Diciottesima vittoria in 19 gare, quella conquistata dalla Juventus, nell’anticipo di venerdì sera contro il Sassuolo: come dire un intero girone di sole vittorie ed un pareggio, unica gara senza reti segnate, a Bologna. Gara sbloccata nel primo tempo, amministrata in maniera diligente, pensandosi certamente alla gara di CL mercoledì a Monaco di Baviera, e porta di Buffon rimasta ancora inviolata, arrivandosi a 926 minuti, a quattro minuti dal record assoluto di Sebastiano Rossi. Ed ora concentrati sul ritorno di CL.
Il modulo di gioco
Allegri schiera il “suo” 3 – 5 – 2, dando fiducia a Rugani, terzo difensore ma stavolta dal lato sinistro, Cuadrado ed Alex Sandro esterni di centrocampo, turno di riposo per Pogba, sostituito da Asamoah. Si è nuovamente visto come viene interpretato il 3 - 5 – 2, che rende questo schema di gioco molto diverso da quello di Conte: nel passato i due esterni erano chiamati alla duplice fase (e così difesa a 5 in fase di non possesso), Allegri ha sempre optato per la soluzione di far scalare un solo difensore in fase di non possesso palla, ed invero venerdì era il solo Alex Sandro quasi sempre sulla linea dei tre difensori, con Barzagli terzino, e linea a 4 perfetta a centrocampo, con Asamoah esterno: conseguenza, una squadra più compatta, ancor più solida in difesa, centrocampo con due portatori di palla, Marchisio e Khedira, e non un solo regista di ruolo.
Le sostituzioni
Scelte più di routine e per fare rifiatare, non certo per esigenze tattiche: Pogba per Khedira, quindi Morata per Dybala e infine Lichtsteiner per uno stanchissimo Mandzukic.
I singoli: sull’altare.
Non posso non fare una menzione speciale per il nostro portierone, record assoluto per un portiere juventino, e secondo assoluto (almeno per ora) del campionato italiano: diciamo che Buffon non è stato particolarmente impensierito, se non nel finale da due conclusioni insidiose del solito Sansone, che evidentemente si diverte a crearci problemi. Per quanto riguarda gli altri, Dybala è stato l’eroe della serata con il suo gol da cineteca, ma direi tutta l'azione, è da manuale del calcio, e forse lo sarebbe stato ancor di più se il nostro gioiello avesse invece segnato alla prima occasione dopo una manciata di secondi, azione ancor più spettacolare, quasi delle risposte mirate a chi rimprovera a questa squadra di non giocare bene; degli altri, direi mostruoso Alex Sandro, infaticabile e trascinatore Mandzukic;
Da rivedere
Nessuno ha giocato male, o chiaramente insufficiente. Direi che solo il primo tempo di Asamoah ha dato qualche perplessità, ma con il passare dei minuti è cresciuto. Credo sia importante per le seconde linee (se tali possono definirsi), mettere minuti nelle gambe, ed essere impiegati con maggiore frequenza, perchè la convinzione e la sicurezza si acquisiscono cosi, ed invero lo stesso si può dire per la prestazione di Rugani, timido nel primo tempo, anche se non ha commesso errori di rilievo, più sicuro ed intraprendente nella ripresa, soprattutto nella fase più calda della gara.
Le prospettive
Diciotto vittorie su diciannove gare, con un solo pareggio, significano 55 punti sui 57 disponibili, dieci gare di fila senza subire reti Buffon, come dire, se la prima giornata fosse stata il derby, la Juventus avrebbe praticamente fatto bottino pieno in un solo girone, evento mai accaduto prima d'ora: ma il fatto che dopo una striscia del genere, le distanze dal Napoli e anche dalla Roma, non siano più ampie, è la prova evidente che l'inizio di stagione è stato oltremodo disastroso. E forse per questa ragione il campionato rimane ancora incerto, con il Napoli che, bene o male, tra un pianto ed un lamento, riesce a vincere ancora, anche se di misura, anche se di rigore. Voglio però evidenziare una cosa: venerdì sera finalmente si è visto uno striscione di complimenti per Allegri, vincitore della panchina d'oro, nonchè dei cori a lui inneggianti: era ora, questo allenatore, accolto con scetticismo e ostilità, in punta di piedi e senza proclami vari, dopo l'annata straordinaria passata, quest'anno sta continuando nella stessa falsariga, comunque andrà mercoledì a Monaco di Baviera, e se posso anche capire che le sue idee di calcio non convincano tutti, è incomprensibile invece che ancora oggi esistano tifosi, o presunti tali, che attribuiscano al suo predecessore, i meriti per i risultati attuali; Tornando alla gara di venerdì, non è stata gara agevole, e del resto il Sassuolo non può più essere considerata una rivelazione o una provinciale di lusso, se è vero che ha battuto almeno una volta tutte le grandi o presunte tali del campionato: la squadra di Di Francesco ha meccanismi di gioco ben collaudati, anche quando è rimaneggiata, ha sempre giocatori di grande valore (Vrsaliko, Duncan, Sansone), in grado di creare problemi anche alla accorta ed esperta retroguardia bianconera; tuttavia il risultato finale appare anche un pochino stretto, almeno un'altra marcatura poteva starci, visto che più volte la squadra ha avuto le occasioni propizie per realizzare, fallite di pochissimo. Adesso avremo tre gare da non sottovalutare, a cominciare dal derby di domenica prossima, contro un Torino che, come sempre, si gioca la stagione in una sola gara; quindi Empoli in casa e Milan al Meazza. Diciamo che dopo queste tre gare, visto il calendario del Napoli, avremo le idee chiare su come potrà svilupparsi lo sprint finale.
