Punto pesante quello conseguito dalla Juventus al San Paolo contro il Napoli, ponendo mente a come si era messa la vigilia, infortuni, defezioni, giocatori da schierare in condizioni precarie, o in ruoli non precisamente adatti; e a ben vedere risultato che è mezza sconfitta per il Napoli, con buona pace di Sarri, sulle tante occasioni costruite, dato che Buffon non ha fatto un intervento che sia uno, due occasioni sono state regalate da disimpegni errati (Bonucci e Asamoah). In sostanza, potremmo riassumerla così: fanno la partita della vita, giocano contro una Juventus decimata, preparano l'ambiente da un mese, con tutta l'artiglieria pesante della napoletanità ufficiale (che purtroppo non è la migliore, mi riferisco a De Magistris, a "Il Mattino", ai soliti noti Alvino, Auriemma, Del Genio, Chiariello, Molaro, Varriale, parlamentari più o meno illustri), ed alla fine escono dal campo con un pareggio in casa, che quasi certamente significa addio allo scudetto e terzo posto ancora a rischio!
La partita in sintesi Allegri ha "adattato" il modulo ormai “base” , avanzando Pjanic al posto di Dybala, e schierando Marchisio in coppia con Khedira, collocando Lemina da esterno alto al posto di Cuadrado. Ed a inizio gara sono sembrate mosse azzeccate, a primo affondo bianconeri in vantaggio con Khedira e, almeno per metà tempo, la sensazione era che potessero affondare al meglio ogni azione d’attacco. Con il passare dei minuti, il Napoli ha ripreso campo, approfittando del fatto che i bianconeri schieravano interpreti non all'altezza della situazione, o perchè snaturato il proprio ruolo (Lemina), o perchè non in condizione fisica (Mandzukic); la coppia Marchisio – Khedira, inedita, se riusciva ad assicurare copertura, non altrettanto era capace di rovesciare il fronte di gioco, Pjanic spaesato non avendo la sua sponda naturale di gioco, che è Dybala: risultato, una fase difensiva eccellente, nonostante qualche svarione difensivo, ma incapacità di ripartire per vie esterne, anche quando ci sono stati i cambi, e difficoltà a giocare su spazi stretti, per cui la fase offensiva è stata pressochè nulla nella ripresa. Purtroppo l’unico errore difensivo (Bonucci che esce frettolosamente a chiudere, Marchisio che si perde Hamsik) produce il pareggio dei partenopei, e successivamente un errato disimpegno di Asamoah addirittura fa rischiare il vantaggio ai padroni di casa.
Le sostituzioni
Il rammarico nasce dal fatto che la sostituzione di Marchisio era già praticamente pronta, e si dà il caso è avvenuta proprio dopo il pareggio napoletano. Tuttavia Cuadrado non è ben entrato in partita, anche perché poco supportato. Né hanno inciso nel finale, gli innesti di Dybala e Rincon, a mio giudizio schierati più per riscaldamento in vista di mercoledì.
I singoli: sull’altare
Le prestazioni dei singoli, sono conseguenza di quanto detto sopra. Straordinario Khedira, a tutto campo, gol compreso, è decisamente l’uomo in più della Juventus in questa stagione. Per il resto, ottimo il comportamento di Bonucci e Chiellini, nonostante qualche sbavatura in qualche situazione di disimpegno; direi anche più che sufficiente Lichtsteiner in fase di copertura, anche si è visto poco nelle avanzate; come pure non ho visto affatto deludente come leggo, Higuain, due ottime giocate non concretizzate, e poi un pochino vittima dell’isolamento in avanti.
Da rivedere.
Premetto: tutti sono stati lodevoli sul piano tattico, hanno svolto il compito loro assegnato, in fase di non possesso palla; i problemi sono stati invece nella sostanziale incapacità a rovesciare il fronte di gioco e fare ripartire l’azione. Questo compito doveva essere di Marchisio, ma è nettamente mancato; Lemina non è quasi mai riuscito a tenere palla nelle sue discese, Mandzukic quasi impalpabile, stesso dicasi per Pjanic.
L’arbitro.
Per fortuna non ci sono stati episodi sospetti, la mia sensazione è che Orsato, al di là della sicurezza ostentata nella direzione di gara, temesse l’episodio dubbio in area di rigore, da una parte o dall’altra. Diciamo quindi che è stato bravo ma anche fortunato, niente episodi dubbi, sul gol annullato ai partenopei, Callejon era in fuorigioco di un paio di metri, ha usato lo stesso metro, anche se qualche entrata dura su Higuain per me era fallosa. Una sola osservazione: quando si colpisce volontariamente con la mano, magari per provare a segnare una rete, non ci dovrebbe essere l’ammonizione? Se si, perché Mertens è stato graziato?
