Le migliori risposte alle polemiche, alle imposture, agli interismi cronici, vanno date sul campo, e sul campo si deve dimostrare la forza di una squadra, anche laddove altre hanno sbattuto il muso: Cagliari era una di queste piazze, squadra ostica che inizialmente ha mandato in visibilio i telecronisti di indubbia fede anti bianconera, salvo poi abbassare i toni di fronte allo strapotere bianconero. Perché di questo stiamo parlando, una partita che la Juventus ha gestito con accortezza, lasciando sfogare i sardi ad inizio gara, per poi prendere il controllo del centrocampo e colpire appena gli avversari hanno commesso qualche errore. Ed invero la differenza tra noi e lori sta tutta qui, mentre gli altri sono intenti ed occupati a crearsi alibi e coperture erigendosi a vittime designate di chi non si sa, la Juventus guarda avanti, guarda al prossimo avversario, mantiene la concentrazione e, adesso con il cambio di modulo, appare ancor meno spettacolare nel complesso, ma ancor più cinica e solida.
La partita in sintesi
Allegri pare ormai sicuro del nuovo modulo, a differenza di Crotone, schiera la formazione diciamo “tipo”, con la novità Marchisio in mediana e Pjanic in panchina. Cagliari caricato a mille, vuoi per la premiazione a Riva, vuoi per la presenza di Malagò in tribuna, e vuoi perchè dopo una settimana di veleni, doveva dimostrarsi all'altezza della speranza di bloccare la corsa della capolista; a ciò si aggiunga una direzione di gara quantomeno troppo fiscale verso i nostri (due ammoniti in quindici minuti, sei in tutta la gara), ed un primo tempo non brillantissimo dei nostri esterni e di Dybala; tuttavia alla prima giocata di qualità, un perfetto lancio filtrante di Marchisio per Higuain, è arrivato il gol del vantaggio, importante perchè la partita minacciava di complicarsi, anche se Buffon non è che abbia corso pericoli. Il raddoppio è una azione che gli interisti dovrebbero vedere e rivedere per impararla a memoria, così forse capirebbero perchè noi vinciamo e loro perdono: recupera palla Higuain davanti alla nostra area di rigore, di prima per Marchisio, che sempre di prima sullo spazio lancia Cuadrado, controllo palla e servizio al centro per Dybala che sempre di prima intenzione azzecca il corridoio giusto per Higuain, nel frattempo arrivato dall'altra parte dopo settanta metri di corsa. Dopo, gestione tranquilla della gara, una sola occasione concessa ai padroni di casa, un tiro da fuori area di Pisacane, e straordinaria risposta di Buffon, e almeno tre occasioni per arrotondare il risultato.
Le sostituzioni
La prima sostituzione dopo un quarto d’ora di gioco, è stata obbligata quanto provvidenziale a mio giudizio: Chiellini subito ammonito sarebbe stato a rischio espulsione, mentre Rugani ha nuovamente confermato di essere un lusso in panchina. Le altre, tatticamente corretto l’inserimento di Pjanic per Marchisio, e per perdere qualche secondo, nel finale, l’ingresso di Lemina.
I singoli: sull’altare
Higuain ... basta la parola! Due palloni datigli come si deve, due gol, ed un terzo sfiorato, diciotto reti in campionato, nuovamente capocannoniere, ed ancora non è finita. Per quanto riguarda gli altri, ancora una volta ottimo Rugani, ha dato sicurezza alla difesa, ha un innato senso del piazzamento e dell'anticipo che gli consente di trovarsi al posto giusto o di arrivare prima dell'avversario; bene la cerniera di centrocampo Marchisio - Khedira, anche se come a Crotone, il possesso palla e la manovra di squadra è migliorata con l'ingresso di Pjanic; a Mandzukic è mancato solo il gol, Buffon inoperoso ma è bastata una sola parata spettacolare per fargli ribadire chi è il numero 1.
Da rivedere.
Il primo tempo di Dybala non è stato granchè, si è in parte riscattato nella ripresa, con quell’assist di prima all’accorrente Higuain: diciamo che ci ha abituato troppo bene, per cui quando gioca in maniera appena normale, sembra insufficiente. Bonucci invece da ultimo mi pare un po’ troppo sicuro di sé, ai limiti della presunzione un paio di volte ha provato a ravvivare la gara in favore del Cagliari, con dei disimpegni sciagurati.
