La tifoseria juventina, tutta (mi ci metto dentro, e non escludo nessuno), meriterebbe una farsopoli ogni 5 anni massimo, per tornare con i piedi per terra, capire che significa avere "la squadra del cuore" che con cinque campioni del mondo deve andare a giocare a Crotone o Frosinone (all'epoca), o a Benevento, Chiavari, Vercelli, solo perchè qualcuno ha bisogno di rientrare dei capitali dilapidati e fatti dilapidare agli amici, e per farlo ha bisogno di vincere trofei di cartone giocando da solo: ricordo bene di cosa si discuteva nel 2006, se Ibrahimovic dovesse o togliere il posto a Del Piero, se Capello desse un bel gioco o meno alla squadra, se Vieira fosse stato un buon acquisto o non sarebbe stato meglio puntare su Blasi, e così via, il tutto mentre a Napoli ci preparavano il trappolone, e di questo trappolone c’erano già sinistri segnali che la tifoseria benpensante non vedeva o voleva vedere. Dico ciò perchè in un campionato, per la legge dei grandi numeri, è sempre possibile che si perda, o peggio si sfiguri, a prescindere dal risultato finale: ma trovo insopportabile che puntualmente da luglio 2014 ad oggi, quando perdiamo, i soliti noti in rete, nei forum, nei social, etc. ci vengono a spiegare che la colpa è dell'allenatore, che con Conte non sarebbe mai accaduto, che non esistono altri allenatori al di fuori del fuggiasco di luglio, anche quando dopo quella fuga la Juventus ha vinto tutto in Italia, e per tre volte di fila si qualifica agli ottavi di CL; mentre, a contrario, qualunque cosa vinca la Juve di Allegri, in qualunque modo vinca, facendo o meno spettacolo, questi signori sembrano quasi tristi, scornati, reagiscono peggio di interisti, napolisti, romanisti etc., cosa che trovo davvero insopportabile, non necessariamente devono stare in mezzo a noi, a Stamford Bridge c'è posto, andatevene lì e non rompete i cabbasisi, nè spacciatevi per juventini! Ecco, questa è la mia introduzione al commento di Genoa – Juventus, gara perduta malamente, ma che ha fatto riaffiorare il peggio del peggio della sedicente tifoseria juventina.
La partita in sintesi
Parlare della partita è davvero difficile, una mezzora davvero terrificante per essere vera, ma a ben vedere gravi errori individuali, tutti in una gara e tutti in un tempo, come dire cose davvero imprevedibili: e con una partenza del genere è davvero dura, il resto l’ha fatto la squadra che nel primo tempo ha cominciato a reagire solo quando era tardi. Ripresa sicuramente migliore, a dire il vero non ci voleva molto per rendere di più rispetto al primo tempo, semmai il non avere subito segnato sulle occasioni createsi con Pjanic e Khedira, ha vanificato ogni possibile speranza di rimonta. Anche se al resto ci ha pensato, come dirò oltre, l’ineffabile Mazzoleni.
Le sostituzioni
Ci mancava pure l’infortunio di Bonucci, a metà primo tempo, ben sostituito da Rugani, a complicare i piani di Allegri (su cui tornerò dopo). Le altre sostituzioni direi discutibili, se Higuain poteva giocare, meglio dall’inizio, visto che Mandzukic aveva giocato a Siviglia, e infine Sturaro, per Khedira, e mi pare non sia stata una soluzione ottimale.
I singoli: sull’altare
Quasi nessuno si è salvato dal naufragio, diciamo che il solo Rugani è ben entrato in partita, e potrei considerarlo l’unico veramente sufficiente. Poi un minimo di citazione per Mandzukic e Pjanic, diciamo quasi sufficienti, il primo per l’impegno e i rigori negatigli, il secondo per il gol.