Prossimo turno
La partita di ieri sera è l’inizio di un periodo molto duro e faticoso, nel quale la Juventus si giocherà molto in due competizioni, coppa Italia, con la gara di ritorno sempre al San Paolo, e il doppio confronto con il Barcellona. Sabato prossimo invece si gioca in casa contro il Chievo, partita di quelle che vanno vinte per non avere problemi di sorta nel prosieguo, visto che la nostra diretta inseguitrice, con le buone o con gli orrori arbitrali, continua a vincere. Il Chievo non è da sottovalutare, proviene da una inopinata sconfitta interna contro il Crotone, ed ha una buona tradizione allo Juventus Stadium, diciamo che ci ha fatto penare più di altre concorrenti blasonate. Ed il fatto di essere nel bel mezzo tra il ritorno di coppa Italia, e l’andata dei quarti di Champions, non è che sia di aiuto, anzi occorre mantenere la massima concentrazione.
La giornata di campionato.
Continuano gli errori arbitrali vincenti a favore della Roma, che naturalmente passano in sordina nei media: e così una partita che doveva vedere un rigore a favore dell’Empoli con espulsione del portiere giallorosso, è invece finita in gloria per i padroni di casa, il tutto naturalmente con media a plaudire della grande impresa giallorossa. Delle altre partite, clamoroso passo falso del Milan a Pescara, che compromette la corsa per l’Europa dei rossoneri, mentre Lazio e Atalanta continuano a vincere e sperare per i piazzamenti in Europa. In coda, sussulto del Crotone, che con la vittoria di ieri in trasferta, spera ancora nel miracolo, anche se ha un calendario decisamente ostico.
Le mie postille
1 – Ridicopoli
L’Italia è una Nazione strana, dove spesso la logica e il buonsenso lasciano spazio a furori irrazionali e demagogie sparse. Soprattutto quando entra in gioco il calcio, e ancor di più quando di mezzo c’è una società e una squadra, la Juventus, che ha la fortuna di avere un numero enorme di tifosi (praticamente pari a tutti i tifosi delle altre squadre di serie A messe insieme), ma anche la sfortuna di essere odiata in maniera indifferenziata da tutte le tifoserie avversarie, le quali, da “farsopoli” in avanti, dopo avere sperimentato che i risultati del campo possono essere rovesciati grazie a processi sportivi farsa, abilmente pilotati, ritengono di poter sempre sperare in questo metodo per rovesciare gli esiti dei campionati. E così adesso si cerca di ritornare al metodo della giustizia sportiva quale strumento di alterazione delle forze in campo, dopo sei anni di dominio incontrastato dei bianconeri, dovuto anche al fatto che le avversarie, chiacchiere da bar a parte, non hanno saputo programmare e attrezzarsi mentre la società bianconera poneva le basi alla riorganizzazione e programmazione del proprio futuro. Lo stiamo vedendo in questi giorni, in una vicenda nella quale una Procura italiana, quella di Torino, indagando sulle infiltrazioni di organizzazioni criminali organizzate quali la ‘Ndrangheta calabrese, nella regione piemontese, ha anche indagato su collegamenti tra questi gruppi e i gruppi ultras del tifo bianconero, nonché i rapporti tra questi gruppi e la società juventina. Indagine che ha prodotto arresti, accuse pesanti verso numerosi personaggi ritenuti appartenenti alla criminalità organizzata, e indagine che vede il presidente bianconero nella veste di “testimone”, assieme ad altri dirigenti bianconeri, per fare alcuni nomi il capo della sicurezza Alessandro D’Angelo, e l’ex responsabile marketing, Francesco Calvo. Quindi nessuna indagine penale a carico di questi ultimi, anzi da alcune informative di polizia giudiziaria, la società bianconera risulterebbe potenziale vittima di possibili estorsioni. A questo punto, se il popolo calcistico italiano fosse serio, preso atto di questa situazione, noterebbe che purtroppo il fenomeno dei condizionamenti pesanti dei gruppi ultras con infiltrazioni malavitose è diffuso un po’ ovunque, che ci sono stati casi non meno gravi a Milano, Roma e Napoli, e farebbe semmai fronte comune contro questa situazione complessa, qualche volta drammatica, che impedisce di vivere il calcio come uno sport e un momento di divertimento. Viceversa si preferisce l’opposto, e siccome di mezzo c’è la più odiata di tutte, comincia la caccia furiosa