La giornata di campionato
Delle squadre di vertice, l’unica a compiere un passo falso è la Fiorentina, bloccata inaspettatamente sul pari in casa, dal fanalino di coda Verona; le altre hanno vinto in maniera non certamente netta, il Napoli su rigore discusso a Palermo, la Roma ad Udine, dopo un primo tempo dominato, ha rischiato di subire la rimonta, infine l’Inter contro il Bologna, con qualche affanno finale. Il Milan con il pareggio di Verona contro il Chievo si è definitivamente staccato dalle posizioni di testa, e penso da ogni speranza di piazzamento CL e di EL, che comunque potrà abbordare solo in quanto finalista di Coppa Italia. Si accende invece la lotta in coda, il Carpi, battendo il Frosinone, approfittando anche delle contemporanee sconfitte di Palermo, Udinese e Atalanta, comincia ad alimentare buone possibilità di salvezza, ed ora quella che sembrava una questione chiusa, diventa una lotta a cinque.
Le mie postille
1 – Zazzaroni della settimana.
Questa settimana mi pare che la designazione a questo ambito riconoscimento, sia più che scontata. Era da un po’ di tempo che il mister Sacchi Arrigo, l’inventore del calcio, della nebbia di Belgrado, del finale della stagione 1987 – 88, di Baresi guardalinee aggiunto, etc. etc. etc., non ci deliziava con qualche sua perla di grande valore. E siccome i grandi talenti quando si esibiscono, non riservano delle perle di scarso livello, ma di altissimo valore e significato, il nostro ce ne ha propinata alcune davvero da annali. La prima, una stilettata ad Allegri, sostanzialmente accusato di non essere un allenatore abile, capace di “creare” schemi, ma da “orecchiante” (più o meno ha usato questo termine), sostanzialmente copiare altri e quindi vivere di luce riflessa. La seconda una stilettata alla Juventus, risoltasi però in un clamoroso autogol: ovvero, la Juventus è come il Rosenborg, squadra norvegese fortissima all’interno del calcio nazionale, ma che fuori dai confini di casa non vince mai. Che dire? La lingua batte dove il Rosenborg brucia, visto che l’ultima esibizione del nostro guru a strisce rossonere, in Champions League, fu la mortificante eliminazione del suo Milan ad opera proprio dei norvegesi, vittoriosi 2 – 1 al Meazza, e visto che proprio quell’anno il suo Milan subì in casa la più umiliante delle sconfitte casalinghe con i bianconeri, il famoso 1 – 6. Che poi il Rosenborg non vinca da ultimo in Norvegia, mentre la Juventus è al quarto scudetto vinto, ampiamente in lotta per il quinto, è un’altra storia. Mentre è storia, che quella squadra italiana, la Juventus, che non vince in Europa, a dire di Sacchi, al contrario è l’unica ad avere vinto tutte le competizioni ufficiali europee, Coppa dei Campioni, Coppa UEFA, Coppa delle Coppe, Supercoppa Europea, cui si aggiungono due Coppe Intercontinentali, e che pur non avendo vinto molto, ha nella sua storia otto finali di Champions League, quattro finali di Coppa UEFA, due della vecchia Coppia delle Fiere, una Coppa delle Coppe, che tradotto significa quindici finali, in sessanta anni di storia delle coppe europee, cioè una finale ogni quattro anni come media, e non credo che in Italia esistano altre ad avere questa media di finali continentali, ivi compresa la squadra dalle sette coppe sette. E magari un giorno qualcuno ci racconterà il finale del campionato 1987 – 88, il modo come il Napoli sprecò in poche giornate il cospicuo vantaggio sui rossoneri, o come l’anno dopo il pacchetto biglietti della finale di Barcellona, dalla federazione rumena finirono invece nella sede Fininvest, o come sei giocatori della Steaua Bucarest trovarono lauti contratti con squadre dell’Europa dell’ovest.
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