per la stagione.
La partita in sintesi
La formazione iniziale aveva un po' lasciato di sorpresa, il ritorno alla difesa a 3, praticamente abbandonata da tempo, un trequartista, Dybala, dietro le due punte, centrocampo a 4, almeno in teoria. A me è parso invece che Allegri stasera abbia voluto provare altre soluzioni nuove, in vista del finale di stagione, si è visto un 3 - 4 - 3 effettivo, anche con Dybala a tutto campo, giocatori con ruoli scambiati in diverse situazioni di gioco, 4 - 4 - 2 in fase di non possesso palla, con Barzagli da esterno difensivo, una sorta di tourbillon tattico, a confondere le idee agli avversari. La squadra ha beneficiato di questi accorgimenti, abbiamo visto praticamente Higuain a fungere da rifinitore, Dybala regista a tutto campo con licenza di inserimenti offensivi, Marchisio tornato mezzala con Khedira play basso, e particolarmente, almeno 5 - 6 giocatori ad operare nella zona di centrocampo, consentendo una notevole varietà di soluzioni alle manovre d'attacco.
Le sostituzioni
Cambi solo di routine, per fare rifiatare qualcuno, Rincon per Khedira, Sturaro per Mandzukic, uscito letteralmente acclamato, e finalmente in campo Mandragora per Marchisio.
I singoli: sull’altare
Non mi sento di indicare un migliore in campo in assoluto, sicuramente notevole la prova di Bonucci, Marchisio, Asamoah, Dybala, Higuain stesso, anche se non ha segnato, e dell'infaticabile Mandzukic. Altra nota lieta a mio giudizio, il ritorno in campo di Mandragora, pochi minuti, ma il ragazzo dimostra avere personalità, due azioni in particolare, un lancio perfetto in area per Sturaro, ed una azione sulla destra, poi combinata con i compagni e conclusa con un tiro deviato in angolo;
L’arbitro
Nulla di rilevante, la partita è filata liscia, anche se Calvarese ha trovato modo di annullare una rete a Bonucci, per ragioni note solo a lui.
Prossimo turno
Da venerdì comincerà un tour de force di fuoco per i bianconeri: Atalanta fuori casa, poi il derby della Mole, successivamente trasferta a Roma contro i giallorossi. Il tutto intermezzato dalle partite di Champions contro il Monaco, e se l’esito dovesse essere, come ci auguriamo tutti, positivo, dopo la gara contro la Roma, finale di Coppa Italia sempre all’Olimpico. Delicata sarà la gara contro l’Atalanta, in gran salute, che ormai vede come più che realizzabile il traguardo della conquista dell’Europa League, specie alla luce dei risultati dell’ultimo turno, e a Bergamo la Juventus dovrà giocare pensando al fatto che tre giorni dopo dovrà andare nel principato di Monaco, per una gara sicuramente ancora più importante.
La giornata di campionato
Mentre scrivo, si delinea una vittoria larga della Roma contro un Pescara decisamente in smobilitazione, e così facendo allunga nuovamente sul Napoli bloccato a Sassuolo. E’ stata la giornata del crollo delle milancinesi, Inter battuta a Firenze, in maniera molto più netta del risultato finale, non ingannino le quattro reti e la tripletta di Icardi; Milan sconfitto in casa dall’Empoli, con i toscani a rintuzzare per ora il ritorno del Crotone, a sua volta vittorioso fuori casa contro la Sampdoria. Giornata ricca di segnature, unica squadra a secco il Genoa.
Le mie postille
1 – Barcellona – Juventus.
