Per la legge dei grandi numeri, doveva arrivare prima o poi un pareggio per la Juventus, ed è arrivato ad Udine, contro una avversaria che, secondo il marciume mediatico imperante, doveva scansarsi. Diciamo che l’andamento della gara è stato come mi aspettavo: i toni della settimana, le polemiche preventive per il mancato impiego di Thereu (novello CR7 ...), le filippiche da Napoli contro la Juve che ruba o che condiziona gli arbitri, e mettiamoci pure il fatto che quest'anno la Juventus tre gare in otto giorni non le regge per cui almeno una la cicca in maniera più o meno clamorosa.1 C'era pure un'altra circostanza da considerare, la presenza di Delneri sulla panchina friulana, un ex che sicuramente ci teneva a far bene, e che se ha un merito, è quello di sapere impostare le partite contro le grandi, cosa che gli mancava e gli manca ancora con le piccole, basti vedere il campionato con i friulani: l'anno alla Juve, lo vide vittorioso al Meazza contro il Milan, battere l'Inter, vincere due volte a Roma, contro entrambe le formazioni della Capitale, e compromettere la stagione sprecando punti contro Bari, Palermo, Catania, Chievo, e, tanto per rinfrescare la memoria dalle parti di Posillipo, grazie a qualche orrore arbitrale di "buona fede", quale il gol misteriosamente annullato a Toni, al San Paolo, con la partita ancora in equilibrio.
La partita in sintesi
La formazione scesa in campo probabilmente è quella definitiva pensata da Allegri per questo finale di stagione: 4 – 2 – 3 – 1, con linea difensiva Dani Alves – Bonucci – Chiellini – Alex Sandro, e il resto invariato. Ma fin dalle prime battute si vede che non è la Juventus solita, squadra lenta, direi quasi abulica, poche accelerazioni e molti palloni persi, anche per l’accorta disposizione tattica dei friulani, Delneri ha infoltito il centrocampo, e soprattutto rafforzato le coperture sulle fasce, in modo da rendere quasi evanescente l’apporto degli esterni juventini. Primo tempo praticamente con zero occasioni da rete, ma con l’Udinese in vantaggio anche grazie ad una indecisione di Bonucci e una uscita non proprio impeccabile di Buffon. Non cambiano granchè le cose nella ripresa, Juve più determinata a raggiungere il pareggio, e ci riesce proprio con Bonucci, che sfrutta al meglio una punizione battuta da Dybala. Poi nulla o quasi fino a fine gara.
Le sostituzioni
L’ingresso di Benatia per Chiellini è stato cautelativo, non ha mutato l’assetto difensivo; mentre dovevano dare un minimo di cambio di passo le sostituzioni successive: ma Pjaca non ha inciso, posizionato a mio giudizio in maniera errorea nella zona centrale, con Dybala a destra e Mandzukic a sinistra; né ha sortito effetti l’innesto di Rincon nel finale.
I singoli: sull’altare
Chi è stato il migliore in campo dei nostri? Onestamente non saprei indicarlo, nè saprei indicare giocatori che vadano oltre la sufficienza stiracchiata. Direi Bonucci, che con il gol ha rimediato l'errore sul vantaggio friulano; Buffon è stato inoperoso, ma non mi pare esente da colpe sul gol di Zapata; la cerniera di centrocampo è stata impalpabile, troppi errori di impostazione; se debbo proprio indicare qualche altro, Alex Sandro mi è parso quello più in partita, ma sicuramente molto meno preciso del solito.
Da rivedere
Allegri a mio giudizio ha sbagliato formazione iniziale, sono queste le partite in cui occorre fare turn over, specie dopo una battaglia infuocata quale il turno di Coppa Italia, equivalente a tutti gli effetti, ad un turno di CL, e puntando praticamente su quella che probabilmente è la formazione titolare, ha praticamente riconfermato 8/11 di martedì sera, con alcuni di essi a corto di fiato, e di idee, lo dimostra come perdevamo puntualmente i tempi di gioco, come eravamo scarsamente reattivi, come spesso i passaggi venivano intercettati dagli avversari, dato che nessuno si proponeva o veniva incontro alla palla quando servita.
