Con due giornate d'anticipo la Juventus è campione d'inverno, nonostante sia ancora autunno, battendo in maniera più netta di quanto non dica il finale, la Roma, come sempre esaltata dai media prima di questa gara, che invero perdono puntualmente da quando si gioca allo Juventus Stadium. Ed a ben vedere, dal post farsopoli, i giallorossi hanno fatto punti a Torino solo nelle due annate dei settimi posti, ossia con Ferrara e Delneri, poi puntualmente sempre sconfitti, quattro volte su quattro con Spalletti allenatore. Inutile dire che ci hanno provato a cercare tutti gli alibi e le giustificazioni a dimostrare che la Roma ha perso per sfortuna, per l'arbitro, e così via; tuttavia chi ha visto attentamente la partita, avrà compreso che non c'è un vero raffronto possibile, in condizioni normali, solo un grande Szczęsny ha impedito un passivo più netto, a fronte di un solo tiro in porta arrivato al 77' minuto, un colpo di testa nel finale mandato sopra la traversa da Buffon (ma forse ci andava da solo) e qualche mischia caotica in area di rigore bianconera.
La partita in sintesi
A questo punto della stagione, ritengo che formazione e il modulo inaugurati da Allegri nel derby saranno non dico la soluzione definitiva, ma la base irreversibile, con la difesa a quattro e centrocampo a tre con un giocatore tra le linee: dunque formazione identica a quella di domenica scorsa, riconfermato Rugani al centro della difesa e Sturaro mezzala. Con questo modulo il gioco bianconero migliora, meno manovra per vie orizzontali, si va spesso subito in verticale, o si cambia gioco di frequente, insomma si diventa più veloci ed imprevedibili, al punto che mi sento di poter affermare che la prima mezzora della gara, a mio giudizio è stata tra le migliori cose viste in stagione: a parte il gol, grandissima giocata di Higuain, altre azioni insidiose, una supremazia netta e chiara in campo. Nella ripresa bianconeri un po’ più arretrati come baricentro, mossa, a mio giudizio dovuta da un lato per fare scoprire i giallorossi, dall’altro per evitare che gli esterni giallorossi, Salah in particolare, potessero approfittare di spazi ove lanciarsi in progressione, che poi è la vera forza del gioco giallorosso di quest’anno. Invero, la sensazione iniziale è stata che Juventus potesse colpire a suo piacimento inserendosi negli spazi che lasciava la formazione giallorossa nel tentativo di rimediare; le cose sono cambiate quando è uscito Pjanic, Cuadrado ha spesso gestito male le ripartenze veloci, e quando Spalletti ha provato la carta disperata dei quattro attaccanti, cosa che per una decina di minuti ci ha messo in difficoltà, ma solo perchè non c'era più in campo qualcuno capace di rovesciare immediatamente il fronte di gioco e far risalire la squadra, tanto che, entrato Dybala, le cose si sono nuovamente sistemate;
Le sostituzioni
Le scelte di Allegri si sono rivelate corrette formalmente, ma qualcuna a mio giudizio un po’ ritardata. Come dicevo prima, l’uscita di Pjanic ci ha tolto il giocatore che, operando tra le linee, e muovendosi liberamente, era in grado di cambiare fronte di gioco: doveva farlo Cuadrado da mezzala inizialmente e poi esterno in un 4 – 4 – 2 classico, ma non ha funzionato; Più adatto a questo compito Dybala, ed invero con il suo ingresso la Juventus ha riguadagnato campo, ecco se fosse entrato prima, magari ci saremmo evitati quei dieci minuti di sofferenza, più apparente che reale, con gli avversari nella nostra metà campo.
I singoli: sull’altare
Il mondo si divide in due: c’è chi ha Higuain e vince, c’è chi ha Dzeko e perde. Il primo ha segnato, ha creato altri pericoli, è stato sempre pericoloso quando si muoveva sul fronte d'attacco; il secondo invece è stato praticamente annullato, per poter avere palloni e provare l'uno contro uno doveva arretrare, e praticamente non ha avuto modo di creare problemi a Buffon. Parlandosi quindi di Dzeko, non posso che elogiare la prestazione di Daniele Rugani, uno che si avvia ad una carriera stratosferica, a 22 anni già una personalità ed una autorevolezza a comandare la difesa, che rare volte si sono viste in passato: se debbo trovare un paragone recente, lo trovo simile ad Alessandro Nesta, con margini ulteriori di crescita. Degli altri davvero da elogio la prestazione di Sturaro, se impara pure un pò di tecnica di base sarebbe perfetto; direi bene la difesa, anche se Buffon non esce più o quasi, le mischie sono conseguenza di sue non uscite con palla nell'area del portiere; Marchisio riconferma quanto ci fosse bisogno della sua presenza equilibratrice in campo.
Da rivedere
Forse in ombra solo Khedira, che se tatticamente è stato il solito giocatore prezioso, mi è sembrato poco pronto in alcune ripartenze, e non lucido da trovare le soluzioni adeguate. Lo stesso Lichtsteiner in fase difensiva ha lavorato bene, ma poco decisivo nelle avanzate; male invece Cuadrado, davvero pasticcione sabato sera.
