L’Inter che conoscevamo, quella che da 110 anni di storia circa si è sempre manifestata nell’unico modo loro congeniale da perdenti sul campo e piangenti fuori dal campo, è davvero tornata! Anche se in versione cinese, ma sono sempre loro, quelli che perdono, perdono, perdono, ma hanno sempre un alibi pronto, una scusa pronta, pagliacciate puntuali a fine gara e nel dopopartita, unico modo di distrarre il pubblico da una realtà che li vede sempre e storicamente perdenti contro di noi: e come conseguenza si cercherà di montare la solita la gogna mediatica di un giornalismo a delinquere di tipo mafioso, che, non avendo avuto finora pretesti, anzi avendo dovuto lavorare per coprire l'esatto contrario (rigori negati alla Juve, gol annullati ma regolari, ne sa qualcosa proprio l'arbitro di stasera, o per ricordare la gara di andata al Meazza, mancate espulsioni di picchiatori avversari, e clamorosi rigori non visti da Tagliavento, anzi Tagliaventus come lo chiamano), proprio nella gara con in campo i velenosi più velenosi d'Italia, dalle ore 22,40 di ieri stanno lavorando a spaccare il capello in quattro milioni, per poter dire che è stato un furto, che siamo di nuovo a calciopoli (perla di quel “galantuomo” dal nome Zilianipaolo). Del resto, l'abilità del giornalismo a delinquere di tipo mafioso, presente in RAI, Mediaset Premium, Sky, redazioni milanesi o romane o napoletane di famigerati quotidiani, è quella di scindere momenti dal contesto, esaminare due - tre immagini, speculare su di esse, occultando quanto accaduto in campo, e così nel dopopartita si è più parlato di un episodio nel quale Mandzukic anticipa Icardi, quest'ultimo rialzandosi protesta perchè chiede la concessione del calcio d'angolo (e di questo sono testimone io presente allo stadio, ma soprattutto amici miei in curva nord a pochissimi metri da Icardi, e chi vuole una ulteriore prova guardi questo video: https://twitter.com/EMennella19/status/828583578766340096 ), o di una tentata rovesciata andata a male, per cercare in questi episodi lo scandalo del rigore negato ai poveri defraudati cartonati: e così non si parla del resto, delle grandi parate di Handanovic, a fronte di zero parate di Buffon, di Candreva non espulso già a metà primo tempo, di Gagliardini graziato a ripetizione, di ammonizioni su ammonizioni ai bianconeri e di zero falli fischiati a danno di Higuain, di un clamoroso quanto netto mani di Medel in area di rigore, sparito dalle moviole, di una scivolata di Miranda che libera Higuain con Rizzoli che inopinatamente ferma l’azione! Ad ogni modo, hanno perso, come al solito, come sempre, e come la loro storia ci racconta, hanno pure perso la testa e la faccia.