L’arbitro
Adesso parliamo dell'interista di Barletta, in divisa gialla, indegno discendente di coloro che vinsero una storica “Disfida”. Quando un arbitro, in un contrasto aereo in area di rigore dell'Udinese, vede due giocatori intervenire di testa, uno finire a terra, l'altro scusarsi verso quello finito a terra e concedere punizione a favore di chi si scusava, dice già chiaramente come intende arbitrare, dato che se qualcosa doveva fischiare era il fallo subito da quello finito a terra, Dani Alves, e dunque calcio di rigore; tralascio sul mani e sul placcaggio di Dybala, ammetto che possono essere errori di valutazione o sviste, ma irritante è stata la gestione della partita, spezzettata fino all'inverosimile, ma non quando potevano esserci punizioni a nostro favore, bensì ogniqualvolta un giocatore friulano finiva a terra, anche da solo, e non è un caso che la Juventus abbia beneficiato di una sola punizione sulla trequarti avversaria, quella decisiva per il pareggio. Dovremo abituarci a questi arbitraggi, prima li linciavano per errori più o meno discutibili, adesso si lincia Valeri, colpevole di avere danneggiato la Juventus, perchè doveva sbagliare a nostro danno ancor di più e non far perdere il Napoli;
Prossimo turno
Venerdì sera sarà di scena il Milan allo Juventus Stadium. Rossoneri che comunque stanno recuperando terreno in ottica posizioni per l’Europa, e molto merito va dato a Montella, che evidentemente sta riuscendo ad ottenere il massimo da un gruppo che non brilla per qualità e quantità di giocatori che possano consentire soluzioni alternative. E poi c’è la componente, chiamiamola così, “fortuna”, interpretate a vostro piacimento questo termine. Preoccupante invece sarà il clima pre gara, ma di questo parlerò in sede di postille, certo è che rivedo il film del finale di stagione 1999 – 2000, troppo banditismo mediatico che fa pressione, e le direzioni di gara ne risentiranno senza dubbio.
La giornata di campionato
Gli esiti dello scontro diretto dell’Olimpico aveva servito l’occasione per quello che si riteneva un match point per la Juventus, ossia la sconfitta interna della Roma, ad opera del Napoli. Non è che le cose cambino più di tanto, la Juventus potrà anche sprecare tre gare da qui alla fine della stagione, o addirittura quattro in riferimento ai partenopei, dipenderà sempre dagli scontri diretti, e soprattutto dal fatto che le avversarie non potranno commettere errori da qui fino a fine stagione. Per il resto, in un campionato praticamente spezzato in tre, con squadre che lottano per le prime piazze, ridottesi di numero, squadre praticamente retrocesse, la giornata non ha offerto grandi emozioni, ma risultati praticamente scontati, le ultime continuano a perdere, l’Inter dilaga sul campo del Cagliari (di proprietà dell’interista Tommaso Giulini), e in questo caso non si dirà che gli isolani si sono scansati.
Le mie postille
1 – Sceneggiate napoletane.
Non vi “delizierò” con il racconto dei deliri provenienti dall’ambiente di quella squadra e di quel contesto che ormai di gran lunga si qualifica come la peggiore feccia del calcio italiano, né con il racconto delle perle di quel ventre molle (gazzette sporche, pistocchietti e ciarpame simile) che, per odio alla Juventus, accarezza il pelo ai pulcinella. Se non per dire che, come nel caso di Juventus – prescritti, ormai si specula sulle corrette direzioni di gara, visto che le polemiche vertono su decisioni che, verificate da moviole, movioloni e moviolette, si rivelano giuste o al limite a danno dei bianconeri, come dire, adesso si fa pressione sui direttori di gara non per arbitrare bene, ma per arbitrare contro la Juventus a prescindere, insomma si vogliono le direzioni tipo Banti a Firenze o Damato a Udine, per fare un esempio sulle ultime due gare non vinte dai bianconeri. Evidentemente si vuole riproporre lo stesso clima della stagione 1999 – 2000, la speranza di un lavacro perugino (che questa volta potrebbe essere bolognese), i Paparesta di Milan – Juventus, i Farina di Juventus – Lazio, i Kollina del 14 maggio con le attese di 75 minuti, le espulsioni pilotate per non consentire neppure un tentativo di rimonta. Solo che, stavolta, si comincia a delineare una situazione imprevista da parte dei servitori interessati: prima il tweet ufficiale del Napoli calcio contro la telecronaca RAI del duo Cerqueti – Rambaudi (due che in tema di antijuventinismo, fanno apparire Caressa – Bergomi due ultras da curva sud dello Juventus Stadium); poi il danneggiamento dell’auto del corrispondente Gazzetta dello Sport, Mimmo Malfitano. Mi pare chiaro il messaggio che si vuole lanciare, e che viene sottovalutato ancora: a Napoli non si accontentano di avere “fiancheggiatori”, che magari ogni tanto abbiano un minimo di autonomia e di onestà intellettuale, ma si vogliono ultras che descrivano sempre la squadra dei pulcinella quale la migliore al mondo, e chi è contro deve essere descritto come infame, insomma fantocci alla Alvino, Auriemma, Del Genio, Molaro, Varriale, gente che da anni sta seminando veleni su veleni contro la Juventus. Del resto si è sempre minimizzato ogni comportamento violento proveniente da quell’ambiente, le inciviltà verso gli avversari descritte come “folklore e calore” del pubblico napoletano, mentre al contrario sono state sempre enfatizzate le manifestazioni opposte, e dunque cori più o meno opportuni qualificati come odio territoriale, passibili di punizioni severe, come si sa bene a Torino, curve chiuse per uno sfottò! Io invece voglio evidenziare che martedì scorso, a Torino, grazie alla vendita libera, se il settore ospiti era chiuso, molti tifosi del Napoli hanno potuto esultare tranquillamente, stando vicini ai tifosi juventini, e nulla è successo loro. Quando avverrà la stessa cosa a Napoli, al San Paolo? Nel frattempo a gettare benzina sul fuoco, anche il sindaco di Napoli, Demagistris Luigi, detto giggin ‘a manett, famoso ex P.M. recordman delle indagini aperte e finite in bolle di sapone, dimenticando che ad aprile per due volte la Juventus sarà a Napoli. Se dovesse succedere qualcosa (e spero di no), poi non prendiamocela con i violenti, loro sono gli esecutori, in un certo senso le vittime di chi soffia sul fuoco: i veri delinquenti sono mandanti e istigatori, e costoro li vediamo da tempo all’opera, salvo poi versare lacrime di coccodrillo.
