Anche quest'anno il Napoli esce sconfitto dallo Juventus Stadium, ed è la sesta di fila. è una tradizione ormai, sei su sei: ma se debbo essere sincero, questa è stata la loro migliore prestazione in questi anni, e certamente superiore a quella dello scorso anno. Diciamo che Sarri (che come sapete non mi sta simpatico), ha impostato meglio la gara almeno nel primo tempo, salvo poi perdersi nella ripresa, soprattutto dopo il secondo gol bianconero. Dall’altro lato una Juve poco convincente nel primo tempo, sicuramente più cinica nella ripresa, e soprattutto ha trovato le giocate giuste dei campioni al momento giusto.
La partita in sintesi
Juventus nella formazione migliore o quasi, schierabile in questi tempi, difesa titolare, a centrocampo Hernanes centrale con Khedira a Pjanic mezze ali, diciamo solo Lichtsteiner e Mandzukic al posto di quelli che possiamo ritenere attualmente i titolari, Dani Alves e Dybala. La disposizione molto corta degli avversari impedisce ai bianconeri un fraseggio efficace a centrocampo, e quindi una assistenza alle due punte che sia adeguata, ma nonostante tutto un paio di occasioni nitide vengono ugualmente costruite. La svolta in parte è data dall’infortunio di Chiellini, con Allegri che a sorpresa lo sostituisce con Cuadrado, e cambio di modulo, la difesa passa a 4, teoricamente Pjanic avrebbe dovuto allargarsi sulla sinistra, cosa che però non avviene, e così la squadra in fase offensiva praticamente si trova ad attaccare da un solo lato, rendendosi prevedibile. Le cose cambiano nella ripresa, di fatto Cuadrado diventa una sorta di trequartista defilato tra le linee, quindi quasi incontrollabile dal Napoli; meglio ancora quando successivamente entra Marchisio, ma da mezzala. Squadra che copre meglio il campo, non rischia più nulla e spreca anzi qualche ripartenza interessante.
Le sostituzioni
Allegri stavolta ha saputo cambiare al meglio la squadra in corsa, come detto, prima con Cuadrado, poi con Marchisio, entrato correttamente al posto di Pjanic, francamente incolore la sua prestazione, e da quel momento anche Hernanes ha di fatto giostrato meglio a centrocampo. Tattica anche la testa sostituzione, con Sturaro si è praticamente chiuso ogni spazio alle velleità avversarie a centrocampo.
I singoli: sull’altare
Intanto onore e merito ai due realizzatori, Bonucci e Higuain: il primo anche autore di una prestazione direi sontuosa, sia da difensore, sia da vero regista basso della squadra e primo iniziatore delle azioni bianconere. Il secondo invece doveva dare qualche risposta agli strali mandatigli in settimana da Napoli (ne parlerò a parte), e come solito, per quelle leggi del dio del calcio, ha segnato proprio lui il gol decisivo. Come Altafini tanti anni addietro. Per il resto, bene Barzagli, ma non è una notizia, idem Alex Sandro, anche se sul gol napoletano è stato distratto anche lui. Infine da citare sia Cuadrado, anche se ogni tanto si innamora troppo del pallone, e ottimo rientro di Marchisio, che a ben vedere è il giocatore che ci è mancato in questo inizio di stagione.
Da rivedere
Per l’ennesima volta però debbo spezzare una lancia a favore di Hernanes, che ormai sta diventando il bersaglio prediletto di ogni critica, non gli si perdona mai nulla, un suo errore è sempre ingigantito, quando errori di altri neppure notati. Nessuno nota che ha la media più elevata di passaggi azzeccati, lo si accusa di giocare facile, e sarà vero, ma almeno tre aperture in verticale nella ripresa, non ben sfruttate, sono provenienti da lui; ha perso dei palloni pericolosi, ma due su evidenti falli non sanzionati. Semmai sono stati chiaramente insufficienti altri, ossia Lichtsteiner, che non punge come in passato e sul gol di Callejon è lui a tenerlo in gioco; idem Pjanic, ma qui credo sia questione di inserimento del giocatore, vedremo adesso con il rientro di Marchisio. L’arbitro
La solita direzione di Rocchi, e la solita direzione con la Juventus in campo. Pugno di ferro all’inizio verso i bianconeri, due ammoniti nel giro di un minuto, tollerante su certe entrate diciamo “decise” degli avversari, non ha inciso sul risultato questo sì. Ed è tanto, ricordandoci il Rizzoli del sabato precedente.
Prossimo turno
Prossima gara a Verona contro il Chievo, proveniente dalla inattesa sconfitta a Crotone, e dunque desideroso di rifarsi. La tradizione contro i clivensi è nettamente a nostro favore, ma occorrerà tenere conto delle fatiche di Coppa, dalle assenze, e del fatto che siamo a corto di rincalzi. Ma visto che le avversarie nell’ultimo turno sono nuovamente tornate a perdere punti, avere due sfide tutto sommato non impossibili a novembre, prima di scontri più impegnativi, derby, Roma etc., consentirebbe un consolidamento della fuga in vetta.