Da rivedere
Potrà sembrare una contraddizione con l’introduzione di questo commento, ma non posso non criticare proprio le scelte di Allegri ad inizio gara, oltre al ritardo suo nel comprendere i problemi tattici della squadra: ma vedete, un conto è criticare un allenatore per una partita sbagliata, un conto è aspettare una partita sbagliata per esultare di sconfitte e chiedere la testa dell’allenatore, come fanno i nostalgici in malafede. A prescindere dalla formazione, in cui solo tre giocatori su 11 non avevano giocato a Siviglia, e della contemporanea presenza di Alves, Lichtsteiner e Cuadrado, con il colombiano poi costretto a giocare sulla sinistra, è stato subito chiaro che Lichsteiner non era proprio in partita, dal suo lato si aprivano voragini e dunque Alves sempre in difficoltà in chiusura; metteteci poi le genialate di Bonucci, la giornataccia di Benatia, e qualche dormita di Buffon (incolpevole sul primo, ma tre gol nell'area piccola non possono non chiamare in causa il portiere), e si capisce che la prima mezzora non poteva avere che quelle conseguenze. Sarebbe dunque bastato correre subito ai ripari dopo il 2 - 0, schierare immediatamente Rugani e ricomporre correttamente la difesa a 3, e probabilmente le cose sarebbero cambiate, si è visto che il Genoa aveva puntato ad una mezzora a folle corsa, dopo sono calati, e nella ripresa non ne avevano più, non a caso che con maggiore precisione già nel primo quarto d'ora si poteva davvero riaprire la gara, e giocarla diversamente; pensate se dopo il 2 - 0, Allegri avesse risistemato la squadra tatticamente, magari non avremmo visto l'infortunio di Bonucci e via discorrendo.
L’arbitro
Mazzoleni: se vengono fischiati 25 falli di squadra del Genoa (non tacendo di una decina su cui ha sorvolato) e 8 della Juventus, ma a fine gara si contano tre ammoniti bianconeri e due genoani, qualcosa non quadra, vero? Aggiungiamo il netto rigore negato su Mandzukic, che sempre su Mandzukic c'era un secondo intervento dubbio nella ripresa, che nell'occasione dell'infortunio di Dani Alves, ha fischiato punizione contro, e che dopo il 3 - 1, altro fallo su Mandzukic al limite della lunetta dell'area di rigore, ha lasciato correre: come dire, la Juventus ci ha messo di suo, ma qualcuno vegliava già per evitare che i guai in cui si era cacciata la squadra bianconera potessero essere superati.
Prossimo turno
Adesso la squadra è davvero in emergenza, altri due infortuni, organico davvero all’osso, e sabato l’Atalanta, ovvero la squadra più in forma del momento. Squadra che corre ancor di più e ancor meglio del Genoa, direi con maggiore intelligenza, dato che i genoani, come avrete notato, dopo una mezzora al fulmicotone, sono nettamente calati, e a fine gara praticamente sulle ginocchia, mentre l’Atalanta, per le volte che l’ho vista giocare, sa dosare le energie, come dire sa quando si deve corre e sa quando si deve tirare il fiato. Ma è nelle difficoltà che deve emergere il carattere delle grandi squadre, e sabato è il primo dei tre momenti decisivi di questo mese.
La giornata di campionato
Adesso la classifica è più corta, Milan e Roma hanno vinto entrambe, i rossoneri ad Empoli, i giallorossi, con grande fatica, contro il Pescara, anche grazie all’ennesimo rigore grottesco loro assegnato: già, mentre da noi si discute di Allegri, di Conte, con tifosi che esultano per il Chelsea e le sconfitte dei bianconeri, gli arbitri stanno letteralmente trascinando queste squadre verso l’alto, considerato che altre cosiddette rivali anche trascinate non riescono ad emergere ugualmente. Come nel caso del Napoli, fermato in casa dal Sassuolo; mentre l’Inter stasera ha vinto grazie alla prestazione straordinaria dell’arbitro Damato, che ha distrutto la Fiorentina, con rigori negati, espulsioni inventate e punizioni non assegnate nei momenti caldi della gara: ma a Firenze i ladri siamo noi.
Le mie postille
1 – L’angolo della Champions League.
