Come di consueto, nel punto di fine campionato, vi ripropongo il pezzo che avevo scritto ad inizio stagione, anche per una mia e vostra verifica di quanto previsto a bocce ferme:
http://www.juworld.net/articolo.asp?id=21938
Un passaggio voglio riproporre quasi integralmente di quella presentazione al campionato terminato ieri:
“A mio giudizio le scelte operate, tempestivamente, dalla dirigenza, sono state logiche e intelligenti, finalizzate anche allo svecchiamento dell’organico: tornato alla casa madre Rugani … acquistato l’altro talento emerso nella scorsa stagione, Dybala; arrivato finalmente a Torino, dopo due anni, Zaza, attaccante nell’orbita della Nazionale; a parametro zero … è arrivato Khedira, considerato tra i migliori centrocampisti al mondo … è stato preso Mandzukic … parto proprio da quest’ultimo: vedete, ho la sensazione che ci siano giocatori … che abbiano la grande capacità di avere media favorevoli, qualunque sia la carriera e il rendimento, e al contempo giocatori che qualunque cosa facciano, saranno sempre sottovalutati. Mandzukic mi impressionò notevolmente ai tempi del Bayern, uno dei pochissimi che riusciva a fare a sportellate con i nostri centrali … senza mostrare timore, che faceva molto movimento consentendo agli altri di inserirsi negli spazi da lui creati … Heynkes per lui stravedeva, al punto che tolse il posto a Mario Gomez, considerato un intoccabile, e per consentirsi a Muller di giocare, si cambiò anche modulo tattico; non a caso, andato via lui per fare spazio a Levandowski, il Bayern non ha avuto lo stesso rendimento degli anni precedenti … ”
Credo di essere stato uno dei pochissimi, ad inizio stagione, ad avere puntato fortemente, tra i nuovi arrivati, su Mario Mandzukic. Giocatore ritenuto un ripiego, non all’altezza della situazione, non in grado di consentire il salto di qualità alla squadra: ed invece è stato uno dei protagonisti, uno che, meglio di chiunque altro, esprime a mio giudizio la mentalità da Juve, la voglia di lottare, il non arrendersi mai, il fare gruppo, come dire, un vero leader. La squadra, che aveva iniziato male, come sapete, ha iniziato la grande galoppata vincente (ventisei vittorie, un pareggio e una sconfitta), appena ha avuto a sua disposizione Khedira, in coppia con Marchisio, ed ha puntato decisamente alla coppia d’attacco Dybala – Mandzukic. Gli altri giocatori arrivati nella fase finale del mercato, Cuadrado, Alex Sandro, Hernanes, hanno completato l’organico, dando il loro contributo, sicuramente importante quello di Cuadrado ed Alex Sandro, meno quello di Hernanes, anche se, contrariamente a quanto sostiene la gran parte della tifoseria, credo che il “Profeta” possa ancora dare il suo contributo alla squadra, specie se, dopo questo primo anno di ambientamento, si cali ancora di più in quel ruolo ritagliato per lui da Allegri, e che, in alcune prestazioni di questo finale di stagione, ha mostrato di poter interpretare in maniera più che decente, tenendo conto, peraltro, che Marchisio non potrà essere disponibile prima di novembre, e gli servirà tempo per tornare in condizione accettabile. In sostanza, il gruppo costruito durante il mercato estivo era sicuramente più che competitivo, e dico questo ad uso e consumo di chi era polemico ad inizio stagione per i cosiddetti top players non presi (non c’era bisogno, li avevamo già in organico o li avevamo presi), per la vicenda Draxler, giocatore che ha avuto paura di vestire il bianconero.
Adesso comincia l’estenuante periodo del calciomercato, dei titoloni spesso infondati, dei colpi estivi che si rivelano flop invernali, e viceversa. Dico la mia: questa Juve non va stravolta, va completata ed integrata. E vado controcorrente, occorre pensare alla difesa, perché siamo davvero ridotti all’osso: Barzagli e Chiellini sono ultra trentenni, Bonucci li compirà il prossimo anno, il solo Rugani è giovanissimo, ma non abbiamo altri difensori in organico, Caceres andrà via, nella prospettiva di una difesa a 4, abbiamo due esterni bassi ultra trentenni, Lichtsteiner ed Evra. Si dice un gran bene di Romagna, sembra più che una promessa Lirola, probabilmente entrambi saranno aggregati in prima squadra, o almeno uno dei due comincerà ad essere coinvolto nella prima squadra; ritornerà all’ovile Mattiello, dopo l’ennesimo grave infortunio, e vedremo se una delle principali promesse bianconere riuscirà a superare la seconda frattura in due anni. Ma mi pare incontestabile che occorreranno almeno un centrale difensivo affidabile, pronto per competere ad alto livello, e un esterno destro basso, specie se dovesse Cuadrado tornare al Chelsea. Vi dico immediatamente che non vedrei male l’arrivo di Di Sciglio, prima che il Milan lo distrugga completamente, ricordando a tutti che l’aveva lanciato proprio Allegri, e che era arrivato nel giro Nazionale; che Benatia, già conoscitore del nostro calcio, potrebbe essere una buona soluzione. Ma probabilmente non sarebbero sufficienti, un terzo elemento presumo sia necessario. A centrocampo, allo stato c’è sovraffollamento, sicuramente qualcuno dovrà fare le valigie; c’è da fare i conti con l’infortunio di Marchisio e con le condizioni di Khedira, che si spera il prossimo anno, soprattutto con una preparazione adeguata, possa tenere. Si parla di Pjanic, sarebbe ottima scelta, conosce bene il nostro calcio, può aumentare il tasso di classe e fantasia in avanti; si parla pure di Andre Gomes, tra i giovani emergenti nel panorama internazionale: ecco, se dovessero arrivare, potremmo ritenere a posto pure il centrocampo. Infine l’attacco, che, dipendesse da me, dovrebbe rimanere come è adesso, tenuto conto che Morata sembra avere superato la fase critica di inizio stagione, e che Zaza non può non beneficiare della esperienza acquisita in un grande club. Dovesse partire lo spagnolo, e anche stavolta vado contro corrente, più che soluzioni esotiche, punterei a nomi italiani, Berardi e Lapadula.