La giornata di campionato
A distanza di una settimana, le distanze si sono praticamente ristabilite, e così gli effetti del passo falso dei bianconeri contro gli amici di Rizzoli, si sono vanificati. Già in settimana il Milan, pesantemente battuto dal Genoa, era tornato a -5, il Napoli è a – 7, la Roma non è andata oltre il pari ad Empoli, perdendo due punti dalla vetta. Turno favorevole quindi ad altre squadre, la Lazio che partita in sordina, adesso è tra le prime, la sorprendente Atalanta di Gasperini che è la squadra per adesso più lanciata, ha fatto anche più punti della Juventus nelle ultime sei gare, pur avendo avuto avversarie non proprio addomesticabili. Infine l’Inter … che dire, ormai il ridicolo di questa squadra non ha limiti, e di stasera la notizia dell’esonero di De Boer, ma non hanno ancora il sostituto!
Le mie postille
1 – L’angolo di Sarri Da qualche settimana il nostro eroe sta rimanendo stranamente a corto di creatività, o gli si è inaridita la vena, o qualcuno gli ha fatto capire che è meglio non seminare più le perle della sua saggezza rinomata. E così si stanno distinguendo altri in sua vece, dal presidentissimo suo, cinepanettonaro, al tifoso della sua squadra, nonché sindaco di Napoli, il famigerato “giggin ‘a manett”, meglio noto come De Magistris Luigi. Passato alla storia come il P.M. che ha istruito il maggior numero di processi finiti con assoluzione dei suoi accusati, prima di darsi alla politica, dove sta ulteriormente manifestando il suo talento. Già la partita tra Juventus e Napoli, da anni, viene sistematicamente avvelenata da media locali, e non solo, l’antijuventinismo ha trovato nella squadra azzurra quella da coltivare nel nome dell’odio alla Juventus, di fatto stimolando comportamenti beceri, al punto che essere juventini a Napoli è diventato un rischio, non certo in relazione alla Napoli perbene, che poi è la vera città di Napoli, quella del colore, del calore, della accoglienza, della ospitalità, tutti grandi pregi che però vengono “usati” a pretesto e copertura di comportamenti intolleranti. Un primo cittadino dovrebbe quindi, in questi casi, elevarsi dalle passioni calcistiche, essere esempio di saggezza e buonsenso, lanciare messaggi positivi. Ed invece no. Intervistato dal quotidiano locale, ormai diventato più pericoloso del kalashnikov, ossia “Il Mattino”, sul famoso trasferimento di Higuain alla Juventus, il nostro erede di Aniello Tommaso detto “Masaniello”, ha ben trovato modo di definire il giocatore argentino un traditore, che non dovrà nella sostanza mai mettere piede a Napoli, potendo rischiare per la sua incolumità. Ecco, questo è il peggior modo di rappresentare una città, perché se il primo cittadino dice cose del genere, chiunque può essere autorizzato a ritenere che i napoletani siano degnamente rappresentati dal loro sindaco, mentre così non è. Ma ormai qualunque cosa, pur di avere consenso e voti, viene fatti, non poteva certo sottrarsi costui che, per chi ha buona memoria, è il sindaco che fece rinviare, per ragioni di maltempo e di inagibilità dello stadio, anni fa, Napoli – Juventus, con il sole battente e il terreno praticabile, il tutto per consentire alla squadra partenopea di poter recuperare al meglio i propri giocatori, reduci dalle convocazioni nelle rispettive nazionali sudamericane. Volete voi che giggin a manett possa essere quindi un sostenitore dei valori del rispetto degli avversari, della lealtà sportiva, e della tolleranza?
2 – Guerra e Pace? Ha fatto scalpore la dichiarazione compiuta da Andrea Agnelli, alla assemblea dei soci della Juventus, con la quale di fatto ha sancito la fine dello scontro con la federcalcio. Dichiarazione sostanzialmente di appoggio verso Tavecchio per le prossime elezioni federali. Puntualmente sono arrivate le critiche degli “irriducibili”, sostenitori di guerra a oltranza verso la federazione, per riottenere i due scudetti il risarcimento dei danni subiti, guerra che Andrea Agnelli ha condotto fin dal suo insediamento ai vertici della società bianconera, e che finora ha prodotto solo risultati non proprio positivi, isolamento politico, almeno in Italia, del club, esclusione dai vertici di Lega e FIGC, provvedimenti giudiziali sempre contrari, ultimo dei quali quello del TAR Lazio. Io credo invece che si tratti di una scelta quasi obbligata in questo contesto, tenuto conto che c’è un Galliani che si sta riorganizzando, in vista della prossima “cacciata” dal Milan cinese, per diventare ancor di più uomo forte del calcio nostrano, dapprima in Lega, uscendo dalla finzione attuale, con Beretta presidente pro forma, e quindi in Federcalcio, cosa che costituirebbe ulteriore isolamento della Juventus, a livello politico. Non si può non prendere atto che le condizioni per una revisione di farsopoli, allo stato, non ci sono ancora, chi l’ha ordita e gestita, Ed allora meglio provare a rientrare nel gioco, tornare ad essere determinanti negli equilibri interni della federazione, scegliendo almeno uno dei due tra Tavecchio e Galliani, ed il primo sicuramente è il meno pericoloso attualmente.
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