La partita in sintesi
Parlare di calcio è cosa quasi impossibile quando si incontra la formazione neuroazzurra, la rissa e il piagnisteo fa parte della loro cultura; ma ci proverò ugualmente. Allegri schiera la formazione ormai collaudato 4 – 2 – 3 – 1, lasciando ancora Marchisio in panchina; dall’altro lato formazione apparentemente speculare, anche se la sensazione è stata più di una difesa a 3 con Medel – Miranda – Murillo. Partita avvincente fin dai primi minuti, con la Juventus vicina al vantaggio due volte nei primi dieci minuti con Dybala, nel primo tentativo, semirovesciata in area, intervento miracoloso di Handanovic, nel secondo palla che colpisce la traversa; poi gli avversari stringono di più le marcature, quasi una difesa ad uomo a tutto campo, soprattutto per bloccare Pjanic e le avanzate sugli esterni di Cuadrado e Alex Sandro, e la gara si equilibra, qualche occasione per gli avversari, due volte le loro conclusioni sfiorano i pali di Buffon, ma anche la Juventus vicina al gol con Mandzukic; fino al momento decisivo che nasce da una punizione dal vertice sinistro dell’area nerazzurra, battuta da Pjanic e nuovo miracolo di Handanovic che devia sulla traversa e palla poi in angolo. Sugli sviluppi dell’angolo, il più lesto a riprendere il rinvio di testa di un difensore avversario è Cuadrado che di prima intenzione lascia partire un bolide imparabile per Handanovic. Nella ripresa, la Juventus mostra ancor meglio di avere preso in mano la gara, di gestirla a suo piacimento, di fatto non ci saranno occasioni per l’Inter, mentre i bianconeri ancora una volta sprecano malamente due occasioni, una delle quali, Pjanic, era davvero un rigore in movimento. Il finale con la solita sceneggiata dei neuroazzurri, Perisic che finalmente viene espulso con un anno di ritardo dal tentativo di strozzaggio su Cuadrado, e poi la pallonata finale di Icardi verso Rizzoli, infine la pagliacciata post partita del loro mediocre uomo che sta in panchina, Pioli, uno che nella sua vita annovera qualche vittoria importante solo per avere indossato a suo tempo la maglia della Juventus. Piuttosto, visto che siamo in tema di rigori concessi o negati, come solito con i neuroazzurri, sapevate che alla Juventus non assegnano un rigore contro l'Inter in casa dalla stagione 1998 - 99, e fuori casa dalla stagione 2002 - 03? E che l’unico rigore fischiato allo Juventus Stadium, nel confronto tra le due squadre, è stato assegnato proprio all’Inter (novembre 2012)?
Le sostituzioni
Tempestivo l’ingresso di Marchisio per Cuadrado a metà ripresa, quando l’Inter ha provato a giocarsi il tutto per tutto con i propri cambi, e la mossa ha modificato l’assetto, sostanzialmente centrocampo a tre e tridente d’attacco, cosa che ha prodotto qualche difficoltà a Dybala defilato a destra. Un cambio prodotto da una incomprensione stava creando qualche problema, subito dopo: stava entrando in campo Pjaca, più adatto a ripartire rapidamente, quando è rimasto a terra Lichtsteiner, e così Allegri ha dovuto inserire Dani Alves, a mio giudizio non ancora pronto per una gara, tanto che successivamente ha correttamente inserito Rugani per stringere nuovamente le maglie difensive e riportare la difesa a tre e far salire Dani Alves come esterno di centrocampo.
I singoli: sull’altare.
Man of the match Cuadrado, che ha giocato bene, anche se a sprazzi, ma quando si inventa una rete del genere, è evidente che si diventa decisivi per il risultato finale. Degli altri, direi gigantesco Chiellini, se avesse i piedi di Cabrini, sarebbe da pallone d'oro; bene pure Khedira, che in questo ruolo di secondo mediano si sta esaltando; bene anche lo stesso Pjanic, in ombra per la prima mezzora, poi entrato davvero in partita; a Dybala infine è solo mancato il gol, l'avrebbe meritato. Per concludere, ogliamo dare ogni tanto qualche merito ad Allegri, sia per la formazione iniziale, sia pure per i cambi in corsa? Cambi che avranno fatto storcere il naso a molti, ma hanno avuto l’effetto che ogni possibile velleità neuroazzurra è stata praticamente bloccata sul nascere.
L’arbitro
Ieri abbiamo nuovamente avuto la conferma che esiste una partita sul campo, quella che si vede allo stadio e anche in TV, al netto di replay e moviole; e una quella che viene raccontata dai media. Posso dire tranquillamente che, opinione comune degli spettatori che uscivano dallo stadio, era che Rizzoli non aveva fatto danni, non aveva inciso sul risultato, ma chi si doveva lamentare era semmai la Juventus, per la gestione a senso unico dei cartellini, per avere tollerato le rudezze di Candreva a inizio gara e di Gagliardini per tutta la partita, e per quel mani di Medel. Questo si pensava … poi sono arrivati gli avvoltoi ben noti.