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Andando al campionato delle concorrenti, direi che neppure in questo caso sono andato molto lontano, in sede di previsioni di inizio stagione, da quanto manifestatosi in campo. Ad inizio stagione e direi fino quasi a fine girone d’andata, la squadra del cuore della redazione di quel giornale rosa milanese, sembrava potesse confermare gli auspici estivi e i titoloni Invece, l’operazioni minimale, conquista del piazzamento CL, da parte dei nerazzurri, è miseramente fallito, cosa che farà venire i nodi al pettine di un bilancio deficitario, di un mercato fatto solo con i “pagherò se potrò” di Thohir, accentuati dal fatto che Mancini ha costretto la dirigenza a stravolgere due volte in sei mesi l’organico. Ma siccome il calcio è uno sport con variabili imprevedibili, con la componente fortuna che spesso incide, ma non al punto di alterare i valori delle squadre, solo chi voleva vendere fumo alla tifoseria nerazzurra, parlava di Inter già in grado di competere per lo scudetto, quando in realtà la squadra nerazzurra aveva cambiato troppo per essere immediatamente vincente, al punto di naufragare nel girone di ritorno.
Sul Milan avevo scritto:
“rileggendo la formazione rossonera che emerge dal mercato compiuto finora, non riesco a comprendere come possa essere ritenuta squadra favorita per lo scudetto, e come i vari Bacca, Luiz Adriano, Bortolacci e Romagnoli potranno consentire ad una squadra arrivata decima di essere da scudetto.”
Il Milan è arrivato settimo, è fuori dalle coppe, salvo che sabato prossimo compia l’impresa in finale di Coppa Italia (e su questa finale tornerò oltre). Questo conferma che la società nei fatti si è sfaldata, non si capisce chi diriga, chi progetti, non ha più gente competente come a suo tempo Ramaccioni e Braida, che Galliani pensa di più al suo potere personale nei Palazzi del calcio, e per farlo deve sacrificare gli interessi della società rossonera.
Non mi ero sbagliato invece in relazione a Roma e Napoli, anche se per i giallorossi pensavo che le cose potessero andare diversamente:
“viceversa, la Roma sembra avere operato bene sul mercato finora, avendo colmato le lacune emerse lo scorso anno … se Garcia penserà di meno a suonare il violino delle polemiche e gestire il gruppo come fece il primo anno, presumo che sarà proprio la Roma la principale avversaria dei bianconeri per la lotta scudetto, sempre ammesso che l’ambiente romano riesca, una volta tanto, a vivere con maggiore serenità e minore spirito polemico l’andamento stagionale, dato che non hanno ancora capito che è proprio quel contesto mediatico – vittimistico il peggiore nemico della Roma. Non sottovaluterei neppure il Napoli in questa lotta scudetto, Sarri non ha un passato da allenatore di grande squadra, ma forse a Napoli serviva uno come lui, al posto di Benitez.”
Invece Garcia ha continuato a pensare da “romanista che suona il violino dei lamenti”, e non a fare l’allenatore e imporsi nel gruppo, e su Dzeko mi ero sbagliato clamorosamente; però è stato sufficiente l’avvento di un allenatore vero, i giusti correttivi ad una squadra competitiva, gli innesti mirati (El Sharaawy, Perotti), e i giallorossi sono rientrati alla grande, sfiorando anche l’impresa del piazzamento diretto in CL. A Napoli è successo invece l’inverso: squadra che dopo un inizio titubante, aveva preso a camminare spedita, conquistando anche il titolo platonico ma spesso significativo di campione d’Inverno; però appena Sarri ha dimenticato di fare solo l’allenatore, e si è trasformato in predicatore lamentoso, a parlare di fatturati, di penombre, di orari di partite e via di seguito, il suo Napoli si è progressivamente sfaldato. Del resto quando una squadra ha nove punti di vantaggio alla decima di campionato, e finisce con nove punti di distacco, significa che ha sprecato almeno sei partite, quasi tutte nel girone di ritorno, sconfitta a Torino, pareggio interno contro il Milan, sconfitta a Udine, sconfitta al Meazza con l’Inter, sconfitta all’Olimpico con la Roma, risultati che si sommano alla lunga con passi falsi precedenti. E se non cambieranno registro, continueranno a Napoli nei deliri di questo scorcio stagionale, con balle tipo “il calcio più bello”, “la classifica senza errori”, “lo scudetto degli onesti” e via di seguito, 1’anno prossimo a mio giudizio rischieranno di franare ancora di più.
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Ultimo atto della stagione è la finale di Coppa Italia, sabato sera all’Olimpico. Partita da non prendere sotto gamba, è una finale, ma soprattutto è la partita della disperazione per il Milan, che non avendo proprio nulla da perdere, si giocherà il tutto per tutto contro i bianconeri. E non va dimenticata una cosa: spesso il blasone, la storia, la tradizione, sono potenti detonatori, che possono compensare divari tecnici: la Juventus dei recenti anni bui, contro le grandi difficilmente sfigurava, perché scattava quella molla dell’orgoglio, per dimostrare che non si è indegni di indossare una maglia gloriosa. Come dire, sarà molto dura per i bianconeri, per questo massima concentrazione e massima cattiveria.
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