verso gli esponenti della società bianconera. Si aggiunga poi l’audizione di un procuratore federale calcistico, tal Giuseppe Pecoraro, personaggio con un invidiabile curriculum di figuracce e disastri nella sua carriera di funzionario dello Stato e di prefetto, e un deferimento del presidente bianconero Andrea Agnelli, con un capo di incolpazione che è l’esatto opposto di quanto concluso dalla Procura di Torino, e il quadro è completo. Solo che adesso entrano in gioco pure i media. Che come al solito, quando c’è da essere avvoltoi, non si tirano mai indietro. Mi riferisco allo stillicidio di questi giorni con la pubblicazione a orologeria di intercettazioni telefoniche, attribuite ad Andrea Agnelli, in alcune a colloquio con Alessandro D’Angelo, in un’altra, con l’Avv. Chiappero. Quest’ultima, a quanto pare, sarebbe però parte di una intercettazione più ampia, e sulla utenza di D’Angelo, con Chiappero che sarebbe intervenuto, in quanto presente, con il “viva voce”. Vedete, la cosa più inquietante della pubblicazione di tali intercettazioni, è che chi le pubblica non si pone la domanda fondamentale, e cioè, stiamo pubblicando lecitamente queste intercettazioni? Si tratta di intercettazioni lecitamente effettuate e utilizzabili? In quanto intercettazioni ininfluenti e non utilizzabili nel processo penale, a mio giudizio, non possono essere pubblicizzabili, perché qui ritorna quella garanzia della riservatezza della corrispondenza. Quindi è evidente che qualcuno ha passato arbitrariamente alla stampa intercettazioni che non avevano rilevanza sul piano penale, ma, per quanto si legge, non hanno nemmeno rilevanza sul piano del diritto sportivo, dato che, come avrete letto, da queste intercettazioni non risultano, ad esempio, commissione di fatti punibili dalla giustizia sportiva, dato che nel deferimento di Andrea Agnelli, sono configurate altre ipotesi di violazione dell’ordinamento sportivo, mentre in quelle pubblicate si leggono giudizi su persone ritenute “capaci di uccidere o fare uccidere” (ma non per questo assassini o mandanti di delitti), o collegamenti tra alcuni capi ultras e l’ex allenatore della Juventus, Conte. Quindi conversazioni irrilevanti sul piano del diritto penale e del diritto sportivo, e dunque inutilizzabili, per cui, essendo inutilizzabili non possono mai essere considerate intercettazioni da rendere pubbliche. Per cui chi le ha pubblicate ha commesso un illecito, e un illecito ha commesso chi le ha fornite agli organi di stampa. E torno alla affermazione di inizio, se questo fosse un Paese serio, ci si dovrebbe indignare per queste pubblicazioni illecite di intercettazioni illecite. Purtroppo siamo in Italia, repubblica fondata sulle intercettazioni illecite, e dunque la stampa può impunemente violare i diritti dei cittadini. Anche grazie a chi viola il dovere di non passare ai media conversazioni private o acquisite in maniera illegale. Del resto l’antijuventinismo in Italia ormai legittima qualsiasi nefandezza, e noi ci abbiamo fatto il callo, ma non per questo siamo ancora disposti a subire. Ma la cosa più rilevante è che la famosa intercettazione che incastrerebbe Andrea Agnelli NON ESISTE! Non ci voleva molto a capirlo, ma già la furia ottusa dell'antijuventinismo militante aveva cominciato a cavalcarla, nell'irresponsabile quanto idiota desiderio di "post verità", poter comunque speculare e condannare la società bianconera ed avere l'alibi per i propri fallimenti. E ora? Qualche testa deve cadere, anche se dubito avverrà; quello che è certo, stavolta assisteremo a qualcosa di divertente per noi juventini.
2 – L’angolo di Sarri.
“La Juventus è più forte del Napoli, anche politicamente”. E’ questa l’ultima perla del nostro eroe. Decisamente siamo così forti politicamente, che per fare perdere le tracce, organizziamo un deferimento da parte della procura federale FIGC, su una vicenda che secondo la Procura di Torino vede dirigenti juventini testimoni e la società bianconera quasi vittima di tentativi di estorsione, che invece viene considerata come una possibile collusione con fenomeni malavitosi. Mi chiedo se davvero Sarri creda alle stronzate che esprime.
E-mail: antonio_larosa{chiocciola}msn.com
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