La vendetta è un piatto che va servito fretto, così almeno dicono, ed effettivamente quella di martedì sera è la vendetta per lo scorso anno, quando un Siviglia già eliminato, in una partita dove avevamo sprecato anche l'impossibile, ci punì con un gol dell'ex Llorente, costringendoci al secondo posto nel girone, e quel secondo posto poi produsse quel sorteggio quasi proibitivo, che sul campo così non apparve, almeno fino al 91' della gara di ritorno; Quest'anno, con questa vittoria, la prima in assoluto di una formazione italiana nella città del barbiere più famoso al mondo, non solo ci assicuriamo quasi certamente il primo posto (anche se dovremo comunque battere la Dinamo, per non avere sorprese), ma addirittura mettiamo gli spagnoli nella condizione di rischiare l'eliminazione dalla CL, loro che erano primi nel girone, e con un punto sarebbero passati aritmeticamente: magari torneranno nuovamente a competere in Europa League, se dovessero perdere a Lione. Non è stata una bella partita, o meglio non è stata partita in cui ci si poteva aspettare gran calcio, i padroni di casa l'hanno messa subito sul piano fisico e quasi della rissa, ed in questo i bianconeri sono stati bravi a non cadere nelle trappole durante la gara; inoltre il gol iniziale, casuale quanto fortunoso, aveva reso ulteriormente difficile la partita, che già per i bianconeri lo era, alla luce delle assenze, ma anche delle condizioni non ottimali di alcuni scesi in campo; tuttavia la mentalità da grande squadra la Juventus l'ha espressa proprio nel primo tempo, non perdendosi d'animo dopo lo svantaggio, e non facendosi prendere dalla frenesia di dover pareggiare rapidamente e a ogni costo, e così è stato proprio il Siviglia a perdere le staffe, leggasi espulsione giusta quanto evitabilissima di Vazquez, e rigore nel finale di primo tempo; sicchè questi due regali inaspettati hanno consentito di chiudere il primo tempo in parità. Paradossalmente la Juventus in parità numerica mi è apparsa migliore rispetto a quella della ripresa, anche se va detto, per amor di verità, che il Siviglia si è arroccato in un catenaccio estremo: a lungo la superiorità numerica non si è notata, non è riuscito il giro palla veloce o le percussioni sulle fasce, dove i padroni di casa mostravano di andare in difficoltà; va comunque detto che il gol era già nell'aria, da una decina di minuti i bianconeri avevano preso decisamente il controllo del gioco e padronanza nella metà campo avversaria, semmai mancava la finalizzazione e l'incisività in fase di conclusione a rete. Partite del genere si vincono con il cuore e con l'agonismo, per cui non posso non evidenziare la serata eccellente di Bonucci; bene Rugani, che più gioca e più acquisisce sicurezza; direi bene pure Cuadrado, anche se qualche volta troppo lezioso, bene anche Marchisio, nonostante una condizione che si nota non ancora ottimale; anche il Dani Alves della ripresa non mi è dispiaciuto, e direi nessuno veramente insufficiente, o meglio Mandzukic si è fatto perdonare la serata tutto sommato incolore con il gol finale, mentre Sturaro tende ancora a vanificare il suo supporto agonistico alla squadra, con giocate quantomeno approssimative. Infine, il nostro allenatore non è il migliore del mondo, non entra nella mente dei giocatori, non inventa tattiche calcistiche innovative, non resuscita i morti, nè cammina sulle acque, ma per la terza volta di fila centra il passaggio del turno in CL, e quest'anno probabilmente piazzandosi al primo posto: meditate, gente, o in alternativa, c'è sempre il Chelsea o anche il Watford ...
2 – L’angolo di Sarri
Mi mancavano le perle di saggezza del talento che allena la squadra dei Borboni, ma che gioca con la maglia del colore scelto per onorare i Savoia! Vedete, Sarri per non regalare perle deve stare zitto, quando parla state tranquilli che qualcosa di geniale prima o poi uscira, ma così geniale che neppure il miglior Mazzarri sarebbe mai riuscito nell’impresa di concepirne di uguale livello. E stavolta l’occasione è stata la gara di CL, che rischia di compromettere definitivamente per il Napoli il passaggio agli ottavi. Strano destino dei partenopei, da squadra che poteva qualificarsi alla terza giornata, a squadra che rischia di finire in Europa League. Anche perché potrebbe essere decisivo il pareggio interno contro la Dinamo di Kiev, eppure il tecnico toscano a fine gara ha anche spiegato che vincere non sarebbe stato sufficiente per passare il turno, cosa che avrebbe demotivato la squadra, avendo saputo prima di scendere in campo, che il Besiktas era riuscito a pareggiare in extremis contro il Benfica. Interessante questa logica di Sarri, che poi riprende un tormentone dello scorso anno, ossia che giocare loro sapendo il risultato della Juventus, li condizionava in negativo. Certamente, la vittoria non sarebbe stata sufficiente, ma avrebbe avuto quantomeno il vantaggio di obbligare, l’ultima del girone, il Besiktas a vincere ad ogni costo a Kiev, per poter eliminare il Napoli, e solo se i partenopei perdessero a Lisbona, contro un Benfica che può sentirsi sicuro solo vincendo di passare il turno. Mentre, con questo pareggio, ai turchi basterà un solo punto, in caso di sconfitta del Napoli, per essere a pari punti e passare per i risultati negli scontri diretti. E comunque, per il nostro Sarri, c’è sempre una spiegazione esterna, per giustificare le figure del suo Napoli …
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