2 – Agnelli vota Tavecchio.
Ieri si è tenuta l’assemblea della FIGC per l’elezione del presidente per il prossimo quadriennio, assemblea che ha riconfermato Carlo Tavecchio alla guida della massima istituzione calcistica italiana. Molto ha fatto discutere la dichiarazione di voto di Andrea Agnelli a favore del rieletto presidente FIGC, e in parecchi hanno criticato questa scelta, considerata una svendita della società bianconera, che con questo voto avrebbe smentito e abbandonato i progetti di lotta verso il Palazzo calcistico, per riottenere giustizia dopo le vicende farsopolare del 2006. Io la vedo diversamente, e so che mi attirerò le critiche di essere “aziendalista”, se dirò che è stata una scelta di sano realismo, dopo anni di contrapposizione che hanno prodotto l’isolamento della società bianconera negli organismi federali e in Lega, ma soprattutto il voltafaccia di chi avrebbe avuto, per diverse motivazioni, tutto l’interesse ad appoggiare le battaglie di Andrea Agnelli, che non erano soltanto mirate alla restituzione dei due scudetti, ma anche ad un sostanziale rinnovamento del calcio italiano. E’ fin troppo facile auspicare le “guerre” quando a combatterle sono altri, o essere oltranzisti fino all’autolesionismo, per cui vorrei ricordare questi anni di AA alla guida della società bianconera. Tutte quelle volte a ripristinare la verità e fare giustizia dopo la macelleria farsopolara sono andate a vuoto, tra dichiarazioni di incompetenza e giudici amministrativi che si adeguano su questo teorema, come dire erano tutti competenti quando occorreva massacrare, nessuno lo è invece quando c’è da ammettere che di una impostura si trattò. Ma la cosa era prevedibile, dato che basta vedere come ancora i farsopolari di dieci anni fa, sono al loro posto, riescono magari a far designare il Giudice Renato Grillo, amico di Carraro e Tavecchio, a redigere la sentenza di Cassazione sul processo a Moggi e altri, dal quale come sapete è risultato che quasi tutti gli arbitri sono stati assolti, escluso De Santis per Lecce – Parma, e che l’associazione a delinquere, era più o meno un club da bocciofila che praticamente non riusciva neppure a truccare le designazioni arbitrali. Nelle votazioni precedenti, Agnelli aveva appoggiato la candidatura di Abodi alla Lega, salvo poi incassare il voltafaccia di personaggi squallidi come il cinepanettonaro, vendutosi per evitare sanzioni al suo Napoli, nella vicenda calcioscommesse, ed alla fine il clan dei quattro alleati di Taormina (città dove si stipulò il patto tra i quattro galantuomini, Galliani, Lotito, Preziosi, Pulvirenti), riuscì ad imporre la rielezione di Maurizio Beretta, presidente di facciata come sapete tutti. In Federcalcio, Agnelli aveva auspicato il rinnovamento, appoggiando la candidatura Albertini, ed anche in questo caso il progetto di rinnovamento non ebbe esito positivo, penso ricorderemo tutti le esultanze di Lotito e Delaurentiis votare palesemente Tavecchio. In questi quattro anni nulla è cambiato, e non solo nel mondo del calcio. Avrebbe ancora senso una guerra per rimanere ulteriormente isolati? Mi si dirà che la candidatura alternativa c’era, ed era quella di Abodi. Vero, ma cosa ha fatto Abodi in questi anni se non curare il suo orticello della Lega Serie B? Avete mai letto di sue dichiarazioni di ringraziamento per l’appoggio che ebbe a suo tempo proprio da Andrea Agnelli? Lo avete mai visto proporsi e proporre un vero cartello alternativo, o semmai cercare i suoi voti per le elezioni federali nello stesso modo che ha fatto Tavecchio? Ne consegue che sarebbe stato l’ennesimo voto con esiti gattopardeschi, cambiare per far rimanere tutto come prima, ed allora tanto vale lasciare le cose come stanno e rinviare certi propositi a quando ci saranno le condizioni. Del resto, mi pare evidente che se il calcio italiano è questo, e non ci sono prospettive di vera riforma, meglio puntare decisamente alla Superlega europea, e cominciare a disimpegnarsi, ma facendo buon viso a cattivo gioco in Italia. Insomma, ha fatto bene a tirare i remi in barca e almeno partecipare alla maggioranza che ha riconfermato Tavecchio, poi si vedrà.
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