L’arbitro
Poteva andare peggio dopo la settimana dei pianti neuroazzurri, e diciamo che ci è andata bene, a conferma di una saldezza di nervi del gruppo. Due ammoniti nel primo quarto d’ora, la prima su Lichtsteiner letteralmente inventata, e successivamente cartellino facile verso i bianconeri. Non inganni l’espulsione di Barella, doppio giallo rimediato ed inevitabile direi, il primo su Cuadrado, il secondo su Pjanic, quando ormai la gara era praticamente chiusa, cosa che mi fa sospettare che mai il cagliaritano sarebbe stato espulso a risultato ancora incerto.
Prossimo turno
La prossima partita sarà anticipata a venerdì sera, in vista della gara di CL dei bianconeri a Oporto. Avversario sulla carta abbordabilissimo, il Palermo, e da non prendere sottogamba, ricordandoci come fu complicato batterli a domicilio, grazie ad una autorete su tiro di Dani Alves. Peraltro i rosanero hanno un andamento migliore fuori casa, visto che al Barbera hanno racimolato la miseria di quattro punti in tutto. Penso che Allegri ricorrerà ad un discreto turn over, considerando che fino a metà marzo giocheremo praticamente ogni tre giorni, considerato anche l’impegno di Coppa Italia anticipato al 28 febbraio. La giornata di campionato
La giornata di campionato.
Quando manca l’ultima gara, quella tra Lazio e Milan, il resto del turno non ha riservato particolari sorprese, le prime hanno vinto tutte, il Napoli contro i gemellati genoani, la Roma a Crotone, dove non ha faticato granchè, ma con il solito rigore a favore, stavolta sbagliato, ed un gol agli avversari annullato; i neuroazzurri di Milano ad onorare il loro pubblico competentissimo, civilissimo ed intelligentissimo nelle manifestazioni di protesta, vincendo non senza qualche preoccupazione contro l’Empoli. In coda praticamente hanno perduto tutte, e così ancor di più si sta creando una zona centrale di classifica composta da squadre che praticamente hanno finito la stagione.
Le mie postille
1 – La Juve a Crotone
Il recupero è stata una festa di calcio, l'evento dell'anno (mentre l'arrivo delle altre è una normale partita di calcio), si è giocato a calcio ed il risultato è stato quello che si prevedeva; ma come si poteva prevedere, non è che sia stata una passeggiata, sia perchè, a vedere la stagione, il Crotone non ha mai subito umiliazioni, anzi, ha mostrato inesperienza nella gestione delle partite, bruciando parecchi punti nei minuti finali; e sia perchè, come tutte le squadre deboli e umili, ha provato a giocarsela con le armi del più debole, arroccandosi, in maniera anche ordinata, sperando quindi di resistere e magari poter trovare il colpo fortunato. Atteggiamento, quello dei padroni di casa, agevolato per tutto il primo tempo, dal modo come i bianconeri sono scesi in campo, la sensazione che davano era quella di chi era già convinto di avere vinto prima di giocare, nessuna accelerazione, lunghe fasi di possesso palla sterile, e nessun vero pericolo creato, se non all'ultimo minuto, l'unica azione nella quale la Juventus aveva giocato in velocità e di prima intenzione; poi nella ripresa le azioni decisive e gara in cassaforte. Sulle prestazioni dei singoli, palma del migliore a mio giudizio va a Mandzukic, e non solo per il gol che ha sbloccato la gara, più la partita si faceva rognosa e più lui è salito in cattedra; degli altri direi non giudicabili i centrali difensivi, praticamente mai seriamente impegnati, bene Asamoah, luci ed ombre per Dani Alves, ma era al rientro effettivo, Rincon è cresciuto molto nella ripresa, Higuain ha fatto quello che doveva fare, lottare, tenere palla, e chiudere la gara quando ha avuto l'occasione giusta; infine Pjaca: a me non è dispiaciuto nel complesso, ha grande tecnica individuale, deve però imparare a inserirsi negli schemi di gioco, quando si è saputo proporre o liberare correttamente, le sue buone giocate si sono viste, anche se sono state poche.
2 – Lezione di antisportività.