Siamo in semifinale di CL, la seconda in tre anni, potremmo dire la terza di coppe europee in quattro anni, come dire, la Juventus è ormai a pieno titolo ritornata tra le grandi d'Europa. Invero solo una grande d'Europa poteva eliminare con questa autorevolezza il Barcellona: infatti si è montato nelle immediatezze il luogo comune che i catalani non sono più quelli di prima, che sono a fine ciclo, e roba del genere; ma una squadra che aveva una striscia di quindici vittorie di fila al Nou Camp, in competizioni europee, con 50 reti fatte (più di tre a partita di media), che solo in questa stagione aveva rifilato ben 21 reti in quattro gare casalinghe, due delle quali contro il Manchester City e il PSG, non le ultimissime, anche se non sarà proprio la super squadra di qualche anno addietro, non può affatto dirsi a fine ciclo: ed infatti ieri sera ha fatto suo il “clasico”, a domicilio del Real Madrid. Tuttavia da juventino sono sempre incontentabile, e così dico pure si poteva vincere al Nou Camp, sarebbe bastata un briciolo di freddezza e di lucidità maggiore sotto porta, nelle non poche occasioni create: in sostanza, la qualificazione è stata conquistata a Torino, ma soprattutto legittimata a Barcellona, con una prestazione davvero autoritaria, abbiamo fatto girare a vuoto le stelle dei blaugrana, 19 tiri totali ma uno solo nello specchio, una riprova che i padroni di casa, nella impossibilità di costruire vere azioni da rete, hanno finito con il tirare a casaccio, segno più di disperazione che di vero dominio tecnico – tattico. La gara di mercoledì ha pressochè ricalcato quella dell'andata, bianconeri che partono forte, per un buon quarto d'ora, poi il ritorno del Barcellona, veemente quanto sterile; ripresa con lo stesso clichè, e finale con Allegri che, prudentemente, tira i remi in barca, per evitare ogni minimo incidente di percorso: è per questo che sostengo che si poteva vincere, ma nell'ottica del doppio confronto, è stato importante non avere mai consentito agli avversari di poter comunque segnare quella rete che astrattamente poteva riaprire la gara. Direi che la Juventus ha fatto tesoro degli insegnamenti derivanti dalla finale di Berlino: provate a ripensare alle reti che subimmo in quella partita, e alle occasioni che i catalani crearono soprattutto nella prima frazione di gioco: azioni che partivano per via centrale, cambio rapido sugli esterni, triangolazioni veloci al limite dell’area, in modo da liberare almeno un giocatore davanti al portiere. Cosa che, per esempio, ai catalani è riuscita ieri sera nel “clasico”, i due gol di Messi sono stati su azioni sostanzialmente simili, ma cosa che contro i bianconeri non è mai riuscita, per l’accorta disposizione tattica dei bianconeri, Iniesta praticamente tagliato fuori dal gioco, Messi costretto sempre a defilarsi per ricevere palla, e ingabbiato da almeno tre avversari. Al Nou Camp ho visto un Chiellini gigantesco, un Pjanic sempre più perno del gioco bianconero, un Cuadrado magari non proprio continuo ma a tratti devastante, una fase difensiva complessivamente perfetta; qualche problema invece sulle fasce, stavolta Neymar ha davvero messo in grave difficoltà Dani Alves, e nonostante tutto il nostro brasiliano ha retto; stesso discorso per Alex Sandro, diciamo troppo "basso" e dunque raramente accompagnare le azioni d'attacco; non proprio perfetto Khedira, una volta tanto può accadere, e infine Higuain che conferma di stentare in queste gare, speriamo che si risvegli in semifinale e (speriamo) in finale.
2 – L’angolo di Sarri.
Il nostro eroe è una miniera di perle di genialità e di saggezza, ogni volta che apre bocca. Evidentemente i microfoni avranno un effetto stimolante per il nostro ex bancario toscano, scopertosi inventore del calcio spettacolo. L’ultima trovata del tosco-napolista, nella conferenza stampa pre Sassuolo – Juventus, dopo avere sproloquiato sul suo solito tormentone del fatturato, che impedirebbe al Napoli di vincere lo scudetto (questo nella settimana in cui la Juventus elimina il Barcellona che ha un fatturato quasi doppio …), a domanda sulla prossima introduzione della VAR, strumento a sostegno degli arbitri nel prossimo campionato, ha risposto più o meno testualmente: “Se sono favorevole alla VAR? Dipende da chi guarda e cosa guarda. Su tutti i campi dovrebbero esserci le stesse telecamere e posizionate allo stesso modo”. E fu così che la rivoluzione della moviola in campo, venne distrutta prima ancora di incominciare. Peraltro, nessuno ha spiegato al nostro eroe, che tutte le telecamere sono posizionate allo stesso modo in TUTTI gli stadi della serie A, per la semplice ragione che esiste già il protocollo tra Lega Serie A e il produttore televisivo, che poi sarebbe la famigerata società Infront. Ma evidentemente conta poco la cosa, l’importante è già contestarla da parte di Sarri.
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