Prossimo turno
Prossima gara sarà il recupero contro il Crotone, quindi domenica prossima a Cagliari. Sono due gare da non prendere sottogamba, la prima perché i calabresi saranno pure con un piede e mezzo in B, ma finora non li ho mai visti giocare rassegnati, anzi spesso hanno pagato la loro inesperienza di categoria perdendo punti preziosi nei finali di gara, non ricordo loro disfatte tennistiche come altre squadre, per cui, essendo con l’acqua alla gola, è presumibile che si giocheranno il tutto per tutto. Domenica sera la Juventus sarà a Cagliari, altra squadra con un cammino sconcertante, tanto concreta e determinata in casa, quanto evanescente in trasferta. C’è da dire tuttavia che viste le prossime quattro gare, per i bianconeri potrebbe essere l’occasione per l’allungo decisivo, quindi nessun punto va sprecato, per poter successivamente guardare con maggiore serenità agli impegni di CL, di campionato e alla semifinale di Coppa Italia.
La giornata di campionato
Giornata dagli esiti contraddittori: il Napoli passeggia a Bologna e si porta momentaneamente al secondo posto, in attesa di Roma – Fiorentina, che si giocherà martedì sera; brutta giornata anche per l’altra milanese, sconfitta in casa dalla Sampdoria, Atalanta che adesso è quinta in classifica, quindi avanti all’Inter, Lazio che torna a vincere in maniera tennistica a Pescara, squadra che ormai è diventata la partner per partite allenamento più che di campionato.
Le mie postille
1 – L’infame
Tre sono le cose certe nella vita, quando si incontrano la Juventus con i neuroazzurri: - le pagliacciate dei giocatori interisti in campo; - l’intervista prepartita a Simoni; - l’intervista dopopartita a Moratti. Mancava ancora la terza, che puntualmente è arrivata in giornata, sul sito del suo giornale rosa di fiducia, e puntualmente sempre con gli stessi contenuti, l’Inter è forte, meritava almeno il pareggio, lui si è arrabbiato con l’arbitro, c’erano rigori per la sua squadra del cuore, e via di seguito. Inutile aggiungere, nessuna domanda pungente, servilismo e zerbinismo dell’intervistatore, così attento a non guastare l’immagine costruitagli addosso di “signore”, di persona onesta, sportivamente competente, insomma un uomo perbene. Così perbene da avere avuto al suo servizio chi falsificava passaporti a giocatori per tesserarli come comunitari, da avere avuto alle sue dipendenze chi incontrava personalmente arbitro in attività, per promettergli lavoro in cambio di dossier a favore della squadra di sua proprietà, da falsificare i bilanci con vendite fittizie di marchio, da beneficiare di manovre orchestrate da personaggi che stavano andando in crack finanziario, per averlo seguito nelle sue scellerate spese sul calcio ad acquistare bidoni, e per evitare il crack hanno organizzato l’impostura che ha consentito alla sua squadra di vincere per cinque anni, eliminando la principale concorrente, che nonostante cinque anni di campionati organizzati per farlo rientrare dal passivo, alla fine ha dovuto svendere per non essere riuscito a ripianare i debiti, dato che quelli che dovevano recuperare i soldi investiti nell’Inter, nel frattempo, recuperato il malloppo, si sono defilati. Ma queste cose nessuno gliele chiederà mai.
2 – L’angolo di Sarri
Stavolta questo angolo fondamentale viene occupato proprio, per completare la discussione sulla gara contro i cartonati, dall’allenatore neuroazzurro, Stefano Pioli. Il quale, in settimana, aveva detto che non firmava per il pareggio a Torino, e a chi gli chiedeva conto sul suo passato di sempre perdente con la Juventus, ha risposto che lui non aveva mai allenato prima l’Inter. Ecco, adesso la allena, e tanto per cambiare …
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