L’arbitro
A Roma naturalmente hanno cercato di trovare l’errore arbitrale per poter piangere un pochino, e siccome l’unico vero errore di rilievo è stato il rigore non concesso per sgambetto di Fazio su Mandzukic, sul punto hanno fatto marcia indietro. A ben vedere questo orrore è dipeso da Tagliavento, l’episodio è avvenuto praticamente a due metri dai suoi occhi, a conferma che è proprio … Tagliaventus! Poi hanno provato, i romanisti, con l’ammonizione di De Rossi, piede alto a martello su Pjanic, come dire da cartellino arancione: si vede che sono abituati a Rizzoli che lascia azzoppare Pirlo da Totti senza battere ciglio.
Prossimo turno
Prossima gara formalmente dovrebbe essere a Crotone, ma sarà rinviata causa Supercoppa. Altra scelta sciagurata di Lega, trasferta a Doha, praticamente clima impossibile per giocare una partita a dicembre, le solite scelte sciagurate, come quella anni addietro di Pechino. E dovremo giocare non contro una squadra vincente di un trofeo, lo scorso anno, ma la perdente della finale di Coppa Italia, dunque il Milan, come dire, per la seconda volta si ripete lo stesso copione. Arbitrerà Damato, io avrei preferito la dirigesse Galliani in persona!
La giornata di campionato
Seconda e terza in classifica in caduta o quasi, con il Milan bloccato in casa dall’Atalanta, e quindi classifica che si accorcia nelle posizioni per l’Europa, adesso al terzo posto si trovano Napoli e Lazio, entrambe vittoriose contro Torino e Lazio. Inutile dire che si sono alzati i cori di elogio verso i partenopei, o verso il nuovo “talento” Mertens, sette gol in due gare, contro le difese di Cagliari e Torino, ovvero le peggiori o quasi in campionato; mentre nulla si dice della Lazio che, senza cori trionfalistici e campioni osannati, ha gli stessi punti del Napoli ed uno in meno della Roma, pur avendo perso il derby. Per il resto, vince l’Inter contro un Sassuolo ultra rimaneggiato, in coda reazione del Palermo che vince in maniera clamorosa quanto rocambolesca fuori casa contro il Genoa: strano cammino dei rosanero, zero punti in casa, nove fuori, con questi punti esterni, di norma si dovrebbe essere in lizza per le posizioni medio alte, ed invece sono terzultimi.
Le mie postille
1 – L’angolo di Sarri
Il nostro amico è tornato a parlare, finalmente, dopo essere stato un pochino zitto e avere lasciato gli onori della platea al suo padrone cinepanettonaro. E così, nel giro di pochi giorni è tornato prima a lamentarsi dell’orario della partita di Cagliari (12,30), guarda caso stesso orario di Chievo – Juventus e all’inizio del girone di ritorno, di Juventus – Lazio, ma anche di altri confronti che vedranno impegnate le squadre di vertice; poi, è uscito con la storia dei rigori che non vengono assegnati al Napoli, Naturalmente, visto che ormai i rigori si assegnano a richiesta, tranne che ad una squadra sola, a primo dubbio contatto, domenica, nel confronto con il Torino, è arrivato il rigore generoso, che ha consentito a Mertens di diventare per adesso il novello Maradona di Fuorigrotta. Meno male, per il Natale sarà contento, magari con qualche altro rigore la prossima partita
2 – Bovini si nasce
L’ex allenatore del Giarre Calcio (serie C2 e poi C1 anni ’90), diventato allenatore della Nazionale, ha trovato oggi modo di ringraziare il suo benefattore, dato che, sono certo, ancora oggi si chieda, il Ventura, come sia potuto succedere che sieda nel posto che fu di Bearzot, di Vicini, di Sacchi, di Maldini, di Zoff, di Lippi e di Conte. Invero il tizio sta seduto lì per volontà di Galliani, grazie al giro di panchine gestito dall’A.D. rossonero (nonché uomo forte e garante di Tavecchio, ispiratore della gestione televisiva di Infront, etc. etc. etc.), per liberare il posto di allenatore del Milan onde far arrivare Montella, desiderato dal padrone del Milan: e così per liberare detto posto, ha dovuto trovare un posto a Mihajlovic, pena il pagamento di altri due anni di contratto, e così piazzandolo al Torino del fidato Cairo. Ecco quindi che oggi, nella conferenza stampa di fine anno, su domanda in merito alla tanto discussa VAR (l’assistenza arbitrale sperimentata dalla FIFA nella nuova versione della coppa Intercontinentale per club), ha trovato modo di citare il famigerato gol di Muntari, sostenendo che all’epoca con la VAR, sarebbe cambiata la storia di quel campionato. Certo, la VAR non avrebbe fatto espellere Mexes, non sarebbe servita a convalidare il gol regolare di Matri, magari negli anni precedenti non sarebbe servita a far vincere alla Juventus una coppa dei Campioni persa per un gol irregolare ad Amsterdam, o a Monaco a far cambiare le decisioni folli dell’arbitro Puhl. L’unica storia che sarebbe cambiata, a dire dell’ex allenatore del Giarre (con tutto il rispetto per la squadra e la città), sarebbe stata quella della stagione 2011 – 12. E così il signor cravatta gialla sarà contento, il servitore ha giurato fedeltà eterna al suo benefattore. Che se vorrà però far bene in quella panchina, dovrà utilizzare soprattutto giocatori della squadra che lui odia, forse perché ha preso sempre sberle e neppure tanto leggere.
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