Che la Juventus sia odiata da tutti in Italia, è un fatto direi notorio, ci si è fatto il callo, ed a ben vedere è questo odio che si trasforma in potenza dei bianconeri, più ci odiano e più diventiamo cattivi, autorevoli in campo, insuperabili. Ma a quanto pare, l’odio verso la Juventus è diventato ufficialmente motivo per diventare “bandiere” delle avversarie, idoli da elogiare, a conferma che quando una tifoseria elegge a propri idoli coloro che fanno della antisportività e della istigazione alla violenza verso gli avversari, il proprio biglietto da visita, è ovvio che quella tifoseria non può che avere l’inciviltà e l’antisportività a sua massima aspirazione. E così può accadere che un calciatore dai trascorsi non proprio da prendere a modello fuori dal campo, si possa lasciare andare a dichiarazioni con dei tifosi, farsi riprendere con un telefonino, con relativo video che viene sbattuto in prima pagina da un quotidiano presuntamente sportivo, Corriere dello Sport, e poi venire dapprima giustificato e protetto dal suo allenatore, difeso dal suo direttore generale e infine premiato con la fascia di capitano della sua squadra. Che ci volete fare, ogni società e ogni tifoseria hanno il proprio stile, a Roma i modelli di una tifoseria che è spesso stata oggetto di notizie di cronaca nera, non può che avere questi idoli, personaggi che fanno dell’antisportività il proprio modello comportamentale. La cosa più grottesca, nessun giornale, nessuna testata sportiva televisiva, ha condannato l’episodio, le parole deliranti del centrocampista belga, le difese a dir poco ridicole di Spalletti e del D.G. Massara: quella stessa stampa che scatenò il putiferio qualche anno addietro, solo perché Claudio Marchisio ebbe a dire che aveva in antipatia il Napoli, per via della rivalità calcistica creatasi tra le due squadre. Come dire, l’antijuventismo legittima ogni condotta violenta ed antisportiva, non ci si deve poi sorprendere se nei vari stadi d’Italia si sentono cori sciagurati contro le vittime dell’Heysel, tanto nessuno li ha mai biasimati e sanzionati. A questo punto aspettiamoci anche altri segni di civiltà sportiva, a Roma ma anche altrove.
3 – Paranoia.
E’ stata, quella appena trascorsa, la settimana nella quale una squadra di calcio, storicamente famosa per incompetenza calcistica e vittimismo cronico, con una tifoseria che riesce ad essere anche peggio, ha ricordato a tutti che il codice genetico non può essere cambiato, anche se per un certo periodo le manifestazioni ordinarie di quel codice genetico non sono evidenti. Sapete tutti le vicende scatenate dalla società neuroazzurra con sede a Milano, siamo arrivati proprio al parossismo, rigori reclamati ma negati da tutti i moviolisti, compresi quelli sicuramente non vicini alla Juventus, poi un video spacciato per amatoriale, ma proveniente dalla tribuna stampa dello Juventus Stadium, dalla postazione assegnata a Inter Channel, cosa che ha prodotto l’ironica replica da parte di J TV
( https://www.facebook.com/ClaudioZuliani/?fref=ts ).
Sapete pure della pagliacciata domenicale della tifoseria neuroazzurra, la cosiddetta “panolada”, che peraltro non sanno neppure cosa significhi, dato che è questo il modo di contestare la propria squadra quando va male (come dire hanno fatto una cosa che nella sostanza è una protesta verso la squadra arrivata ultima nel proprio girone di EL, che ha cambiato tre allenatori in stagione, e via di seguito). Ma stavolta hanno decisamente oltrepassato i limiti, se finalmente qualcuno reagisce a questo vittimismo intollerabile, in passato sempre protetto ed esaltato dai media, sempre in chiave antijuventina. E così, dopo un editoriale del direttore del “Foglio”, Claudio Cerasa, interista di provata fede, di condanna di queste manifestazioni da piangina, credo che la reazione più significativa sia stata quella di un opinionista sicuramente non di fede bianconera, anzi, ex dirigente della Fiorentina anni addietro, come dire, proveniente da laddove i colori bianconeri non è che siano amati. Non aggiungo altro, credo che in questo intervento ci sia a ferma condanna della sudditanza psicologica: dei media sportivi verso l’Inter.
https://www.dailymotion.com/video/x5bijx8_sconcerti-1202_sport
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